“L’inquisizione gay mette il Senegal nel mirino dell’Onu” titola La Nuova Bussola Quotidiana in un articolo firmato da Massimo Introvigne.
Ad essere “sotto tiro” è l’articolo 319 del Codice penale senegalese che punisce con la reclusione da uno a cinque anni «chiunque avrà commesso un atto improprio o contro natura con una persona dello stesso sesso»: questa norma ha fatto sì – così come scrive Introvigne – che Gran Bretagna, Germania, Belgio e Olanda sottoponessero il Senegal «a una vera e propria inquisizione per le sue norme in materia di omosessualità».
Una questione irrilevante per lo studioso cattolico secondo cui, in base a quanto detto dal ministro della Giustizia del Senegal Sidiki Kaba, sono state condannate solo persone per «comportamenti osceni omosessuali tenuti in luoghi pubblici (…) o per attività propagandistiche in favore dell’omosessualità». Continua a leggere
I cristiani dominano le Nazioni Unite
Una Onu troppo cristiana: questo è quanto emerge dallo studio “Religious NGOs and The United Nations” realizzato dal gruppo di ricerca guidato dal professore Jeremy Carrette del dipartimento di Studi religiosi dell’università di Kent.
Come riportato dal Guardian e dall’Independent, oltre il 70 per cento delle Organizzazioni non governative (Ong) presenti alle Nazioni Unite sono cristiane e quindi il cristianesimo sarebbe sovra-rappresentato rispetto alle altre religioni: inoltre il Vaticano gode dello storico privilegio di osservatore speciale sia come Stato che come religione. La sproporzione verso i gruppi cristiani suggerirebbe di adottare un sistema più inclusivo.
Le altre religioni non sarebbero svantaggiate solo dall’essere sotto rappresentate ma anche dalla mancanza di fondi che andrebbe principalmente a Ong cristiane: a farne le spese sarebbero principalmente gli induisti ed i buddisti. Continua a leggere
La dottrina cattolica è compatibile con la democrazia?
Nel mondo della politica non mancano esponenti di partiti che si affannano a ribadire il loro essere cattolici e la loro fedeltà alla Chiesa.
A volte capita che membri del Parlamento siano autori di proposte di legge che di certo non riscuotono le simpatie delle gerarchie ecclesiastiche.
È il caso – come scrive Tommaso Scandroglio sulla Nuova Bussola Quotidiana – di politici come Andrea Marcucci del Partito Democratico e di Linda Lanzillotta di Scelta Civica “rei” di aver presentato un disegno di legge sulle unioni civili anche per le coppie omosessuali. Nel mirino cade anche il neosegretario del Pd Matteo Renzi che si è detto favorevole ad una “civil partenership” anche per le coppie dello stesso sesso con la possibilità di adottare il figlio del partner: il sindaco di Firenze è “colpevole”, per Scandroglio, anche per essersi espresso a favore della fecondazione assistita. Continua a leggere
Carissima Marinucci
Questo post vuol’essere un riassunto dell’esperienza che stiamo vivendo grazie alla carissima Antonella Marinucci. Questa persona (come ben evidenziato da Giux nell’articolo che ha scatenato questa bagatella) utilizza un profilo Facebook per manifestare i suoi pensieri, pubblicare messaggi, proporre riflessioni, condividere contenuti. E lo fa pubblicamente. Infatti il “diario” di questa persona è pieno di elementi che sono accessibili a chiunque abbia un account su Facebook.
Vi propongo una breve cronistoria di quanto accaduto, in modo da poter poi condividere con voi le mie riflessioni. Continua a leggere
Legge contro l’omofobia: i cattolici italiani “tengono famiglia”.
A breve riprenderà in Senato il dibattito sulla legge contro l’omofobia e la stampa cattolica è in primissima linea per opporsi a qualsiasi testo che possa difendere gli omosessuali da violenze motivate dall’orientamento sessuale della vittima.
Molto agguerrito è ovviamente il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire secondo cui nel testo «ci sono rischi di introdurre forme odiose di repressione della libertà di pensiero e di religione». Nella stessa intervista Lucio Romano di Progetto per l’Italia parla di «”golpe” notturno» come se si voglia «si voglia agire di nascosto, evitando un dibattito democratico».
