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La Chiesa cattolica e il moralismo in economia

Eric Michael Packer Cosmopolis

"Cioè, davvero mi stai dicendo che tutto quello che dovrei fare per non autodistruggermi sarebbe comportarmi a modino?"

“Cioè, davvero mi stai dicendo che tutto quello che dovrei fare per non autodistruggermi sarebbe comportarmi a modino?”

Pare che il mio precedente articolo abbia ricevuto una risposta. E non mi riferisco ai commenti, ma proprio ai quotidiani ufficiali vescovili. Non che siano risposte dirette, non sono così importante né pretendo di esserlo, trattasi bensì di affermazioni che approfondiscono il tema in questione: la chiesa e la sua concezione politica-economica sotto l’attuale pontificato.

Le fonti sono sempre le stesse: le parole papali, il commento su ad esse e il commento politico-economico “in generale” di un articolista di Avvenire (lo stesso della volta precedente: la risposta più diretta tra tutte).

Cominciamo al solito dalle parole papali, stavolta incentrate sul tema del traffico d’armi… apparentemente:

“L’uomo è capace di distruggere tutto quello che Dio ha fatto”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia muovendo dal passo drammatico della Genesi che mostra l’ira di Dio per la malvagità dell’uomo e che prelude al diluvio universale. L’uomo, ha constatato con rammarico, “sembra essere più potente di Dio”, è capace di distruggere le cose buone che Lui ha fatto. […] Nei primi capitoli della Bibbia, ha proseguito, troviamo tanti esempi – da Sodoma e Gomorra, alla Torre di Babele – in cui l’uomo mostra la sua malvagità”.

Insomma il tema del pacifismo, sacrosanto, trattato coi soliti luoghi comuni ecclesiastici. Le guerre non hanno storia ed attori e qui è già tanto se indica una causa interna sui generis al posto di prendersela con Satana o chi per lui… ma fin qui il discorso è anche condivisibile, e fuori tema, quindi non ci faremo caso più di tanto. Continua a leggere

Il papa, l’economia e la mala fede

Michael Novak. Sarà stato scaricato dai vertici ecclesiastici... ne dubito

Michael Novak. Sarà stato scaricato dai vertici ecclesiastici… ne dubito

L’economia è un tema delicato. Difficilmente dovrebbe intendersi separatamente dalla politica, difatti è innegabile che gli agenti economici siano anche agenti politici e viceversa: in fondo sia gli operai che gli azionisti che i capi fabbrica votano, e il loro voto influirà (anche se dati i tempi è meglio metterlo al passato) sulla loro attività.

Perché questa premessa che potrebbe essere benissimo inserita in un corso accelerato sul pensiero marxiano? Perché oggi ho intenzione di togliermi un altro sassolino dalla scarpa: se infatti sostengo che l’attuale amministrazione vaticana sia gesuita di nome e di fatto, non posso non toccare anche questo argomento.  Argomento che volendo è anche quello che svela di più le proprie posizioni: come i regimi nostrani dovrebbero aver insegnato, è inutile sbandierare la partecipazione popolare, possibilmente operaia, se poi ti allei col cartello degli industriali.

Come riferimento per le posizioni cattoliche prenderà un articolo del quotidiano dei Vescovi, la trascrizioni del discorso papale all’Expo (sic!) e quello ai movimenti popolari. Continua a leggere

Chiesa e pedofilia: avanti a passo di gambero

Buongiorno a tutti.

Fra il dicembre del 2013 ed il febbraio del 2014 scrissi una serie di articoli sulla questione “Pedofilia & Clero”: nel primo evidenziai come le entusiastiche lodi tessute dai giornalisti italiani alla “riforma” (anzi alla “scelta rivoluzionaria” come venne chiamata) di Papa Francesco andassero fortemente ridimensionate giacché insieme al (presunto) cambiamento di rotta sulla questione della repressione della pedofilia ecclesiastica era stata introdotta anche una norma che sanzionava pesantemente chi divulgasse notizie, documenti od informazioni su “interessi fondamentali” della Chiesa; nel secondo esaminai i punti salienti dell’audizione del 16 Gennaio 2014 a Ginevra di Mons. Tomasi di fronte al Comitato di 18 membri della Commissione Onu per i diritti del bambino e le reazioni di Tempi e la Nuova Bussola Quotidiana alle critiche mosse al Vaticano; nel terzo invece riportai due articoli di Radio Spiedo sullo stesso argomento.

A distanza di un anno torno su questo argomento e debbo constatare che nulla è cambiato: toni trionfalistici da parte della stampa nazionale a fronte di nessuna novità rilevante. Vediamo brevemente il perché. Continua a leggere

Il convegno degli esorcisti ed Avvenire

esorciccioQuando è (era) Stanzione, quando è (era) Ciddippino a fare dichiarazioni su esorcismi e demoni parecchio imbarazzanti, ancorché di dubbia ortodossia cattolica, per il sottoscritto è tutto nella norma. Ci si abitua per lo meno, e certo non si può pretendere un minimo di buonsenso da degli integralisti su certe faccende.

