Le “bussoballe” su Napolitano e Repubblica Centrafricana

Buongiorno a tutti

In genere non ho mai prestato molta attenzione al sito “La Nuova Bussola Quotidiana”, ma l’altroieri (sabato 12 luglio 2014) mi sono imbattuto in due articoli che hanno risvegliato il mio interesse. Non perché fossero particolarmente interessanti ma per la quantità di balle, errori ed inesattezze che contengono.

Esaminiamoli brevemente.

Il primo articolo, a firma di Giorgio Carbone, prende le mosse dal recente monito lanciato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di fronte al Comitato Nazionale di Bioetica a proposito della lentezza con cui il nostro Parlamento sembra affrontare la questione dei c.d. “temi etici”.

«Quello che è emerso negli ultimi tempi in modo particolare – parlo appunto del quadro istituzionale – è il silenzio del Parlamento. Abbiamo visto che di materie come quelle alla vostra attenzione si può anche parlare un po’ a sproposito o in modo gravido di conseguenze non positive in Parlamento, da parte delle istituzioni? però effettivamente oggi siamo passati di colpo da momenti di acuta tensione su temi fondamentali tra quelli che voi affrontate, in modo particolare sui temi del fine vita, al silenzio, e non credo che sia una situazione corretta. Il Parlamento può decidere di occuparsi in una maniera o nell’altra di questi temi senza strafare, però dovrebbe rimettersi non solo all’autorità del Comitato Nazionale di Bioetica, ma alla maturazione delle situazioni, situazioni in cui magari poi interviene anche un altro potere, come il potere giudiziario, il potere della giurisdizione, oltre agli interventi che vengono dal mondo della cultura e dal mondo della scienza».

Queste le parole che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto al professor Francesco Paolo Casavola, presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, e ai membri di questo Comitato, ieri in visita al Quirinale. Il presidente lamenta il silenzio delle assemblee parlamentari su temi di bioetica. Alcuni anni fa, esattamente nel febbraio del 2009, il Consiglio dei ministri composto nella stragrande maggioranza da senatori e deputati elaborò un testo normativo su una precisa questione bioetica, un decreto legge che avrebbe dovuto poi essere convertito in legge.”

Per chi avesse la memoria corta, la “precisa questione bioetica” cui si riferisce Carbone è la famosa “Sentenza Englaro”. Resta da capire cosa diamine c’entri quel riferimento al “Consiglio dei ministri composto nella stragrande maggioranza da senatori e deputati”. Carbone vuole forse velatamente insinuare che un CdM composto da persone che sono parlamentari è in qualche modo “più legittimo” di uno che non lo è? Peccato che nessuna norma Costituzionale imponga che Ministri e Presidente del Consiglio siano anche parlamentari.

“Ma con grande sorpresa lo stesso presidente, Napolitano, con una sua nota ufficiale, fece sapere che se il Consiglio dei ministri avesse sottoposto alla sua firma quel decreto, lui presidente della Repubblica non lo avrebbe firmato.

Fatto singolare nella storia della Repubblica italiana: il presidente fa sapere in anticipo al governo che non firmerà un decreto legge.”

Se Napolitano sia stato o meno il primo Presidente a manifestare l’intenzione di non promulgare un decreto-legge, non so dirlo con certezza. Ciò che invece è sicuro è che Napolitano non ha fatto nulla che travalicasse i suoi poteri.

La nostra Costituzione infatti, all’art. 74, consente al Presidente della Repubblica di non promulgare una legge con un messaggio motivato e di chiedere al Parlamento una nuova votazione, se ritiene che la norma non sia formalmente o sostanzialmente conforme al dettato costituzionale.

Ed il decreto-legge del Governo Berlusconi sul caso Englaro di pecche di questo tipo ne aveva molte e ben manifeste: dal punto di vista formale mancavano i requisiti propri dello strumento della decretazione d’urgenza (la necessità ed urgenza appunto), mentre dal punto di vista sostanziale, per come era scritta quella norma, non solo sarebbe stata bloccata con decreto la materiale esecuzione di una sentenza della Corte di Cassazione, ma si sarebbero anche violati due dei caratteri fondamentali che ogni legge di uno stato di diritto possiede ovvero la generalità ed astrattezza (quindi in diretta violazione degli articoli 3 e 24 della Costituzione).