Dello stesso avviso anche Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, secondo cui «il Parlamento avrebbe da occuparsi con la medesima lena di ben altre questioni veramente urgenti e che riguardano l’intera società invece di dedicarsi, giorno e notte, a temi che nella migliore delle ipotesi sono divisivi». Perciò è chiara la richiesta di Belletti: «Rivolgiamo un appello ai senatori affinché il dibattito sul tema dell’omofobia non sia trattato a porte chiuse e con il favore delle tenebre ma venga affrontato nel confronto delle diverse posizioni, senza ideologia e senza strappi». Continua a leggere
Le associazioni della scuola paritaria sentono la Chiesa vicina ma chiedono i soldi allo Stato.
Il leitmotiv è sempre lo stesso e lo ricorda il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire scrivendo della “marcia” delle scuole paritarie a Verona: «Le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato non meno di 6 miliardi di euro l’anno». L’organo della Conferenza episcopale italiana riporta le parole del patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia: «Oggi non c’è più tempo da perdere e c’è bisogno di decisioni forti e urgenti. Siamo consapevoli di essere giunti a un bivio: è importante che quanti rivestono una qualche autorità, politici e amministratori in primis, ed hanno a cuore il bene comune della scuola e della scuola paritaria cattolica dicano esplicitamente e senza mezze misure verso quale direzione vogliono andare e quali azioni intendano praticare perché non succeda l’irreparabile». Sono molto chiare le richieste delle scuole cattoliche: «Si assicuri per il 2013 l’intero importo dei contributi a bilancio senza alcun taglio e si garantisca per il 2014 un importo di contributi di almeno 530 milioni di euro».
Le associazioni scolastiche del settore privato sentono la Chiesa vicina e lo riconoscono: «La Chiesa è per la scuola, perché la Chiesa ha a cuore i ragazzi e i giovani, ha a cuore la famiglia, ha a cuore la società intera. La chiesa è per la scuola, per tutta la scuola, perché la scuola fa parte del bene comune». Nonostante la Chiesa sia per la scuola i soldi sono chiesti allo Stato non solo sotto forma di finanziamenti ma anche con esenzioni riaprendo un’annosa discussione: «Niente Imu e Tares per le Scuole paritarie gestite da Enti senza scopi di lucro affinché possano svolgere il loro servizio pubblico». Continua a leggere
Benefit aziendali: anche la Chiesa “apre i cancelli” alle coppie omosessuali.
All’interno dell’Unione europea alcuni Stati prevedono il matrimonio per le coppie dello stesso sesso mentre altri riconoscono le unioni civili anche agli omosessuali: non mancano Paesi come l’Italia in cui non vige né il matrimonio né le unioni civili.
In una Unione Europea in cui i diritti civili devono trovare sempre più omogeneità, una sentenza della Corte di giustizia dell’unione europea ha stabilito che il congedo matrimoniale deve essere dato anche alle coppie omosessuali che abbiano contratto un’unione civile: questa decisione sarà valida in tutti quegli Stati dell’Unione in cui le coppie omosessuali non possono sposarsi ma in cui possono contrarre un’unione civile.
Come riporta il Sole 24Ore «relativamente ai benefici a livello di retribuzione o di condizioni di lavoro (…) le persone del medesimo sesso che, non potendo contrarre matrimonio, stipulano un Pacs, si trovano in una situazione analoga a quella delle coppie che si sposano».
Una decisione simile a quella adottata nel 2008 e nel 2010 quando la Corte aveva sentenziato che «una normativa di uno Stato membro che conferisca benefici in termini di retribuzione o di condizioni di lavoro unicamente ai lavoratori sposati, mentre il matrimonio è legalmente possibile nel medesimo Stato membro solo tra persone di sesso diverso, crea una discriminazione diretta fondata sull’orientamento sessuale nei confronti dei lavoratori dipendenti omosessuali uniti in un Pacs che versino in una situazione analoga». Continua a leggere
Quei conservatori degli omosessuali britannici.