Ma quando è il convegno ufficiale degli esorcisti cattolici le cose sono un attimo diverse. Anche tenuto conto che nessuno dei succitati figuri potrebbe essere stato presente bisogna considerare l’opinione delle alte gerarchie ecclesiastiche. E che succede quando il giornale della CEI lo avalla e mette in giro dichiarazione imbarazzanti in modo alquanto familiare? Sta pure a vedere che ci tocca rivalutare Stanzione!  Continua a leggere

Avvenire, le chiese e le città: buon viso a pessimo gioco

Das Stadt... !

Das Stadt… !

Come reagisce la Chiesa Cattolica allo svuotarsi dei propri luoghi di culto a cui destina (meglio: destiniamo, data la ripartizione delle scelte col’8×1000) così tanti soldi ed energie? Non bene.

Figurarsi col progressivo laicizzarsi della popolazione…

Ed infatti  l’articolo che commenterò oggi, in piena sintonia colle uscite papali, pare uscito da un libello ottocentesco scritto contro Il Moloch della città (e qualsiasi cosa non sia stato Restaurato nell’Ancien Régime). Insomma, un’alternativa cartacea al Metropolis di Fritz Lang, pudicamente censurato nei suoi messaggi marxisti.  Continua a leggere

Il Vaticano all’Expo2015, dubbi e perplessità

L'Esposizione Universale 2015. E c'è anche la Santa Sede... ma non temete: c'è una discreta possibilità che non finiscano mai il suo padiglione (figurarsi gli altri)!

L’Esposizione Universale 2015. E c’è anche la Santa Sede… ma non temete: c’è una discreta possibilità che non finiscano mai il suo padiglione! (figurarsi gli altri)

 

Il Vaticano all’Expo2015. Che dire? In effetti, si potrebbero dire molte cose. ma di primo acchito la mia prima reazione è stata una semplice confusione. Il motivo è presto detto: Esposizione… cibo… ok… ma il Vaticano cosa potrà mai c’entrare?

Vediamo che ci suggerisce il quotidiano della Cei:

«Non di solo pane… Dacci oggi il nostro pane». Si presenta con questo forte richiamo evangelico il padiglione della Santa Sede all’Expo di Milano. Il tema del cibo, del nutrimento, per il corpo e per l’anima, nell’esposizione universale («Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita», dal 1° maggio al 31 ottobre) a cui partecipano ben 145 Paesi. Quattro gli ambiti tematici proposti: «Un giardino da custodire» (la tutela del creato, con tutte le sue risorse); «Un cibo da condividere» (il valore universale della condivisione e della solidarietà); «Un pasto che educa» (per formare le giovani generazioni a una cultura della relazione umana centrata sull’essenziale e non sullo spreco consumista); «Un pane che rende Dio presente nel mondo» (la dimensione tipicamente religiosa e cristiana dell’eucaristia, della mensa della parola e del pane di vita, “fonte e culmine” di tutta l’esistenza cristiana). Continua a leggere

La questione dei Re Magi: Avvenire fa lo gnorri…

Zoroastro. Che c'entra? Leggete e scoprite... ;)

Zoroastro. Chi era costui?

Premessa: Non mi è mai capitato di commentare-confutare Avvenire. Il quotidiano della Cei. Men che meno i suoi articoli apologetici. Quindi per me questa sarà una sorta di prova. Perché oggi? Non c’è un motivo, se non lo straparlare del pontefice (e baciapile) della figura dei Magi. Avverto: potrebbe esserci qualche imprecisione, di sicuro ce ne sarà almeno una, e di questo eventualmente me ne scuso subito. Della mia parzialità non ne parliamo nemmeno: non pretendo di essere oggettivo (perlomeno in assoluto) e quindi qualsiasi accusa di questo genere non scrivo che sarebbe o non sarebbe vera: banalmente sarebbe irrilevante. Le fonti sono già quelle che ho citato altrove: l’Avesta ecc. ecc.

Ma cominciamo subito senza perderci in altri preamboli.

Riporto stralci di questo articolo apologetico qui

​Solo un Vangelo ne parla, quello di Matteo: «Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”… Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra».

Già qui il nipotino di Padre Bresciani non riesce a nascondere il dettaglio imbarazzante:

Solo un Vangelo ne parla, quello di Matteo

Alla faccia delle concordanze!
Ma continuiamo: Continua a leggere

Adozione a coppia di lesbiche: Avvenire e quei “problemi morali rilevanti”.

