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La Conferenza Episcopale del Kenya in balia dei gombloddisti

Buongiorno a tutti.altan-religione0-550x368

Qualche mese fa, per la precisione intorno alla metà di maggio, in un articolo dedicato all’annuale marcetta dei No-Choice per le vie della capitale del nostro Paese, denunciai l’ipocrisia di quelle associazioni contrarie alla Legge 194 impegnate a battersi il petto “in difesa della vita” ma che non pronunciavano nemmeno una sillaba sulla scandalosa vicenda della sospensione della campagna di vaccinazione antitetanica dell’OMS in Kenya, dietro pressione della locale Conferenza Episcopale che denunciava una presunta “campagna di sterilizzazione occulta”.

Denuncia rivelatasi poi una bufalaccia ridicola e priva di fondamento, nonché potenzialmente assassina, perché in Kenya i neonati morti a causa del tetano si contano ancora nell’ordine delle centinaia all’anno ed un arresto nelle vaccinazioni, che pure erano riuscite a diminuire il numero delle infezioni, rischia di far schizzare nuovamente verso l’alto il tasso di mortalità. Particolare evidentemente di secondaria importanza per i ciellini di Tempi che, all’epoca, per bocca di Benedetta Frigerio continuarono a sostenere la versione dei vescovi kenyoti, facendo passare il blocco delle vaccinazioni addirittura come una “vittoria” del ramo africano della Chiesa Cattolica contro il Big Gombloddo pippo-pluto-abortista-mondialista delle Kattiffissime Nazioni Unite e dell’OMS.

Non avendo imparato nulla dalla precedente esperienza, il cardinale John Nuje ha deciso, un paio di settimane fa, di scagliarsi contro anche contro la campagna di immunizzazione anti-polio partita il 1° agosto, sempre promossa dall’OMS, con motivazioni quasi identiche. Continua a leggere

Perché l’omosessualità non è una malattia. Con buona pace degli omofobi.

Nessuno ha mai dimostrato che l’omosessualità sia una malattia. Cominciamo con questa semplice costatazione storica. La conseguenza è che nessuno può curare quello che non conosce. Ecco perché il 99,96% delle organizzazioni scientifiche professionali nel settore medico, psicologico ed educativo del mondo occidentale concorda nel rifiutare la cura contro le persone gay e lesbiche, considerando quella cura come ciarpame di attivisti antigay senza dignità scientifica. Gli omofobi sono ossessionati dal voler curare gay e lesbiche dichiarando che non ci siano prove per considerare l’omosessualità come sana. Essendo disonesti, fingono che nella scienza moderna non vale la regola opposta, cioè che siano loro a dover dimostrare che sia una malattia. L’omosessualità fu inserita tra i disturbi mentali solo nel 1952 quando venne pubblicato per la prima volta il DSM da parte della più importante organizzazione medico-scientifica al mondo (American Psychiatric Association). Non avevano alcuna prova scientifica seria per inserirla, come vedremo tra poco. Fu considerata malattia per ventun anni appena, perché nel frattempo alcuni scienziati controllavano la validità di quella decisione e, appena finito questo controllo, la dovettero togliere riconoscendo che non c’era alcuna evidenza scientifica per curare gay e lesbiche. Nel 1973 venne quindi derubricata dalla lista dei cosiddetti disturbi in seguito alla demolizione completa degli strumenti di ricerca che erano stati usati in psicologia e psichiatria sino a quel momento per provare che gli omosessuali fossero malati per il solo fatto di essere omosessuali. Due decenni di studi avevano demolito uno dopo l’altro i metodi di ricerca usati sino ad allora. Una donna eterosessuale nata più di un secoloEvelyn Hooker picture fa è chi incominciò prima di tutti a controllare quella che si considerava una certezza scientifica, i gay sono malati come la Terra gira intorno al Sole. Questa scienziata ha cambiato i destini delle persone omosessuali. La ricercatrice universalmente riconosciuta per aver mostrato sin dagli anni ’50 che i gay non sono intrinsecamente malati di mente. Una psicologa che ha modificato la storia, con la scienza.

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Italia: il Paese con il Vaticano e con 64mila Chiese dove i professionisti cattolici sono “costretti all’anonimato”

