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Linee guida della Cei contro la pedofilia: fatta la legge trovato l’inganno….

Il Cardinale Bagnasco è intervenuto a difesa delle “Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici” della Cei.
Secondo il Cardinale Bagnasco «la Chiesa precede la legge perché i vescovi sono tenuti a intervenire non appena hanno notizia, in vista di misure preventive».
Innanzitutto la Chiesa non dovrebbe «precedere la legge» ma – al massimo – “affiancarsi”. Infatti Bagnasco dovrebbe ricordare che l’art. 7 della Costituzione prescrive che «Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani».
Ad ogni modo Bagnasco sembra voler lasciare intendere che la prescrizioni delle Linee guida della Cei siano più severe di quanto prevede la legge italiana.
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Della riservatezza della comunicazione epistolare.

Tante, troppe volte abbiamo ricevuto comunicazioni da parte di Carletto. Fino ad ora abbiamo sempre scelto, per semplicità, di non mostrarvi il contenuto di questi suoi messaggi, limitandoci a condividere le nostre risposte oppure un sunto delle sue comunicazioni.

Chiamarle comunicazioni è però eccessivamente gentile: si tratta di minacce belle e buone. Si tratta di bullismo sotto forma di email. Si tratta di un maldestro tentativo del Geniale di censurare articoli che trova poco gradevoli. Ma torniamo ai messaggi che ci manda il Maldestro.

Carletto è abituato a concludere le sue mail con una frase:

La presente è a titolo riservato e non pubblicabile o riportabile, anche in forma di sintesi, riassunto, satira o altro. Mi avvalgo della legge sulla privacy delle conversazioni, di qualsiasi natura esse siano.

Vogliamo chiarire una volta per tutte che questa frase non ha alcun significato. Ed ora andiamo a chiarire le ragioni di questa affermazione.

Innanzitutto lo spunto per questa riflessione ci è stato fornito dall’ottimo StevenY2J. Nel suo intervento StevenY2J solleva un punto fondamentale: le norme che tutelano la segretezza delle comunicazioni (limitiamoci a questa definizione generica ed ampia, per semplicità) nasce per tutelare queste comunicazioni dagli sguardi indiscreti di chi trasporta la comunicazione stessa dal mittente al destinatario. Utilizzando lo stesso concetto “allargato” di comunicazione, le norme a cui si appella Carletto tutelano le sue mail ed i suoi fax dall’intercettazione da parte delle forze dell’ordine. Queste norme impongono che l’intercettazione sia sottoposta a restrizioni molto forti, per impedire un diffuso uso delle stesse per ottenere schedature “a tappeto” dei cittadini.

Potete verificare facilmente quello che viene affermato qui sopra attraverso la seguente pagina: http://it.wikisource.org/wiki/Codice_penale/Libro_II/Titolo_XII

In particolare la Sezione V è dedicata esplicitamente alla inviolabilità dei segreti.

Leggendo il contenuto dei diversi articoli (a partire dal 616) è facile notare che si pone sempre l’accento su chi ha accesso indebitamente (non essendo il destinatario) all’altrui corrispondenza. Vediamo qualche esempio, tratto dagli articoli:

  • Chiunque prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa, a lui non diretta
  • Chiunque, fraudolentemente prende cognizione di una comunicazione o di una conversazione, telefoniche o telegrafiche, tra altre persone o comunque a lui non dirette
  • Chiunque, fuori dei casi consentiti dalla legge, installa apparati, strumenti, parti di apparati o di strumenti al fine d’intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche tra altre persone…
  • Chiunque fraudolentamente intercetta comunicazioni relative ad un sistema informatico o telematico o intercorrenti tra piu’ sistemi…
  • Chiunque, fuori dei casi preveduti dall’articolo 616, essendo venuto abusivamente a cognizione del contenuto di una corrispondenza a lui non diretta
  • Chiunque, essendo venuto abusivamente a cognizione del contenuto, che debba rimanere segreto, di altrui atti o documenti, pubblici o privati, non costituenti corrispondenza, lo rivela, senza giusta causa…

