Per la crociata anti-gay il Comune di Verona arruola l’Armata Brancaleone [Updated]

Buongiorno a tutti

Come ben sa chi segue questo blog sin dalla sua nascita, uno degli sport preferiti dei cattotalebani nostrani (e non solo) è quello di gridare al Big Gombloddo.

Poco importa che sia massonico, comunista, “omosessualista” (come a loro piace dire), pippoplutogiudaico o ordito dalla Kattifissima Unione Europea. L’importante è che ci si possano ricamare sopra con un pizzico di fantasia, ovviamente descrivendo sè stessi nel ruolo degli indomiti paladini dell’umanità che smascherano le oscure trame degli agenti del Male che tramano all’ombra delle lapidi del cimitero di Praga.

E poco male se nel farlo si omette qualche fatto o dato, si traduce nel modo sbagliato (più o meno involontariamente) qualche termine straniero, si racconta qualche mezza verità oppure vere e proprie panzane. Lo si fa “per maggior gloria di Dio”, come si diceva fino a qualche decennio fa.

Ma il vero problema sorge quando queste frescacce (che magari sono state nel frattempo esaminate e smentite, non senza tempo e fatica) assurguno al ruolo di verità per (de)merito di chi le considera “verità assolute”, ora per semplice creduloneria ora per “contiguità intellettuale” (nonché per precisa scelta politica e tornaconto personale) con chi le bufale se le inventa, e pretende che tutti gli altri vi si adeguino, magari (peggio ancora) sfruttando il potere che ha a propria disposizione per farlo.

Una cosa del genere è successa nei giorni scorsi a Verona, dove il Consiglio Comunale ha approvato lo scorso 23 luglio un ordine del giorno confezionato attingendo a piene mani dal marasma dei peggiori siti cattotaliban del web italiano. Un fatto che lascia decisamente basiti perché, oltre ad essere già abbastanza grave di per sè, messo in atto da una istituzione pubblica locale che dovrebbe curare gli interessi di tutti i cittadini e non predisporre pezze giustificative pseudo legali per proteggere i pregiudizi di una parte di essi.

Procediamo quindi senza indugio all’esame del documento.

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Inchini e malavita.

  Da un po’ di settimane a questa parte sta facendo scalpore il fatto che alcune processioni si fermino e rendano omaggio ai boss malavitosi. Il che mi dà la possibilità di una riflessione sulla natura di questo sdegno che a mio avviso non dipende nemmeno dal fatto che si voglia confortare chi ha commesso dei crimini, ancorché efferati.

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Scuola pubblica. Costi quel che costi.

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Questa mattina mi sono imbattuta in un articolo di Nadia Urbinati pubblicato sull’ Huffington Post che inizialmente mi ha trovato assolutamente d’accordo: è lecito che per motivi legati alla morale religiosa – sostiene la brava Urbinati – una scuola cattolica possa scegliersi (e quindi anche licenziare) i propri insegnanti che non si adeguano nei loro comportamenti ai precetti cattolici, ma se sceglie di avvalersi di questo diritto dovrebbe rinunciare ai finanziamenti che le derivano dallo Stato. Lo Stato infatti è laico e i soldi di cui dispone sono stati raccolti anche presso persone non cattoliche o affatto religiose e pertanto dovrebbero servire a finanziare servizi pubblici assolutamente non vincolati alla religione, come neppure all’ideologia e a qualsiasi orientamento che non riguardi la comunità intesa nella sua globalità.

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Le “bussoballe” su Napolitano e Repubblica Centrafricana

Buongiorno a tutti

In genere non ho mai prestato molta attenzione al sito “La Nuova Bussola Quotidiana”, ma l’altroieri (sabato 12 luglio 2014) mi sono imbattuto in due articoli che hanno risvegliato il mio interesse. Non perché fossero particolarmente interessanti ma per la quantità di balle, errori ed inesattezze che contengono.

Esaminiamoli brevemente. Continua a leggere

Fra il dire ed il fare c’è di mezzo… la Guinea Equatoriale

Buongiorno a tutti.

Sembra proprio che il Vaticano, da quando Jorge Bergoglio è stato eletto al soglio pontificio, sia destinato a non combinarne una dritta per quel che riguarda la politica internazionale, nello specifico per la tutela dei diritti umani.

Infatti, la scorsa domenica (22 giugno), nel ricordare la prossima Giornata delle Nazioni Unite per le vittime della tortura durante l’Angelus, l’attuale pontefice ha affermato che “torturare le persone è un peccato molto grave” ed ha esortato i fedeli a “impegnarsi per collaborare all’abolizione di ogni forma di tortura e sostenere le vittime ed i loro familiari”.

Parole che sono suonate un tantinello ipocrite a chi conosce quali relazioni intercorrano fra la Santa Sede ed uno dei peggiori autocrati del pianeta, il “Presidente” della Guinea Equatoriale Teodoro Obiang. Continua a leggere

Anche con un poco di zucchero alla Chiesa la pillola non va proprio giù.

