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Informazioni su Cagliostro

Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Balsamo, noto con il nome di Alessandro, Conte di Cagliostro o più semplicemente Cagliostro (Palermo, 2 giugno 1743 – San Leo, 26 agosto 1795), è stato un avventuriero, massone, mago, guaritore, esoterista e alchimista italiano. Dopo una vita errabonda spesa tra imbrogli nelle varie corti europee, fu condannato dalla Chiesa cattolica al carcere a vita per eresia e rinchiuso nella fortezza di San Leo.

La necessità dell’anti-antifascismo o la necessità di qualche Campari (& De Maistre) in meno?

anpiHo sempre saputo dell’esistenza (purtroppo) del fascismo e dei fascisti e dell’azione (encomiabile) dell’antifascismo e degli antifascisti. Non sapevo che esistesse anche una terza categoria: “l’anti-antifascismo”. Di “necessità dell’antifascismo” scrive Federico Catani sul blog Campari & De Maistre. «L’Italia è il Paese degli enti inutili»: sentenzia Catani che – dopo aver espresso il desiderio di «chiudere alcune procure, come quella giacobina di Milano» arriva dritto al cuore del “problema”. «C’è un’associazione italiana che andrebbe sciolta subito, senza pensarci tanto: l’Anpi, ovvero Associazione Nazionale Partigiani d’Italia»: è determinato Catani a scagliarsi contro l’Anpi ma forse confonde ente (presumo “ente pubblico”) con associazione. Gli enti sono usati dalla pubblica amministrazione (e finanziati con soldi pubblici) per perseguire interessi pubblici mentre le associazioni (come l’Anpi) è l’unione privata di più persone per uno scopo comune e si autofinanziano. Il diritto di associarsi è garantito addirittura dall’articolo 18 della Costituzione secondo cui «I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale». Quindi il desiderio di Catani – laureato in Scienze Politiche alla Luiss e giornalista pubblicista – si scontra con uno dei principali articoli della nostra “Magna Charta”: nessuno può sciogliere un’associazione a meno che i suoi fini non siano vietati dalla legge. Non risulta che questo sia il caso dell’Anpi. Continua a leggere

Papa Francesco in Brasile: lo attenderanno meno cattolici e più protestanti ed atei

Papa FrancescoPapa Francesco è pronto per andare in Brasile per la Giornata mondiale della gioventù ma lo attende un Brasile che è sempre meno cattolico e sempre più protestante e lontano dalla religione. Questo è quanto emerge da un sondaggio condotto dall’istituto americano di ricerche sociali Pew Research Center.
Pur rimanendo ancora maggioranza, la percentuale dei cattolici è diminuita dal 92 per cento del 1970 al 65 del 2010. In aumento invece i protestanti che in questi quarant’anni sono passati dal cinque al ventidue per cento e coloro che non si identificano in nessuna religione: nel 1970 erano solo l’un per cento della popolazione totale del Brasile mentre ora otto brasiliani su 100 si definiscono “inaffiliati”. In crescita anche chi professa altre religioni: dal 2 per cento del 1970 al cinque di tre anni fa.
In questi ultimi quattro decenni la popolazione brasiliana è più che raddoppiata (da 95 a 190 milioni) e – grazie a questo boom demografico – in valori assoluti è aumentato il numero dei cattolici che sono passati da 87 a 123 milioni. Bisogna sottolineare che negli ultimi dieci anni i cattolici – nonostante la crescita della popolazione – sono diminuiti anche in valori assoluti: se nel 2010 erano 125 milioni (il 75 per cento totale degli abitanti) nel 2013 si sono fermati a 123 milioni.
Dal 1970 è aumentato considerevolmente il numero dei protestanti (da cinque a 42 milioni) con un incremento soprattutto negli ultimi dieci anni: nel 2010 erano 26 milioni (15 per cento della popolazione totale). Continua a leggere

Disegno di legge contro l’omofobia: la “Nuova bussola quotidiana” non l’ha mai “Amato”

Il deputato Ivan Scalfarotto del Pd sembra aver messo in agitazione il mondo cattolico dopo aver presentato un disegno di legge “per la repressione delle discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”.
Il disegno di legge si compone di solo quattro articoli e va a modificare due leggi già esistenti nel nostro ordinamento: la legge 654/1975 e la legge 205/1993 più famosa come “Legge Mancino”. La legge 654/1975 è la ratifica ed esecuzione della cosiddetta Convenzione di New York del 1966 tesa ad eliminare tutte le forme di discriminazione razziale mentre la “Legge Mancino” introduce misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Nello specifico l’articolo 2 del disegno di legge Scalfarotto modifica il comma 1 dell’articolo 3 della legge 654/1975 che già punisce «con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Alle motivazioni razziali, etniche, nazionali e religiosi il disegno di legge aggiunge le motivazioni legate all’«identità sessuale della vittima».

