Se qualcuno quest’oggi avesse avuto bisogno di una iniezione di buon umore, leggendo Pontifex sicuramente l’avrebbe trovata. In questo articolo a firma Bruno Volpe ci troviamo di fronte ad una forma di giornalismo becero e triviale, intriso di odio e di intolleranza. La dimostrazione pratica che da un certo mondo cattolico non ci si puo’ aspettare nulla di meglio che quattro scemenze populiste.
Sappiamo, pero’, che il mondo cattolico non e’ solo quello rappresentato da B.V., 49 anni, giornalista barese abitante nel quartiere Murat. Per questo motivo accogliamo l’ennesimo procalma omofobo con una sonora risata, pensando “meno male che c’e’ Bruno Volpe”. Senza di lui la nostra settimana sarebbe iniziata in modo triste e invece lui ci ha regalato la possibilita’ di sganasciarci dalle risate.
Passata l’ilarita’ veniamo ai contenuti dell’articolo. I nostri lettori sicuramente conoscono l’episodio percio’ non perdiamo tempo a raccontarlo di nuovo. Possiamo di certo rilevare un elemento nuovo che ci era sfuggito in precedenza. Esiste un movimento omofobo, o meglio, coniando un neologismo piu’ comprensibile per lo sgrammaticato giornalista barese, “OMOFOBISMO”.
Ebbene l’omofobismo ha il suo primo martire, tal Giuseppe Ripa, esponente del PdL. Secondo il nostro simpatico dispensatore di scemenze quotidiane, questo politico locale pugliese andrebbe fatto santo subito, ovviamente dopo una bella seduta di lapidazione ad opera dei congiurati gaycomunistimassoni.
Il buon Volpe non perde occasione per coprirsi di ridicolo e, per associazione mentale, coprire di ridicolo tutti coloro lui sostiene. Se io fossi nei panni di uno Scilipoti o di un Ripa non esiterei a querelare Bruno Volpe per tutto il ridicolo che mi getta addosso con i suoi proclami deliranti.
Rimaniamo in attesa di trovare sui nostri calendari ed agende il giorno intitolato a “San Giuseppe Ripa da Lecce, martire omofobo“