“Risultato finale: una cittadina italiana, gravemente handicappata, morì. Si tratta del caso di Eluana Englaro e si tratta del decreto legge che se firmato avrebbe consentito di continuare a prestare a Eluana gli atti di assistenza e di cura (non le terapie, perché non aveva alcuna patologia in corso) perché lei da sola non era in grado di procurare a se stessa.”

Qui Carbone ripropone pari pari la balla che fu fatta circolare all’epoca dagli ambienti cattolici e che fu amplificata dai media nazionali: ad Eluana Englaro non venivano somministrate “terapie” ma “assistenza e cure” consistenti nella “normale nutrizione e idratazione”. Se avesse fatto una breve ricerca sulla giurisprudenza della Cassazione consolidata da tempo in questo ambito, Carbone avrebbe scoperto che nell’impianto di un sondino naso-gastrico non c’è proprio nulla di “normale”, visto che per effettuare l’impianto è necessario un intervento di chirurgia invasiva, e che può essere rifiutato dal paziente. La sentenza della Corte di Cassazione sul Caso Englaro riguardava proprio quest’ultimo aspetto e cioè se la volontà del paziente di rifiutare il trattamento medico dovesse essere per forza espresso o potesse venire “ricostruita” con altri mezzi.

“Perciò, non può non destare meraviglia che il Presidente della Repubblica oggi invochi delle iniziative legislative, proprio lui che cinque anni fa dichiarò in anticipo che non avrebbe firmato quel decreto legge che avrebbe impedito la morte di Eluana.”

Ripeto ancora una volta: Napolitano non ha fatto altro che esercitare correttamente un potere attribuitogli dalla Costituzione italiana. Semmai a destare meraviglia sono il background e la preparazione tecnica di certi commentatori cattolici: tutti avvocatoni che vogliono difendere i diritti altrui ma vigliacca la Eva che ce ne sia uno che conosca il diritto italiano o, quantomeno, si informi prima di aprire bocca.

“Il silenzio dei due rami del Parlamento può avere, e di fatto ha, molte cause. Alcune di convenienza politico-partitica, altre di opportunità sociale, altre di competenza giuridica. I parlamentari, ad esempio, possono legittimamente ritenere che siano più urgenti per il nostro Paese delle norme che riformino la procedura di assegnazione degli appalti pubblici uniformandola a quella di Paesi, come la Francia e la Germania, al fine di ridurre il più possibile la triste e costosissima piaga della corruzione. Questa a mio parere è una questione etica decisiva per uscire dalla stagnazione economica che deprime le speranze di tanti cittadini e che induce molti giovani a lasciare l’Italia. La corruzione e il sistema clientelare penalizza la libera concorrenza tra le imprese e quindi deprime la libertà tra i cittadini e tra gli imprenditori: qui è in gioco la libertà di iniziativa economica prevista dalla Costituzione della Repubblica. Altra questione etica scottante che non ha ancora trovato soluzione è quella relativa ai flussi imponenti di migranti, di profughi e di persone che richiedono asilo: e qui sono in gioco i più elementari diritti dell’uomo.”

In pratica il solito Ben’altrismo da quattro soldi…

“Altra questione è la radicata e oramai misconosciuta violazione del principio di uguaglianza tra gli esseri umani, ricordato dalla Costituzione all’art. 3 e continuamente violato ai sensi della legge 194 del 1978 che consente ad alcuni cittadini adulti di togliere la vita a esseri umani di età embrionale o fetale e ai sensi della legge 40 del 2004 che consente sempre ad alcuni cittadini di produrre e selezionare dei propri simili nei primissimi giorni della loro vita embrionale: e qui è in gioco il principio di uguaglianza nel godimento del diritto fondamentale all’esistenza. Nel campo dei diritti umani e dei diritti di libertà fondamentali il silenzio del legislatore, soprattutto quando ci sono violazioni clamorose che ledono il bene della vita, è un silenzio gravissimo.”