Come vedete, non si fa menzione alcuna all’utilizzo del contenuto di una comunicazione da parte del reale destinatario. La ragione di questa “carenza” è presto spiegata: le comunicazioni sono comunque opere dell’ingegno. Pertanto occorre tornare alla famosa legge 633. Già, la legge che tutela il diritto d’autore. La legge che gli amici Pontifessi avrebbero voluto utilizzare per azzittire chi li critica, dimostrando di non conoscerne neppure approssimativamente il contenuto. Tanto da costringerci a dedicare una parte del nostro sito alla spiegazione in termini semplici e comprensibili da tutti (quindi anche dagli amici Pontifessi) del contenuto della legge che dettaglia la tutela del diritto degli autori (LdA in breve). Proprio la legge che loro stessi violavano pubblicando senza preventiva autorizzazione il lavoro di altri autori.

La sezione “Diritti relativi alla corrispondenza epistolare.” della legge 633 fa proprio al caso nostro.

http://www.interlex.it/testi/l41_633.htm#93

Le corrispondenze epistolari, gli epistolari, le memorie familiari e personali e gli altri scritti della medesima natura, allorché abbiano carattere confidenziale o si riferiscano alla intimità della vita privata, non possono essere pubblicati, riprodotti od in qualunque modo portati alla conoscenza del pubblico senza il consenso dell’autore, e trattandosi di corrispondenze epistolari e di epistolari, anche del destinatario.

Ad una prima, rapida lettura Carletto potrebbe anche gongolare: l’articolo infatti parla chiaro ed impone l’ottenimento del consenso dell’autore (cioè il mittente) prima di poter rendere pubblico il contenuto di una corrispondenza epistolare (come uno scambio di email, ad esempio). Peccato che sia necessaria una forte dose di superficialità per non accorgersi del fatto che l’articolo limita profondamente l’ambito in cui è necessario ottenere questo permesso. Infatti si legge esplicitamente: allorché abbiano carattere confidenziale o si riferiscano alla intimità della vita privata.

Non ci risulta che le comunicazioni del Maldestro abbiano carattere confidenziale. Non è certo un disclaimer incollato in fondo alle sue mail a rendere “confidenziale” il contenuto. La scarsa confidenzialità del contenuto delle comunicazioni di Carletto è testimoniato anche dal fatto che spesso le sue comunicazioni vengono inviate anche ad altre persone e non solo al diretto interessato. Tantomeno esse fanno riferimento alla sua (o mia) intimità. Quindi in conclusione possiamo affermare senza ombra di dubbio che, come tante altre volte abbiamo avuto modo di constatare, le pretese del Maldestro sono totalmente e completamente infondate.

Perchè questo lungo pippone su norme oscure e poco conosciute? Semplice. Perchè abbiamo appena ricevuto una lamentela di Carletto. Ma questa volta, a differenza di quanto fatto fino ad ora, la sua comunicazione verrà pubblicata. Non certo immediatamente, ma molto, molto presto.

Nuovo terribile segnale del minidio pontifeSSo?

 I segnali sono chiari: dopo le accuse al giudice Carnevale, hanno arrestato a Bari un giudice e due funzionari della commissione tributaria provinciale di Bari, professionisti e un imprenditore pugliese. E’ evidente che il minidio pontifeSSo di nome MA vuole avvertire uno tra Bruno Volpe residente a Murat e B.V. lo stalker di Murat.

 Ora vai a capire chi dei due è, ma io penso che questo è un segnale chiarissimo del minidio pontifeSSo che vuole che Volpastren ci risponda, dopo quasi un anno, alla fatidica domanda: sei tu lo stalker di Murat?

Rispondi Volpastren … non trascurare questi segnali.

Disonestà come se piovesse o “Contro il Buddismo”…

Recensisco la recensione del libercolo, sì: libercolo e sono molto buono, di un tale che non offre nemmeno le sue generalità nel presentarsi e ovviamente lodato dal caro… non si sa: forse lo stesso Carletto dello scorso articolo. Ringrazio ovviamente Raffaele per la segnalazione.

