Il Movimento per la vita: “L’aborto? Colpa dei libri scolastici e della televisione”

La relazione del ministero della Sanità sull’attuazione della legge 194 del 1981 che regolamenta l’interruzione di gravidanza ha ovviamente provocato la reazione del mondo cattolico: una reazione tutto sommato timida considerando che il numero degli aborti è in forte calo.
Su Avvenire interviene il presidente del Movimento per la vita Carlo Casini: «La relazione ministeriale sugli aborti in Italia fa sorgere due domande. La prima: i numeri sono completi? Lo sono certamente per quanto riguarda le Ivg ospedaliere, ma sono completi anche se il criterio di giudizio riguarda la distruzione di vite umane incipienti? Se seguiamo questo secondo criterio bisogna tener conto degli effetti prodotti dall’inconoscibile aborto chimico (400 mila confezioni di pillola del giorno dopo vendute ogni anno) e del persistere dell’aborto clandestino classico di cui qualche episodio giudiziario fa ogni tanto emergere». Casini forse confonde l’aborto chimico (praticato con la pillola abortiva Ru-486) con la pillola del giorno dopo che, secondo quanto afferma l’Organizzazione mondiale della sanità, è inefficace dopo l’ovulazione e non provoca l’aborto. Quindi se si dovesse considerare “abortiva” la pillola del giorno dopo, bisognerebbe considerare tale ogni sistema di contraccezione compreso il preservativo.
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Perche’ ringrazio sinceramente (da gay) il signor Barilla

Tutto sto macello per un spot sulla pasta? Per una frasetta alla radio dal presidente di una multinazionale, chiunque abbia un’opinione su qualunque aspetto di questo caso si scatena a postarla ovunque? Due parole di troppo e si strilla all’omofobia? Chiariamo, in quanto gay e in quanto educatore penso che il movimento gay possa tranquillamente ringraziare Guido Barilla per quella svista perchè ha permesso di capire molte cose sulla libertà di parola, la questione gay in Italia, i diritti civili e se c’è omofobia o no. Queste sono le lezioni principali di questa esperienza: Continua a leggere

I Manuali di Pontilex.org: Costruisci la tua Madonnina miracolosa

“Un dio non ha bisogno che di un miracolo al mese per farsi rispettare”

Stefano Benni, “Terra!” (1983)

Buongiorno a tutti

I luoghi di culto sono un pò come i parchi dei divertimenti: ogni tanto per non far diminuire l’affluenza devono predisporre qualche nuova attrazione che richiamami l’interesse del pubblico, altrimenti troppo lesto ad assuefarsi al prodotto. Continua a leggere

Femmina di uomo

Sa che penso? Che la chiesa cattolica stia registrando oggi il suo più grande trionfo: l’uomo odia finalmente la donna. (Leonardo Sciascia, A ciascuno il Suo)

Da rompersi la testa a capire perchè Sciascia sia arrivato a questa conclusione, erano gli anni ’60 e il romanzo non parlava di femminicidio ma al contrario di una moglie che ammazza il marito. Penso e ripenso. Continua a leggere

Eurispes: per gli italiani anche dove c’è omosessualità c’è casa.

Un popolo di santi, poeti navigatori e “gay-friendly”: così potremmo definirci dopo aver letto l’ultima ricerca di Eurispes sull’omosessualità da cui emerge che l’82 per cento degli italiani non ha atteggiamenti diversi nei confronti degli omosessuali mentre c’è un 9,4 che dichiara di sentirsi imbarazzato dalla loro presenza. Atteggiamenti di aperta ostilità solo per il 5,8 degli intervistati: il 4,5 per cento dichiara che preferisce non entrarci in contatto e l’1,3 manifesta un atteggiamento di disapprovazione nei loro confronti. Queste percentuali che vedono gli italiani totalmente aperti nei confronti dell’omosessualità sono addirittura superiori a quelle rilevate dal Pew Research Center secondo cui per tre italiani su quattro l’omosessualità deve essere accettata dalla società. Anche una ricerca Istat aveva mostrato come gli italiani fossero aperti alle istanze agli omosessuali e disapprovassero le discriminazioni nei loro confronti.

Omosessualità una forma d’amore come l’eterosessualità: a pensarla in questo modo è la maggioranza dei nostri concittadini (51 per cento) mentre il 35,3 tollera l’omosessualità a patto che non venga ostentata. Solo per il 9 per cento è sinonimo d’immoralità. Continua a leggere

“Tempi” di lotta al disegno di legge contro l’omofobia

Bisogna riconoscerlo: nella gara all’interno del mondo cattolico per contrastare il disegno di legge contro l’omofobia una posizione da leader la occupa Tempi, l’organo di informazione vicino al movimento ecclesiale di Comunione e liberazione.

