Buongiorno a tutti.
Come certamente saprete pochi giorni fa è stato approvato il DDL cosiddetto “Buona Scuola” di riforma del sistema scolastico italiano. Una riforma che ha incontrato la dura opposizione anche da parte degli ultracattolici.
Ma se vi state chiedendo “Ohibò si sono svegliati tutto d’un colpo? A che si oppongono? al nuovo, ennesimo, maxi-regalone alle scuole private, in barba all’articolo 33 della Costituzione? oppure le 400 ore lavorative gratis regalate a Confindustria?”, siete fuori strada.
Queste per l’attivismo ultra-cattolico italiano son facezie, il vero problema per loro è il comma 16 dell’art. 1 L. 107/2015, che ingloba l’art. 5 comma 2 della Legge 119/2013, che riporto qui di seguito:
“Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119.”.
La suddetta legge 119 è rubricata “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonchè in tema di protezione civile e di commissariamento delle province” ed all’articolo e comma sopra indicati recita:
“Il Piano (NDA: il Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, previsto dal comma 1 dell’art. 5 e di competenza del Ministero delle Pari Opportunità), con l’obiettivo di garantire azioni omogenee nel territorio nazionale, persegue le seguenti finalità:
- a) prevenire il fenomeno della violenza contro le donne attraverso l’informazione e la sensibilizzazione della collettività, rafforzando la consapevolezza degli uomini e dei ragazzi nel processo di eliminazione della violenza contro le donne e nella soluzione dei conflitti nei rapporti interpersonali;
- b) sensibilizzare gli operatori dei settori dei media per la realizzazione di una comunicazione e informazione, anche commerciale, rispettosa della rappresentazione di genere e, in particolare, della figura femminile anche attraverso l’adozione di codici di autoregolamentazione da parte degli operatori medesimi;
- c) promuovere un’adeguata formazione del personale della scuola alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere e promuovere, nell’ambito delle indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, delle indicazioni nazionali per i licei e delle linee guida per gli istituti tecnici e professionali, nella programmazione didattica curricolare ed extra-curricolare delle scuole di ogni ordine e grado, la sensibilizzazione, l’informazione e la formazione degli studenti al fine di prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un’adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo;
- d) potenziare le forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli attraverso modalità omogenee di rafforzamento della rete dei servizi territoriali, dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza alle donne vittime di violenza;
- e) garantire la formazione di tutte le professionalità che entrano in contatto con fatti di violenza di genere o di stalking;
- f) accrescere la protezione delle vittime attraverso il rafforzamento della collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte;
- g) promuovere lo sviluppo e l’attivazione, in tutto il territorio nazionale, di azioni, basate su metodologie consolidate e coerenti con linee guida appositamente predisposte, di recupero e di accompagnamento dei soggetti responsabili di atti di violenza nelle relazioni affettive, al fine di favorirne il recupero e di limitare i casi di recidiva;
- h) prevedere una raccolta strutturata e periodicamente aggiornata, con cadenza almeno annuale, dei dati del fenomeno, ivi compreso il censimento dei centri antiviolenza, anche attraverso il coordinamento delle banche di dati già esistenti;
- i) prevedere specifiche azioni positive che tengano anche conto delle competenze delle amministrazioni impegnate nella prevenzione, nel contrasto e nel sostegno delle vittime di violenza di genere e di stalking e delle esperienze delle associazioni che svolgono assistenza nel settore;
- l) definire un sistema strutturato di governance tra tutti i livelli di governo, che si basi anche sulle diverse esperienze e sulle buone pratiche già realizzate nelle reti locali e sul territorio.“.
Come potete vedere voi stessi si tratta di un semplicissimo provvedimento legislativo-amministrativo volto a limitare la violenza e le discriminazioni contro le donne. Ma basta scrivere le parole “di genere” in un documento parlamentare sulla scuola per eccitare gli animi dei prodi emuli nostrani di Helen Lovejoy, quasi come agitare un drappo rosso davanti ad un toro nell’arena, e farli starnazzare contro il loro spauracchio preferito: il gender.
Le ultime iniziative propagandistiche in ordine di tempo sull’argomento sono state lanciate, come riporta Repubblica, da una pagina FB della galassia della Manif Pour Tous Italia e da Notizie Provita, quest’ultimo sito in particolare ha oramai gettato alle ortiche il paravento “laico” dietro cui si nascondeva nei primi tempi e ponendosi di fatto come ulteriore megafono del pattume dell’estremismo religioso dello Stivale.