OH PER L’AMOR DI ZEUS, CHE SCEMPIAGGINI MI TOCCA SENTIRE!! Il presupposto per godere di qualsiasi diritto, costituzionale o meno, è quello di essere nati ed essere nati vivi (che può sembrare una precisazione inutile ma sfido chiunque a dimostrarmi che un nato morto può usufruire dei diritti costituzionali), quindi bisogna essere ben ignoranti od in mala fede per sostenere che la legge 194 sulla IVG violi l’art. 3 della Costituzione!!
E peccato anche che la legge 40 proibisca esplicitamente l’eugenetica (art. 13 L40/04)!!

“Ci sono poi alcuni campi in cui il silenzio, invece, è auspicabile. Innanzitutto perché l’ordinamento giuridico di un Paese liberale non può e non deve legiferare su tutto. Se così fosse, avremmo sicuramente tre effetti disastrosi: 1) le norme dell’ordinamento costituirebbero un ginepraio inestricabile, all’interno del quale sarebbe difficile riscontrare coerenza e uniformità;”

Mai sentito parlare delle cosidette “preleggi” o, più propriamente le “Disposizioni sulla legge in generale” che precedono il Libro I° del Codice Civile? Applicandole correttamente si evitano un sacco di magagne, sai Carbone?

“2) aumenterebbe in modo elefantiaco la mole di lavoro della magistratura, già oberata, chiamata a dirimere controversie tra cittadini;”

Ma anche no. Ad esempio una legge sul c.d. “testamento biologico” avrebbe evitato a Beppino Englaro anni di battaglie legali per vedere rispettata la volontà di sua figlia.

“3) e effetto più grave, cadremmo nello Stato etico, le leggi della Repubblica ti diranno sempre cosa e come fare. In secondo luogo, il silenzio è auspicabile soprattutto perché l’ordinamento giuridico di un Paese liberale deve sempre vietare ciò che contrasta gravemente il bene comune e i diritti fondamentali dell’essere umano, ma in molti settori deve lasciare ampi margini di azione al cittadino, tenuto conto della sua libertà e delle sue competenze.”

Ma neanche per sogno!! Come io ed altri abbiamo più volte spiegato su questo sito, il fatto che alla generalità dei soggetti venga attribuita la facoltà di usufruire di un diritto, ciò non comporta l’obbligo da parte di tutti di uniformarvisi: prevedere la possibilità di abortire non impone a tutte le donne di farlo, permettere alle persone omosessuali di sposarsi non lede i diritti degli eterosessuali etc. Sinceramente comincio ad essere un po stanco di ripetere sempre le stesse cose…

“Penso ad esempio alle questioni cosiddette del fine-vita, per cui alcuni invocano una legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento o sul testamento biologico. Se fosse introdotta una norma in questa materia, almeno indirettamente, si consentirebbe al dichiarante la possibilità di disporre di sé, il che va contro il principio classico degli ordinamenti liberali secondo il quale il corpo e la vita fisica sono beni indisponibili della persona umana.”

Veramente gli ordinamenti liberali (e non solo loro) DICONO ESATTAMENTE IL CONTRARIO: Ognuno può autodeterminarsi come meglio crede, i diritti a ciò connessi vengono definiti “indisponibili” perché il titolare non può rinunciarvi o alienarli ad altra persona!!
Fare la botta di vita di aprire un manuale di diritto no, eh Carbone?

“A proposito del fine-vita, come in altre questioni legate alla medicina o alle bio-tecnologie, è più saggio e prudente affidarsi alle competenze e alla professionalità di medici e biologi seri e eticamente motivati.”

Ovviamente finché sostengono le stesse posizione di Carbone e degli altri “bussolati” (ma anche dei Tempiati, degli Uccretini, dei PontifeSSi, dei Radiospiedini etc…). In caso contrario gridare al dilagante relativismo etico e confezionare articoli a la “apres moi le Delùge” farciti di balle costituzionali.

Se l’articolo di Giorgio Carbone è pessimo, meglio non ha fatto Anna Bono che, al grido di “mamma li turchi”, racconta la sua versione su quello che sta succedendo negli scontri in Repubblica Centrafricana.

“Con tre giorni di lutto nazionale, a partire dal 10 luglio, la Repubblica Centrafricana ricorda le vittime dell’ultima strage di cristiani compiuta dai miliziani islamici Seleka: 26 morti e 35 feriti. Autore dell’eccidio, il 7 luglio, è stato un commando che ha fatto irruzione nel campo per sfollati allestito presso la sede dell’arcivescovado di Bambari, nei pressi della cattedrale di Saint-Joseph, che al momento ospitava oltre 10.000 persone.

