L'iconografia di San Pietro Martire è da sempre un chiaro esempio di come certo cattolicesimo ami compiacersi nell'immaginarsi eterno martire e vittima sempre eternamente perseguitata. Una religione che senza vittimismo perde tutta la propria ragione d'essere.
Nuova chicca di Volpe, attraverso le parole dell’emerito Ennio Appignanesi nell’articolo Non vi fidate quando tutti vi applaudiranno, siete sulla strada sbagliata. Beati quando vi perseguiteranno per causa di Cristo, il Cattolico non piace a tutti
“Il tradimento da scandalo nel privato, ma con la grazia di Dio, il pentimento e la confessione sacramentale si supera. Il divorzio invece é una violazione pubblica della indissolubilità e crea scandalo”
Insomma meglio tradire che divorziare! Il sacro Magistero vi invita a mettere le corna in segreto piuttosto che divorziare da un compagno/a di cui non siete più innamorati. Del resto è appurato che l’amore romantico è poco importante nella coppia: ciò che conta è solo la procreazione in quanto dovere verso Dio e la Chiesa.
Lo stesso articolo poi presenta la solita logica secondo il quale “molti nemici, molto onore”.
Questa logica solitamente è usata da chi ha motivo di essere disprezzato o biasimato da molti e quindi si inventa la giustificazione del “segno messianico”: “sono perseguitato perchè sono un genio incompreso”, “sono biasimato perchè sono nel giusto”, “il fatto che tutti ce l’hanno con me è la conferma che sono nel giusto”.
E’ un vecchio principio autogiustificatorio per creare, consciamente o inconsciamente, la sensazione di essere sempre nel giusto: se mi appludono e la gente mi apprezza, è segno che ho ragione. Se mi biasimano e mi sono ostili invece è sempre la conferma inversa del fatto che ho in ogni caso ragione io. E così “Dio è con noi”, oppure “Deus lo vult”, sempre e comunque. Continua a leggere→