Il mezzo scelto a questi giro per veicolare le cazzabubbole omofobe è addirittura una fantadiffida (degna delle fantadenunce pontifeSSe dei bei tempi andati) che andrebbe spedita, secondo il suo anonimo estensore, al dirigente scolastico (e, per conoscenza, addirittura al Sindaco!!) mediante lettera raccomandata. Già nella forma, ancor prima della sostanza, gli attivisti di Provita hanno toppato alla grandissima perché la diffida è uno strumento di diritto privato non utilizzabile in casi del genere.
Ma procediamo con ordine ed analizziamo il documento in questione passo passo.
Dopo l’invito a mandare questo scartafaccio ai dirigenti scolastici, gli autori di questo delirante documento, intitolato “LINEE GUIDA PER I GENITORI”, chiedono di
“NON FIRMARE IL PATTO DI CORRESPONSABILITÀ EDUCATIVO, proposto a settembre dalle varie scuole;”
Che cos’é il Patto Educativo di Corresponsabilità (questo il nome corretto)? Si tratta un documento che viene firmato dai genitori e dagli studenti al momento dell’iscrizione presso gli istituti di secondo grado che delinea i diritti ed i doveri cui l’ente scolastico, i genitori e gli alunni si impegnano reciprocamente. Semplificando all’estremo, il Patto Educativo sta a scuole e famiglie come il Regolamento di condominio sta ai condomini ed all’amministratore (con l’unica, rilevante, differenza che alla base del rapporto di condominio vi sono una serie di previsioni legali e contrattuali di cui invece il rapporto scuola-famiglia-alunno è totalmente scevro).
“E perché mai non dovrebbero firmarlo?” vi starete chiedendo voi. Perché può capitare che il documento in questione contenga frasi del tipo:
“[la famiglia si impegna a: …]
Adottare uno stile di vita rispettoso delle regole di civile convivenza e della dignità e dell’integrità delle persone, nel riconoscimento delle differenze di genere, cultura e religione. che orienti i giovani verso comportamenti socialmente accettabili e condivisibili;”.
Mi immagino già la reazione del genitore-Prolife/Manif-fan/Sentinella in piedi di fronte ad una frase del genere: “AAAAAGHHH OVVOVE OVVOVE, vogliono obbligarci a riconoscere la Teoria del Gender!!”.
Il tutto in virtù di un riflesso condizionato (pari pari ai cani di Pavlov) indotto attraverso una campagna di terrorismo psicologico (come abbiamo potuto vedere tempo addietro con l’articolo di Sandro dedicato all’argomento) secondo cui, ovunque ci sia scritto “di genere”, ci si voglia riferire in realtà alla (inesistente) “Teoria del Gender”. Perché non sia mai che i figli di queste persone apprendano cose orribili fra cui la parità dei sessi, l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge o il rispetto per le culture altrui…
Scenario non troppo distante dalle realtà e che trova conferma nel passo successivo della fantadiffida che recita:
“ASPETTARE CHE ESCA IL P.O.F (piano della offerta formativa) e LEGGERE SE CONTIENE PAROLE COME: educazione al rispetto delle diversità o educazione di genere o educazione sessuale (parole usate per non dire gender, ma che significano proprio quello), e se lo contiene vuol dire che i vostri figli saranno istigati all’omosessualità, che saranno invitati alla masturbazione precoce fin dalla culla, che potrebbero essere obbligati ad assistere a proiezioni di filmati pornografici, fino ad arrivare a correre il rischio di sentirsi obbligati ad avere rapporti carnali con bambini dello stesso sesso.”
Come volevasi dimostrare il terrorismo psicologico di cui sopra ha partorito questo coacervo di stupidaggini che sarebbe da classificare fra il ridicolo ed il patetico se non fosse agghiacciante constatare che in giro c’è davvero qualcuno talmente mona da credere che l’omosessualità possa essere insegnata o che l’educazione sessuale si faccia con i filmini a la Youporn.
“Queste cose sono già accadute nelle scuole in cui il gender è stato sperimentato, Italia compresa, producendo nei minori pianti, svenimenti e danni psicologici irreparabili!”
Qualche prova o riferimento a sostegno di quanto affermano? Nulla, come al solito. Non solo raccontano baggianate, bisogna anche credergli sulla parola.
“PER OPPORSI A QUESTO BASTERÀ PRESENTARE LA SEGUENTE DIFFIDA!
I bambini, assetati di amore e protezione, ringraziano!!!”
