All’interno dell’Unione europea alcuni Stati prevedono il matrimonio per le coppie dello stesso sesso mentre altri riconoscono le unioni civili anche agli omosessuali: non mancano Paesi come l’Italia in cui non vige né il matrimonio né le unioni civili.
In una Unione Europea in cui i diritti civili devono trovare sempre più omogeneità, una sentenza della Corte di giustizia dell’unione europea ha stabilito che il congedo matrimoniale deve essere dato anche alle coppie omosessuali che abbiano contratto un’unione civile: questa decisione sarà valida in tutti quegli Stati dell’Unione in cui le coppie omosessuali non possono sposarsi ma in cui possono contrarre un’unione civile.
Come riporta il Sole 24Ore «relativamente ai benefici a livello di retribuzione o di condizioni di lavoro (…) le persone del medesimo sesso che, non potendo contrarre matrimonio, stipulano un Pacs, si trovano in una situazione analoga a quella delle coppie che si sposano».
Una decisione simile a quella adottata nel 2008 e nel 2010 quando la Corte aveva sentenziato che «una normativa di uno Stato membro che conferisca benefici in termini di retribuzione o di condizioni di lavoro unicamente ai lavoratori sposati, mentre il matrimonio è legalmente possibile nel medesimo Stato membro solo tra persone di sesso diverso, crea una discriminazione diretta fondata sull’orientamento sessuale nei confronti dei lavoratori dipendenti omosessuali uniti in un Pacs che versino in una situazione analoga». Continua a leggere
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Tempi di matrimonio gay in Scozia e di bufale in Italia.
Dopo Inghilterra e Galles, anche la Scozia sembra aver preso la strada di introdurre il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Secondo il Daily Mail 86 parlamentari su 128 voteranno a favore della legge che potrebbe permettere alle coppie omosessuali di sposarsi già l’anno prossimo.
La notizia non è sfuggita alla stampa cattolica di casa nostra e Tempi.it, l’organo vicino a Comunione e liberazione, con un articolo firmato da Leone Grotti, titola “Anche se la popolazione è contraria, domani la Scozia approverà i matrimoni gay (e Jedi)”.
Secondo Leone Grotti «Il Parlamento, infatti, si appresta ad approvare i matrimoni gay nonostante gli scozzesi si siano chiaramente opposti. Nella più grande consultazione pubblica mai condotta dal governo scozzese per sondare l’opinione dei cittadini, i due terzi dei 77 mila intervistati hanno detto di essere contrari alle nozze tra omosessuali». Difficile capire quale consultazione pubblica abbia letto (o interpretato) Leone Grotti: come riporta il sito del governo scozzese, l’ultimo sondaggio realizzato sul matrimonio omosessuale è del 2010 (quelli successivi non avevano questo argomento) e rivela che il 61 per cento degli scozzesi è a favore del matrimonio per le coppie gay. Continua a leggere
La Nuova Bussola Quotidiana: “Nozze gay in chiesa, a Londra si dovrà fare”. Non è così ma forse sarebbe meglio di sì.
Gianfranco Amato sembra avere già la sentenza in tasca titolando sulla Nuova Bussola Quotidiana “Nozze gay in chiesa, a Londra si dovrà fare” ma questa situazione è al momento ben lontana ed improbabile.
Andiamo per gradi. Recentemente il parlamento britannico ha approvato il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Le confessioni religiose che lo vorranno potranno celebrare (ma non sono obbligate) matrimoni omosessuali ma – a tutela maggiore – questa opzione è esclusa per la Chiesa anglicana che si è sempre opposta al matrimonio per le coppie gay.
Ciò nonostante un bizzarro miliardario, Barrie Drewitt-Barlow, ha citato in giudizio la Chiesa anglicana per ottenere il diritto a celebrare il matrimonio in chiesa con il suo compagno Tony: c’è da aspettarsi che la sua istanza venga rigettata e, nonostante l’uomo abbia dichiarato di voler ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo, è probabile che anche in quell’occasione la sua richiesta non venga accolta.
