Sembra che l’Italia sia diventato un Paese di “presidi omofobi”: a presidiare – ed il termine non è usato a caso – sono le “Sentinelle in piedi”®, un gruppo di persone che – sul modello dei “Veilleurs” francesi – stazionano in piedi leggendo un libro per protestare contro la legge sull’omofobia in discussione in Parlamento.
Un movimento che ha ovviamente riscosso la benedizione del mondo cattolico la cui stampa ha dato ampio risalto alle loro iniziative contro il disegno di legge Scalfarotto: un testo «incostituzionale» quello contro l’omofobia secondo Zenit, l’agenzia di stampa dei Legionari di Cristo che anticipa e sembra quasi volersi sostituire al giudizio del presidente della Repubblica ed a quello eventuale della Corte Costituzionale. Ma non è solo il disegno di legge Scalfarotto nel mirino delle vedette italiane che si pongono a difesa di tre obiettivi: «la libertà d’opinione; i diritti dei bambini ad avere un padre e una madre; la famiglia naturale». Temi un po’ “variegati” visto che in Italia parlare di adozioni da parte degli omosessuali è attualmente pura utopia: nel frattempo le Sentinelle “vegliano” e sono “ferme” contro ogni provvedimento che riguardi gli omosessuali e perciò – come riporta sempre Zenit – si oppongono «con fermezza anche all’introduzione nelle scuole dei manuali dal titolo Educare alla diversità a scuola, dall’Istituto A. T. Beck, e presto adottati in tutti gli istituti scolastici». Continua a leggere
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Homovox: “Questo matrimonio (gay) non s’ha da fare”. Ne sono stati fatti 1000 al mese.
Sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso in Francia la battaglia è stata molto accesa ed alla “pugna” ha preso parte anche la stessa stampa italiana. Uno dei “leit motiv” più frequenti di chi si oppone al matrimonio per le coppie gay è: sposarsi non importa neanche agli stessi omosessuali.
Uno dei media più attivi nell’opporsi al progetto voluto dal governo Hollande è stato Tempi che ha ospitato spesso la voce di quegli omosessuali contrari al matrimonio per le coppie per lo stesso sesso. Leone Grotti intervista Nathalie de Williencourt, portavoce di Homovox, un collettivo di omosessuali: «Rappresentiamo la maggioranza dei francesi omosessuali ma non ci ascoltano. Non vogliamo il matrimonio, perché non siamo come le coppie eterosessuali, che possono fare figli». De Williencourt aggiunge: «In Francia ci censurano, si ascoltano sempre le lobby LGBT, parlano sempre loro nei media, ma la maggior parte degli omosessuali sono amareggiati dal fatto che questa lobby parli a loro nome, perché non abbiamo votato per loro e non ci rappresenta». Continua a leggere
Cannabis: puntare su legalizzazione e prevenzione? In Italia meglio avere nuove forme di dipendenza di Stato.
La Corte Costituzionale ha bocciato la legge Fini-Giovanardi sul consumo di droghe leggere ed ovviamente la notizia non ha fatto felice uno degli estensori della legge, il senatore Carlo Giovanardi che ha criticato l’opera della Consulta: «Per l’ennesima volta prendo atto che nel nostro Paese la Corte costituzionale può scavalcare il Parlamento senza alcun problema». Restano ignoti i “problemi” che dovrebbero avere i giudici costituzionali nel vagliare la legittimità costituzionale delle leggi approvate dal Parlamento secondo i criteri fissati dalla Costituzione e dalle leggi costituzionali.