Falsissimo anche questo, il valore legale di questa diffida (di cui ora analizzeremo il testo vero e proprio) è più o meno lo stesso di una scartina a coppe quando la briscola è a spade…
Saltiamo ora l’intestazione della diffida, non presentando nulla di particolare, e passiamo direttamente a quello che ci interessa:
“Premesso
1: che spetta ai genitori (padre e madre) educare i propri figli su determinati argomenti sensibili;
2: che non è permesso a nessun insegnante e ne tantomeno a persone esterne alla scuola, senza il consenso scritto di entrambi genitori che hanno il Diritto e la Tutela del proprio figlio MINORENNE, effettuare lezioni su argomentazioni non scientifiche e/o ideologiche che potrebbero urtare la sensibilità del figlio medesimo;”
Strano allora che non si oppongano anche all’ora di religione (non esattamente nota per la sua scientificità e soprattutto per l’impostazione non ideologica!)…
“3: che gli art.li 29 e 30 della Costituzione Italiana riconoscono il Diritto dei Genitori ad educare i propri figli;”
Veramente l’articolo 29 parla dei diritti dei coniugi (lo nominano ad ogni pié sospinto quando si parla di omogenitorialità, ci si aspetta che almeno ne conoscano a grandi linee il contenuto…) mentre, come già scrissi nell’articolo sull’ODG omofobo del Comune di Verona, l’articolo 30 va coordinato con le disposizioni del Codice Civile in materia.
“4: che l’Art.lo 26 e l’Art.2 del Protocollo addizionale della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” – e l’Art.lo 14 della “Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’UNICEF” – ribadiscono che spetta ai genitori il Diritto e la priorità nella scelta del genere di istruzione per i propri figli – ai sensi degli Art.li 1.2, 3.3 e 4,1 del DPR 275/99, Art.3 del DPR 235/97, Art.li 2.3, 2.6 e 3 del DPR 235/2007;”
Per quanto riguarda la normativa internazionale rimando ancora una volta a quanto scrissi nell’articolo citato in precedenza. Invece a proposito delle altre leggi citate nel testo della diffida faccio notare che:
– gli estremi di articoli e commi sono citati in maniera orrorifica e la dice lunga sulla preparazione in materia di diritto di chi ha prodotto questo scartafaccio. L’esatto modo di citarli è “Art. (plur. Artt.) X c. Y” oppure “Art. Xy”.
– le leggi citate non stabiliscono affatto il diritto di priorità dei genitori nella scelta delle istruzioni anzi, al contrario, stabiliscono il principio dell’autonomia scolastica, si prescrive la redazione del Patto educativo di corresponsabilità di cui si è parlato in precedenza e si regolano i rapporti fra rappresentanza degli studenti (per quelli delle medie esercitata dai genitori) e Ufficio Scolastico Provinciale (quello che una volta si chiamava Provveditorato agli Studi). Quindi in definitiva o sono disposizioni che non c’entrano nulla con il discorso oppure sanciscono esattamente il principio contrario a quello che si rivendica.
“Tutto ciò premesso
I sottoscritti informano:
1: che il MIUR sta distribuendo nelle scuole italiane degli opuscoli UNAR titolati “Educare alla diversità nella scuola”;
2: che tali opuscoli contengono informazioni basate su ideologie di genere o “gender” dei quali gli scriventi non ne condividono il contenuto e che sono state diramate dall’O.M.S;”
Ed anche qui hanno fatto un bel minestrone, confondendo le Linee guida dell’OMS sull’educazione affettiva/sessuale con la campagna anti-bullismo dell’Unar e dimostrando così, casomai ce ne fosse ancora il bisogno, di non aver capito una beata sega di entrambe gli argomenti.
“3: che in diverse scuole italiane sono state effettuate delle lezioni da associazioni “LGBT” senza il consenso scritto dei genitori o che gli stessi ne siano stati informati sui contenuti di tali lezioni.”
Ennesima bufala, già sbugiardata da siti italiani di debunking, frutto del terrorismo psicologico che ruota intorno all’argomento.
“In considerazione delle premesse e di quanto succitato
I sottoscritti […] nella qualità di genitori di […] diffidano il Dirigente Scolastico, gli insegnanti o qualunque altro soggetto a ciò incaricato, dall’effettuare lezioni basate su ideologie di genere o “gender”, quindi non scientifiche e/o umanistiche, senza l’autorizzazione e il consenso scritto da parte degli scriventi genitori.
