“Se ogni spagnolo esprimesse giudizi soltanto in base a ciò che effettivamente sa, in Spagna regnerebbe un gran silenzio che si potrebbe sfruttare per imparare”
Manuel Azana Diaz, Presidente della Repubblica di Spagna 1936-1939
Buongiorno a tutti.
Come certamente saprete fra pochi giorni verrà discusso in Parlamento il DDL Cirinnà, un disegno di legge che mira ad introdurre nel nostro paese forme legali di convivenza che comportano per i contraenti diritti ed obblighi simili a quelli nascenti dal matrimonio, le cosiddetti “unioni civili”, che potranno essere applicate anche a coppie dello stesso sesso.
Altrettanto bene saprete quanto tutto ciò abbia scatenato, per l’ennesima volta, il furore dei cattotaliban de noaltri, saliti nuovamente sulle barricate per ostacolare anche questa nuova proposta di legge, dopo aver contribuito ad affondare i PACS ed i DICO. A questo giro sembra però che il sabotaggio sarà più difficile, non solo perché sembra che i tempi siano finalmente maturi (anche se le testate cattoliche negli ultimi tempi si sono affrettate a pubblicare, con frequenza quasi quotidiana, decine e decine di sondaggi, fatti da non-si-sa-bene-chi, da cui risulterebbe il 1500% degli italiani sono contrari alla legalizzazione delle unioni omosessuali), ma anche perché sul nostro Paese pesa la sentenza del 21 luglio 2015 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che invita il Parlamento italiano a legiferare in materia, facendo così uscire dal limbo giuridico in cui sono confinate le coppie che hanno scelto di avvalersi di legislazioni estere per regolarizzare la propria unione.
Ecco allora la geniale (credici) trovata dei prodi Difensori della famiglia tradizionale: un Family Day (il secondo in meno di un anno) per il 30 di gennaio che, più che “tutelare la famiglia”, è un esercizio di celhodurismo in salsa cattolica, una pacchiana esibizione muscolare in mancanza di argomenti più efficaci. Un bell’esempio di quella stessa pezzenteria argomentativa che vedremo alla manifestazione al Circo Massimo, ce l’ha data ieri (NDR: Mercoledì 20 gennaio 2016 per chi legge) il direttore di Tempi. Luigi Amicone, in uno stralcio di un suo editoriale (l’articolo completo è disponibile nella versione cartacea della rivista ciellina ma, ai fini di questo articolo, basta la versione ridotta on line), dal titolo “BASTA CON LA LAGNA DEI PAESI “PROGREDITI. SIAMO ITALIANI NON SCEMI”. Continua a leggere

Sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso in Francia la battaglia è stata molto accesa ed alla “pugna” ha preso parte anche la stessa stampa italiana. Uno dei “leit motiv” più frequenti di chi si oppone al matrimonio per le coppie gay è: sposarsi non importa neanche agli stessi omosessuali.
David Cameron si è privatamente pentito di aver sostenuto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso: questo è quanto sostiene l’opinionista del Telegraph Matthew D’Ancona nel suo libro “In It Together” in un
Nello Utah le leggi dello Stato proibivano le convivenze poligamiche ma – una sentenza del 13 dicembre 2013 del Tribunale Federale presieduta dal giudice Clark Waddoups ha dichiarato tali norme lesive del diritto alla privacy e della libertà religiosa.
Solo in Italia la
Per fortuna ci pensa il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire a rivelarci che l’Italia è nella top ten del rispetto per quanto riguarda l’omofobia: «L’Italia un paese intollerante? Dove i gay sono visti con diffidenza e discriminati? Falso. Al netto dell’acida propaganda ideologica, che ci vorrebbe “omofobi”, l’Italia appare come un paese sereno e accogliente. Tre italiani su quattro, oggi, non sono ostili nei confronti della persone omosessuali e meno di uno su cinque li ritiene un problema», così
Interviene a gamba tesa papa Francesco nella politica italiana con un messaggio alla Settimana Sociale dei cattolici italiani. Lo fa scagliandosi contro il matrimonio per le coppie dello stesso sesso e richiamandosi addirittura alla Costituzione della Repubblica italiana. Queste le
Il 2013 è stato certamente un anno importante per i sostenitori del matrimonio per le coppie dello stesso sesso. In Europa è diventato realtà in Francia e Regno Unito (ad eccezione della Scozia e dell’Irlanda del Nord) ed in Uruguay e Brasile per quanto riguarda il Sud America. Inolre in Oceania la Nuova Zelanda è diventato quest’anno il primo Paese a prevedere questo istituto.
In Gran Bretagna è stato approvato – dopo lunghe discussioni – il matrimonio per le coppie dello stesso sesso.