Nello stesso articolo 3 la legge 654/1975 prevede «la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». A queste circostanze viene aggiunta, come prima, l’identità sessuale della vittima.
La stessa circostanza sarebbe aggiunta nel comma 3 dell’articolo 3 della stessa legge che già vieta «ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».

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“La nuova bussola quotidiana” perde la bussola sui figli naturali

Il dibattito sui figli naturali è tornato recentemente all’attenzione dei media. Il 27 novembre 2013 il parlamento ha approvato il disegno di legge che equipara del tutto i figli naturali (ossia nati fuori dal matrimonio) a quelli legittimi (nati da una coppia sposata). Infatti, paradossalmente, chi era nato da una coppia non sposata avviava rapporti legali di parentela solo con i genitori ma non con gli altri parenti (zii e nonni): ciò aveva rilevanti effetti anche in termini successori perché i figli naturali non avrebbero potuto eventualmente ereditare. Inoltre in caso di morte dei genitori naturali il bambino non sarebbe stato affidato automaticamente ad eventuali parenti (con cui non aveva nessuna relazione legale) ma sarebbe andato in adozione ad estranei. Per eliminare questa situazione erano stati presentati diversi disegni di legge (successivamente unificati) che vedevano tra i proponenti parlamentari come Paola Binetti, Rosi Bindi, Gabriella Carlucci ed Alessandra Mussolini. A seguito di un emendamento in cui veniva introdotta la possibilità di riconoscere i figli nati da incesto Paola Binetti aveva deciso di votare contro il disegno di legge che vede il suo nome tra i proponenti. L’esecutivo guidato da Monti avrebbe dovuto presentare il decreto attuativo della legge approvata ma, a causa della crisi di governo, questo incarico è passato all’esecutivo guidato da Enrico Letta. Proprio la presentazione del decreto attuativo è stata l’occasione per Tommaso Scandroglio su La nuova bussola quotidiana, sito cattolico di informazione, di titolare “Decreto filiazione, un’altra spallata al matrimonio”. Continua a leggere

Gli Uccrociati plaudono la Germania delle unioni civili per i gay.

Molto spesso abbiamo criticato (e continueremo a farlo) le posizioni degli Uccrociati. Allo stesso modo è difficile non condividere la loro gioia quando riportano che «il governo tedesco infatti ha stanziato 7.500 milioni di euro per assegni familiari per chi ha bambini e 20.000 milioni di euro di aiuti a coloro che scelgono di diventare madri».
C’è da ricordare che in Germania è previsto l’istituto delle unioni civili per le coppie omosessuali dal lontano 2001 e dal 2009 la Corte costituzionale federale ha stabilito l’estensione di tutti i diritti ed i doveri del matrimonio alle coppie dello stesso sesso registrate. Inoltre è probabile che – solo per restare ai Paesi europei – dopo Belgio, Islanda, Spagna, Norvegia, Svezia, Portogallo, Islanda, Danimarca, Francia, Paesi Bassi e l’imminente Regno Unito anche la Germania introdurrà il matrimonio per le coppie dello stesso sesso.
Seppur inconsapevolmente gli uccrociati ammettono che l’introduzione dei diritti per le coppie omosessuali non è assolutamente a svantaggio della cosiddetta “famiglia tradizionale” ed è possibile sia riconoscere diritti (come il matrimonio) per le coppie dello stesso sesso che adottare politiche a sostegno della maternità: lo stesso giornale dei vescovi italiani Avvenire aveva ammesso che nei Paesi dove era stato introdotto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso era forte il sostegno alle famiglie ed alle maternità. Continua a leggere

Il leader di Comunione e Liberazione Cesana: “Non è strano seguire concezioni durate millenni”. La terra ritorna piatta.

