Per l’ennesima volta il “sensibile” Carletto si erge a giudice e ci intima di censurare (anzi di rimuovere) un articolo che eSSo trova sgradevole. Anzi, no, lo definisce “diffamatorio e persecutorio”. Vediamo quale nostro brano ha stuzzicato la sensibilità del Geniale:
http://pontilex.org/2012/06/ma-ma-ma-antonio-pace/
Nel pieno della sua crisi Calimero-style, ricicla la sua mail di qualche tempo addietro. Poche le modifiche. Nessuna sostanziale. Ripercorriamo dunque il contenuto della stessa.
Salve,
come faccio ormai da anni,
segnalo la presenza sul vostro sito di questo ulteriore articolo diffamatorio e persecutorio.
L’abbiamo già detto che il nostro sito esiste da 18 mesi? Ah l’avevamo già detto che non abbiamo compiuto ancora due anni? Vero, l’abbiamo già detto. Eppure eSSo continua a scrivere le stesse frasi, rendendosi ridicolo: pensa forse che ripetendo una bugia più volte questa possa diventare una realtà. Noi lo prendiamo come un augurio di lunga vita. Grazie Maldestro!
Ormai ci sono tristemente abituato.
Anche noi siamo tristemente abituati a leggere le vostre Pontifesserie. Anche noi.
Per correttezza, come faccio sempre, invio segnalazione con richiesta di rimozione.
Per correttezza un tubo. La correttezza, ci torneremo in seguito, prevede che tu abbia il diritto di rettificare le affermazioni che ritieni scorrette. Hai scelto nella tua lettera di non esercitare il tuo diritto. Hai perso la tua occasione.
Vogliate avere la compiacenza di rimuovere dal vostro sito questa ennesima cattiveria.
No, non abbiamo la compiacenza. Abbiamo riunito l’intero gruppo del DDP (Direttivo di Pontilex) che, dopo aver consultato il nostro privato magistero ha determinato che il nostro articolo segue i dettami del magistero e dunque non c’è ragione di rimuoverlo. Abbiamo convocato anche l’intera associazione AdP ed abbiamo sottoposto ad ogni iscritto le tue lamentele. All’unanimità si è deciso di non dare seguito alle tue bizzarre richieste. Come ultimo gesto volto a fugare ogni possibile dubbio abbiamo sottoposto la vicenda al Papa. Ed anche lui ha detto che, dopo tutti i documenti che gli hanno rubato (o che forse ha fatto uscire consapevolmente) con il Vatileaks, ha di meglio a cui pensare e ci ha detto di arrangiarci. Quindi, come avrai capito, non togliamo proprio nulla.
E dopo la tua missiva, non c’è ragione di pubblicare eventuali tue rettifiche, stante la totale assenza della tua volontà di ricomporre eventuali divergenze in maniera pacifica ed extragiudiziaria.
Trascorse 48 ore dalla presente, come sempre, mi costringete a querelarvi.
Altro non posso fare, se non chiedere aiuto alla legge, oltre che a Dio.
Sbagli figliolo, sbagli. Trascorse 48 ore tu forse sceglierai volontariamente di querelarci. Nessuno ti costringe. L’ennesima querela che ovviamente ti guarderai bene dal mostrarci. Sappi che il nostro numero di fax è sempre a tua disposizione.
La presente è a titolo riservato e non pubblicabile o riportabile, anche in forma di sintesi, riassunto, satira o altro. Mi avvalgo della legge sulla privacy delle conversazioni, di qualsiasi natura esse siano.
Ti abbiamo già spiegato che in questa frase sei riuscito a raccogliere una tale quantità di castronerie tale per cui risulta impossibile risponderti. Riassumendo: tutte cazzate.
Rimane ora da affrontare un concetto molto semplice. Cosa prevede il reato di diffamazione? Come sempre la comunistissima Wikipedia ci viene in soccorso.
http://it.wikipedia.org/wiki/Diffamazione_(diritto_italiano)
In particolare l’articolo 595 afferma, tra le altre cose, che:
Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032.
Sempre dalla comunistissima Wikipedia (citata qui sopra) apprendiamo che:
La norma, con un parziale rinvio al delitto di ingiuria previsto dall’articolo 594 del codice penale, punisce chi, comunicando con più persone, offende l’onore o il decoro di una persona non presente. Tre sono, dunque, gli elementi necessari perché si possa configurare il delitto in esame: l’offesa all’onore o al decoro di taluno, la comunicazione con più persone e, infine, l’assenza della persona offesa.
