Chi ha modificato il profilo Facebook con l’arcobaleno gaylesbico è omologato al pensiero unico, senza intelligenza autonoma, e celebra qualcosa di stupido che non lo riguarda neanche, tanto siamo in Italia. Ho reso adeguatamente il pensiero saccente di alcuni strateghi falliti dei diritti umani? Spero non siate della parrocchia ma se avete criticato chi ha colorato il proprio profilo nei giorni scorsi, ora sedetevi perché mi sa che non avete capito una fava e avete proprio bisogno di un pugno sul crapino per riprendere un poco il controllo del cervello, avendo perso un’ottima occasione per mostrarvi umani e non dire stupidaggini. E la prossima volta che a noi verrà voglia di mostrare solidarietà, gioia, appartenenza, senza che oltretutto vi si chieda niente (proprio perché non contate niente), forse avrete imparato a farvi gli affari vostri. E possibilmente eviterete di darci lezioni su come dobbiamo vivere persino con o senza colori sulle nostre fotografie. Siete seduti, ora? Bravi, perché questa non sarà una passeggiata. Continua a leggere
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Lasciate che i bambini vengano a me……ma non vadano dai gay.
«Lasciate che i bambini vengano a me»: così disse Gesù ai suoi discepoli. E c’è da credere che queste parole sono state ben applicate nel corso dei secoli. I bambini – quando ancora riescono solo a piangere – sono battezzati e diventano cristiani a tutti gli effetti, la maggior parte di loro andrà in un asilo (spesso cattolico e gestito da suore) e – quando più grandicelli – cominceranno a frequentare ore ogni settimana di catechismo per accostarsi alla comunione prima ed alla cresima poi. Ovviamente, sin dalla prima elementare, dovranno sorbirsi un’ora settimanale di insegnamento della religione cattolica per tutto il loro corso di studi. Un indottrinamento in piena regola che spesso ha come unico risultato quello di allontanare i giovani dalla religione e dal cattolicesimo.
Ovviamente questo indottrinamento istituzionalizzato non spiace ai cattolici che però cominciano a storcere il naso nel momento in cui i bambini cominciano a ricevere altri tipi di insegnamenti.
Tommaso Scandroglio sulla Nuova Bussola Quotidiana storce il naso davanti al “Palermo Pride Bimbi”: «Per i piccoli balilla del credo omosessualista niente carri-girelli mascherati e gattonamenti per le strade palermitane in costumi adamitici tuttalpiù resi più pudichi da pannolini colorati, bensì laboratori artistici, musicali, teatrali e letture di fiabe la cui impronta dominante è quella dell’inclusività e della valorizzazione delle differenze degli orientamenti sessuali. A pilotare il progetto c’è Famiglie Arcobaleno, un’associazione di famiglie omosessuali». Continua Scandroglio: «La mossa dei gay siculi è manifesta in quanto a scopi: è più facile vergare la superficie immacolata della mente e dell’anima dei bambini con i segni distintivi dell’ideologia del genere piuttosto che incidere a duri colpi di scalpello le personalità già formate dei loro genitori». Continua a leggere
Uccr: Mosca non si piega alla “lobby” gay. La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha una diversa opinione.
Il blog dell’associazione Uccr (Unione Cristiani Cattolici Razionali) pubblica un articolo dal titolo “Mosca non si piega alla lobby e vieta il Gay pride”. Il riferimento è alla decisione del comune di Mosca di vietare per la settima volta consecutiva il Gay Pride – ribattezzato nell’articolo come “Fiera del nulla”.
Sebbene l’autore dell’articolo ritenga che è «legittimo manifestare le proprie idee, ma il fine non giustifica i mezzi», la stessa Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha sentenziato che il provvedimento dell’amministrazione moscovita che vieta i Gay Pride è discriminatorio. .
Sempre nell’articolo si riporta la notizia che il Tribunale di Mosca ha confermato la decisione di permettere il rifiuto di richiesta del permesso di svolgere il “Gay Pride” per i prossimi cento anni.
L’arte del sofisma: picchiare la gente è segno di “civiltà”, difendere i diritti degli omosessuali è un crimine contro gli omosessuali. Quando il bianco diventa nero e il nero è fatto passare per bianco.
Pontifex ultimamente ci sta stupendo con il suo cattivo gusto più che mai. Dopo le penose considerazioni sul funerale di Sarah Scazzi (nel quale i farisei, invece di pensare alla morta, hanno badato a dettagli molto più “importanti” e “fondamentali” come il colore delle esequie e del sacerdote, la posizione del tabernacolo e sul fatto che in fondo anche la povera Sarah tanto “innocente” non era: poteva pensarci un poco prima a farsi battezzare invece di rimanere una impenitente “eretica” senza Dio.), oggi si torna con grande “stile” ad una delle cose più amate dai pontifessi: i sofismi, l’arte di giocare con le parole fino al punto di rovesciare il loro significato, fino a quando non si può che affermare con certezza che “il bianco è nero, e il nero è bianco”. Continua a leggere
Messaggi sublim…inali.
Anche oggi pubblicamente confesso che la mia vena masochista ha prevalso sulla ragione e mi sono ritrovato a leggere le pagine di Pontifex per l’edizione serale.
All’inizio il mio masochismo è restato deluso, lo ammetto: solo i soliti ’emeriti’ sproloqui alternati ai polpettoni apologetici. Poi ecco che la mia sodomitica ‘perversione’ si accende: una foto mette in bella mostra un’immagine di un gay pride con tanto di bandiera rainbow!
Mi stavo già pregustando il Babini Bruno Di Pietro Meluzzi Volpe show, quando qualcosa nel contesto sembra stonare. L’articolo è dedicato alla giornata mondiale in difesa del malato di mente. Leggo l’articolo a firma di tale Previte, ammetto di non sapere chi sia, ed a parte una statistica dell’osservatorio pontificio non trovo nulla da eccepire.
Nulla eccetto quella foto. Non so chi tra i due ‘giornalisti’ oppure il prete di campagna sia responsabile per quella foto, ma ho sentito di non poter tacere.