cardinaliIl mese prossimo sarà in discussione in parlamento il disegno di legge contro l’omofobia ed ovviamente, come per tutti i temi “sensibili”, divampa la discussione tra politici, psicologi, attivisti, giuristi, giornalisti, sacerdoti.
Una calda mattina d’agosto diventa rovente a Unomattina Estate quando l’avvocato Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, afferma che «l’omosessualità è stata depennata dal manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali non per motivi scientifici» accennando alla fine anche alle cosiddette “terapie riparative” che farebbero ritornare eterosessuali i gay. Polemica scontata anche perché dal 1990 l’Oms ha depennato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.
Tante le reazioni alla sua dichiarazione ed immediatamente arriva la replica di Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, che in un comunicato ha dichiarato: «È gravissimo che i detrattori della legge antiomofobia ripropongano, tra le altre, l’idea che l’omosessualità sia una malattia da curare e, di conseguenza, che l’orientamento omosessuale sia da modificare, contraddicendo palesemente quanto, invece, da anni sostiene la comunità scientifica internazionale che, a ragione, ha da tempo rigettato le cosiddette terapie di conversione e riparative. Affermare che l’omosessualità possa essere curata o che l’orientamento sessuale di una persona si debba modificare, come recentemente dichiarato dal vicepresidente Unione giuristi cattolici italiani, è una informazione scientificamente priva di fondamento e portatrice di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale ancora così fortemente radicato nella nostra società, come dimostrano, purtroppo, i sempre più diffusi fatti di cronaca. Ribadisco, se mai ce ne fosse bisogno che gli psicologi, secondo il Codice deontologico, non possono prestarsi ad alcuna ‘terapia riparativa’ dell’orientamento sessuale di una persona, bensì collaborare con i propri pazienti nel caso di disagi relativi alla sfera sessuale siano essi avvertiti dagli eterosessuali così come dagli omosessuali». Continua a leggere

Aborto, rivelazione choc: la contraccezione lo favorisce (forse….).

L’agenzia Zenit della congregazione dei legionari di Cristo pubblica un’intervista (ripresa anche da Tempi) al dottor Renzo Puccetti che – al congresso mondiale di ginecologia ed ostetricia tenutosi a Roma – ha presentato una ricerca in cui si rileva che la diffusione di contraccettivi (preservativo, pillola) è direttamente proporzionale all’aumentare degli aborti.

Il dottor Puccetti ha certamente un curriculum di tutto rispetto: membro della Associazione ginecologi ostetrici cattolici italiani, socio nazionale dell’associazione Scienza & Vita, collaboratore di testate giornalistiche come Avvenire e la stessa agenzia di notizie Zenit.

Nonostante sia un professionista affermato purtroppo non rileva in quale pubblicazione scientifica sia presente questa ricerca che smentirebbe gran parte della letteratura scientifica in materia esplorando – assieme ad altri colleghi – l’abortività degli Stati americani e le variabili che possono incidere sui tassi di aborto.

Per il ricercatore «quando si esamina la percentuale d’impiego della contraccezione reversibile ad elevata efficacia, come la pillola, i cerotti, l’anello vaginale, la spirale e gli impianti sottocutanei di ormoni a lunga durata, non si rileva alcuna riduzione di abortività». Questa ricerca (di cui purtroppo non è stato detto dove è stata pubblicata) smentirebbe addirittura quanto rilevato da un recentissimo studio dell’Università di St. Louis pubblicato su Obstetrics & Gynecology (la pubblicazione ufficiale della American College of Obstetricians and Gynecologists) secondo cui la fornitura gratuita di contraccettivi contribuisce a ridurre drasticamente il numero delle gravidanze indesiderate e degli aborti. I ricercatori dell’università hanno fornito contraccettivi gratis a più di 9.000 donne dai 14 ai 45 anni dell’area di St. Louis: questa azione ha provocato un drastico calo degli aborti nell’area che sono diminuiti sino al 78 per cento con un tasso di gravidanze adolescenziali del 6,3 per mille contro una media nazionale del 34,3 per mille.

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Uccr e sessualità: problemi di lettura o tendenza ad inventarsi le notizie?

I soliti uccrociati ci regalano la solita uccretinata in materia di sessualità.
Questa volta l’occasione viene data dall’articolo Aumentano malattie sessualmente trasmissibili, fallimento del condom.
Il titolo dell’articolo sembra molto chiaro: ci sarebbe un aumento di malattie sessualmente trasmissibili ed il condom risulterebbe inefficace. Vediamo di capirci meglio.

Così scrive il nostro uccrociato: «L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha avvertito che “milioni di persone sono affette da gonorrea e sono a rischio di rimanere a corto di opzioni di trattamento a meno che venga approvato un intervento urgente”, questa è la frase con cui ha messo in guardia da un’espansione mondiale di un ceppo di gonorrea resistente ai farmaci. I Paesi coinvolti sono sopratutto Australia, Francia Giappone, Norvegia, Svezia e Regno Unito, e «i dati disponibili mostrano solo la punta di un iceberg», secondo Manjula Lusti-Narasimhan, ricercatrice dell’OM».

La fonte dell’articolo uccrociato è un articolo di nbcnews.com. Di certo non servirebbe molta fatica per riprendere la fonte originale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ma ovviamente non si può pretendere molto dagli uccrociati.
Quindi la notizia non riguarda più genericamente l’aumento di malattie sessualmente trasmissibili come scritto nel titolo ma l’acuirsi della gonorrea (una malattia a trasmissione sessuale detta popolarmente “scolo”).

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