O voi sacri stilisti perdonatemi perchè ho peccato!
Con questa invocazione eccomi a voi nella rubrica del “pettegolezzo omosessualista” per commentare l’n-ima titanica fatica “giornalistica” del nostro amato Cidippino, ovviamente l’n-ima di cui avremmo fatto a meno…
Il Maldestro oggi ha deciso di giocare a Trivial nuova versione (rigorosamente aderente al magistero) e di rispondere alla domanda di moda e costume:” Chi ha inventato il sacro ed immacolato abito da sposa?” Dopo lunga espiazione il Cidippino nazionale ha deciso di avvalersi di siti cattolici conformi al magistero ( indicati, finalmente, nelle note a fine articolo)
per dare l’annosa risposta, di seguito l’orrore in corsivo:
“Non è facile scrivere articoli tutti i giorni da anni, il tutto gratuitamente ed in puro spirito evangelico e nel tentativo di diffusione della Verità.”
Ma nessuno di noi vuole che tu per questo debba ammalarti, magari risparmiati ( e risparmiaci) qualche articolo, magari prendi un ano sabbatico…o magari prendine una decina…
” Come sovente accade, ad ispirare i miei articoli sono dei fatti che vivo in prima persona e che mi lasciano allibito o mi suscitano delle riflessioni. Tempo fa ho partecipato al matrimonio di una mia amica e, come si fa durante pranzi o cene lunghi, ogni tanto ci si reca nel giardino del ristorante di turno per fumare una sigaretta.Così ho fatto anche io che, purtroppo, ogni tanto mi concedo una sigaretta (brutto vizio) e, trovandomi a sfumacchiare con dei compagni di pranzo (un po’ alticci) si è cominciato a discutere delle solite cose ovvero: sei amico dello sposo o della sposa? Sei parente? Come li conosci? Ecc… Per farla breve, eravamo in 5 a fumare di cui 1 amico dello sposo, 1 amico della sposa (io) e 3 ex fidanzati della sposa; il tasso alcolico del gruppo ha fatto si che si degenerasse nella discussione e, i 3 ex, resisi conto della loro “comune esperienza” hanno cominciato a cantare volgarmente: ” .. se prima ero da solo a t**** ed il nome della sposa, adesso siamo in 2 a t**** ed il nome della sposa … ecc….” (t**** sta per fare l’amore, accezione volgare).”
Grazie per la nota esplicativa Cidippino, non ci saremmo mai arrivati, ma tu comunque evita di scriverlo sempre, ricorda i milioni di bambini italiani che leggono PontifeSS 🙂
“Mi sono allontanato con amarezza e dispiacere. Sicuramente i soggetti in questione, oltre ad essere ubriachi fradici adottando un comportamento poco consono a festeggiamenti che dovrebbero essere SACRI, si sono dimostrati dei gran cafoni, ma anche la neo sposa se l’è cercata.
A mio avviso una donna che si rispetti non dovrebbe accumulare cataste di ex fidanzati o perlomeno, dovrebbe avere la maturità di non invitarli al proprio matrimonio, come minimo per una questione di rispetto nei confronti del neo marito che, pur essendo devoto e fedele, potrebbe non essere esente da gelosie, anche riferite ad esperienze pregresse.”
Per la serie se una donna è violentata è colpa sua che si veste indecente, vero Babinix? A questo punto però Cidippino mi pongo un quesito: se la donna fosse stata conforme al suo subalterno ruolo ed avesse condiviso anni di infelicità col fidanzato n°1, sarebbe stata conforme al Magistero? Se sì, il fatto che abbia sposato il fidanzato (n+3), con n tendente…all’inferno lussurioso, è in accordo con la volontà di Dio? Perchè se sì allora è sbagliato il pregresso, se no allora il sacerdote che ha celebrato le nozze è perfido, nel senso che ha perso la fede, è massonicocomunista, nonchè indemoniato…hai chiamato il caro Amorth?
