L’insulto riecheggia il combattimento a manu nude. Innanzitutto, quando si vuole assestare un bel destro al nostro avversario, è indispensabile tenere in conveniente considerazione il grado della nostra forza. Inoltre, possiamo permetterci il lusso di parare il colpo del nostro contendente, oppure no? La conoscenza di questa regola vale anche nell’arte dell’insulto. Per esempio, prima di insultare il nostro rivale con vaticini di morte ci si dovrebbe perlomeno rendere conto che lui potrebbe fare esattamente lo stesso. Si distolga, dunque, l’attenzione da sproloqui talmente sperticati e inconcludenti!
La nobile arte dell’insulto, cap. I: conoscere se stessi conoscere gli altri
Si dice che chi conosce il suo nemico e conosce se stesso potrà affrontare senza timore cento battaglie. Colui che non conosce il nemico ma conosce se stesso a volte sarà vittorioso, a volte incontrerà la sconfitta. Chi non conosce né il nemico né se stesso inevitabilmente verrà sconfitto in ogni scontro.
L’Arte della Guerra, cap. III: programmare un’offensiva
Lo ammetto: è assai facile farmi uscire dai gangli, certe volte ho davvero un caratteraccio. Ma mi si permetta anche di dire a mia discolpa che se nel giro di qualche riga a seguito delle immani stronzate che mia sponte mi e vi sottoporrò darò, come si suol dire, di matto non sarà certo a causa mie e men che meno la cosa sarà priva di comprensibile e giustificabile ragione.
Orbene, perché questa autodifesa preventiva? Semplice: ai nostri sempre cari coinquilini non bastava pubblicare un florilegio su di un libro dal latitante senso dell’onestà e della buona argomentazione, no. Essi si son pure spinti a pubblicare un’intervista allo sfortunato autore che, bontà sua, nel tentativo di racimolare qualche danaro in più è costretto a farsi pubblicità con le sue stesse parole. E si nota, visto che utilizza le stesse identiche pseudo-argomentazioni presenti nel libro in primis e nelle recensioni di questo in secundis! Continua a leggere