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Le “Sentinelle” stanno in piedi ma chi ci sta dietro? Quegli strani legami con Alleanza cattolica.

alleanza_cattolicaSembra che l’Italia sia diventato un Paese di “presidi omofobi”: a presidiare – ed il termine non è usato a caso – sono le “Sentinelle in piedi”®, un gruppo di persone che – sul modello dei “Veilleurs” francesi – stazionano in piedi leggendo un libro per protestare contro la legge sull’omofobia in discussione in Parlamento.
Un movimento che ha ovviamente riscosso la benedizione del mondo cattolico la cui stampa ha dato ampio risalto alle loro iniziative contro il disegno di legge Scalfarotto: un testo «incostituzionale» quello contro l’omofobia secondo Zenit, l’agenzia di stampa dei Legionari di Cristo che anticipa e sembra quasi volersi sostituire al giudizio del presidente della Repubblica ed a quello eventuale della Corte Costituzionale. Ma non è solo il disegno di legge Scalfarotto nel mirino delle vedette italiane che si pongono a difesa di tre obiettivi: «la libertà d’opinione; i diritti dei bambini ad avere un padre e una madre; la famiglia naturale». Temi un po’ “variegati” visto che in Italia parlare di adozioni da parte degli omosessuali è attualmente pura utopia: nel frattempo le Sentinelle “vegliano” e sono “ferme” contro ogni provvedimento che riguardi gli omosessuali e perciò – come riporta sempre Zenit – si oppongono «con fermezza anche all’introduzione nelle scuole dei manuali dal titolo Educare alla diversità a scuola, dall’Istituto A. T. Beck, e presto adottati in tutti gli istituti scolastici». Continua a leggere

Perugia: siamo “Sentinelle in Piedi”, siamo per la libertà di parola ma non parliamo.

grifone-rossoIl 29 marzo nel Regno Unito si sono celebrati i primi matrimoni per le coppie dello stesso sesso grazie ad una legge voluta fortemente dal conservatore David Cameron ma il diritto di sposarsi è ben lontano nella pur vicina Italia dove conservatori di altro stampo rispetto alla destra britannica sono pronti a schierarsi come una milizia per contrastare i diritti degli omosessuali; sono le “Sentinelle in Piedi”: disposti in piedi – in perfetto stile militare – a circa un metro di distanza l’uno dall’altro e leggendo un libro.
Le “Sentinelle” si sono schierate in varie città italiane con risultati non sempre esaltanti ed il 29 marzo è stata la volta di varie città tra cui Perugia, capoluogo di una regione politicamente “rossa”, che ha conosciuto le barbarie della tirannia cattolica e medaglia d’oro come “città benemerita del risorgimento nazionale”.
A pochi metri da quell’hotel Brufani scelto nel 1922 dal quadrumvirato fascista per dirigere la Marcia su Roma, le Sentinelle si sono schierate in Piazza della Repubblica con alle spalle la sede regionale del Partito Democratico e davanti la libreria La Feltrinelli e mettendosi a ridosso di un banchetto di attivisti contro la vivisezione sugli animali. Continua a leggere

La “Manif Pour Tous” ossia la “manifestazione per tutti” ma anche per pochi.

Tra lodi, ovazioni, squilli di tromba da parte del mondo cattolico (ed indifferenza da parte di tutti gli altri) anche in Italia è approdata La Manif Pour Tous (Lmpt), il movimento che in Francia si è opposto senza successo all’introduzione del matrimonio per le coppie dello stesso sesso.
Zenit (l’agenzia di stampa della congregazione dei Legionari di Cristo) dava notizia che in cinque piazze italiane (Roma, Bisceglie, Venezia, Bologna, Bolzano, Pisa) il popolo della Lmpt si sarebbe riunito l’11 ottobre per opporsi al disegno di legge contro l’omofobia: «La Manif Pour Tous Italia chiama nuovamente a raccolta la società civile a vegliare in difesa della famiglia e della libertà di espressione, e a manifestare il proprio dissenso contro il disegno di legge Scalfarotto». Una vera e propria crociata quella degli organizzatori della Manif Pour Tous e Zenit scrive che «in tutta Italia stanno nascendo comitati per combattere una battaglia antropologica in difesa della famiglia e della libertà d’espressione».

Anche Tempi non poteva ignorare questo “evento storico” dando spazio ad un comunicato dell’organizzazione in cui annunciava questa «prima grande mobilitazione nazionale» contro un «un provvedimento degno del peggior stato totalitario». Continua a leggere

Disegno di legge contro l’omofobia: la “Nuova bussola quotidiana” non l’ha mai “Amato”

Il deputato Ivan Scalfarotto del Pd sembra aver messo in agitazione il mondo cattolico dopo aver presentato un disegno di legge “per la repressione delle discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”.
Il disegno di legge si compone di solo quattro articoli e va a modificare due leggi già esistenti nel nostro ordinamento: la legge 654/1975 e la legge 205/1993 più famosa come “Legge Mancino”. La legge 654/1975 è la ratifica ed esecuzione della cosiddetta Convenzione di New York del 1966 tesa ad eliminare tutte le forme di discriminazione razziale mentre la “Legge Mancino” introduce misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Nello specifico l’articolo 2 del disegno di legge Scalfarotto modifica il comma 1 dell’articolo 3 della legge 654/1975 che già punisce «con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Alle motivazioni razziali, etniche, nazionali e religiosi il disegno di legge aggiunge le motivazioni legate all’«identità sessuale della vittima».

Nello stesso articolo 3 la legge 654/1975 prevede «la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». A queste circostanze viene aggiunta, come prima, l’identità sessuale della vittima.
La stessa circostanza sarebbe aggiunta nel comma 3 dell’articolo 3 della stessa legge che già vieta «ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».

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