” Ma veniamo al punto dell’articolo ovvero l’abito bianco della sposa partendo da una breve introduzione storica:”
Ecco bravo vediamo dove vuoi andare a parare…
“Le donne egizie portavano una gonna lunga, ricoperta da una sopraveste trasparente; sul capo un fazzoletto rigato, piegato dietro le orecchie.
Nella Grecia Classica la veste era molto semplice, il peplo per gli uomini e il chitone, una veste più lunga, per le donne. Sopra veniva drappeggiato l’imation o la clamide.
Le donne romane vestivano per lo più come le greche, con tunica e mantello. Il costume maschile richiedeva la tunica e la tipica toga.”
Ma…ma…ma…Cidippinooo!!! Egizie, Greche, Romane??? Stai per caso estendendo qualcosa per te legato al rito del sacremento del matrimonio anche ai PAGANI? no, vero? pensa se ti leggesse Strazy, per fortuna che è in tourneè. Vedi che succede quando ti fai prendere la mano dal copy&paste?
“Nel Medioevo, in Europa, il vestito aveva soprattutto lo scopo di preservare il corpo dal freddo, senza particolari attenzioni all’eleganza. Comparirono però a poco a poco alcuni capi che diventarono tradizionali: la lunga camisa di origine araba, le prime brache (indossate dagli uomini sotto la gonna o la cotta), i berretti delle più varie forme.”
La lunga camisa di origine araba…ma allora sei testardo e diabolicamente perseveri…
“Nel tardo Medioevo e nel primo Rinascimento si stabilizzarono alcune forme tipiche: per gli uomini il farsetto, i calzoni di maglia attillati, i vari copricapi; per le donne un abito lungo, dalla scollatura rotonda, una sopraveste senza maniche, variamente ornata e di diversi colori.Il primo abito bianco da sposa che si documenta è quello della principessa Filippa di Inghilterra nel 1406.”
Appena in tempo… sono andato di corsa a controllare la dati di nascita di Enrico VIII, per questa volta sei salvo…
“La moda rinascimentale era molto fastosa: tipiche tra gli uomini le brache larghe e la giubba con le maniche tagliate per far intravedere la fodera; per le donne una gonna larga, il corpetto sul busto a stecche, la camicia ricamata e la ricca zimarra.
In Italia, le severe disposizioni della Controriforma ispirarono costumi più severi e più semplici: tipico del ‘600 è il severo abito nero ravvivato solo dalla gorgiera, un enorme colletto bianco a pieghe.
Il secolo XVIII rappresentò il culmine dell’eleganza: paniers, redingote, gilet e culottes di seta o raso abbondantemente ornate.
Dopo la Rivoluzione Francese, Giuseppina Bonaparte lanciò la linea definita Impero con il bustino a vita alta da cui scende la gonna.
Da allora l’abito da sposa divenne sempre più importante, grazie anche alla Regina Vittoria che lanciò uno stile che prende il suo nome, Vittoriano: vita
stretta con corpetto aderente e gonna ampia con strascico”. [1]”
Giuseppina Bonaparte…ripeto Bonaparte… la Regina Vittoria…anzi Her Majesty the Queen Victoria…Cidippino un articolo proprio catechetico ed apologetico, ma magari accennare o anche ad inventarseli gli usi per l’abito da sposa dei protestanti? Mah…
“Nel XIX nascono molte delle tradizioni relative all’abito da sposa ed al matrimonio, come l’abito lungo bianco simbolo di purezza, il dolce nuziale, il ricevimento, i guanti.”
