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“Tempi” di lotta al disegno di legge contro l’omofobia

Bisogna riconoscerlo: nella gara all’interno del mondo cattolico per contrastare il disegno di legge contro l’omofobia una posizione da leader la occupa Tempi, l’organo di informazione vicino al movimento ecclesiale di Comunione e liberazione.

L’11 settembre Emanuele Boffi ritorna sulla vicenda che ha visto protagonista Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione dei Giuristi Cattolici per titolare “Le associazioni Lgbt vogliono mettere il bavaglio a chi non la pensa come loro sulla legge anti omofobia”. Quale la “grave colpa” delle associazioni Lgbt? Lo spiega bene Emanuele Boffi: «Alcune associazioni lgbt hanno incontrato il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S), chiedendogli di presentare un’interrogazione che faccia “piena luce” su quanto accaduto durante la puntata del 20 agosto di Uno Mattina (RaiUno)». Insomma chiedere spiegazioni in Parlamento – ossia nel luogo simbolo della democrazia e del pluralismo – significherebbe “mettere il bavaglio” ed infatti sono molto chiare le idee di Emanuele Boffi: «Tutta questa vicenda non fa altro che confermare quanto andiamo scrivendo da tempo. E cioè che la legge sull’omofobia non mira a tutelare le persone omosessuali che vengono discriminate per le loro preferenze sessuali (lo ripeteremo di nuovo a rischio di apparire zelanti: se discriminazione c’è, essa va punita con gli strumenti di legge già esistenti), no, la norma Scalfarotto-Leone mira a mettere il bavaglio a persone come Cerrelli. Questo episodio ne è l’ennesima conferma». Resta da domandarsi se Boffi parlerebbe di “bavaglio” a proposito delle innumerevoli posizioni (il più delle volte con esposti ai tribunali) dell’assocazione Genitori Cattolici contro programmi come Le amiche del cuore, Basic Instinct, Darkman, Full Metal Jacket, Body of evidence, L’Amante, Luna di fiele, Io ballo da sola, Trono di spade. Continua a leggere

Regno Unito: dalla legalizzazione delle droghe leggere un guadagno di un miliardo di sterline.

Dal Regno Unito arriva un nuovo intervento a favore della legalizzazione delle droghe leggere. Secondo uno studio dell’Institute for Social and Economic Research se il governo britannico cambiasse la sua politica sulle droghe leggere potrebbe guadagnare sino ad un miliardo e 250 milioni di sterline ogni anno.
Così come riporta il Guardian, 300 milioni sarebbero risparmiati per le minore spese da parte del sistema giudiziario, penitenziario e da parte della polizia nella repressione dei reati minori connessi alle droghe leggere mentre il resto verrebbe dalla tassazione della vendita di tali sostanze.
Il documento è stato realizzato da Stephen Pudney, professore di economia presso l’Università di Essex, e considera non solo i vantaggi economici (minore impiego di denaro pubblico nella repressione e tassazione dalla vendita) ma anche i potenziali costi come gli oneri di regolamentazione e le maggiori iniziative per le campagne di sensibilizzazione.
Nello studio che è stato commissionato dalla Fondazione Beckley, un think tank che chiede una riforma della politica sulle droghe, si ammette che probabilmente il consumo di droghe leggere aumenterà in conseguenza del passaggio ad uno status legale ed ad un prezzo più basso. Continua a leggere

Quegli anonimi genitori di ragazzi omosessuali che si oppongono alla legge contro l’omofobia.