Nonostante nessun verdetto sia stato ancora emesso Gianfranco Amato (avvocato e presidente dell’associazione “Giuristi per la vita”) non perde l’occasione: «Questa vicenda rappresenta un’ottima lezione per tutti coloro che, in un tema così delicato, cercano di ridurre l’esperienza cristiana ad uno sdolcinato sentimentalismo, e per tutti quelli che ingenuamente credono di arginare i danni attraverso il velleitario tentativo di introdurre norme di salvaguardia, senza rendersi conto che così si apre la via ad un piano inclinato in cui la discesa diventa irrefrenabile». Continua a leggere
Matrimonio per le coppie dello stesso negli Stati Uniti: a che punto siamo?
Il 2013 è stato certamente un anno importante per i sostenitori del matrimonio per le coppie dello stesso sesso. In Europa è diventato realtà in Francia e Regno Unito (ad eccezione della Scozia e dell’Irlanda del Nord) ed in Uruguay e Brasile per quanto riguarda il Sud America. Inolre in Oceania la Nuova Zelanda è diventato quest’anno il primo Paese a prevedere questo istituto.
Situazione più complessa per quanto riguarda gli Stati Uniti dove la decisione se permettere alle coppie dello stesso sesso di sposarsi appartiene ai singoli Stati. Attualmente sono 13 gli Stati federali dove è permesso il matrimonio omosessuale e nel 2013 Rhode Island, Delaware e Minnesota. A livello federale la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato incostituzionale il Doma (Defense of Marriage Act), una legge voluta dal presidente Bill Clinton che obbligava il governo federale a considerare matrimoni solo le unioni fra persone di sesso diverso. Essendo dichiarato incostituzionale il Doma, il matrimonio omosessuale, a livello fiscale, viene riconosciuto a livello federale ed anche in quegli Stati dove non è previsto. Continua a leggere
Dieci ragioni totalmente false contro il matrimonio gay.
I cattolici fondamentalisti di Avvenire, Tempi, Uccr, le noiose Sentinelle e gli esilaranti Giuristi per la Vita usano ad oggi solo dieci argomenti contro il matrimonio gay. Tutti e dieci, appena analizzati, falliscono miseramente e dimostrano di essere scuse create per orientare la discussione verso il panico isterico. Tecnicamente, questa dinamica si chiama mistificazione ed è una pratica retorica intellettualmente così disonesta che usa casi marginali spacciandoli per regole generali. In questo modo può falsare la percezione dell’argomento in discussione e persino le eventuali conseguenze. Una operazione eticamente falsa per vincere con la frode un confronto che altrimenti non si vincerebbe. Se questi gruppi sono costretti a usare paralleli falsi e a prospettare problemi irreali, significa che non esistono motivi seri per negare il matrimonio gay e provano a spaventare l’opinione pubblica con parole altisonanti e vuote come natura, tradizione, prosecuzione della specie, poligamia. Vediamo come crollano, appena analizzate, queste dieci fiabe create dall’estremismo religioso. Continua a leggere
Sondaggio Gallup: il 60 per cento dei cattolici americani dice sì al matrimonio per le coppie dello stesso sesso.
Ad un mese di distanza dalla decisione della Corte Suprema Usa che ha dichiarato incostituzionale il Doma, la legge federale voluta da Bill Clinton nel 1996 che definiva il matrimonio come l’unione di un uomo e di una donna, l’istituto di ricerche sociali americano Gallup ha chiesto agli americani se sarebbero d’accordo nell’approvare una legge federale per introdurre il matrimonio per le coppie dello stesso sesso su tutto il territorio statunitense.
Il 52 per cento del campione intervistato si è detto favorevole a questa possibilità contro il 43 per cento di contrari ed un cinque che non ha un’idea in merito.
Coloro che politicamente si identificano come liberali sono i più propensi ad una simile opzione: ben il 77 per cento voterebbe a favore in un eventuale referendum. Percentuali molto alte anche tra i Democratici (70 per cento) ed i politicamente moderati (63 per cento) mentre si spaccano quelli che si definiscono politicamente indipendenti (53 per cento a favore e 41 di contrari). Contrari invece i Repubblicani ed i Conservatori (rispettivamente 66 e 67 per cento).
