Avvenire: “Disturbati i figli dei gay”. Per la comunità scientifica sono solo “bullshit”.

Il giornale dei vescovi Avvenire ha pubblicato un articolo di Bice Benvenuti (“Adozioni ai gay? Figli disturbati”) sulle adozioni alle coppie omosessuali.

Nell’articolo si riporta l’opinione del dott. Giuseppe Di Mauro, presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps): «Siamo preoccupati perché i media parlano dell’argomento con troppa leggerezza. Invece l’argomento è molto delicato e andrebbe valutato con maggiore rigore scientifico, soprattutto per le ripercussioni che comporta sulla crescita e lo sviluppo del bambino».
Giuseppe Di Mauro è un pediatra e risulta molto difficile credere che avere dei genitori omosessuali possa comportare un deficit nello sviluppo fisico.
Si potrebbe obiettare che una coppia di genitori dello stesso sesso non è l’ambiente idoneo allo sviluppo psicologico del bambino (sviluppo psicologico che di certo non è di competenza dei pediatri) ma l’Associazione italiana di psicologia ricorda che «le affermazioni secondo cui i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre, non trovano riscontro nella ricerca internazionale sul rapporto fra relazioni familiari e sviluppo psico-sociale degli individui» ed inoltre «non sono né il numero né il genere dei genitori – adottivi o no che siano – a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano».

Sull’organo della Cei si ricorda che non ci sono numerosi studi sulle coppie omosessuali che hanno adottato bambini e – laddove si sono svolti – riguardavano campioni piccoli con «la finalità dichiarata di sostenere liceità e opportunità delle unioni gay».
I dati sulle adozioni delle coppie gay provengono da un gruppo di 59 studi dell’Apa (American psychological association) ma – a riguardo – il giornale dei vescovi riporta uno studio dello studioso Loren Marks pubblicato sulla rivista Social science research secondo cui gli studi dell’Apa sarebbero invalidi essendo presenti alcune lacune.La risposta dell’Apa – che continua a monitorare le ricerche dal 2004 – non si è fatta attendere: «Sulla base di un notevole gruppi di studi sui genitori gay e lesbiche e i loro figli, l’American Psychological Association (APA) e le altre organizzazioni sanitarie e scientifiche hanno concluso che non vi è alcuna prova scientifica che l’efficacia genitori sia legata all’orientamento sessuale dei genitori . In altre parole, i genitori gay e lesbiche hanno la stessa probabilità di fornire un’ambiente sano per i loro figli rispetto ai genitori eterosessuali. Questo corpo di ricerche ha dimostrato che l’adeguamento, lo sviluppo e il benessere psicologico dei bambini non sono collegati all’orientamento sessuale dei genitori e che i figli di genitori gay e lesbiche hanno la stessa probabilità di quelli dei genitori eterosessuali di vivere bene». Le altre organizzazione scientifiche a cui si riferisce l’Apa sono l’American psychiatric association, l’American academy of pediatrics, l’Australian psychological society e l’Australian medical association: sulla stessa linea – come detto – si pone anche la nostra Associazione italiana di psicologia.

Inoltre Loren Marks difficilmente può considerarsi esperto di adozioni da parte di coppie omosessuali.
Marks è stato originariamente chiamato a testimoniare a favore della Proposition 8 (il referendum tenutosi in California il 4 novembre 2008 in cui si chiedeva l’abolizione del diritto al matrimonio per coppie omosessuali) presentando una ricerca con cui si sosteneva l’inopportunità di avere dei genitori omosessuali. Interrogato dalla Corte federale si ritirò come testimone alla fine del 2009 dopo che, sotto interrogatorio, ammise di aver letto solo parte degli studi che aveva usato per la sua ricerca e dopo aver ammesso di non aver esaminato nessuna ricerca sui genitori gay e lesbiche di fatto rivelando la sua ricerca come non valida: la sua ricerca attuale cerca di arrivare alle stesse conclusioni ma il suo recente studio è stato sconfessato da un audit dello stesso comitato editoriale della rivista che ha pubblicato lo studio di Marks.

Per suffragare che gli studi di Apa non sono validi, Avvenire riporta l’opinione di Nicholas Cummings, ex presidente dell’American psychological association, che avrebbe preso le distanze dall’Apa affermando che «ha permesso che la correttezza politica trionfasse sulla scienza, sulla conoscenza clinica e sull’integrità professionale».
Bisogna specificare che Nicholas Cumming è stato presidente dell’Apa solo nel 1979 (sin dalla sua fondazione nel 1892 ogni presidente di Apa rimane in carica solo un anno) mentre gli studi riguardo le adozioni delle coppie gay sono ben più recenti: la stessa risoluzione dell’Apa sull’orientamento sessuale e la capacità di essere genitori è del 2004.
Inoltre Cummings è un sostenitore delle controverse terapie riparative dello psicologo Joseph Nicolosi secondo cui si può cambiare il proprio orientamento sessuale: terapie che sono considerate inefficaci e dannose da tutta la comunità scientifica. Intervistato dal Narth (l’organizzazione fondata dallo stesso Nicolosi) ha rivelato di aver riorientato all’eterosessualità circa il 10% dei pazienti omosessuali che ha avuto in terapia.

