«Nella vita di alcuni uomini vi sono momenti, in cui essi sentono vacillare tutte le loro certezze, venir meno tutte le loro luci, tacere le voci delle passioni e degli affetti e di quanto altro animava e muoveva la loro esistenza. Ricondotto al proprio centro, l’individuo avverte allora a nudo il problema di ogni problema: Che sono io?
Sorge allora, quasi sempre, anche il senso che tutto ciò che si fa non solo nella vita ordinaria, ma altresì nel campo della cultura, in fondo serve solo per distrarsi, per crearsi la parvenza di uno scopo, per aver qualcosa che permetta di non pensare profondamente, per velare a sé stessi l’oscurità centrale e per sottrarsi all’angoscia esistenziale.
In alcuni casi una crisi del genere può avere un esito catastrofico. In altri si reagisce. L’impulso di una forza animale che non vuol morire si riafferma, inibisce ciò che è balenato attraverso esperienze siffatte, fa credere che si tratti solo di un incubo, di un momento di febbre della mente e di squilibrio nervoso. E ci si va a creare qualche nuovo accomodamento, per tornare alla “realtà”.
Vi è poi chi scarta. Il problema esistenziale, che egli ha sentito, per lui – imponente ad assumerlo per intero – diviene “problema filosofico”. E il gioco ricomincia. Con un qualche sistema di speculazione, si finge luce nell’oscurità e si dà nuova esca alla volontà di continuare. Un’altra soluzione equivalente è il passivo rimettersi a strutture tradizionalistiche, a forme dogmatiche svuotate di un contenuto vivente e presentatesi come semplici complessi dogmatici e devozionali.
Altri, però, tengono fermo. Qualcosa di nuovo e di irrevocabile si è determinato nella loro vita. Il circolo chiusosi intorno a loro intendono spezzarlo. Essi si staccano dalle fedi, si staccano dalle speranze. Vogliono dissipare la nebbia, aprirsi una via. Conoscenza di sé e, in sé, dell’Essere – ciò essi cercano. E un tornare indietro per essi non c’è.»
[Tratto dall’introduzione alla raccolta di testi conosciuta come “Introduzione alla magia quale scienza dell’Io” edito dal “Gruppo di Ur”, a cura di Julius Evola.] Continua a leggere→