Bambari si trova al centro del paese. È quindi un punto di faglia tra il nord, dove vivono in prevalenza gli islamici, e il sud, dove si concentrano i cristiani: rispettivamente il 15% e il 50% della popolazione.”

E già con le elementari informazioni demografiche cominciamo male.

Da dove Anna Bono ha preso queste informazioni? Molto probabilmente dalla pagina in lingua italiana di Wikipedia sulla Repubblica Centrafricana il cui redattore l’ha con ogni probabilità a sua volta scopiazzata dal CIA World Factbook, una pubblicazione a cura della nota agenzia statunitense di intelligence che però non precisa l’anno in cui è stata fatta la stima. Secondo un rapporto del 2010 del Dipartimento di Stato Usa i centrafricani cristiani sarebbero circa l’80% della popolazione (oltre il 50% protestanti e per circa il 30% cattolici) mentre gli islamici sono circa il 15% ed il restante 5% praticherebbe culti tradizionali e/o animisti.

Peraltro la Repubblica Centrafricana è un paese dove gli scontri interreligiosi sono una novità, anche perché negli ultimi 50 circa i centraficani sono stati soprattutto impegnati a cercare di sopravvivere alla sequela di dittatori che si sono succeduti nel paese quasi senza soluzione di continuità: prima Bokassa poi Patassè e da ultimo Bozizé che, sotto certo punti di vista, è stato la causa scatenante dell’attuale crisi visto che è proprio su suo ordine quando era ancora a capo del paese che sono cominciate le violenze ai danni dei mussulmani centrafricani e gli incendi dei loro villaggi.

“Da maggio la città è diventata il quartier generale dei Seleka e da allora i cristiani sono più che mai sotto attacco, nonostante la presenza dei soldati della missione francese Sangaris e della Misca, la missione militare dell’Unione Africana. Un’ondata di violenza particolarmente cruenta ha provocato tra il 23 e il 25 giugno almeno 70 morti e un centinaio di feriti. Pochi giorni prima, nello Ouaka, il fiume che taglia in due la città, era stata rinvenuta una decina di cadaveri tutti con segni di torture.

I Seleka, in origine una coalizione antigovernativa formatasi nel nord, con l’apporto di numerosi miliziani islamici provenienti dai vicini Sudan e Ciad, avevano incominciato a perseguitare i cristiani, a profanare, saccheggiare e distruggere chiese e altri edifici religiosi, ad attaccare e uccidere sacerdoti e suore dopo aver destituito il presidente François Bozize nel marzo del 2013 sostituendolo con il loro capo, Michel Djotodia.”

Vediamo di fare un po di chiarezza: I milizani Seleka sono effettivamente una coalizione di diversi gruppi armati formatasi per opporsi al dittatore Bozizé ma quelli che la Bono chiama “miliziani islamici” altro non sono che centrafricani mussulmani che erano fuggiti nei paesi vicini per mettersi in salvo dalle violenze perpetrate dai sostenitori dello stesso Bozizé.

I miliziani Seleka non hanno nulla a che fare con i talebani dell’Afghanistan o con jihadisti vari ed eventuali, non hanno alcun interesse verso la sharia e mai gli è passato per la testa di instaurare lo stato islamico, assomigliano piuttosto a gruppi paramilitari assai comuni nelle zone più povere dell’Africa che si autofinanziano saccheggiando e taglieggiando chi ha la sventura di essere meno armato di loro.

Quanto a definire Djotodia “capo dei Seleka” è una forzatura piuttosto grossa perché negli scorsi mesi Djotodia ha dimostrato di non avere alcum potere effettivo sulle truppe, è stato scelto come Presidente provvisorio perché è l’unico tra i comandanti seleka con un po di esperienza in politica, sia nazionale che estera.

“Hanno continuato a farlo, impunemente, anche dopo che lo scorso gennaio, su pressione internazionale, il presidente Djotodia ha rassegnato le dimissioni cedendo la carica a Catherine Samba-Panza. Non solo: anche una parte dei militari Misca musulmani si è schierata con i Seleka, rendendosi colpevole di abusi, torture e omicidi. Per questo ad aprile si è reso necessario procedere al ritiro di tutte le truppe inviate dal Ciad.