Per confermare che i genitori gay non sono idonei a crescere dei figli, Avvenire riporta lo studio del sociologo americano Mark Regnerus pubblicato dal Social Science Research da cui emergerebbe che i figli di genitori omosessuali sarebbero più propensi al suicidio ed al tradimento, sarebbero più facilmente disoccupati e ricorrerebbero più facilmente alla psicoterapia. Lo studio di Regnerus viene definito come «l’unico studio che ha attualmente una riconosciuta validità».
Purtroppo lo studio di Regnerus è ben lontano dall’essere riconosciuto valido: non a caso è stato ufficialmente criticato dalla American psychological association, dalla California psychological association, dalla American psychiatric association, dalla National association of social workers, dalla American medical association, dalla American academy of pediatrics e dall’American psychoanalytic association.

La ricerca di Regnerus aveva ricevuto un finanziamento di 800.000 $ da parte delle associazioni conservatrici Witherspoon Institute e Bradley Foundation. Il Witherspoon Institute ha stretti legami con l’universo delle associazioni contrarie ai diritti degli omosessuali. Robert George – membro senior del Witherspoon Institute – è presidente emerito della National Organization for Marriage: un’associazione che si batte contro la legalizzazione delle coppie dello stesso sesso e contro la possibilità di adozione da parte delle coppie omosessuali.
Lo stesso Robert George è inoltre un advisor della Catholic League for religious e civil rights: un’associazione radicale cattolica che con la sua attività si oppone – tra l’altro – al riconoscimento delle coppie omosessuali.
Luis Tellez – presidente del Witherspoon Institute – è anche un membro del consiglio di amministrazione della National Organization for Marriage.
Lo stesso Bradford Wilcox – direttore del Programma “Famiglia, matrimonio e democrazia” presso il Witherspoon Institute che ha finanziato lo studio di Regnerus – è anche membro del comitato redazionale del Social Science Research che ha pubblicato lo studio di Regnerus: un piccolo conflitto d’interessi.

Bisogna precisare che – come anche riportato dal Los Angeles Times e dal The New Yorker – la ricerca di Regnerus non confrontava figli cresciuti in coppie omosessuali con quelli cresciuti in coppie eterosessuali. Il criterio che lo studioso ha usato è se un genitore abbia (o abbia avuto) una relazione (anche solo di natura romantica) con una persona dello stesso sesso: infatti solo una piccola proporzione del suo campione ha vissuto in famiglie guidate da coppie dello stesso sesso.
Sulla base di questa impropria “categorizzazione” lo scrittore e leader americano dei diritti civili Scott Rose aveva presentato contro lo studio di Regnerus un esposto all’Università del Texas e questa aveva deciso di avviare un’inchiesta.
L’università del Texas ha stabilito che la ricerca di Regnerus non ha falsificato i dati (sebbene nessuno lo avesse messo in dubbio) ma non ha stabilito se il sociologo abbia interpretato o analizzato in modo errato i suoi dati lasciando il campo aperto alla discussione scientifica: tra le varie critiche la professoressa Debra Umberson – sociologa all’Università del Texas assieme a Regnerus – ha definito sul The Huffington Post “bad science” (cattiva scienza) lo studio del collega.

In merito è importante ricordare che – sebbene Avvenire giudichi lo studio di Regnerus come «l’unico studio che ha attualmente una riconosciuta validità» – James Wright, direttore del Social Science Research (la rivista in cui era stata pubblicata la ricerca di Regnerus), in risposta ad una lettera di oltre 200 scienziati, aveva dato incarico al membro del comitato editoriale Darren Sherkat (professore di sociologia alla Southern Illinois University) di realizzare un audit sul processo di pubblicazione degli studi di Regnerus: Sherkat ha rilevato che lo studio di Regnerus non era scientificamente valido definendolo testualmente “bullshit” (stupidaggini). Nello stesso audit Sherkat definisce la stessa ricerca di Loren (citata da Avvenire) come una «meta-analisi di studi di scarso valore» ritenendola inadatta ad essere pubblicata su una rivista come Social science research.

L’articolo dell’organo della Cei si conclude con una riflessione del dott. Di Mauro secondo cui «I bambini hanno una grande capacità di adattamento, tuttavia, sulla base della letteratura scientifica disponibile, vivono meglio quando trascorrono l’intera infanzia con i loro padri e madri biologici, sposati e specialmente quando l’unione dei genitori rimane stabile a lungo»: la soluzione alle volte è più facile di quanto possa sembrare.
Infatti in Italia ci sono, secondo una ricerca realizzata nel 2005 da Arcigay e dall’Istituto superiore di sanità, circa 100.000 i bambini e ragazzi italiani con almeno un genitore omosessuale: basterebbe chiedere loro come stanno.