L’11 settembre Emanuele Boffi ritorna sulla vicenda che ha visto protagonista Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione dei Giuristi Cattolici per titolare “Le associazioni Lgbt vogliono mettere il bavaglio a chi non la pensa come loro sulla legge anti omofobia”. Quale la “grave colpa” delle associazioni Lgbt? Lo spiega bene Emanuele Boffi: «Alcune associazioni lgbt hanno incontrato il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S), chiedendogli di presentare un’interrogazione che faccia “piena luce” su quanto accaduto durante la puntata del 20 agosto di Uno Mattina (RaiUno)». Insomma chiedere spiegazioni in Parlamento – ossia nel luogo simbolo della democrazia e del pluralismo – significherebbe “mettere il bavaglio” ed infatti sono molto chiare le idee di Emanuele Boffi: «Tutta questa vicenda non fa altro che confermare quanto andiamo scrivendo da tempo. E cioè che la legge sull’omofobia non mira a tutelare le persone omosessuali che vengono discriminate per le loro preferenze sessuali (lo ripeteremo di nuovo a rischio di apparire zelanti: se discriminazione c’è, essa va punita con gli strumenti di legge già esistenti), no, la norma Scalfarotto-Leone mira a mettere il bavaglio a persone come Cerrelli. Questo episodio ne è l’ennesima conferma». Resta da domandarsi se Boffi parlerebbe di “bavaglio” a proposito delle innumerevoli posizioni (il più delle volte con esposti ai tribunali) dell’assocazione Genitori Cattolici contro programmi come Le amiche del cuore, Basic Instinct, Darkman, Full Metal Jacket, Body of evidence, L’Amante, Luna di fiele, Io ballo da sola, Trono di spade. Continua a leggere

Quella libertà religiosa minacciata che poi tanto minacciata non lo è.

Ernesto Galli della LoggiaScrive addirittura di «rivoluzione antireligiosa» Ernesto Galli della Loggia in un editoriale (“Una libertà minacciata”) sul Corriere della Sera, una «grande rivoluzione che sta silenziosamente giungendo al suo epilogo in Europa» e che «si presenta come una rivoluzione essenzialmente anticristiana». Per lo storico «non solo le Chiese cristiane sono state progressivamente espulse quasi dappertutto da ogni ambito pubblico appena rilevante, non solo all’insieme della loro fede non viene più assegnato nella maggior parte del continente alcun ruolo realmente significativo nel determinare gli orientamenti delle politiche pubbliche – non solo cioè si è affermata prepotentemente la tendenza a ridurre il cristianesimo e la religione in genere a puro fatto privato – ma contro il cristianesimo stesso, a differenza di tutte le altre religioni, appare oggi lecito rivolgere le offese più aspre, le più sanguinose contumelie». Volendo restare ancorati al contesto italiano risulta difficile credere che le Chiese siano state espulse «da ogni ambito pubblico appena rilevante»: in Italia non c’è legge su cui la Chiesa cattolica non esprima il suo punto di vista ed in tutto l’arco parlamentare sono presenti deputati, senatori o ministri strettamente collegati alla Chiesa appartenenti a volte a congregazioni religiose come Comunione e liberazione o Opus Dei. Neanche la Francia è immune dall’influenza della Chiesa che recentemente si è opposta al disegno di legge – successivamente approvato – sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso o il Regno Unito in cui vescovi ed arcivescovi della Chiesa anglicana siedono di diritto nella Camera dei Lord con il diritto di esprimere il loro punto di vista nella discussione delle leggi. Continua a leggere

Relazione del ministero della Sanità sulla legge 194: tante parole, pochi fatti.

In Parlamento è stata presentata la relazione annuale sull’attuazione della legge 194/1981 sull’aborto.
I dati confermano una diminuzione degli aborti: nel 2012 sono state effettuate 105.968 aborti (dato provvisorio) con un decremento del 4,9 per cento rispetto al dato definitivo del 2011 (111.415 casi) e del 54,9 rispetto al 1982 (234.801 interventi).
Il tasso di abortività (numero delle interruzioni volontarie di gravidanze per 1000 donne in età feconda tra 15-49 anni) è risultato del 7,8 per mille con un decremento dell’1,8 per cento rispetto al 2011 (8,0 per 1000) e un decremento del 54,7 rispetto al 1982: questo valore è il più basso tra i Paesi industrializzati e l’Italia è il Paese in cui si ricorre di meno all’aborto rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale.
Diminuisce anche il rapporto di abortività (percentuale di aborti rispetto ai nati vivi): nel 2011 è risultato del 200,8 per mille con un decremento del 2,5 per cento rispetto al 2011 (206.0 per mille) e un decremento del 47,2 per cento rispetto al 1982.

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