I metodi contraccettivi non hanno mai riscosso l’approvazione della Chiesa cattolica: una vera e propria guerra persa almeno in Italia dove la maggioranza delle persone non considera immorali gli anticoncenzionali.
Se in Italia poche possibilità ci sarebbero di bloccare la pillola del giorno dopo, in Bolivia il segretario generale della Conferenza Episcopale Boliviana Eugenio Scarpellini ha chiesto al governo di eliminare la vendita della pillola del giorno dopo perché non potrebbe essere considerata un contraccettivo.
Anche in Italia da parte del mondo cattolico la pillola del giorno dopo non è considerata un contraccettivo ma un “intercettivo” così come spiega Anna Fusina su Zenit, l’agenzia di stampa dei Legionari di Cristo. L’intercezione sarebbe «una tecnica che intercetta l’embrione rendendone impossibile l’annidamento nella parete uterina» e perciò non avrebbe «un effetto contraccettivo, ma antinidatorio, cioè abortivo». Un paragone tra contraccezione ed aborto condiviso, sempre su Zenit, da Elisabetta Bolzan secondo cui «anche la contraccezione di emergenza può provocare l’uccisione di un concepito» e per cui «il criterio di decisione che porta alla diffusione della contraccezione d’emergenza e al suo utilizzo è dunque il desiderio che una donna, una coppia hanno o meno nei confronti del figlio, ideale o reale che sia, sopprimendo di conseguenza l’oggettività che si è di fronte a una vita umana». Continua a leggere

Maggio: il “mensis horribilis” per gli ultras cattolici

Buongiorno a tutti.

Il mese di maggio che ci siamo da pochi giorni lasciati alle spalle è non è stato particolarmente propizio per i tradizionalisti di casa nostra.

Infatti, durante la mensilità appena trascorsa, solitamente già di suo dispensatrice di brutti ricordi per i cattonazi, sono avvenuti due fatti che, complice il grande spazio dedicato alla campagna elettorale per le elezioni europee ed i relativi risultati, poca risonanza hanno avuto sui media nazionali: la nuova bocciatura del Vaticano da parte di un organismo internazionale (il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura) ed il respingimento da parte della Commissione Europea della petizione “Uno di noi” promossa da diverse associazioni pro-life europee.

Se la copertura dei media mainstream ha latitato, così non è stato per le testate cattotalebane che hanno reagito nel loro solito modo ovvero inventando giustificazioni e/o alibi patetici quando non vere e proprie frescacce, ed i toni utilizzati sono stati appena un filino più pacati rispetto alle reazioni che sono seguite alla pubblicazione del rapporto ONU sulla pedofilia ed alla sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge 40. Continua a leggere

Le “Sentinelle” stanno in piedi ma chi ci sta dietro? Quegli strani legami con Alleanza cattolica.

alleanza_cattolicaSembra che l’Italia sia diventato un Paese di “presidi omofobi”: a presidiare – ed il termine non è usato a caso – sono le “Sentinelle in piedi”®, un gruppo di persone che – sul modello dei “Veilleurs” francesi – stazionano in piedi leggendo un libro per protestare contro la legge sull’omofobia in discussione in Parlamento.
Un movimento che ha ovviamente riscosso la benedizione del mondo cattolico la cui stampa ha dato ampio risalto alle loro iniziative contro il disegno di legge Scalfarotto: un testo «incostituzionale» quello contro l’omofobia secondo Zenit, l’agenzia di stampa dei Legionari di Cristo che anticipa e sembra quasi volersi sostituire al giudizio del presidente della Repubblica ed a quello eventuale della Corte Costituzionale. Ma non è solo il disegno di legge Scalfarotto nel mirino delle vedette italiane che si pongono a difesa di tre obiettivi: «la libertà d’opinione; i diritti dei bambini ad avere un padre e una madre; la famiglia naturale». Temi un po’ “variegati” visto che in Italia parlare di adozioni da parte degli omosessuali è attualmente pura utopia: nel frattempo le Sentinelle “vegliano” e sono “ferme” contro ogni provvedimento che riguardi gli omosessuali e perciò – come riporta sempre Zenit – si oppongono «con fermezza anche all’introduzione nelle scuole dei manuali dal titolo Educare alla diversità a scuola, dall’Istituto A. T. Beck, e presto adottati in tutti gli istituti scolastici». Continua a leggere

Homovox: “Questo matrimonio (gay) non s’ha da fare”. Ne sono stati fatti 1000 al mese.

-Sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso in Francia la battaglia è stata molto accesa ed alla “pugna” ha preso parte anche la stessa stampa italiana. Uno dei “leit motiv” più frequenti di chi si oppone al matrimonio per le coppie gay è: sposarsi non importa neanche agli stessi omosessuali.
Uno dei media più attivi nell’opporsi al progetto voluto dal governo Hollande è stato Tempi che ha ospitato spesso la voce di quegli omosessuali contrari al matrimonio per le coppie per lo stesso sesso. Leone Grotti intervista Nathalie de Williencourt, portavoce di Homovox, un collettivo di omosessuali: «Rappresentiamo la maggioranza dei francesi omosessuali ma non ci ascoltano. Non vogliamo il matrimonio, perché non siamo come le coppie eterosessuali, che possono fare figli». De Williencourt aggiunge: «In Francia ci censurano, si ascoltano sempre le lobby LGBT, parlano sempre loro nei media, ma la maggior parte degli omosessuali sono amareggiati dal fatto che questa lobby parli a loro nome, perché non abbiamo votato per loro e non ci rappresenta». Continua a leggere