Carletto dichiara di non leggere il nostro blog. E dichiara di essere stato informato da altri del nostro articolo. In sostanza ci fa capire che lui (la persona presuntamente offesa) è assente (dando soddisfazione al terzo elemento richiesto). Inoltre evidentemente la comunicazione coinvolge più persone (tutti i nostri lettori). Occorre verificare il terzo elemento necessario. Concentriamoci sui termini utilizzati. Si parla di “reputazione”. Ma cosa si intende con il concetto di “reputazione”? Spesso il significato attribuito ad alcuni termini nel Codice Penale non corrisponde perfettamente al significato “comune” degli stessi termini. In questo caso cosa significano “reputazione” ed “onore”?
Dottrina e giurisprudenza identificano il concetto di onore nella “dignità sociale: intesa quest’ultima come stima diffusa nell’ambiente sociale di cui ogni soggetto, seppur in maniera differenziata, gode e che rappresenta per esplicito riconoscimento costituzionale (art. 3) il fondamento del principio di uguaglianza
Diversa dall’onore è la reputazione definita dalla dottrina come l’idea che ciascun individuo diffonde di sé, delle proprie qualità personali, professionali, morali presso gli altri associati, mentre per la giurisprudenza di legittimità la reputazione è il senso della dignità personale nell’opinione degli altri, un sentimento limitato dall’idea di ciò che, per la comune opinione, è socialmente esigibile da tutti in un dato momento storico.
http://www.senzabavaglio.info/index.php?view=items&cid=4%3Adiritto-di-cronaca&id=70%3Acosa-si-intende-per-onore-reputazione-e-identita-personale&format=pdf&option=com_quickfaq&Itemid=64
Simili affermazioni si trovano anche all’interno di altre pagine. L’ingiuria è un reato molto simile alla diffamazione, da cui si differenzia per la presenza del soggetto passivo. In tutti e due i casi il bene tutelato è la reputazione, l’onore di una persona. Vediamo dunque come viene descritto il reato di ingiuria.
L’ingiuria secondo la lettera del codice è costituita dall’offesa all’onore inteso con riferimento alle qualità morali della persona, od al decoro cioè al complesso di quelle altre qualità e condizioni che determinano il valore sociale di una persona. […]
La stessa V Sezione, già in altra occasione ebbe a statuire con la sentenza n. 13263 del 16 Marzo 2005 che apostrofare qualcuno con l’epiteto di “stronzo” costituisce reato di ingiuria, anche se chi ha pronunciato l’offesa non intendeva offenderne l’onore. Le pronunce in questione sottolineano, ove mai fosse necessario, che il rispetto sociale è dovuto a chiunque e l’ordinamento giuridico non può e, non deve tollerare aggressioni alla reputazione delle persone, perché se ciò accadesse, verrebbe meno anche il rispetto dei principi sanciti dalla costituzione ove, all’art. 3 si assicura pari dignità sociale a tutti i cittadini.
http://www.loschiaffo.org/e-ingiuria-dare-del-cesso-ad-una-persona-in-pubblico/
Interessante: dunque secondo la Cassazione il rispetto sociale è dovuto a tutti. Chissà, forse è per questo che sono spariti dal sito Pontifesso gli articoli in cui venivamo definiti “piattole” o roba simile? Continua però a sfuggirci in quale parte dell’articolo di Pao si concretizzi il reato di diffamazione. Carletto non lo spiega, non lo dice, non chiarisce. Rimane nel vago, rimane oscuro e nebuloso. Si limita a mostrarci copia del nostro articolo. Grazie Carletto, noi non abbiamo bisogno di ottenere copie dei nostri articoli dai nostri amici. Noi abbiamo normalissimi backup del nostro sito.
A questo punto, appurato che l’articolo di Pao non intacca in nessun modo la reputazione di Carletto, rimane aperto un argomento che abbiamo anticipato più sopra: la rettifica.
Leggiamo il seguente passaggio.
Il diritto di rettifica attribuisce ad un soggetto, che si ritiene vittima di una falsa informazione divulgata tramite mass-media, la facoltà di richiedere la pubblicazione della «propria verità» tramite dichiarazioni di smentita o chiarimento, servendosi del medesimo mezzo che di quella notizia è stato veicolo (sia esso stampa o radiotelevisione). Tale diritto consentendo al singolo di far sentire la propria «voce», assolve finalità eminentemente riequilibratici e garantisce lo svolgersi di una dialettica nell’ambito del sistema d’informazione: per tali ragioni il diritto di rettifica rientra nel novero dei diritti della persona a tutela sia della propria immagine che della propria dignità.
http://www.personaedanno.it/enciclopedia/diffamazione
Suggerisco la lettura dell’intera pagina linkata qui sopra.