Qualora dovesse accadere che nostro figlio/a sia coinvolto/a in qualsiasi tipologia di lezioni basate su ideologie di genere o “gender” o qualsiasi lezione di tipo ideologico che potrebbe ledere la sensibilità del MINORE, i sottoscritti si attiveranno immediatamente per sporgere denuncia presso l’Autorità competente al fine di far cessare detta attività, per richiedere l’adozione degli opportuni provvedimenti nei confronti degli autori materiali delle suddette condotte e nei confronti di coloro i quali consentono lo svolgimento delle lezioni in questione, ed infine per richiedere a tutti i soggetti sopra descritti il risarcimento per i danni morali patiti dal MINORE.”
E questi ultimi due passaggi mi tolgono ogni dubbio su come sia stata confezionata questa fantadiffida: scaricata dal sito internet di qualche studio legale ed aggiustata alla meno peggio.
“Si chiede, inoltre, che l’Istituto scolastico comunichi ai suddetti genitori, con congruo anticipo e per iscritto, la programmazione di ogni lezione, progetto, attività didattica che si tiene dentro e fuori l’Istituto, riguardante:
- a) questioni fisiche e morali connesse con la sfera affettiva e sessuale dei discenti;
- b) campagne contro il bullismo, o le discriminazioni, o il razzismo o la parità di genere.
La suddetta comunicazione dovrà contenere l’esposizione completa e dettagliata del contenuto dell’attività didattica in questione, dei materiali e i sussidi usati, la data, l’ora e la durata della stessa, e ogni informazione necessaria ad identificare le persone e gli enti coinvolti nella organizzazione dell’attività in questione, al fine di valutare anche i loro titoli. In mancanza di tale comunicazione, e comunque in assenza di consenso scritto rilasciato dagli scriventi genitori, si chiede che nostro/a figlio/a sia esonerato dal partecipare ai progetti in questione e dal frequentare le attività ad esso connesse, con contemporanea partecipazione ad attività alternative a quelle sopra descritte.”
Una richiesta che puzza di schedatura lontano un miglio, un po’ come la lettera (poi ritirata) dell’Arcidiocesi di Milano di qualche mese fa in cui si invitava gli insegnanti di religione a segnalare le scuole della città lombarda che farebbero “propaganda gender”. Richiesta oltretutto illegittima, considerato che non sta ai genitori valutare i curricula altrui.
“La presente comunicazione è da considerare sostitutiva di ogni eventuale consenso già rilasciato in relazione a tutte le attività sopra descritte che, quindi, si intende formalmente revocato.
I sottoscritti, infine, richiedono formalmente che la presente missiva sia resa visibile presso la bacheca interna della scuola frequentata dal proprio figlio, omettendone i dati sensibili. “
Insomma, prima fanno la voce grossa ma poi non hanno nemmeno il coraggio di sostenere pubblicamente la loro posizione, oltrettutto dopo aver preteso i dati altrui. Più probabile quindi che, se una diffida del genere verrà mai spedita sul serio, anziché in bacheca finirà accanto alla macchinetta del caffé in sala professori, così da potersi fare quattro risate durante l’intervallo.
Le bombe al panzanio di Notizie Provita non sono però finite qui, ne hanno infatti predisposta un’altra riguardante l’altro grande spauracchio degli ultracattolici, oltre alla “Teoria del Gender”: il DDL Cirinnà sulle unioni civili. Non potendo inventarsi qualche bella favoletta, come per il documento dell’OMS e dintorni, hanno optato per la diffamazione gratuita nei confronti della relatrice del DDL, Monica Cirinnà.
Secondo Notizie Provita, la parlamentare avrebbe “fretta” di far passare il provvedimento sule unioni civili che porta il suo nome perché ha “interessi economici” occulti essendo proprietaria, insieme al marito, di alcuni locali del quartiere Testaccio, fra cui “L’Alibi” frequentato dalla comunità LGBT.
Ora, a parte l’evidente e bizzarro salto logico (non si capisce esattamente quale sia il nesso fra possedere, ammesso e non concesso che la notizia corrisponda a verità, locali frequentati dalla comunità LGBT ed la presunta “fretta” nel procedere al voto parlamentare sulle unioni fra persone dello stesso sesso), come ha spiegato la stessa diretta interessata, le “rivelazioni” (che non rivelano proprio nulla) pubblicate da Notizie Provita sono in realtà illazioni pubblicate a suo tempo (nel 2009) su “Libero”, a firma di Franco Bechis, all’apice di una campagna contro la Giunta regionale del Lazio Marrazzo di cui il marito della Cirinnà, Esterino Montino, aveva assunto la guida dopo le dimissioni dello stesso Piero Marrazzo a seguito della ben nota vicenda giudiziaria che lo coinvolse, illazioni per cui sia Bechis che il quotidiano “Libero” sono stati condannati nel 2012 per diffamazione dal Tribunale di Roma.
