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3 Ottobre 2014

Già. Con molto male nel cuore sono costretto ad intervenire.
Scatenerò le ire di molti. Ma la discussione scatenata da un paio di articoli pubblicati di recente mi costringe a mettere un freno. Chiamatemi censore.

Renderò indisponibili i due articoli (ed i relativi commenti) oggetto di questa discussione. Per esperienza so bene che un semplice monito non serve a molto. Passo direttamente all’azione.

Chiedo scusa a tutti fin da subito per la mia decisione.

nero su bianco

stimolato dalla lettura di molti commenti fatti su pontilex, pubblico un approfondimento a proposito dell’islam e dei musulmani. chi mi conosce bene sa che non sono persona che le cose le dice (e le scrive) a mezza bocca. se sono convinto delle mie idee le affermo senza riserve. questa e’ una di quelle occasioni.

ieri, seguendo in silenzio una discussione polemica (tra l’altro sterile) a proposito delle ragioni e dei torti di occidentali e musulmani, mi sono trovato di fronte all’ennesima lista di luoghi comuni frutto di una generalizzzione piu’ che mai pervicace e pervasiva. i soliti luoghi comuni come “le religioni vogliono tutte la pace“, “i musulmani sono brave persone come noi“, “gli estremisti sono dappertutto e comunque quelli islamici sono una minoranza rispetto ai musulmani moderati“, “il mio vicino di casa e’ musulmano, ogni tanto ci parlo e mi sembra tanto una brava persona“.  insomma tutto il campionario di luoghi comuni a buon mercato ai quali siamo abituati.

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Come capire se la tua libertà religiosa è in pericolo in 10 semplici domande.

In questo periodo, la cristianofobia è un tema caldissimo, insieme allacristianofobia morte della libertà umana e la fine della civiltà occidentale. A causa del matrimonio gay (che non esiste) e della legge sull’omofobia (che non esiste), la libertà di pensiero e di religione vengono violate ogni giorno. I cattolici stanno lottando e allertando l’Occidente per questi pericoli e per farlo vanno in piazza coi musulmani (di cui denunciano le persecuzioni contro i cristiani in Medio Oriente). In centinaia di piazze italiane decine di persone vegliano per difendere la libertà dei religiosi. La violentissima lobby gay sta imponendo leggi dittatoriali per impedire agli eterosessuali di sposarsi, di farsi chiamare mamma e papà, e di educare i bambini al giusto disprezzo per gli e le omosessuali. Ogni persona con una seppur minima passione per i diritti civili dovrebbe trovare questo pericolo dittatoriale un tema di grande interesse. E dato che tutti abbiamo bisogno di determinare se le nostre libertà religiose siano a rischio, ecco un piccolo quiz. Lo chiameremo “come stabilire se la vostra libertà religiosa è minacciata in sole 10 facili domande”. E’ uno strumento utile per chi manifesta in questi giorni nelle piazze. Continua a leggere

L’omofobia spiegata ai figli della Miriano, coi disegnini.

Cari bambini, cari piccoli mirianini, la vostra mamma tempo fa vi ha spiegato in un post esilarante cosa lei avesse capito del matrimonio gay. Ne ha capito così tanto che gay e lesbiche a distanza di tempo stanno ancora ridendo, soprattutto per il punto in cui affermava che nel matrimonio tra due donne non possa esserci neanche una madre perché arriva dal latino. miriano mater e minus

Cari bimbi, oggi mentre la vostra mamma vi ha abbandonati da soli per scrivere quegli articoli inutili sui gay che non legge nessuno, vi spiego quelle due parole che lei e i suoi amici usano sempre quando parlano di noi. Omofobia ed eterofobia. Tra i compagnucci della mamma si sente spesso che “l’omofobia non esiste e non c’è neanche la parola“. Bambini, non spaventatevi quando urlano quelle cose sbavando sul tavolo, sono dei giocherelloni, non lo intendono davvero. Si, lo sappiamo, loro vi dicono che l’omofobia non c’è e nemmeno il termine sul dizionario. Ma dovete sapere che molto spesso gli adulti che non sanno le cose, per sembrare più intelligenti ti spiegano proprio le cose che non hanno capito. Bimbi, ricordatevi di non farlo anche voi a scuola, eh? Se non sapete qualcosa, non insegnatela ma chiedete, ok? Oggi vediamo insieme se esiste l’omofobia e se i grandi hanno ragione quando dicono che siamo noi invece a essere “eterofobi”. Lo so che vi hanno insegnato a parlare a degli amichetti invisibili con le ali, a chiedergli i piaceri e a non dire certe cose sennò arriva il diavoletto. Dovete sapere che mammina e i suoi amici vivono in un mondo magico dove gli basta creare una parola per convincersi che quella cosa esista davvero o gli basta chiudere gli occhi e non usarne un’altra per illudersi che quella cosa non ci sia. Si, esatto, come vi dicono di fare in cameretta col babau. Oggi impariamo assieme come controllare quando sentite quelle cose da uno dei tanti adulti che vi ronzano intorno.  Continua a leggere

La psicologia è divisa sui gay? Quando l’omofobia dice bugie.

