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Mario Adinolfi ci spiega la L. n°194/78. Senza conoscerla…

Buongiorno a tutti.

Una delle leggi non scritte della natura è quella della compensazione automatica dei vuoti: nella catena alimentare, nell’equilibrio di un ecosistema. E purtroppo, a quanto pare, anche nell’imbecillità umana. In particolare, in questo caso, la natura ha compensato la scomparsa del sitarello PontifeSSo con l’avvento di una nuova pubblicazione cattotalebana e con il suo editore/direttore, sotto forma di ex parlamentare PD stazzato sulla quintalata e mezza. Stiamo parlando, nel caso non lo aveste ancora capito, di Mario Adinolfi e del suo nuovo quotidiano, La Croce.

Che il bacino di lettori in cui peschi questo testata sia lo stesso a cui si rivolgeva il fu blog di VolpaSStren ci vuole poco a capirlo, basta guardare i contenuti dei post della pagina Facebook di Adinolfi in cui vengono riassunti e/o anticipati articoli comparsi sull’edizione del giorni di La Croce: in mezzo a profonde riflessioni filosofico-analitiche sul calcio italiano, degne dei migliori peripatetici da Bar Sport, si possono trovare notizie rimaneggiate o riferite in modo inesatto, allarmismo omofobo fondato sul nulla (la famosa “teoria del gender” che esiste solo nella testa della destra ultracattolica italiana), petizioni di principio, fantattentati. Il tutto condito con la tipica arroganza di chi non sa nulla ma si arroga il diritto (anzi l’imperativo morale) di atteggiarsi a cattedratico ed insegnare agli altri quel che devono fare o non fare perché, prendendo in prestito le parole di ZeroCalcare, “lo dice il manuale delle cose che siccome mi piacciono a me voglio che le fate pure voi o siete delle merde“.

Giusto oggi (Nda: Giovedì 5 marzo per chi scrive), ha dimostrato di essere il degno epigono di Bruno Volpe, esibendosi in uno dei numeri più celebri di Foxy ovvero l’interpretazione del FantaDiritto, come potete vedere dalle immagini qui sotto. Continua a leggere

Relazione del ministero della Sanità sulla legge 194: tante parole, pochi fatti.

In Parlamento è stata presentata la relazione annuale sull’attuazione della legge 194/1981 sull’aborto.
I dati confermano una diminuzione degli aborti: nel 2012 sono state effettuate 105.968 aborti (dato provvisorio) con un decremento del 4,9 per cento rispetto al dato definitivo del 2011 (111.415 casi) e del 54,9 rispetto al 1982 (234.801 interventi).
Il tasso di abortività (numero delle interruzioni volontarie di gravidanze per 1000 donne in età feconda tra 15-49 anni) è risultato del 7,8 per mille con un decremento dell’1,8 per cento rispetto al 2011 (8,0 per 1000) e un decremento del 54,7 rispetto al 1982: questo valore è il più basso tra i Paesi industrializzati e l’Italia è il Paese in cui si ricorre di meno all’aborto rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale.
Diminuisce anche il rapporto di abortività (percentuale di aborti rispetto ai nati vivi): nel 2011 è risultato del 200,8 per mille con un decremento del 2,5 per cento rispetto al 2011 (206.0 per mille) e un decremento del 47,2 per cento rispetto al 1982.

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Dei delitti e della pena che si prova leggendo certe assurdità…

Buongiorno a tutti.

Come tutti sappiamo il mandato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è ormai agli sgoccioli e molto presto dovrà essere scelto il suo successore. Nelle ultime settimane si sono fatte molte speculazioni su chi possa essere eletto alla più alta carica dello Stato e, fra i molti nomi tirati in ballo, è saltato fuori anche quello della radicale Emma Bonino cosa che ha suscitato fra i vari neocrociati da operetta del web viva preoccupazione unita a momenti di autentico delirio la cui massima espressione non è stata raggiunta da una certa nostra vecchia conoscenza del Quartiere Murat di Bari (a proposito, Brunello che ti è successo? Mica mi sarai diventato tiepidino? Guarda che poi il tuo mini-dio ti punisce,eh!) ma da un altro direttore, quello di Riscossa Cristiana, Paolo Deotto che non si è fatto sfuggire l’occasione di utilizzare le voci sulla candidatura della (ex) parlamentare radicale come cavallo di Troia per sparare le solite bordate cattotalebane sulla pratica dell’interruzione di gravidanza. Intenzione che si è tramutata in un vero e proprio “sbrocco” non appena Deotto ha proposto, nel tentativo non particolarmente riuscito di fare il provocatore e di sostenere le proprie idee con  non-argomentazioni pseudogiuridiche, i “suoi” candidati alla Presidenza.

