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I cattolici dell’associazione Uccr e la “non condanna” dell’omofobia

I membri dell’associazione ultra-cattolica Uccr hanno pubblicato un articolo (“Gay, 14 milioni di italiani la pensano come Cassano. Che si fa?”) firmato dal sociologo Giuliano Guzzo relativamente alla multa comminata dall’Uefa al calciatore della nazionale italiana Antonio Cassano per le sue dichiarazioni sugli omosessuali durante i Campionati europei 2012 di calcio.
L’articolo non è di stretta attualità ed in effetti è stato ripreso dal blog personale di Giuliano Guzzo che lo aveva pubblicato il 25 luglio.

Giuliano Guzzo scrive che «Per aver detto la sua circa la possibilità di avere colleghi omosessuali, il calciatore Antonio Cassano – ai sensi dell’art. 11 bis del regolamento disciplinare – è stato multato dalla Uefa con 15.000 euro di ammenda. Giustissimo, avranno pensato in molti. Ora, tralasciando qualsivoglia considerazione nel merito, c’è un problema, anzi un grosso problema: milioni di italiani la pensano esattamentecome il fantasista barese.
A dirlo è una fonte autorevole, l’Istat, che in “La popolazione omosessuale nella società italiana”, report diffuso lo scorso 17 maggio 2012, ha reso noti gli esiti di una ricerca condotta sondando le opinioni di cittadini di età compresa tra i 18 e i 74 anni.
Cosa è emerso? Semplice: più dell’8% del campione considerato ritiene “per nulla accettabile” l’ipotesi di avere un collega omosessuale, il 9,5% esclude che accetterebbe di avere un omosessuale come superiore in ambito lavorativo, per il 28,1% è “per nulla accettabile” che vi siano medici omosessuali mentre addirittura il 41,4% del campione non ritiene tollerabile che un omosessuale possa fare l’insegnante elementare. Non finisce qui: secondo il 29,7% degli intervistati gli omosessuali dovrebbero nascondere il loro orientamento. Il che corrisponde sostanzialmente al Cassano pensiero, centrato sull’inopportunità, da parte degli omosessuali, di manifestare il loro orientamento: “Se ci sono froci, problemi loro”.
Ora, quasi il 30% di un campione rappresentativo di cittadini tra i 18 e i 74 anni significa, approssimando, che circa 14 milioni di italiani la pensano come il calciatore multato. Di qui un dubbio: che si fa? Chiediamo a 14 milioni di italiani di tacere, di non dire ciò che pensano? Oppure introduciamo il reato di omofobia e aspettiamo di multarli tutti uno per uno?».

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Cattolici uccrociati: le unioni gay non sono stabili e quindi non serve legalizzarle. La Corte Costituzionale la pensa diversamente.

Il blog uccrociato ci delizia con un articolo dal titolo Nuovo studio: matrimoni gay più instabili e probabili al divorzio.

Il succo dell’articolo è molto semplice: le coppie omosessuali divorzierebbero più facilmente e quindi c’è il dubbio se varrebbe la pena regolamentare delle unioni che sono destinate a fallire. L’ipotesi non è da buttar via e vale la pena di essere approfondita.

Gli uccrociati riportano la notizia che – dopo l’approvazione del matrimonio omosessuale da parte dello stato di New York «gli impiegati nel business dei matrimoni della Grande Mela si sono lamentati per il flop rispetto alle aspettative». Gli uccrociati hanno spesso dato segnali tangibili di avere qualche problema di lettura e di analisi e credo che i sintomi stiano diventando sempre più preoccupanti.
Prima di tutto – tra i motivi per cui introdurre il matrimonio omosessuale – certamente non rientra la soddisfazione economica degli operatori nel settore dei matrimoni: i risvolti economici dell’introduzione dei matrimoni omosessuali – seppur da considerare – sono secondari ed ininfluenti.
Inoltre – aprendo il link di Agenza Radicale (strano che gli uccrociati condividano una notizia dei Radicali) a cui si riferisce Uccr – si legge qualcosa di diverso: si legge che «non è chiaro, infatti, quanti abbiano beneficiato dell’apertura newyorkese in parte perché le coppie che si sposano non sono tenute a specificare il proprio sesso» (mi sembra un po’ strano che non si debba specificare il sesso).
Sebbene Agenzia Radicale affermi che non sia facile sapere quante coppie abbiano beneficiato dell’apertura dello Stato di New York, secondo Ansa (che forse è un po’ più affidabile di Agenzia Radicale) in un anno sono state concesse 8.200 licenze matrimoniali omosessuali con un impatto economico di 259 milioni di dollari e lo stesso sindaco Michael Bloomberg ha affermato che «la parità nel matrimonio ci ha reso un città piu’ aperta e libera, e ci ha aiutato a creare posti di lavoro».
Francamente è molto strano che gli uccrociati condividano una notizia dei Radicali (per cui ovviamente non hanno molta simpatia) che presenta in maniera negativa gli effetti economici dell’introduzione del matrimonio omosessuale mentre ignorano la più accreditata Ansa che invece offre – con le stesse parole del sindaco Bloomberg – dei risvolti positivi anche dal punto di vista economico ed occupazionale.

