Alla fine lo riconosce la stessa stampa cattolica: della manifestazione della Manif pour tous Italia contro la legge sull’omofobia i giornali non ne hanno dato notizia.
Infatti anche Giovanno Amato sulla Nuova Bussola Quotidiana scrive che sui giornali «della manifestazione di Piazza Santi Apostoli non vi sia traccia mediatica» nonostante la presenza di «inviati dell’ANSA» (ma anche l’Ansa non ha dato notizia dell’evento).
Insomma un vero e proprio flop ed anche Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, ha dedicato poche righe alla notizia. Gli organizzatori parlano di 4mila presenze mentre il Quotidiano del Lazio ridimensiona a più di mille partecipanti: numeri coerenti con quelli delle altre manifestazioni avvenute in Italia.
In ogni caso numeri ben lontani da quelli di una normale manifestazione di piazza o di un Gay Pride e non si può dire che il mondo cattolico non abbia speso energie per questa “marcia su Roma” a cui hanno mostrato disinteresse gli stessi cittadini romani.
«Risvegliare l’opinione pubblica per tutelare la famiglia»: così proclamava l’onorevole Gian Luigi Gigli in un’intervista a Zenit, l’agenzia di stampa della congregazione dei Legionari di Cristo.
Lo stesso Gigli riconosceva il «pericolo di una lenta assuefazione su questi temi». «Risvegliare un’opposizione popolare serve anche a contenere le pressioni di determinate lobby»: così affermava l’esponente di Per l’Italia a Zenit. Continua a leggere
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Antiabortisti bugiardi.
Un post breve per segnalarvi un sito interessante. Un sito che si occupa di sfatare miti.
Volete un esempio? Eccone uno che ci tocca da vicino.
Questa immagine viene speso usata dagli antiabortisti che ci hanno costuito attorno una storia toccante. Della storiella non diciamo nulla. Sappiamo per certo che la foto non ha nulla a che vedere con quello che raccontano gli antiabortisti. Infatti l’immagine che vedete qui sopra è stata scattata durante un intervento prenatale. La ragione? Documentare i progressi nella cura della spina bifida. Ed è stata poi manipolata dagli antiabortisti. Un esempio? Questo ad esempio.
Volete qualche testimonianze che si tratta di una strumentalizzazione? Ne proponiamo un paio…
La fonte della bufala? Forse proprio il fotografo, che attraverso il suo sito continua a sostenere che il medico mente quando afferma che il feto era sedato. Ora domandatevi se ritenete possibile fare un intervento chirurgico senza anestesia.
Se ha ragione il fotografo, significa che il feto ha poco di umano (a parte l’aspetto) visto che la reazione al dolore è uno dei più semplici test per verificare se una persona è ancora viva. Inoltre, se il feto non reagisce al dolore, risulta poco credibile che abbia stretto il dito del chiururgo.
Se invece il fotografo ha torto, la storiella degli antiabortisti risulta essere, appunto, una storiella. Bella ma inventata.
La fonte dell’articolo, il sito cracked.com.
Cattolicah, tradizionalistah.
Grazie ai miei agganci all’interno di Facebook, posso mostrarvi alcuni messaggi pubblicati da una personah che non menzioneremo (per tutelarne la privacy ovviamente). Sono messaggi che ha lasciato in questi mesi e che testimoniano l’amore cristiano che la pervade, lo spirito di fraternità e la sua spiccata predisposizione all’accoglienza del diverso, del prossimo.
Per la realizzazione del presente articolo non sono stati seviziati status di facebook. Ed ho cercato di riciclare almeno l’80% dei pixel in modo da ridurre l’impatto ambientale del post. La lettura di questo post potrebbe nuocere gravemente alla salute. Si sconsiglia la lettura ai minori non accompagnati. Continua a leggere
Nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo….ma non nel cognome della madre.
L’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo a garantire anche alle madri la possibilità di dare il proprio cognome al figlio: una sentenza che è stata accolta con favore in tutto lo scenario politico (come se sia necessario aspettare i richiami di Strasburgo per aggiornare la nostra legislazione). A seguito della sentenza, il Consiglio dei ministri ha deciso di garantire questo diritto in caso ci sia l’accordo da parte di entrambi i genitori.
Una notizia accolta – come detto – con favore da tutte le forze politiche nonostante all’interno del mondo cattolico non sono mancate le critiche.
Il primo ad esprimere il suo allarmismo, con un’intervista su Tempi, è Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani (Ugci), secondo cui la decisione di Strasburgo «crea disordine e contrappone uomo e donna».
Una sentenza che per Cerrelli desta «sospetti» con conseguenze «che possono essere pericolose» ed «ingerenze (…) che mettono in discussione la modalità con cui l’Italia dall’epoca romana garantisce l’ordine delle generazioni». In effetti dall’epoca romana poco o nulla è cambiato all’interno della famiglia. Continua a leggere
I Giuristi Cattolici contro l’adozione?
Il parlamento lo aveva deciso a larga maggioranza già nel novembre 2012: nessuna distinzione tra figli nati dentro o fuori dal matrimonio. Una decisione bipartisan e su cui solo una parte minoritaria del mondo cattolico aveva espresso le sue critiche.
Sull’argomento interviene, con un editoriale dalle pagine del quotidiano dei vescovi italiani Avvenire, il presidente dell’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci) professor Francesco D’Agostino.