David Cameron si è privatamente pentito di aver sostenuto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso: questo è quanto sostiene l’opinionista del Telegraph Matthew D’Ancona nel suo libro “In It Together” in un articolo pubblicato dallo stesso giornale. La notizia è stata subito ripresa da una parte della stampa cattolica italiana. Tempi, in un articolo di Leone Grotti, titola: “Sei milioni di omosessuali in Inghilterra? No, sono 545 mila e Cameron si pente del matrimonio gay: «Tremendo errore»”. Lo stesso Grotti mette in dubbio anche il reale numero degli omosessuali presenti nel Regno Unito: «Il numero delle persone omosessuali in Inghilterra è di gran lunga inferiore a quanto stimato dalle associazioni Lgbt durante il dibattito sull’approvazione del matrimonio gay in Parlamento. I numeri rilanciati allora dal premier David Cameron parlavano di una presenza omosessuale pari al 6% della popolazione, oltre tre milioni di persone, ma secondo la ricerca dell’Office of National Statistics pubblicata ieri gli omosessuali sono 545 mila (1,1%) e i bisessuali 220 mila (0,4%)». Continua a leggere
Le persone religiose fanno più beneficenza? Questione di relazioni, non di fede.
“Le persone religiose fanno più beneficenza”, “I cristiani sono più propensi a fare beneficenza”, “Chi è religioso fa più beneficenza, gli atei preferiscono sostenere gli animali”: sono alcuni dei titoli che i cattolici più integralisti usano per sottolineare come i credenti siano più generosi rispetto alle persone senza alcuna appartenenza religiosa.
Aldilà delle cifre lo studio “American Grace: How Religion Divides and Unites Us” realizzato da David E. Campbell, direttore del Rooney Center for the Study of American Democracy e professore di scienze politiche all’università di Notre Dame, e dal famoso sociologo Robert David Putnam dell’università di Harward, spiega la relazione esistente tra generosità ed affiliazione religiosa.
In un articolo pubblicato sul Time, David E. Cambbell sottolinea che negli ultimi 20 anni è aumentato il numero degli americani, definiti “nones”, senza alcuna affiliazione religiosa: questo gruppo è arrivato a costituire il 20 per cento dei cittadini statunitensi. Questo cambiamento nella società ha acuito il dibattito se una crescente secolarizzazione avrebbe comportato una diminuzione della beneficenza.
Le cose non sono esattamente in questi termini ed un nuovo rapporto di Jumpstart e dell’Indiana University Lilly Family School of Philanthropy mette in luce il modo in cui si intreccia la religione ed il settore del no profit. Campbell rivela che – in base ad un sondaggio nazionale – i tre quarti del denaro che le famiglie spendono per la beneficenza va ad organizzazioni che hanno legami religiosi. Continua a leggere
Dal Regno Unito due nuovi esempi di laicità contro le pretese religiose.
“Tempi duri” per quei cristiani che vorrebbero far prevalere il loro sentimento religioso sopra ogni altro diritto.
Nel Regno Unito la battista Celestina Mba era stata licenziata a causa del suo rifiuto di lavorare la domenica. La donna, opponendosi al licenziamento, aveva portato il suo datore di lavoro, un’organizzazione che offre assistenza 24 ore su 24 a bambini disabili, in tribunale ma questo aveva respinto le sue richieste. Celestina Mba non si è arresa ed è ricorsa alla Corte d’Appello sostenendo che, in base alla sua religione, non avrebbe dovuto lavorare di domenica in modo da poter rispettare il quarto comandamento della Bibbia che prevede di dedicare la domenica al riposo.
Pur di non lavorare la domenica Celestina Mba ha detto al tribunale che sarebbe stata disponibile ad essere attiva nei turni di notte ed il sabato o avrebbe accettato uno stipendio inferiore. Ha inoltre sostenuto che il suo datore di lavoro non avrebbe trattato persone di altre religioni così come tratta i cristiani e che la sua fede cristiana non era stata rispettata.
Per questo motivo ha chiesto ai giudici della Corte d’Appello di ribaltare la precedente decisione del tribunale ma i giudici d’appello non hanno accolto il suo ricorso. Continua a leggere