In Parlamento è in dirittura d’arrivo il disegno di legge contro l’omofobia: un disegno di legge fortemente osteggiato dal mondo cattolico e su cui ci sono state molte prese di posizione e polemiche. Nel panorama degli interventi è curioso leggere su Tempi il parere di Agapo, ossia un’associazione di genitori ed amici di persone omosessuali.
Si potrebbe pensare che un’associazione che riunisce persone che hanno legami con persone omosessuali sia a favore di un simile provvedimento ma invece ritengono che «parlare oggi di “odio generale” nei confronti degli omosessuali e “emergenza omofobia”, come spesso appare sui media e sulla bocca di chi chiede la Legge omofobia, a nostro avviso, non centra il vero problema e ignora la solitudine esistenziale del giovane, aggravandola, spingendolo a credere che gli altri siano tutti “contro di lui”. In Italia le leggi per tutelare le persone discriminate, anche omosessuali, esistono già».
Sempre Agapo continua: «A nome dei giovani omosessuali e di chi davvero vuole il loro bene chiediamo alla politica di rinunciare alla Legge omofobia, perché una tale legge nella sostanza non aggiunge alcuna tutela a loro favore».
Nonostante Agapo scriva “a nome dei giovani omosessuali e di chi davvero vuole il loro bene” restano molti dubbi su questa associazione che già si era opposta al progetto da parte della Giunta Pisapia di istituire il registro delle coppie di fatto. Continua a leggere

Italia: il Paese con il Vaticano e con 64mila Chiese dove i professionisti cattolici sono “costretti all’anonimato”

cardinaliIl mese prossimo sarà in discussione in parlamento il disegno di legge contro l’omofobia ed ovviamente, come per tutti i temi “sensibili”, divampa la discussione tra politici, psicologi, attivisti, giuristi, giornalisti, sacerdoti.
Una calda mattina d’agosto diventa rovente a Unomattina Estate quando l’avvocato Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, afferma che «l’omosessualità è stata depennata dal manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali non per motivi scientifici» accennando alla fine anche alle cosiddette “terapie riparative” che farebbero ritornare eterosessuali i gay. Polemica scontata anche perché dal 1990 l’Oms ha depennato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.
Tante le reazioni alla sua dichiarazione ed immediatamente arriva la replica di Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, che in un comunicato ha dichiarato: «È gravissimo che i detrattori della legge antiomofobia ripropongano, tra le altre, l’idea che l’omosessualità sia una malattia da curare e, di conseguenza, che l’orientamento omosessuale sia da modificare, contraddicendo palesemente quanto, invece, da anni sostiene la comunità scientifica internazionale che, a ragione, ha da tempo rigettato le cosiddette terapie di conversione e riparative. Affermare che l’omosessualità possa essere curata o che l’orientamento sessuale di una persona si debba modificare, come recentemente dichiarato dal vicepresidente Unione giuristi cattolici italiani, è una informazione scientificamente priva di fondamento e portatrice di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale ancora così fortemente radicato nella nostra società, come dimostrano, purtroppo, i sempre più diffusi fatti di cronaca. Ribadisco, se mai ce ne fosse bisogno che gli psicologi, secondo il Codice deontologico, non possono prestarsi ad alcuna ‘terapia riparativa’ dell’orientamento sessuale di una persona, bensì collaborare con i propri pazienti nel caso di disagi relativi alla sfera sessuale siano essi avvertiti dagli eterosessuali così come dagli omosessuali». Continua a leggere

Matrimonio per le coppie dello stesso negli Stati Uniti: a che punto siamo?

Il 2013 è stato certamente un anno importante per i sostenitori del matrimonio per le coppie dello stesso sesso. In Europa è diventato realtà in Francia e Regno Unito (ad eccezione della Scozia e dell’Irlanda del Nord) ed in Uruguay e Brasile per quanto riguarda il Sud America. Inolre in Oceania la Nuova Zelanda è diventato quest’anno il primo Paese a prevedere questo istituto.
Situazione più complessa per quanto riguarda gli Stati Uniti dove la decisione se permettere alle coppie dello stesso sesso di sposarsi appartiene ai singoli Stati. Attualmente sono 13 gli Stati federali dove è permesso il matrimonio omosessuale e nel 2013 Rhode Island, Delaware e Minnesota. A livello federale la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato incostituzionale il Doma (Defense of Marriage Act), una legge voluta dal presidente Bill Clinton che obbligava il governo federale a considerare matrimoni solo le unioni fra persone di sesso diverso. Essendo dichiarato incostituzionale il Doma, il matrimonio omosessuale, a livello fiscale, viene riconosciuto a livello federale ed anche in quegli Stati dove non è previsto. Continua a leggere

Dieci ragioni totalmente false contro il matrimonio gay.