Questo il titolo del pezzaccio di Deotto:

LE NOSTRE PROPOSTE PER IL QUIRINALE: TOTO’ RIINA, RENATO CURCIO, FRANCESCA MAMBRO Continua a leggere

Irlanda: ragazza trentunenne muore perché le negano l’aborto

Dal 18 ottobre nella cattolicissima Irlanda è possibile ricorrere all’aborto. Si può farlo nella clinica Maria Stopes nel centro di Belfast: essendo la clinica nell’area britannica non si applica il divieto di aborto vigente dal 1967 in Irlanda.
Gli antiabortisti sono scesi a protestare e la polizia ha dovuto presidiare la clinica per tutelare l’incolumità dei pazienti e del personale.
Come riporta il Time l’apertura della clinica nell’Irlanda del Nord ha inevitabilmente acceso il dibatittito anche nel resto del Paese.
Nel Sud la Chiesa cattolica (in un Paese in cui l’84 per cento della popolazione si professa cattolico) è stata importantissima nella maggior parte delle decisioni politiche ma i recenti scandali di preti coinvolti in casi di pedofilia ne hanno scalfito il prestigio.
Inoltre sempre più donne lavorano e sono interessate alla carriera e quindi la dimensione delle famiglie si è ridimensionata.
Pur essendo ancora forte l’influenza della Chiesa, il 54 per cento degli elettori è a favore della legalizzazione dell’aborto contro il 37 per cento di qualche anno fa. Continua a leggere

La catto-giurisprudenza e la catto-sociologia di Uccr

Come risulta dalla relazione annuale sull’interruzione di gravidanza il numero degli aborti è diminuito rispetto all’anno precedente confermando un trend iniziato dal 1982.
Le cifre dovrebbero far ben sperare ma non è così per i vari cattolici ed ovviamente per i nostri uccrociati che pubblicano un articolo dal titolo “Meno aborti grazie alla legge 194? No, ovviamente” in cui si critica il fatto che gli aborti siano diminuiti.
Giuliano Guzzo scrive che «non si fa alcun accenno, nel conteggio degli aborti, a quelli possibili in conseguenza all’utilizzo della cosiddetta “pillola del giorno dopo”» che «può essere abortiva, come dimostra il fatto che la prima autorizzazione ministeriale per sua la commercializzazione venne annullata dal TAR Lazio (sent. n. 8465 del 12/10/2001) per omessa indicazione, sul foglietto illustrativo, di tale effetto (interessante il punto della sentenza dove si parla della “non veridicità della qualificazione del prodotto come ‘contraccettivo di emergenza’” e dell’“omissione di ogni adeguata informazione della donna sull’idoneità del farmaco ad impedire l’impianto dell’ovulo fecondato”)».
Purtroppo il Tar ha affermato qualcosa di un po’ diverso e forse c’è stata un po’ di confusione nella lettura della sentenza che nasce da un ricorso presentato dal Movimento per la vita contro il ministero della Sanità. Continua a leggere

Aborto. Avvenire: «Cala l’obiezione di coscienza». Uccr in disaccordo: «Aumentano gli obiettori di coscienza».

Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha presentato l’11 ottobre in Parlamento la relazione annuale sullo stato di attuazione della legge 194 sull’aborto. Questa relazione è stata ampiamente discussa sia nei media che da parte delle associazione interessate (Laiga, Movimento per la vita, etc.).
Purtroppo i membri dell’associazione Unione cristiani cattolici razionali sembrano essere stati disattenti e solo oggi dedicano un articolo alla relazione titolando: “Aborto: fortunatamente aumentano gli obiettori di coscienza”.
Queste le parole di Nicola Terramagra (autore dell’articolo): «Come abbiamo già avuto modo di vedere, gli obiettori di coscienza, in tema di aborto, sono sempre più numerosi. Cresce, infatti, il numero dei medici che scelgono di non praticare interruzioni di gravidanza perché convinti che la vita sia tale fin dal concepimento. A tal proposito, un articolo comparso su “Il Corriere della Sera“, mostra come, anche nel nostro Paese, questa tendenza sia in aumento.
Il quotidiano nazionale, infatti, riporta alcune interessanti statistiche che confermano l’aumento dei medici obiettori: per i ginecologi, si è passati da un 58,7% del 2005 ad un 69,3% nel 2010, mentre per gli anestesisti la percentuale si è spostata dal 45,7% al 50,8%». Continua a leggere

In Irlanda del Nord apre la prima clinica abortista: la polizia allertata per le manifestazioni degli anti-abortisti

Tempi duri per il cosiddetto movimento pro-life (o meglio “no-choice”) contro la legalizzazione dell’aborto.
Il cattolicissimo Uruguay ha legalizzato l’aborto ed è solo la seconda nazione del continente sudamericano ad autorizzare la procedura.
L’aborto resta illegale invece in Irlanda e le donne irlandesi che volevano abortire sono costrette a ricorrere agli ospedali del Regno Unito o in Europa.
Per le donne irlandesi che volessero abortire da giovedì potranno farlo alla clinica Maria Stopes nel centro di Belfast: essendo la clinica nell’area britannica non si applica il divieto di aborto vigente dal 1967 in Irlanda.