A livello religioso quelli che non hanno nessuna affiliazione sono maggiormente d’accordo ad introdurre il matrimonio gay a livello federale: il 76 per cento è a favore e solo il 19 è contrario. Nonostante la Chiesa cattolica sia contro il matrimonio per le coppie omosessuali, la maggior parte dei cattolici americani si discosta da questa linea: ben il 60 per cento voterebbe sì ad un eventuale referendum per introdurre il matrimonio gay a livello federale mentre solo il 36 sarebbe contrario. Invece serpeggia l’ostilità tra i protestanti: solo il 38 per cento è d’accordo contro un 58 di contrari. Continua a leggere
Matrimonio omosessuale: un predicatore laico ed un medico in pensione mettono “sotto accusa” gli psichiatri inglesi.
Su Tempi la giornalista Benedetta Frigerio – che sul suo profilo Twitter si definisce «cattolica bambina e ciellina» – dedica un articolo alle accuse mosse al Collegio nazionale degli psichiatri inglesi «per aver omesso dei dati durante le consultazioni sul matrimonio gay avvenute di recente fra i medici, il governo e la Chiesa anglicana». Ad accusare gli psichiatri inglesi è la Core Issues Trust che nell’articolo è definita come «organizzazione no-profit inglese di psichiatri, terapeuti e ministri». Dal loro stesso sito si legge che Core Issues Trust è «una missione non-profit cristiana per sostenere uomini e donne con problemi di omosessualità che volontariamente cercano il cambiamento di preferenze ed espressioni sessuali».
Core Issues Trust è affiliata alla Evangelical Alliance ed a Live in Christ e non supporta il matrimonio omosessuale perché ritiene «che la manifestazione sessuale al di fuori del matrimonio tra un uomo e una donna e la manifestazione genitale omosessuale non è la volontà di Dio per il suo popolo». Per questo motivo, come si legge nella loro Vision Statement, Core Issues Trust «cerca di fornire supporto per gli adulti danneggiati e feriti a livello relazionale e sessuale che cercano interezza e desiderano camminare in obbedienza al Vangelo di Cristo». Quindi, come scritto nella Core Values Statement, l’organizzazione ritiene che «un sano amore di sé basato su Cristo sia la base di una buona relazione con gli altri», giudica l’attività «che comprende l’impulso omosessuale, in entrambi gli uomini e le donne, come un impulso riparativo che mira a realizzare la totalità, che può essere coltivata in modo centrato su Cristo» ed inoltre è del parere che «la sufficienza della Parola di Dio, la comunione dei credenti ed il sostegno di terapisti professionali permettano all’individuo ferito relazionalmente e sessualmente rotto per trovare pienezza e compimento in Cristo». Continua a leggere
Il “taglia ed incolla” di Tempi: la nuova strategia per agitare lo “spauracchio” della pedofilia sui diritti degli omosessuali.
Su Tempi, la giornalista Benedetta Frigerio (felicemente «cattolica bambina e ciellina» così come si descrive sul suo profilo twitter) interviene su un documento predisposto dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) intitolato “Strategia nazionale per combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”. L’Unar è un ufficio dipendente dal ministero per le Pari Opportunità con la funzione di garantire l’effettività del principio di parità di trattamento fra le persone, di vigilare sull’operatività degli strumenti di tutela vigenti contro le discriminazioni e di contribuire a rimuovere le discriminazioni fondate sulla razza e l’origine etnica analizzando il diverso impatto che le stesse hanno sul genere e il loro rapporto con le altre forme di razzismo di carattere culturale e religioso.
Il piano predisposta dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni nasce in seguito al programma promosso dal Consiglio d’Europa “Combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, per l’attuazione e l’implementazione della Raccomandazione del Comitato dei Ministri CM/REC (2010)5., al quale l’Unar ha aderito.