Inoltre, precisa sempre la Cirinnà, la società immobiliare di cui lei è socia insieme al marito non è mai stata proprietaria de “L’Abili” ma solo di altri locali nella zona adiacente, anzi tecnicamente non possiede nemmeno i locali ma, come si dice in slang giuridico, “i muri” cioé gli immobili in cui questi locali svolgono la loro attività.
Quindi di “Notizie” il sito di Provita ne diffonde pochine anzi particamente nessuna. Gli riesce meglio raccontare cumuli di balle, alcune delle quali al limite del Codice Penale
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Per segnalazioni/richieste/insulti: Compagno Zed
Avranno bene il diritto di pensarla diversamente, democraticamente parlando. Personalmente non credo che vi sia la necessità o l’ urgenza di stravolgere la formazione scolastica e culturale dei bambini.
Sicuramente mettere sullo stesso piano l’ ora di religione con idee “gender” è una forzatura ideologica da non considerare neanche, sempre che non volesse essere provocatoria. Rispetto coloro che abbiano idee diverse in merito alla sessualità da insegnare nelle scuole, ma rimango del parere che essa è innata, fa parte , purtroppo per alcuni, del nostro dna.
Saverio Saverio… sempre le solite cose…
L’unica forzatura ideologica che vedo io è la tua pervicacia nel parlare di quello che non esiste: le mitiche idee “gender”.
Saverio, quale parte di “si tratta di un semplicissimo provvedimento legislativo-amministrativo volto a limitare la violenza e le discriminazioni contro le donne” non ti è chiara? Perché mi viene il dubbio che tu l’articolo manco l’abbia letto…
E no, l’accostamento delle “idee gender” (che esistono solo nella testa di Hadinolf e compagnia bella) e l’ora di religione è voluto proprio perché quest’ultima ha le stesse caratteristiche che si rimproverano agli inesistenti “corsi gender”: non ha nulla di scientifico, è propagandistica ed viene svolta da personale esterno alla scuola (in genere preti o comunque persone scelte dai vescovi ma pagate con i soldi degli italiani).
Saverio, poche idee ma confuse assai; cominciando dalla fine: tu confondi l’istinto sessuale con la sessualità; il primo è innato, della seconda si prende coscienza solo dopo un certo percorso; ora sta a noi stabilire come debba essere questo percorso: lasciare la creatura nella beata ignoranza delle cose del sesso allo scopo di proteggerle, per poi vedersi scodellare il bebè dalla figlia quindicenne, che seguendo il naturale ed innato istinto sessuale, ha solo poi, scoperto a sue spese, quanto possa essere pericoloso accostarsi a certi comportamenti di cui si ignora quasi tutto e quel poco che si conosce si è acquisito attraverso il passa parola tra coetanei, notoriamente esperti di sessuologia. Oppure, fornire al ragazzo/a tutti gli strumenti per sviluppare armoniosamente questo aspetto importantissimo della propria personalità a partire da un età anche precoce; questo è lo scopo di certe direttive che tanto chiasso starnazzante di novelli Savonarola ha suscitato; di qui in poi, tutto è solo fuffa, feroce propaganda cioè, imbastita con grossolane mistificazioni se non autentiche menzogne tout curt e questo non solo da parte degli ultrà cattotalebani alla Heil Adinolf, come è persino logico e naturale; anche la destra e l’ultra destra hanno recepito e ripetono pari pari, sui loro mezzi di informazione, le stesse stronzate e questo mi preoccupa molto; per me si sta verificando un rigurgito oscurantista che coinvolge forze molto eterogenee, alcune inconsapevoli persino, di avere abboccato a quest’amo, non per aderenza razionale a certe ideologie, ma solo per l’ignoranza della quale, su certi argomenti, questo disgraziatissimo Paese è campione mondiale indiscusso. Avevo detto che cominciavo dalla fine, ma ho cambiato idea, il resto del tuo commento, caro Saverio non merita ulteriore fatica perché non aggiunge nulla al cumulo di fregnacce che ogni giorno odo e leggo su questo argomento e non tirarmi in ballo la democrazia: se c’è chi la tradisce, quello, non sono certo io.
Era ora che qualcuno facesse un articolo contro i provita e le loro campagne di disinformazione