I critici alla legalizzazione della cannabis respingono l’idea che ci possa essere distinzione tra droghe leggere e pesanti così come scrive Alfredo Mantovano sulla Nuova Bussola Quotidiana e su Tempi. Contrario a considerare “leggera” la marijuana è anche il prof. Serpelloni, capo del dipartimento antidroga della presidenza del Consiglio, che ripropone le sue idee sugli onnipresenti Nuova Bussola Quotidiana e Tempi: una tesi smentita da Massimiliano Sfregola sul Fatto Quotidiano che riprone dei dati di Fuoriluogo, il sito dell’associazione Forum Droghe. «Solo 8 mesi fa (maggio 2013) per il capo del Dpa il Thc nella cannabis era al 46%, il 5 dicembre 2013 la percentuale era scesa improvvisamente al 45% (arrotondamento?) e casualmente il giorno della bocciatura della legge Fini-Giovanardi è salito incredibilmente al 55%: +9% in meno di un anno, arrotondamenti compresi»: questa la piccola “altalena di dati” del professor Serpelloni secondo quanto riportato da Fuoriluogo. Continua a leggere
Per Avvenire Malta “strappa” sulle unioni gay
Alla fine anche Malta ha “ceduto” e le unioni civili per le coppie omosessuali sono diventate realtà. Le coppie gay avranno tutti i diritti delle coppie sposate compresa la possibilità di poter adottare. Un provvedimento passato con 37 voti a favore e 30 astenuti. Un altro duro colpo per la Chiesa cattolica del piccolo Stato (poco più di 400mila abitanti) che ha riconosciuto la possibilità di divorziare solo nel 2011 ed in cui rimane vietato l’aborto.
Tempi da notizia del gesto “eroico” (non confermato) dell’ex presidente Abela che, nello scadere del suo mandato, si sarebbe rifiutato di firmare il provvedimento: «È probabile che il prossimo presidente – carica per cui è stata designata Marie-Louise Coleiro Preca, laburista – firmerà il testo. Ciò non toglie nulla al gesto di Abela che, anche se solo simbolicamente, ha mostrato esistere un’alternativa al procedere inesorabile dell’approvazione dei “nuovi diritti”», così commenta l’organo vicino a Comunione e Liberazione.
Ad accorgersi del “grave” gesto anche il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire che titola “Malta «strappa» sulle nozze gay”. Sebbene a Malta sia improprio parlare di nozze gay considerato che non è stato approvato il matrimonio per le coppie dello stesso sesso ma solo le unioni civili (sebbene con gli stessi diritti e doveri del matrimonio) non si capisce con chi sia avvenuto lo “strappo”. Continua a leggere
La stampa tedesca, americana e britannica sulle cose di Cosa nostra.
I giornali esteri sono sempre stati attenti al fenomeno della criminalità in Italia e sulle implicazioni sulla politica e gli affari.
In passato il Washington Post aveva messo in luce gli interessi della mafia siciliana sul business delle energie rinnovabili mentre dall’Inghilterra avevano visto l’elezione di Rosario Crocetta a governatore della Regione Sicilia come la risposta del miglior Sud alla cosche di Cosa Nostra. L’agenzia Reuters aveva realizzato un’inchiesta sugli interessi della ‘ndrangheta sulla cocaina e sul calcio mentre, sempre a proposito della criminalità calabrese, il britannico Telegraph giustificava l’euroscetticismo oltremanica proprio a causa delle “‘ndrine” calabresi. L’Independent , l’Economist ed il New York Times invece si erano soffermati ad analizzare gli interessi della criminalità nel business degli appalti pubblici.
Più recentemente Tom Kington con un articolo sul Guardian si concentra su quello che è il latitante numero uno in Italia: Matteo Messina Denaro. Un mafioso atipico con centinaia di pagine facebook in suo onore che ne esaltano il coraggio. In una di queste pagine si può leggere: «Cosa Nostra agisce per i poveri e gli oppressi cercando, a suo modo, di riparare ai torti».
Un mafioso atipico secondo Kington che crede di operare nel giusto e vede sé stesso come un filosofo, un eroe popolare ed un seduttore. Continua a leggere
Ai cattolici la legge 40 fa paura che fa novanta.
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge 40 nella parte che proibisce il ricorso alla fecondazione eterologa con il seme di un donatore esterno: una sentenza che ha scosso il mondo politico.
L’area cattolica era scesa in campo ancora prima della pronuncia della Consulta e Carlo Casini (Movimento per la Vita), Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello (Scienza & Vita) e Francesco Belletti (Forum delle associazioni familiari) avevano offerto le loro riflessioni al giornale dei vescovi italiani Avvenire sul perché doveva rimanere in vigore il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa.
Subito dopo la sentenza uno dei primi ad intervenire è stato il senatore Carlo Giovanardi che ha parlato di un «colpo alla democrazia italiana» sminuendo il ruolo della Corte Costituzionale che sarebbe, per il politico cattolico, solo un organo formato da «quindici signori che hanno le loro idee ed i loro orientamenti ideologici».