Ovviamente la tensione è alta per l’apertura della clinica e molti attivisti anti-aborto si stanno dirigendo verso Belfast.
I “no-choice” hanno detto che protesteranno al di fuori della clinica e – imitando una forma di protesta dei Radicali italiani – osserveranno tre giorni di preghiera e digiuno.

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Aborto, rivelazione choc: la contraccezione lo favorisce (forse….).

L’agenzia Zenit della congregazione dei legionari di Cristo pubblica un’intervista (ripresa anche da Tempi) al dottor Renzo Puccetti che – al congresso mondiale di ginecologia ed ostetricia tenutosi a Roma – ha presentato una ricerca in cui si rileva che la diffusione di contraccettivi (preservativo, pillola) è direttamente proporzionale all’aumentare degli aborti.

Il dottor Puccetti ha certamente un curriculum di tutto rispetto: membro della Associazione ginecologi ostetrici cattolici italiani, socio nazionale dell’associazione Scienza & Vita, collaboratore di testate giornalistiche come Avvenire e la stessa agenzia di notizie Zenit.

Nonostante sia un professionista affermato purtroppo non rileva in quale pubblicazione scientifica sia presente questa ricerca che smentirebbe gran parte della letteratura scientifica in materia esplorando – assieme ad altri colleghi – l’abortività degli Stati americani e le variabili che possono incidere sui tassi di aborto.

Per il ricercatore «quando si esamina la percentuale d’impiego della contraccezione reversibile ad elevata efficacia, come la pillola, i cerotti, l’anello vaginale, la spirale e gli impianti sottocutanei di ormoni a lunga durata, non si rileva alcuna riduzione di abortività». Questa ricerca (di cui purtroppo non è stato detto dove è stata pubblicata) smentirebbe addirittura quanto rilevato da un recentissimo studio dell’Università di St. Louis pubblicato su Obstetrics & Gynecology (la pubblicazione ufficiale della American College of Obstetricians and Gynecologists) secondo cui la fornitura gratuita di contraccettivi contribuisce a ridurre drasticamente il numero delle gravidanze indesiderate e degli aborti. I ricercatori dell’università hanno fornito contraccettivi gratis a più di 9.000 donne dai 14 ai 45 anni dell’area di St. Louis: questa azione ha provocato un drastico calo degli aborti nell’area che sono diminuiti sino al 78 per cento con un tasso di gravidanze adolescenziali del 6,3 per mille contro una media nazionale del 34,3 per mille.

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Relazione del ministero della Salute sull’aborto: dov’è l’educazione sessuale?

Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha presentato in Parlamento la relazione annuale sullo stato di attuazione della legge 194 sull’aborto: una relazione arrivata con otto mesi di ritardo così come denunciato dai ginecologi della Laiga.

I dati sembrano lasciar ben sperare anche se ci sono ancora molti punti dubbi.
Nel 2011 sono state effettuate 109.538 ivg (dato provvisorio), con un decremento del 5,6% rispetto al dato definitivo del 2010 (115.981 casi) e un decremento del 53,3% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all’ivg (234.801 casi). Nella relazione si legge che il tasso di abortività (numero delle IVG per 1.000 donne in età feconda tra 15-49 anni) nel 2011 è risultato pari a 7,8 per 1.000, con un decremento del 5,3% rispetto al 2010 (8,3 per 1.000) e un decremento del 54,7% rispetto al 1982 (17,2 per 1.000). Il valore italiano è tra i più bassi di quelli osservati nei paesi industrializzati.

L’Italia è il Paese in cui si ricorre di meno all’aborto rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale.

A ricorrere meno all’aborto sono le donne più istruite, le occupate e le coniugate anche grazie ad una maggiore competenza in materia di sessualità.

Nel 2010 il 44,2% delle donne che hanno fatto ricorso all’Ivg avevano solamente un diploma di licenza media inferiore: perciò una società sempre più scolarizzata ed informata anche in materia di educazione sessuale sarà una società che avrà meno necessità di ricorrere all’aborto.

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