E’ vero che la comunità scientifica sia divisa sul tema se le persone omosessuali siano sane, malate, buoni o cattivi genitori? Nell’articolo precedente abbiamopontilex visto che la risposta è no, questa divisione non esiste. Abbiamo mostrato anzi come la comunità medico-scientifica sia compatta nell’appoggiare le richieste di diritti umani della comunità lgbtq. Le organizzazioni professionali che si occupano di tematiche scientifiche e sociali hanno iniziato diversi decenni fa a domandarsi se nella pratica della loro disciplina invece della ricerca scientifica ci fosse un bias, un pregiudizio. Visto che dagli anni 50 in poi sono stati riconosciuti molti di questi errori metodologici, la riflessione generale sui concetti diJAMA bias malattia e salute ha portato ad approvare codici etici per proteggere i pazienti (cioè noi) da questi abusi, volontari o inconsapevoli. E’ stata presa una posizione chiarissima (qua a destra un esempio di queste ricerche in medicina) perché s’è compreso che tutti i professionisti possono avere pregiudizi e basare su ciò le loro terapie invece che sulla ricerca. Questo articolo analizza lo stato della “presunta” divisione nella comunità scientifica psicologica. Continua a leggere

La scienza è divisa sui gay? Piccole bugie di omofobi cronici.

Gli omosessuali sono malati o no? Sono pericolosi come genitori? C’è divisione nella comunità scientifica su questo punto, come affermano gli integralisti cattolici? Gli scienziati sociali discutono davvero se le persone lgbtq siano mentalmente sane (“adjusted”, come si dice in ricerca sociale)? La risposta a queste domande è un gigantesco NONon c’è alcuna discussione o divisione. APA 1991 biasLe organizzazioni professionali che si occupano di tematiche scientifiche e sociali  hanno già risolto la questione da più di un decennio istituendo commissioni scientifiche per valutare le ricerche e poi approvare codici deontologici per proteggere i pazienti (cioè noi) dall’abuso dei loro colleghi (a destra una ricerca del 1991 che analizza i bias nella psicologia). Queste organizzazioni sanno che tutti i professionisti possono avere pregiudizi e basare su ciò le loro terapie invece che sulla ricerca. In questa serie di articoli analizzeremo lo stato del presunto dibattito nella comunità scientifica in ambito anglofono, cioè quello in cui la ricerca sociale è più attiva e da cui tutte le altre organizzazioni prendono spunto.

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Il coraggio delle idee

L’Europa e’ prima di tutto un’idea, un orizzonte culturale, uno spazio intellettuale definito dalla storia. L’Europa e’ la sorgente dell’idea moderna di democrazia costituzionale, la casa dei diritti umani, della libertà di opinione e di espressione.

Tutto questo, in modo crescente, e’ stato messo a rischio da quando le nostre guide politiche hanno iniziato a piegare la testa di fronte a certi dogmi religiosi giustificando la loro debolezza come “rispetto per le minoranze”. Questi dogmi religiosi sono completamente estranei ed alieni alla nostra storia culturale, i nostri valori ed il nostro concetto di legalità.

Questi dogmi stanno progressivamente erodendo i pilastri sui quali poggiano la nostra società e la nostra visione della storia futura. Questo accade ovunque sia garantito lo spazio affinché questo accada. Questi dogmi comandano obbedienza totale da parte dei suoi seguaci. Gli ispiratori di questi dogmi insegnano che “mai loro dovranno integrarsi nel sistema di valori europeo” e che farlo sarebbe per loro una vergogna, un peccato anche punibile con la morte. Le loro scritture e le teorie sociali che derivano da questi dogmi dicono chiaramente e senza equivoco che l’obiettivo è conquistare e sottomettere il mondo occidentale.

L’islam non ha fretta, nella visione islamica l’eternità è l’orizzonte temporale. E’ previsto un lungo processo di demoralizzazione e lenta occupazione della nostra società ormai indebolita. La dottrina islamica è proposta ed infiltrata nella nostra vita quotidiana poco alla volta, granello dopo granello, allo scopo di far crollare l’Europa dall’interno.  Continua a leggere

Lasciate che i bambini vengano a me……ma non vadano dai gay.