Se tutto sommato è stato pacato il commento della Conferenza episcopale italiana, Famiglia Cristiana ha invece titolato sul suo sito «Ultima follia italiana». Continua a leggere
Karol Józef Wojtyła alias Giovanni Paolo II, santo
«Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa, Signora Lucia Hiriarte Rodriguez, in occasione delle loro nozze d’oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale» (Giovanni Paolo II, santo).
Divorzio tra Parlamento e cattolici sul divorzio breve.
A distanza di 44 anni dalla legge 898/1970 (detta “Fortuna-Baslini”) confermata dal referendum del 1974 la politica sembra voler mettere mano alla legge sul divorzio e si preannuncia un altro duro colpo per i cattolici italiani. Infatti la commissione giustizia della Camera ha approvato all’unanimità il testo base sul divorzio breve che, se diventerà legge, ridurrebbe a dodici mesi (invece che agli attuali tre anni) i tempi della separazione: in caso di accordo tra i coniugi ed in assenza di figli minori il termine è invece di nove mesi.
Se la legge sul divorzio ancora non è stata digerita dalla Chiesa italiana, una sua modifica fa ancora di più allarmare i vescovi italiani. Il giornale della Conferenza episcopale italiana Avvenire titola “Divorzio breve, Pd e Fi ci riprovano” con un articolo a firma di Angelo Picariello che descrive il sostegno a questo disegno di legge di tutte le forze politiche dell’arco parlamentare. Una delle relatrici (Alessandra Moretti del Pd) vede uno sponsor addirittura in papa Francesco: «Anche i cattolici saranno più disponibili visto che questo Papa parla molto di accoglienza dei divorziati». Lapidario il commento su questa frase di Picariello: «ancora una volta si mescolano in modo un po’ grezzo questioni molto diverse fra loro». Continua a leggere
Siamo Italiani: vanno bene i gay ed i preservativi ma non le corna.
Bisogna ammetterlo: l’elezione di papa Francesco sembra aver avvicinato molte persone alla Chiesa ma gli italiani continuano ad essere lontani dalle sue posizioni: questo è quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Pew Research Center che ha interpellato i cittadini di quaranta Paesi su questioni come le relazioni extraconiugali, il gioco d’azzardo, l’aborto, l’uso di alcool, l’omosessualità, il divorzio, il sesso prima del matrimonio e l’uso di anticoncezionali.
Esce fuori il quadro di un’Italia che considera moralmente accettabile tutto tranne i rapporti coniugali e l’aborto.
Il 64 per cento del campione intervistato ritiene che le “scappatelle” siano moralmente inaccettabili mentre solo il 10 per cento non vede nessun problema ed un 16 che pensa che non sia una questione morale.
A considerare l’aborto immorale è il 41 per cento degli italiani sebbene il 25 creda sia accettabile da un punto di vista morale e l’11 non ne fa una questione etica.
Via libera invece per gioco d’azzardo (rifiutato solo dal 33 per cento), uso di alcool (27 per cento), omosessualità (19 per cento), divorzio (immorale per il 18 per cento), sesso prima del matrimonio (solo 11 su cento lo considerano inaccettabile) e, nonostante la posizione della Chiesa cattolica, solo sei italiani su 100 condannano l’uso di contraccettivi. Continua a leggere
Bianco, rosso ed Amicone
Buongiorno a tutti.
A neanche ventiquattro ore dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il divieto di fecondazione assistita eterologa (come era previsto dalla “famigerata” Legge n. 40 del 2004), le reazioni, soprattutto quelle isteriche e sconclusionate, da parte dei media cattotalebani si sprecano.
Una menzione speciale la merita a pieno titolo l’articolista di Tempi.it Luigi Amicone che, senza nemmeno aspettare la pubblicazioni delle motivazioni della sentenza, rivela le oscure trame che si celerebbero dietro la sentenza della Consulta, confezionando uno scartafaccio talmente pieno di scempiaggini pseudo-giurisprudenziali che farebbe rizzare i capelli in testa a qualsiasi professore universitario di Diritto Costituzionale. Vediamo brevemente perché.