Già dal titolo dell’articolo, Tempi definisce tale documento come «La nuova strategia Lgbt per entrare nelle scuole, sui posti di lavoro, sul web» e ci offre l’analisi del progetto: «Abbiamo letto la raccomandazione europea accettata dal nostro ministero delle Pari opportunità. Si auspicano nuove norme su matrimonio, cambiamento di sesso e pedofilia». Vediamo cosa hanno letto.
19 marzo, festa del papà. Un papà repubblicano scopre che il figlio è gay e si schiera per il matrimonio omosessuale
Negli Stati Uniti il presidente Obama si è espresso esplicitamente a favore dell’abolizione del Doma, la legge che definisce il matrimonio come l’unione tra uomo e donna ed esclude le coppie gay dai benefici fiscali riservati invece alle coppie eterosessuali.
Il consenso a favore del matrimonio omosessuale cresce all’interno degli Stati Uniti ed anche all’interno dello stesso Partito repubblicano.
Tra gli ultimi ad esprimersi in ordine di tempo a favore del matrimonio per le coppie dello stesso sesso c’è il senatore dell’Ohio Rob Portman, primo membro del Partito Repubblicano al Senato a manifestare il suo favore. Il politico ha citato un fatto personale ossia la scoperta che il proprio figlio 21enne Will è gay.
In un commento sul Columbus Dispatch in questo modo il senatore Portman ha espresso il suo punto di vista: «Sono giunto a credere che se due persone sono disposte a fare un impegno di amarsi e sostenersi a vicenda nella buona e nella cattiva sorte per tutta la vita, il governo non dovrebbe negare loro la possibilità di sposarsi».
Con queste parole Rob Portman ha raccontato la scoperta dell’omosessualità del figlio: «Due anni fa, mio figlio, una matricola del college, ha detto a mia moglie Jane ed a me che è gay. Ha detto che lo sapeva da qualche tempo e che il suo orientamento sessuale non è una cosa che ha scelto, ma era semplicemente una parte di ciò che egli è. Jane ed io siamo orgogliosi di lui per la sua onestà e il coraggio. Siamo rimasti sorpresi di apprendere che è gay ma sapevamo che era sempre la stessa persona che era sempre stato. L’unica differenza è che ora abbiamo avuto un quadro più completo del figlio che amiamo. Continua a leggere
Avvenire plaude ai Paesi dove è stato approvato il matrimonio gay
Avvenire, il giornale dei vescovi italiani, involontariamente tesse l’elogio dei Paesi in cui è stato approvato il matrimonio per le coppie dello stesso sesso. Ovviamente lo fa alla sua maniera con un articolo di Massimo Calvi in cui provocatoriamente si sostiene che «il dibattito sulle nozze gay, oggi, non dovrebbe neanche cominciare». Questa tesi non è sostenuta su basi giuridiche ma considerando che sia più impellente il sostegno alla famiglia coi figli.
Calvi evidenzia che «i Paesi dove vige o sta entrando in vigore una qualche forma di riconoscimento delle unioni omosessuali, sono comunque Paesi lontani anni luce dall’Italia in fatto di sostegno economico alle famiglie con figli» e sono nazioni che «che hanno affrontato e risolto assai meglio dell’Italia quello che dovrebbe presentarsi come il primo diritto fondamentale: sostenere, e non penalizzare, le famiglie che hanno figli da crescere e da educare». Calvi propone il caso della Francia dove «il sistema del “quoziente familiare” rende persino vantaggioso diventare genitori» mentre in Germania «lo stato di famiglia entra direttamente in dichiarazione di redditi e il valore delle detrazioni per figli a carico è almeno il triplo del nostro». A concludere i Paesi scandinavi dove «i servizi per la prima infanzia coprono il doppio del bisogno rispetto al nostro Paese». Attualmente sia in Francia, che in Germania che nei Paesi scandinavi esiste già il matrimonio omosessuale (una realtà nei Paesi scandinavi ed in corso d’approvazione in Francia) o le unioni civili delle unioni omosessuali. Continua a leggere