Cagliostro
www.alessandrocagliostro.wordpress.com

@Cagliostro1743

15 pensieri su “Avvenire: “Disturbati i figli dei gay”. Per la comunità scientifica sono solo “bullshit”.

  1. alessandra piccinini

    Un mio amico vive a Città del Messico da 15 anni. Mi dice che alle 4 di mattina incontri per strada decine di bambini di pochi anni che vagano da soli. Vita media di questi bambini: 5 anni. Dici che questo stile di vita è meno disturbante che essere adottati da due gay (magari benestanti)?

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Concordo.
      Poi vorrei aggiungere un altro elemento. Non sono espertissimo in materia ma credo che – nel totale delle adozioni – la maggior parte sono le adozioni internazionali.
      Nel momento in cui il paese d’origine del bambino (ad esempio Messico) stabilisse che una coppia omosessuale italiana è adatta ad accogliere il bambino, per quale motivo il paese di destinazione (Italia) dovrebbe opporsi e di fatto impedire ad un bambino di avere una vita migliore? Non riesco a capire la logica.
      Poi se qualcuno mi viene a dire che una coppia omosessuale non è idonea allo sviluppo psico-fisico del bambino, vorrei domandare (ma lo vorrei fare a quattr’occhi) se rimanere in situazioni disagiate oppure – peggio ancora – essere “oggetto delle attenzioni” dei turisti del sesso sia meglio.
      Poi non si dica che il bambino che vive in situazioni disagiate può essere adottato da coppie eterosessuali perché – come dicono anche associazioni del mondo cattolico – le adozioni sono in drastico calo ed infatti anche l’associazionismo cattolico ha proposto di aprire le adozioni anche ai single. Se si aprissero ai single di fatto sarebbero aperte anche agli omosessuali e – sempre di fatto – un bimbo potrebbe essere adottato da una coppia gay.

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  2. Remo

    C’è però una cosa che non capisco: lo studio citato di Loren Marks è del 2012, mentre il suo ritiro come testimone risale al 2009, quindi la sua dichiarazione di non aver letto ecc., si rifà a una vicenda precedente, nel frattempo può anche darsi che le ricerche se le sia effettivamente lette.

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Si, hai ragione. Era stato chiamato come testimone contro il matrimonio omosessuale avendo presentato una ricerca ma – quando interrogato – ammise di non saperne molto in materia: ora con la ricerca del 2012 cerca di arrivare alle stesse conclusioni del 2009.
      Se ora le abbia lette è anche ininfluente visto che un audit dello stesso giornale in cui ha pubblicato il recente studio ha sconfessato il suo impianto.

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  3. faunita

    Immagino che la giovane Elisabeth Fritzl (segregata in casa dal padre e violentata per 25 anni, 7 figli nati da questo orrore) avrebbe preferito vivere piuttosto con due gay che non col padre-orco… E che il piccolo Samuele Lorenzo avrebbe preferito due padri o due madri rispetto alla sua pur eterosessuale mamma (peraltro molto religiosa) che dopo averlo ammazzato ha fatto il giro dei programmi tv sei anni per ricavare notorietà dalla vicenda. E così tante altre piccole vittime di orrori domestici vari. Che ne dite amici di Avvenire, di Pontifex, di Uccr, meglio un’eterosessuale e cattolica Franzoni che massacra di botte il figlio e ne approfitta per fare la “diva” in tv o una coppia gay che magari ti vuole addirittura bene???

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    1. Remo

      Nella storia di Samuele Lorenzi, probabilmente c’è dietro anche una storia di malattia mentale, quindi lascerei perdere quest’esempio anche per rispetto dei morti.

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  4. Faggot79

    Se gli omosessuali fossero veramente degli orchi a rimetterci sarebbero solamente i loro figli, non i cattolici. Ragione per cui non comprendo la loro apprensione.

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  5. Priapus

    Chi vive di sogni e leggende e non si è mai confrontato con la realtà, ne ha terrore, tanto più se queste leggende gli sono state inoculate da bambino, come capita ai bigotti, che si rinchiudono in se stessi e non sanno affrontare la realtà, opera del Maligno. Per fortuna queste follie fanno sempre meno presa sulle nuove generazioni. Come diceva Eduardo “Adda passa’ ‘a nuttata”.

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  6. marcoz

    Da ragazzo ho trascorso un certo periodo in un ambiente lavorativo frequentato da molti gay adulti di età diverse. Pensando alla mia esperienza, oggi dico che ad alcuni di loro affiderei tranquillamente la crescita di un bambino, mentre ad altri eviterei di farlo come si può evitare la peste.
    Esattamente la stessa cosa che mi càpita di pensare quando ho a che fare con un un campione di popolazione eterosessuale.

    Saluti

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