I cattolici fondamentalisti di Avvenire, TempiUccr, le noiose Sentinelle e gli esilaranti Giuristi per la Vita usano ad oggi solo dieci argomenti contro il matrimonio gay. Tutti e dieci, appena analizzati, falliscono miseramente e dimostrano di essere scuse create per orientare la discussione verso il panico isterico. Tecnicamente, questa dinamica si chiama mistificazione ed è una pratica retorica intellettualmente così disonesta che usa casi marginali spacciandoli per regole generali. In questo modo può falsare la percezione dell’argomento in discussione e persino le eventuali conseguenze. Una operazione eticamente falsa per vincere con la frode un confronto che altrimenti non si vincerebbe. Se questi gruppi sono costretti a usare paralleli falsi e a prospettare problemi irreali, significa che non esistono motivi seri per negare il matrimonio gay e provano a spaventare l’opinione pubblica con parole altisonanti e vuote come natura, tradizione, prosecuzione della specie, poligamia. Vediamo come crollano, appena analizzate, queste dieci fiabe create dall’estremismo religioso. Continua a leggere

Legge contro l’omofobia: un fiume cattolico di disinformazione e vittimismo.

Sarebbero addirittura sotto attacco i cristiani in Occidente a causa delle leggi contro l’omofobia: almeno secondo quanto scrive Luigi Amicone sul sito ciellino Tempi. Diverse realtà della lobby cattolica hanno lanciato una vera e proprio campagna in grande stile per far passare il concetto che la norma contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale (omo o etero) sia liberticida e descrivendo i cristiani come delle vittime ed allo stesso tempo dei difensori della libertà di opinione e di pensiero.
Non poteva mancare l’intervento dell'”ultracattolico” Carlo Giovanardi che, sempre su Tempi, arriva a sostenere che si andrà in galera nel caso in cui si sostenesse che il papà deve essere un uomo e la mamma una donna descrivendo il testo proposto dall’on. Scalfarotto come una «follia eterofoba, pensata per imbavagliare chi non la pensa come i gay militanti»: forse Giovanardi dovrebbe considerare che a favore dei diritti per gli omosessuali ci sono tantissimi eterosessuali (la maggior parte dei quali anche cattolici) e non solo dei “gay militanti”. Sempre Giovanardi dice che «bisogna fermare questo attacco diretto alla libertà di parola e di opinione garantite dalla Costituzione, contrario ad ogni principio di cultura liberale, non a caso fortemente voluto da chi proviene dalla storia e dalla mentalità comunista che da sempre ha pensato di risolvere i contrasti politici con la repressione penale». Forse l’esponente del Pdl dimentica che la Costituzione a cui si richiama è stata firmata proprio da un politico comunista, Umberto Terracini, che è stato anche presidente dell’assemblea costituente. Difficile inoltre che si possa definire “comunista” un politico come Ivan Scalfarotto che proviene dal settore bancario. Allo stesso modo si rimarrebbe sorpresi nel sapere che nel Pdl ci sono “comunisti” visto che relatore della legge (assieme ad Ivan Scalfarotto) contro l’omofobia è proprio Antonio Leone del Pdl. Inoltre è difficile che picchiare una persona per il proprio orientamento sessuale possa essere considerata “libertà d’opinione”. Bisogna sottolineare che la legge Mancino (all’interno della quale si aggiungerebbe la discriminazione legata all’orientamento sessuale della vittima) non a caso porta il nome di un politico, Nicola Mancino, che non era affatto comunista ma era democristiano: particolare che deve essere sfuggito a Giovanardi che invece parla di “comunisti”. Continua a leggere

Il leader di Comunione e Liberazione Cesana: “Non è strano seguire concezioni durate millenni”. La terra ritorna piatta.