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Ipso: aumentano gli Italiani a favore del matrimonio omosessuale. Gli uccrociati di Uccr in stato confusionale.

Il Corriere della Sera ha pubblicato un sondaggio – realizzato dalla Ipso di Renato Mannheimer – secondo cui il 59% degli Italiani sarebbero contrari all’istituzione del matrimonio omosessuale contro il 40% degli Italiani che invece sarebbero a favore.
Tra i fattori che incidono su questo trend, di sicuro il fattore “età” è il più importante. Infatti ad essere decisamente contrari (76%) al matrimonio tra omosessuali sono le persone over 65. Continua a leggere

Scuole paritarie. Per Miur e Banca d’Italia sono composte principalmente da studenti bocciati e dai redditi alti

In tempi di “spending review” (o revisione della scuola pubblica) ci si interroga su quali siano i settori in cui sia meglio destinare meno finanziamenti.

Il mondo della scuola paritaria è in subbuglio perché sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che riceveranno meno finanziamenti rispetto agli anni precedenti.

I sostenitori della scuola paritaria (in testa l’Agesc – Associazione Genitori Scuole Cattoliche e Avvenire che tuona addirittura di “libertà a rischio”) affermano che la scuola privata farebbe risparmiare soldi allo Stato perché il costo per studente è inferiore rispetto alla scuola pubblica pur dimenticando (o facendo finta di dimenticare) che – come scritto in un altro articolo – le cause di ciò sono un maggior ricorso a dipendenti senza contratto (secondo dati Istat), scuole meno attrezzate di dotazioni tecnologiche (dati Ministero Istruzione) e studi Ocse confermano che la performance degli studenti privati è inferiore a quelli degli studenti pubblici mentre la Fondazione Agnelli – in uno studio studio sulla performance universitaria di oltre 145.000 studenti – afferma che «nonostante la presenza di alcune realtà di chiara eccellenza, la performance della maggior parte delle scuole non statali è deludente rispetto a quelle statali». Continua a leggere

Omofobia in Italia. Istat: ancora molta strada da fare

L’Istat (Istituto nazionale di Statistica) ha realizzato nel 2011 – con il finanziamento del Dipartimento delle pari opportunità – un’indagine sulle “Discriminazioni in base al genere, all’orientamento sessuale e all’appartenenza etnica” rilevando le opinioni e gli atteggiamenti dei cittadini nei confronti degli omosessuali nonché le difficoltà che questi ultimi incontrano nella famiglia e nella società.

Emerge un quadro di una società consapevole delle discriminazioni che gli omosessuali incontrano ogni giorno ed aperta alle loro istanze ma – allo stesso tempo – una società in cui molti omosessuali sono ancora discriminati in vari ambiti.
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Il mondo cattolico difende ad oltranza la scuola privata contro ogni evidenza….

Qualche giorno fa’ il Presidente della CEI è ritornato all’attacco affermando che “bisogna insistere perché lo Stato si decida nella programmazione a dare le risorse giuste” alle scuole paritarie tra cui quelle cattoliche.

Il finanziamento alle scuole private è un cavallo di battaglia del mondo cattolico e sui giornali (soprattutto di area cattolica) sono stati ospitati vari interventi favorevoli ad un maggior finanziamento statale alle scuole private.

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