Non poteva di certo mancare la reazione della Chiesa cattolica davanti alla sentenza del tribunale per i minorenni di Roma che ha deciso l’adozione di una bimba di cinque anni ad una coppia di due donne conviventi da circa dieci anni e regolarmente sposata all’estero. La bambina è stata concepita, grazie alla fecondazione eterologa, da una delle mamme (che quindi risultava madre legale a tutti gli effetti): la decisione del Tribunale di Roma ha esteso l’adozione anche all’altra donna che – sin dalla nascita – si è occupata allo stesso modo della minore.
“Sentenza choc”: questa è la litania del clero italiano davanti a questa decisione.
Non sembra proprio essere corrispondente alla tanto decantata apertura di papa Francesco il commento del giornale dei vescovi italiani Avvenire: «Volevano andare oltre il loro amore lesbico. In sfregio alle leggi, e al normale buon senso, hanno preteso di “sposarsi”, acquisendo in qualche Paese facile un pezzo di carta che in Italia non vale nulla. Sono poi tornate all’estero per pagarsi ciò che la legge nel nostro Paese, e la natura, non avrebbero consentito: la vita di un bambino. Non importava quale delle due dovesse partorirlo, era indifferente al punto che hanno scelto sulla base del corpo più giovane». Sembrano così lontane le parole di papa Francesco: «Chi sono io per giudicare un gay?».

La posizione dei preti italiani è condivisa da altre autorità ovviamente “super partes” come quella del vice-presidente dei Giuristi cattolici, Giancarlo Cerrelli che, da quanto afferma, sembra ben conoscere quale sia il “bene” della bambina: «È del tutto evidente che ci troviamo di fronte a una sentenza ideologica, che vuole scavalcare il Parlamento e che, soprattutto, non guarda al bene della bambina». Evidentemente Cerrelli conosce così bene la bambina e la realtà familiare in cui è cresciuta da poter smentire la psicologa e l’assistente sociale che – come risulta nella sentenza – hanno dichiarato che «dall’incontro con le due mamme non sono emersi elementi che possano indurre a ritenere l’esistenza di un qualsivoglia disagio o disturbo della bambina causato, in ipotesi, dalla sua realtà familiare». Continua a leggere

Anche con un poco di zucchero alla Chiesa la pillola non va proprio giù.

I metodi contraccettivi non hanno mai riscosso l’approvazione della Chiesa cattolica: una vera e propria guerra persa almeno in Italia dove la maggioranza delle persone non considera immorali gli anticoncenzionali.
Se in Italia poche possibilità ci sarebbero di bloccare la pillola del giorno dopo, in Bolivia il segretario generale della Conferenza Episcopale Boliviana Eugenio Scarpellini ha chiesto al governo di eliminare la vendita della pillola del giorno dopo perché non potrebbe essere considerata un contraccettivo.
Anche in Italia da parte del mondo cattolico la pillola del giorno dopo non è considerata un contraccettivo ma un “intercettivo” così come spiega Anna Fusina su Zenit, l’agenzia di stampa dei Legionari di Cristo. L’intercezione sarebbe «una tecnica che intercetta l’embrione rendendone impossibile l’annidamento nella parete uterina» e perciò non avrebbe «un effetto contraccettivo, ma antinidatorio, cioè abortivo». Un paragone tra contraccezione ed aborto condiviso, sempre su Zenit, da Elisabetta Bolzan secondo cui «anche la contraccezione di emergenza può provocare l’uccisione di un concepito» e per cui «il criterio di decisione che porta alla diffusione della contraccezione d’emergenza e al suo utilizzo è dunque il desiderio che una donna, una coppia hanno o meno nei confronti del figlio, ideale o reale che sia, sopprimendo di conseguenza l’oggettività che si è di fronte a una vita umana». Continua a leggere

I Giuristi Cattolici contro l’adozione?

Il parlamento lo aveva deciso a larga maggioranza già nel novembre 2012: nessuna distinzione tra figli nati dentro o fuori dal matrimonio. Una decisione bipartisan e su cui solo una parte minoritaria del mondo cattolico aveva espresso le sue critiche.
Sull’argomento interviene, con un editoriale dalle pagine del quotidiano dei vescovi italiani Avvenire, il presidente dell’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci) professor Francesco D’Agostino.
Il giurista, professore anche alla Libera Università Maria Santissima Assunta ed alla Pontificia Università Lateranense e membro della Pontificia Accademia per la Vita, pur accogliendo con soddisfazione per la decisione delle Camere, esprime le sue perplessità: «Eppure, il nuovo contesto legale che si è venuto a creare non è senza ombre. La riforma può apparire circoscritta, in quanto ha per oggetto solo lo statuto legale dei figli, ma di fatto ristruttura la dimensione legale della famiglia in generale. Non hanno torto coloro che osservano che, dopo la nuova legge, la genitorialità viene drasticamente ridefinita dal legislatore: più che coloro che li procreano, la legge considera “genitori” colore (sic, ndr) che riconoscono, accolgono, educano i “figli”, indipendentemente dal fatto che ne siano o no “genitori biologici”. È l’amore che crea la genitorialità – così sembra che pensi la legge –, non la “natura”». Continua a leggere