Il leader di Comunione e Liberazione Giancarlo CesanaLo dice chiaramente il direttore di Tempi Luigi Amicone in un’intervista a Giancarlo Cesana, storico leader di Comunione e Liberazione, pubblicata sul sito della rivista: «C’è un’evidente irrazionalità nella pretesa di mettere sullo stesso piano ineguaglianze di carattere sociale, economico, razziale o religioso». Con buona pace dei nostri Padri Costituenti (in maggioranza cattolici) che ci hanno lasciato quel bellissimo articolo tre della Costituzione secondo cui «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» prevedendo inoltre che è «compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Giancarlo Cesana si dimostra molto rispettoso della legge, soprattutto di quella “legge naturale” e l’uomo «deve in qualche modo adattarsi alla legge che ha stabilito qualcun altro». Facile presumere che questo “qualcun altro” sia dio: una entità a cui non credono milioni di atei ed a cui non presta attenzione la stragrande maggioranza dei cattolici. Comunque la soluzione è semplice: basta mandare in pensione giuristi, attivisti, politici e parlamentari ed «adattarsi alla legge che ha stabilito qualcun altro» lasciando interpretare cosa ha stabilito questo “qualcun altro” a papi, cardinali, vescovi, preti, monaci, santoni, profeti e maghi.

Tempi smentisce Uccr: è una bufala la notizia della poligamia in Olanda

È sempre interessante leggere gli articoli del blog Uccr (Unione cristiani cattolici razionali): offrono notizie sconosciute ai più e rilevanti spunti di riflessione.
Un articolo pubblicato nel loro blog mi fa sobbalzare dalla sedia: “Olanda: dopo le nozze gay legalizzata anche al (sic, ndr) poligamia”. Mi chiedo come sia possibile che una simile notizia mi sia sfuggita ed incredulo comincio a leggere. Gli uccrociati continuano a ribadire che «se il matrimonio viene concepito erroneamente riducendolo come l’unione di persone legate da un sentimento, e pertanto aperto anche alle coppie omosessuale, allora non si può più sostenere il divieto al riconoscimento statale e all’equiparazione al matrimonio naturale anche per altre relazioni romantiche basate sul consenso reciproco, come incesto e poligamia». Invece – per vari motivi – è proprio l’introduzione del matrimonio omosessuale ad essere un freno all’introduzione del matrimonio poligamico o per persone giù legate da vincoli di sangue. Continua a leggere

“Tempi” di minacce in Francia per i sindaci che celebrano i primi matrimoni omosessuali.

Il matrimonio omosessuale è diventato realtà in Francia e si appresta ad esserlo anche nel Regno Unito. A differenza di quanto sta avvenendo oltremanica, i francesi hanno assistito a manifestazioni di protesta nei confronti del governo Hollande che ha esteso l’istituto del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso. Bisogna specificare che Hollande aveva annunciato in campagna elettorale il suo intento di introdurre il matrimonio egualitario e quindi non ha fatto altro che attuare parte del programma con cui si era presentato agli elettori francesi. Anche se la manifestazioni di piazza sono state imponenti, dopo la promulgazione della legge tre francesi su quattro si sono detti stufi di questo genere di proteste che hanno causato anche incidenti.
In Francia – come detto – è stata alta la tensione e la descrive molto bene Leone Grotti su Tempi con un articolo dal titolo “«Se non celebri i matrimoni gay, violenteremo i tuoi figli». La Francia tra minacce e ideologia di genere”. Scrive Grotti: «Nonostante le rassicurazioni del presidente della Repubblica Francois Hollande e del ministro della Giustizia Christiane Taubira, la “libera scelta” del matrimonio gay sta portando all’obbligo di seguire l’ideologia di genere. E chi non fosse d’accordo? Potrebbe finire come Atanase Périfan, vicesindaco del 17mo distretto di Parigi, che dopo essersi appellato all’obiezione di coscienza per non celebrare i matrimoni gay ha ricevuto questa telefonata anonima minatoria: “Se ti rifiuti di celebrare i matrimoni gay, violenteremo i tuoi figli”». Continua a leggere