Il leader di Comunione e Liberazione Giancarlo CesanaLo dice chiaramente il direttore di Tempi Luigi Amicone in un’intervista a Giancarlo Cesana, storico leader di Comunione e Liberazione, pubblicata sul sito della rivista: «C’è un’evidente irrazionalità nella pretesa di mettere sullo stesso piano ineguaglianze di carattere sociale, economico, razziale o religioso». Con buona pace dei nostri Padri Costituenti (in maggioranza cattolici) che ci hanno lasciato quel bellissimo articolo tre della Costituzione secondo cui «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» prevedendo inoltre che è «compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Giancarlo Cesana si dimostra molto rispettoso della legge, soprattutto di quella “legge naturale” e l’uomo «deve in qualche modo adattarsi alla legge che ha stabilito qualcun altro». Facile presumere che questo “qualcun altro” sia dio: una entità a cui non credono milioni di atei ed a cui non presta attenzione la stragrande maggioranza dei cattolici. Comunque la soluzione è semplice: basta mandare in pensione giuristi, attivisti, politici e parlamentari ed «adattarsi alla legge che ha stabilito qualcun altro» lasciando interpretare cosa ha stabilito questo “qualcun altro” a papi, cardinali, vescovi, preti, monaci, santoni, profeti e maghi.

“Aiuto dottore, oggi mi sono svegliato gay”: in Brasile sconfitta per un disegno di legge per “curare” gli omosessuali.

Non è proprio un bel momento per le cosiddette “terapie riparative”: le fantomatiche cure mediche – bocciate dalla comunità scientifica – che vorrebbero far tornare gli omosessuali sulla via dell’eterosessualità.
Dopo la chiusura (con tanto di scuse) di Exodus International, un’organizzazione cristiana la cui missione era quella di aiutare gli omosessuali cristiani a tornare eterosessuali, una nuova sconfitta arriva dal Brasile.
Come riporta il New York Times, il parlamentare brasiliano João Campos aveva presentato un disegno di legge che avrebbe permesso agli psichiatri del Paese di trattare l’omosessualità al pari di una malattia ma martedì il deputato ha deciso di ritirare il suo disegno di legge.
Gli oppositori al progetto di legge volevano andare al voto e la decisione di Campos sembra un chiaro segno che sarebbe stato sonoramente sconfitto dalla Camera dei Deputati, la camera bassa del Congresso brasiliano.
Oltre che da Campos il disegno di legge era appoggiato da Marco Feliciano, controverso pastore e deputato che, nonostante sia al centro di polemiche per alcune posizione razziste, omofobe e misogine, è addirittura presidente della Commissione parlamentare per i diritti umani e le minoranze: ha ottenuto notorietà negli ultimi anni per il suo cristianesimo fondamentalista e le sue opinioni sociali conservatrici. Ora il ritiro del disegno di legge dovrà essere formalmente votato dalla Camera dei deputati ma l’esito sembra scontato. Continua a leggere

Usa. Ci scusiamo per gli abusi dei preti ma intanto mettiamo al sicuro i soldi della Chiesa: il caso del cardinale Dolan.

Il cardinale Timothy DolanNuovi guai per la Chiesa americana: dopo la bocciatura da parte della Corte Suprema del Doma (Defense of Marriage Act), il New York Times rivela della pubblicazione di documenti dell’Arcidiocesi di Milwaukee che coinvolgerebbero addirittura il cardinale Timothy F. Dolan, presidente della Conferenza episcopale americana che – nel 2007 quando era arcivescovo di Milwaukee – chiese autorizzazione al Vaticano di spostare 57 milioni di dollari a disposizione dell’arcidiocesi in un fondo fiduciario in modo da mettere al sicuro questo denaro da parte delle richieste di risarcimento delle vittime di abusi sessuali dei preti.
Il cardinale ha negato le accuse parlando di «attacchi vecchi e senza credito» ma agli atti dei documenti ci sarebbe una lettera del 2007 dell’allora arcivescovo Dolan indirizzata al Vaticano in cui spiegava la sua idea: «Prevedo una migliore protezione di questi fondi da qualsiasi rivendicazione ed obbligo legale». Il Vaticano avrebbe autorizzato prontamente la richiesta dando il consenso dopo cinque settimane.
La pubblicazione di questi documenti è stata salutata con entusiasmo dalle vittime degli abusi sessuali e dai loro avvocati gettando nuove ombre sul ruolo assunto da Dolan nella gestione dei casi di pedofilia. Da una parte il cardinale a capo dei vescovi americani ha sempre espresso pubblicamente la propria indignazione per i danni causati ai bambini e si è largamente scusato promettendo l’aiuto della Chiesa nella guarigione delle vittime. Da questi documenti emerge però anche come si sia speso per proteggere i beni della Chiesa americana, nel convincere i preti rei di abusi sessuali a lasciare volontariamente il loro incarico in cambio di benefit e stipendi e nell’usare le lunghe procedure del diritto canonico per rimuovere quei preti pedofili che non erano disposti a lasciare il loro incarico: in un caso – sottolinea il New York Times – sono serviti cinque anni per rimuovere un prete colpevole di abusi sessuali. Continua a leggere