Carletto, come vedi qui sopra è nella tua facoltà chiedere la pubblicazione di eventuali rettifiche (che verrebbero comunque sottoposte alla valutazione del nostro team di specialisti in rettifiche ed affini). Non è nella tua facoltà la censura dei nostri contenuti. Rassegnati. Qualsiasi tua richiesta di rimozione dei nostri contenuti si scontrerà con questa nostra semplice posizione. No. E le ragioni sono qui sopra. Se quello che scriviamo non ti piace, sei libero di chiederci di pubblicare una tua rettifica. Punto. Basta. Stop.
Carletto ora vedi di maturare rapidamente: non sei più un ragazzetto. Cerca di comportarti da adulto. Tanti saluti!
UPDATE [20120612 morning]
Ci è stato fatto notare un piccolo “problema” nel quale è incappato il caro Maldestro. Che si conferma assolutamente maldestro nel suo operato.
Avevamo infatti letto, tempo addietro, una lunga “tirata”, un brano che non avevamo davvero compreso. Sembrava indirizzata a qualche utente del nostro piccolo blog, ma nessuno di noi si era riconosciuto nella figura che emergeva dal lungo sproloquio del Maldestro. Quest’oggi il buon Carletto ci ha forse svelato involontariamente l’identità del destinatario della sua sparata. Riportiamo le parole del Geniale, ad imperitura memoria.
Detto questo, chiedo al diversamente eterosessuale del bergamasco, […] se tal informatico del bergamasco, che appare aver problemi forse col fidanzato o con sé stesso, è oppresso, non vedo il motivo per cui debba attaccare il sottoscritto […] Forse questo signore, il diversamente eterosessuale del bergamasco, vorrebbe possedermi? Lo sa che non è possibile, […]
Signor gay del bergamasco, non me ne voglia male, ma cosa le ho fatto io, personalmente, per meritare tutto questo odio? […]
Tutti noi, che non odiamo ma amiamo, pregheremo anche per l’empio del bergamasco, chiedendo a Dio, mediante l’intercessione di santo Stefano protomartire, di donare a questo signore sobrietà, serenità e fede, nella ricerca di una vita casta ed il meno peccaminosa possibile.
Ecco in questa immagine l’indizio che ci consente di svelare la probabile identità del destinatario dei pensierini di Carletto. Leggete a chi è stata inviata la sua missiva “riservata e personale” che nella sua fantasia noi non possiamo copiaincollare ma che lui può inviare a perfetti sconosciuti.
La chiave di tutto stà in quel sito. Guardate bene il destinatario in CC. Si chiama Stefano, come il santo citato da Carletto. Una coincidenza? No, come vedremo!
Attraverso i soliti strumenti disponibili a chiunque apprendiamo infatti che il dominio del destinatario della mail è stato registrato da tale Stefano, abitante in provincia di Bergamo!
http://whois.domaintools.com/corsiadeiservi.it
A giudicare dalla descrizione che lo Stefano destinatario della missiva fornisce sul suo sito si può capire l’insistenza con cui Carletto insiste sulle competenze informatiche: il proprietario del sito (e destinatario, in CC, della mail di Carletto) ha registrato molti domini e gestisce quindi diversi siti. Ma si propone come un bancario. Evidentemente il Maldestro pensa di poter fare meglio dello Stefano bergamasco, insegnandogli magari qualche trucchetto informatico!
Chissà come la prenderà il diretto interessato scoprendo quello che scrive Carletto sul suo conto… E chissà se ora il Geniale si renderà conto di quanto riesce ad essere Maldestro!
Una nota per chi è preoccupato per il Geniale: eSSo gode di ottima salute e si trova in quel di Campagna, come evidente analizzando l’indirizzo IP che utilizzava ieri sera per mandarmi il suo messaggio “rivelatore”, dal suo CorsairPC (strano nome per il computer di un novello crociato).
Quanto è subdolo e malefico il Maldestro nel disseminare indizi e segnali… In questa sua sapiente opera ci ricorda il caro Brunello. Ma non possiamo parlare ulteriormente di quest’ultimo argomento. Almeno non per ora!