Il giurista, professore anche alla Libera Università Maria Santissima Assunta ed alla Pontificia Università Lateranense e membro della Pontificia Accademia per la Vita, pur accogliendo con soddisfazione per la decisione delle Camere, esprime le sue perplessità: «Eppure, il nuovo contesto legale che si è venuto a creare non è senza ombre. La riforma può apparire circoscritta, in quanto ha per oggetto solo lo statuto legale dei figli, ma di fatto ristruttura la dimensione legale della famiglia in generale. Non hanno torto coloro che osservano che, dopo la nuova legge, la genitorialità viene drasticamente ridefinita dal legislatore: più che coloro che li procreano, la legge considera “genitori” colore (sic, ndr) che riconoscono, accolgono, educano i “figli”, indipendentemente dal fatto che ne siano o no “genitori biologici”. È l’amore che crea la genitorialità – così sembra che pensi la legge –, non la “natura”». Continua a leggere
Il diritto a morire dignitosamente: tre casi davanti la Corte suprema del Regno Unito.
Anche nel Regno Unito è acceso il dibattito sull’eutanasia e – come riporta il Guardian – gli avvocati di tre uomini che si sono battuti per il diritto ad una “dolce morte” stanno portando i loro casi davanti la Corte Suprema.
I promotori di questa causa sono Jane Nicklinson, il cui marito Tony è morto nell’agosto del 2012 dopo aver lottato per il diritto ad avere una morte dignitosa ed umana e Paul Lamb, 58 anni, che ha passato gli ultimi 23 anni completamente paralizzato in seguito a un incidente stradale.
A decidere se debba essere consentito al personale medico di assistere coloro che fisicamente non sono in grado di terminare le proprie esistenze saranno nove giudici: l’alto numero è sintomatico della rilevanza giuridica della decisione.
Nicklinson e Lamb hanno deciso di ricorrere contro una sentenza della Corte d’Appello che ha stabilito un divieto generale contro il suicidio assistito o l’eutanasia: per i ricorrenti questa decisione è contraria all’articolo 8 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo che protegge la vita privata e familiare. Continua a leggere
I cattolici “uccrociati” ci ricascano e legittimano incesto e poligamia.
Si pongono un quesito molto interessante i cattolici integralisti dell’associazione Unione Cristiani Cattolici Razionali: “Le coppie infertili minano le basi del matrimonio?”.
Un quesito a cui gli uccrociati hanno pronta la (loro) risposta: «Il matrimonio, di cui parla l’articolo 29 della nostra Costituzione, non può essere assimilato ad un cosiddetto “matrimonio omosessuale”, perché manca in maniera intrinseca l’orientamento alla fecondazione e alla procreazione, che rimane un fine fondamentale della società naturale chiamata famiglia e fondata sul matrimonio». Forse gli uccrociati dovrebbero ripassare il nostro codice civile (titolo VI) secondo cui possono accedere al matrimonio i maggiorenni (art. 84), coloro che sono capaci di intendere e di volere (art. 85), coloro che non sono legati da un altro matrimonio (art. 86) e tra cui non vi sia un vincolo di parentela (art. 87): nessun accenno viene fatto alla possibilità di procreare come condizione necessaria per contrarre matrimonio. Continua a leggere
Ma è vita questa?
Su un muro nella vecchia circonvallazione di Forlì qualcuno ha scritto “ma è vita questa?” Qualunque siano i problemi dell’autore, la domanda è interessante e mi è venuta in mente leggendo un articolo sulla rivista ufficiale di CL, Tracce .
Allora la storia è questa: a Bologna c’è un policlinico di secondaria importanza in cui lavorano poco più di 5.000 sanitari di cui neanche 900 medici, un ospedaletto in cui convergono malati da tutt’Italia, insomma poco più che una clinichetta privata per interventini di primo livello: il policlinico Sant’Orsola-Malpighi. In questa strutturetta trascurabile si eseguono appena 55.000 ricoveri all’anno e poco più di 30.000 interventi chirurgici. Continua a leggere
Diritti umani in Senegal: Amnesty International e Human Rights Watch smentite dal sociologo Massimo Introvigne
“L’inquisizione gay mette il Senegal nel mirino dell’Onu” titola La Nuova Bussola Quotidiana in un articolo firmato da Massimo Introvigne.
Ad essere “sotto tiro” è l’articolo 319 del Codice penale senegalese che punisce con la reclusione da uno a cinque anni «chiunque avrà commesso un atto improprio o contro natura con una persona dello stesso sesso»: questa norma ha fatto sì – così come scrive Introvigne – che Gran Bretagna, Germania, Belgio e Olanda sottoponessero il Senegal «a una vera e propria inquisizione per le sue norme in materia di omosessualità».
Una questione irrilevante per lo studioso cattolico secondo cui, in base a quanto detto dal ministro della Giustizia del Senegal Sidiki Kaba, sono state condannate solo persone per «comportamenti osceni omosessuali tenuti in luoghi pubblici (…) o per attività propagandistiche in favore dell’omosessualità». Continua a leggere
I cristiani dominano le Nazioni Unite
Una Onu troppo cristiana: questo è quanto emerge dallo studio “Religious NGOs and The United Nations” realizzato dal gruppo di ricerca guidato dal professore Jeremy Carrette del dipartimento di Studi religiosi dell’università di Kent.
Come riportato dal Guardian e dall’Independent, oltre il 70 per cento delle Organizzazioni non governative (Ong) presenti alle Nazioni Unite sono cristiane e quindi il cristianesimo sarebbe sovra-rappresentato rispetto alle altre religioni: inoltre il Vaticano gode dello storico privilegio di osservatore speciale sia come Stato che come religione. La sproporzione verso i gruppi cristiani suggerirebbe di adottare un sistema più inclusivo.
Le altre religioni non sarebbero svantaggiate solo dall’essere sotto rappresentate ma anche dalla mancanza di fondi che andrebbe principalmente a Ong cristiane: a farne le spese sarebbero principalmente gli induisti ed i buddisti. Continua a leggere