Uccr ricorda Margherita Hack: solo false lacrime di coccodrillo.

Purtroppo, a 91 anni, Margherita Hack è andata via: molti i messaggi di cordoglio tra cui quello del presidente Napolitano secondo cui l’illustre scienzata ha onorato l’Italia.
Non potevano far mancare il loro messaggio di cordoglio quei bravi ragazzi cattolici di Uccr (Unione cristiani cattolici razionali) che, oltre ad esprimere la loro vicinanza al marito Aldo, agli amici ed a tutte le persone che hanno voluto bene all’astronoma fiorentina, ricordano la studiosa che «ha guidato l’osservatorio astronomico di Trieste e si è poi dedicata con successo alla divulgazione scientifica». Pur criticando alcune affermazioni di Margherita Hack gli uccrociati sottolineano la sua «indubbia autorità scientifica» e rimarcandone «l’onestà intellettuale» e la «simpatia umana».
Da ferventi cristiani quali sono gli Uccrociati la salutano con una frase commovente: «Il tuo colloquio con il Padre, probabilmente, sarà già iniziato a quest’ora: grazie Margherita per questa umanità, che ha insegnato molto anche a noi credenti. Arrivederci!». Tutto veramente molto bello e c’è da essere certi che ai nostri uccrociati veramente mancherà Margherita Hack. In effetti – nel corso di questi anni – hanno dedicato molta attenzione alla scienziata ma i toni non sempre accomodanti come il “coccodrillo” che le hanno dedicato.
Nel primo articolo a lei dedicato la scienziata è definita già nel titolo «illusa ideologo-scientista» definendola inoltre «buona marxista e lenin-comunista». Continua a leggere

Canada: il Paese dell’acero, dell’alce, del castoro, dell’hockey e dei senza religione.

«Dio mantieni la nostra terra gloriosa e libera»: sono queste alcune parole dell’inno canadese nella versione inglese mentre in quella francese c’è il riferimento anche alla croce. Forse bisognerebbe modificare l’inno nazionale almeno se si considera quanto emerge da una ricerca dell’istituto privato di studi politici, economici e sociali americano Pew Research Center che da quarant’anni monitora l’affiliazione religiosa in Canada.
I canadesi sono ancora in maggioranza cristiani: il 39 per cento si considera cattolico ed il 27 protestante. In ogni caso queste comunità religiose si sono sensibilmente ridotte dal 1971 quando l’88 per cento della popolazione si definiva cristiano (47 per cento cattolico e 41 protestante).
In questi ultimi 40 anni seppur di poco sono aumentati (dal quattro all’11 per cento) chi professa altre religioni (islam, induismo, sikhismo, buddismo, ebraismo e cristianesimo ortodosso orientale) mentre il maggior incremento (dal 4 al 24 per cento) è di chi si considera non affiliato a nessuna religione.
L’istituto di ricerca mette in evidenza che la crescita di coloro che si considerano non appartenenti a nessuna religione in Canada è simile a quanto avvenuto negli Stati Uniti: infatti in entrambi i Paesi solo una persona su venti si definiva non affiliata a nessuna religione negli anni Settanta ma – in Canada nel corso negli Ottanta e negli Stati Uniti dagli anni Novanta – è lentamente cominciato l’allontanamento dalla religione con un aumento più massiccio negli ultimi dieci anni. Continua a leggere