Non mi convince…facciamo qualche ricerca in merito…” La tradizione dell’abito bianco è stata tramandata sino ad oggi, anche se va precisato che prima del matrimonio della regina Vittoria, era possibile scegliere per il matrimonio qualunque colore, ad eccezione del nero (colore dei funerali) e del rosso (associato alle prostitute). L’errore che si fa oggi è di considerare il colore bordeaux (molto diffuso) come simbolo di peccato. L’unica eccezione era rappresentata dalle spose finlandesi del diciannovesimo secolo, che indossavano abiti scuri o neri. In seguito, si è diffusa la convinzione che la scelta del colore bianco rappresentasse la verginità, benché al colore blu fosse associata la purezza. Attualmente l’abito bianco è inteso semplicemente come la scelta più tradizionale per il matrimonio, e non necessariamente come simbolo di purezza.” (Wikipedia)
“Diciamo, intanto, che l’abito bianco non c’entra direttamente col Sacramento; ma e’ tradizione che la sposa indossi un abito bianco per significare la propria verginità. Il significato dell’abito bianco era ed è particolarmente importante: si voleva che fosse il più bello possibile; lo si trasmetteva di
madre in figlia o comunque lo si custodiva gelosamente in posto d’onore, proprio perché rappresentava la caratteristica del matrimonio conforme alla morale cristiana.”
Come si evince dall’estrapolazione da Wikipedia sopra, la scelta del bianco come colore per l’abito da sposa viene affermata come moda…dalla regina Vittoria, capo all’epoca della CHIESA ANGLICANA SCISMATICA…quindi quale morale cristiana? Sarà diventata morale cristiana dopo, nelle testoline bigottine delle donnine cattolichine… e quindi per osmosi nella testa di qualunque malcapitato che si sia ritrovato ad aver a che fare con la chiesa cattoilica stile PontifeSS…
“Ma ormai l’aspetto spettacolare predomina su quello spirituale ed è raro che quel bianco corrisponda a verginità. Al punto che, oggi, sta prendendo piede una consuetudine, che non saprei dire se buona o malvagia: quella di fare abiti da sposa non più bianchi, bensì bianco panna. In un certo senso è cosa buona, perché la sposa che lo indossa ammette di non meritare l’abito bianco e quindi praticamente di non voler mentire proprio davanti all’altare; ma il fatto che questo sia diventato consuetudine (e praticamente accettato dai parroci) potrebbe essere come dire che quello che interessa non e’ il bel significato, bensì il fatto spettacolare. [2]”
Cidippino, domanda: il sacerdote dovrebbe o meno sposare due persone vestite dignitosamente, ma solo di stracci, dei quali lei vestita arcobaleno perchè è l’unico che ha potuto raccattare?
“Dato che la tradizione è fondamentale e che il Matrimonio è davanti a Dio, non davanti agli uomini, ritengo doveroso che solo la donna vergine, non per vanto, bensì come motivo di ispirazione alle giovani ragazze affinché seguano il buon esempio, abbia diritto ad indossare l’abito bianco.”
Tradizione? Ma tradizione de che? è scritto nel magistero e non ce ne siamo mai accorti? E’ tradizione anche il bacio degli sposi dopo il sì, è giusto scambiarsi peccaminose effusioni davanti all’altare? Mah…perplessità…

il ginecologo cattolico ha detto sì!
“Concludo, sempre a parer mio, che data l’importanza dell’argomento trattato ed il significato esemplare che dovrebbe avere appunto l’abito da sposa bianco, sarebbe opportuno che il Sacerdote non consenta di indossarlo a donne non vergini, avvalendosi della dovuta consulenza di un ginecologo rigorosamente Cattolico e sottoposto a giuramento.”
E quindi assieme al giuramento di Ippocrate, il medico ginecologo cattolico deve prestare giuramento innanzi al prete, magari superando prima ardue prove di comprovata fede, non comprovato studio, dopo la visita dall’esorcista, la benedizione dell’emerito di turno e soprattutto…di PontifeSS! E perchè no, i rivenditori degli abiti da sposa potrebbero richiedere al medico in questione anche un nulla osta per la vendita dell’abito bianco!
Carletto grazie, grazie di cuore, per questi dieci minuti di sonore risate che mi ha garantito in questa calda e noiosa giornata!
S_Raffaele, powered by Pao 3:)
Di seguito dove leggere la commedia:
http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/8383-la-chiesa-vieti-labito-bianco-alle-spose-non-vergini-e-un-vilipendio-alla-virtu-della-castita-si-richieda-il-certificato-ad-un-ginecologo-cattolico