È proprio a causa dell’inefficienza, a dir poco, dell’esercito centrafricano e dei militari Sangaris e Misca che circa un anno fa i cristiani hanno incominciato a formare dei gruppi armati di autodifesa chiamati Anti-Balaka (il “balaka” è una sorta di machete). Dapprima si sono limitati a proteggere i fedeli e i luoghi di culto: erano formazioni più o meno spontanee, disorganizzate e male armate. Poi, a loro volta, rafforzati da militari dell’esercito disertori, legati all’ex presidente Bozize, hanno iniziato una controffensiva ben presto trasformatasi in una caccia all’uomo di cui hanno fatto le spese soprattutto le comunità islamiche residenti nella capitale Bangui e nel sud del paese. Dallo scorso dicembre gli Anti-Balaka sono diventati milizie ben armate e dotate di un sofisticato apparato di comando e organizzativo.”

Veramente varie denunce di Amnesty International raccontano essattamente il contrario ovvero i militari della missione MISCA guidata dalla Francia hanno affidato il compito di disarmare i Seleka proprio agli anti-Bakala, scelta pessima sia perché le milizie anti-Bakale non sono affatto ben armate né tantomeno possiedono una catena di comando migliore delle (ormai ex) forze armate centrafricane che si sono de facto dissolte di fronte all’offensiva Seleka, sia perché le operazioni di disarmo si sono tramutate ben presto in una caccia all’islamico con i militari MISCA che, nel migliore dei casi, giravano la testa dall’altra parte di fronte a quella che ormai si profila come una pulizia etnica ed in quello peggiore se ne rendono complici, come nel caso del “Caporale” Alfred Rhombot che è stato filmato mentre guidava alla carica un improvvisato gruppo di cacciatori d’infedeli coordinandosi con i militari francesi.

Inoltre non risulta che i militari del Ciad siano mai stati ritirati, gli unici che si son ritirati sono i Sudafricani che hanno protetto fino all’ultimo Bozizè e che se ne sono andati non appena era chiaro che l’alleanza Seleka stava vincendo.

“Un ponte aereo nei mesi scorsi ha messo in salvo gran parte degli islamici stranieri, rimpatriati a decine di migliaia. Per proteggere la popolazione musulmana autoctona, a partire da aprile si è provveduto a riportare al nord le comunità stanziate nella capitale e nel resto del sud. Anche una parte dei cristiani stabilitisi in passato nel nord è tornata al sud o ha tentato di farlo. Nel loro caso, quasi sempre si è trattato di una fuga disperata, un esodo non assistito, che li ha lasciati privi di beni e di mezzi di sostentamento. Gli sfollati cristiani si sentono perciò abbandonati dalle autorità nazionali e dalla comunità internazionale: “pensano soltanto ai musulmani di Seleka” accusano gli sfollati di Bambari scampati all’attacco del 7 luglio.”

Anche questa del “rimpatrio degli islamici stranieri” è una inesattezza bella e buona perché gli islamici di cui parla la Bono non sono affatto “stranieri”, sono centrafricani pure loro che sono stati costretti con la forza a lasciare le loro case ed i loro villaggi a seguito degli assalti di infervorati neo-crociati che con l’autodifesa non c’entrano proprio nulla visto che non vedo come possa aiutare a difendere i centrafricani cristiani l’assaltare e distruggere le moschee per poi scrivere sui muri diroccati “Io distruggo nel nome di Gesù”.

repubblica-centrafricana-pulizia-etnicaNonostante questo i commentatori nostrani continuano a raccontare la favoletta dei poferi centrafricani cristiani indifesi perseguitati da kattifissime versioni più abbronzate del Feroce Saladino anche se ormai, per effetto della pulizia etnica, nel Sud-Est del paese di islamici praticamente non ce ne sono più ed i membri di Medici Senza Frontiere hanno denunciato incursioni del genere anche a nord che lascerebbero trapelare la precisa intenzione politica di fare lo stesso anche nelle regioni settentrionali.

Ma ovviamente, per i bussolati ed i loro omologhi, i cattivi son sempre gli altri salvo poi inventare balle da usare come foglia di fico per coprire la verità che viene a galla.

Per osservazioni/segnalazioni/insulti: https://www.facebook.com/compagno.zed

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