Premetto una cosa: non sono buddhista. Leggo, vero, testi buddhisti, ma non solo. Posso avere simpatie ed è vero, ma sinceramente se dovessi muovere delle critiche a tale dottrina, e non si creda che non l’abbia mai fatto, userei argomenti ben più validi e soprattutto onesti di quelli di costui. E con esso anche Carletto. Un esempio? La conoscenza: conosci ciò che critichi. Ed è proprio la mancanza di questa prassi che mi fa andare in bestia: semplicemente, detesto i disonesti. Chiusa parentesi. Continua a leggere

Senza perdere un fecondo

Gentili amici,
vi chiedo di scusarmi per due motivi. Innanzitutto vi chiedo di scusarmi perché ho cambiato nickname da “Il Laicista” a “Cagliostro“. Il motivo è solo uno. Su “Cronache Laiche” (www.cronachelaiche.it) dove mi capita di scrivere degli articoli mi firmo come “Cagliostro” e quindi preferisco non usare nickname diversi. Scusate per l’eventuale confusione.

Il secondo motivo per cui vi chiedo di scusarmi è per questo spudorato copia/incolla da “Il Fatto Quotidiano” di un articolo veramente delizioso.

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Dopo la colomba pasquale, il sushi di Carnevale!

Per una strana coincidenza si sfiorano e si giustappongono due notizie. Rinforziamo l’ossimoro riportandole qui, una accanto all’altra.

Con il Presidente di Cassazione, dottor Corrado Carnevale, parliamo del libro scritto da Gianluigi Nuzzi, “Sua Santità”, che contiene molte lettere e documenti o appunti indirizzati ad alti esponenti della Santa Sede, al Papa e agli organismi dirigenti.

 

I rapporti erano finalizzati ad ottenere scarcerazioni facili. Per questo la cosca di ‘NdranghetaPesce, aveva rapporti con Corrado Carnevale, giudice della Corte di Cassazione. Le rivelazioni arrivano dalla collaboratrice di giustizia Giuseppina Pesce nel corso della sua deposizione iniziata lunedì nell’aula del carcere di Rebibbia. Teste questa donna, arrestata perché portava all’esterno gli ordini del padre, nel  processo All Inside che vede alla sbarra i componenti della cosca e alcuni familiari. ”Non ho mai conosciuto nessun clan Pesce – ha detto Carnevale – né alcuna persona che vi appartenga. Queste accuse non mi spaventano. Sono solo stupito che ancora si parli di me”. Il giudice, chiamato l’ammazzasentenze, era stato assolto nel 2002 dal processo che lo vedeva imputato per concorso esterno in associazione mafiosa

Le fonti:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/24/ndrangheta-pentita-pesce-raccontamio-suocero-aveva-contatti-corrado-carnevale/240198/

http://www.pontifex.roma.it.nyud.net/index.php/interviste/varie/11811-giudice-carnevale-trafugare-atti-del-papa-grave-reato-la-procura-di-roma-apra-uninchiesta

Il falso scoop di Di Pietro.

Esilarante l’articolo fiume di un paio di giorni fa di EdiochesonoCarletto. Un simil scoop – nessun presidente gay difatti – da far accapponare i capezzoli. Ma che sono rivelatori del modo di comportarsi suo e dei pontifeSSi. Vi risparmio il commento di tutto l’articolo ma solo delle parti migliori (ci starebbe bene qui una risata satanica).

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Il compendio dell’illegalità? (updated)

Apprendiamo magno cum gaudio dell’ultima prodezza letteraria del Maldestro. Se il titolo è chiaro, il contenuto sembra più torbido. Riceviamo questa notizia per tramite delle parole di Banfi, padre e geometra (qualunque cosa questo voglia dire). Vi proponiamo una traduzione in linguaggio corrente delle parole scelte da questo geometra.

 

Ho ricevuto come regalo dall’autore il testo “Le tasse e la Chiesa”, un volumetto tascabile da portare sempre in tasca e da leggere nei momenti di sconforto, specialmente quando capita di andare a pagare bollette esorbitanti, tasse, benzina, sigarette, cartelle esattoriali e tante altre spese che ci fanno rigirare le budella perché sono ricaricate di tasse e sovrattase, di accise e furti vari.

Dunque io sono l’autore ma non posso permettermi di scrivere dei miei stessi libri: risulterei ridicolo. Dunque scelgo di usare uno degli avatar più riusciti (Banfi) per parlarvi di una cosa che mi irrita profondamente: pagare le tasse. Mi disturba al punto che le descrivo come “furti vari”. Continua a leggere