Pericolo_catechismo«Lasciate che i bambini vengano a me»: così disse Gesù ai suoi discepoli. E c’è da credere che queste parole sono state ben applicate nel corso dei secoli. I bambini – quando ancora riescono solo a piangere – sono battezzati e diventano cristiani a tutti gli effetti, la maggior parte di loro andrà in un asilo (spesso cattolico e gestito da suore) e – quando più grandicelli – cominceranno a frequentare ore ogni settimana di catechismo per accostarsi alla comunione prima ed alla cresima poi. Ovviamente, sin dalla prima elementare, dovranno sorbirsi un’ora settimanale di insegnamento della religione cattolica per tutto il loro corso di studi. Un indottrinamento in piena regola che spesso ha come unico risultato quello di allontanare i giovani dalla religione e dal cattolicesimo.
Ovviamente questo indottrinamento istituzionalizzato non spiace ai cattolici che però cominciano a storcere il naso nel momento in cui i bambini cominciano a ricevere altri tipi di insegnamenti.
Tommaso Scandroglio sulla Nuova Bussola Quotidiana storce il naso davanti al “Palermo Pride Bimbi”: «Per i piccoli balilla del credo omosessualista niente carri-girelli mascherati e gattonamenti per le strade palermitane in costumi adamitici tuttalpiù resi più pudichi da pannolini colorati, bensì laboratori artistici, musicali, teatrali e letture di fiabe la cui impronta dominante è quella dell’inclusività e della valorizzazione delle differenze degli orientamenti sessuali. A pilotare il progetto c’è Famiglie Arcobaleno, un’associazione di famiglie omosessuali». Continua Scandroglio: «La mossa dei gay siculi è manifesta in quanto a scopi: è più facile vergare la superficie immacolata della mente e dell’anima dei bambini con i segni distintivi dell’ideologia del genere piuttosto che incidere a duri colpi di scalpello le personalità già formate dei loro genitori». Continua a leggere

Siamo cattolici: ai bambini ci pensiamo noi.

La sentenza del tribunale di Roma riguardante l’adozione di una bambina di cinque anni ad una coppia di lesbiche non solo ha infiammato i vescovi italiani ma anche quel mondo di politici, giornalisti, cattedratici, giuristi, oculisti e macellai che gravitano intorno al mondo cattolico.
Addirittura di “golpe” dei pm scrive la deputata ultracattolica e membro dell’Opus Dei Paola Binetti sul Sussidiario.net ma non è la sola politica “scandalizzata” dalla decisione del tribunale per i minorenni.
Per Giovanardi si tratta di una «sentenza eversiva» (evidentemente l’eversione delle “Brigate gay” o “Brigate rosa”) mentre per il deputato Alessandro Pagano si è arrivati ormai al «Tribunale speciale contro la famiglia tradizionale»: insomma dopo aver conosciuto i tribunali speciali durante la dittatura fascista (che spesso mandavano al confino proprio gli omosessuali) ora il mondo gay attuerebbe una sorta di “vendetta” per tutto quanto han subito, eh sì.
Di “sentenza pericolosa” scrive Ruben Razzante sulla Nuova Bussola Quotidiana perché «mina alla radice l’unicità della famiglia naturale, sancita nella Costituzione, e mette a repentaglio solidi principi pedagogici»: evidentemente Razzante ne sa di più degli psicologi e degli assistenti sociali che invece si sono espressi a favore dell’adozione alla coppia lesbica. Continua a leggere

Adozione a coppia di lesbiche: Avvenire e quei “problemi morali rilevanti”.

Non poteva di certo mancare la reazione della Chiesa cattolica davanti alla sentenza del tribunale per i minorenni di Roma che ha deciso l’adozione di una bimba di cinque anni ad una coppia di due donne conviventi da circa dieci anni e regolarmente sposata all’estero. La bambina è stata concepita, grazie alla fecondazione eterologa, da una delle mamme (che quindi risultava madre legale a tutti gli effetti): la decisione del Tribunale di Roma ha esteso l’adozione anche all’altra donna che – sin dalla nascita – si è occupata allo stesso modo della minore.
“Sentenza choc”: questa è la litania del clero italiano davanti a questa decisione.
Non sembra proprio essere corrispondente alla tanto decantata apertura di papa Francesco il commento del giornale dei vescovi italiani Avvenire: «Volevano andare oltre il loro amore lesbico. In sfregio alle leggi, e al normale buon senso, hanno preteso di “sposarsi”, acquisendo in qualche Paese facile un pezzo di carta che in Italia non vale nulla. Sono poi tornate all’estero per pagarsi ciò che la legge nel nostro Paese, e la natura, non avrebbero consentito: la vita di un bambino. Non importava quale delle due dovesse partorirlo, era indifferente al punto che hanno scelto sulla base del corpo più giovane». Sembrano così lontane le parole di papa Francesco: «Chi sono io per giudicare un gay?».

La posizione dei preti italiani è condivisa da altre autorità ovviamente “super partes” come quella del vice-presidente dei Giuristi cattolici, Giancarlo Cerrelli che, da quanto afferma, sembra ben conoscere quale sia il “bene” della bambina: «È del tutto evidente che ci troviamo di fronte a una sentenza ideologica, che vuole scavalcare il Parlamento e che, soprattutto, non guarda al bene della bambina». Evidentemente Cerrelli conosce così bene la bambina e la realtà familiare in cui è cresciuta da poter smentire la psicologa e l’assistente sociale che – come risulta nella sentenza – hanno dichiarato che «dall’incontro con le due mamme non sono emersi elementi che possano indurre a ritenere l’esistenza di un qualsivoglia disagio o disturbo della bambina causato, in ipotesi, dalla sua realtà familiare». Continua a leggere