Sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso in Francia la battaglia è stata molto accesa ed alla “pugna” ha preso parte anche la stessa stampa italiana. Uno dei “leit motiv” più frequenti di chi si oppone al matrimonio per le coppie gay è: sposarsi non importa neanche agli stessi omosessuali.
Uno dei media più attivi nell’opporsi al progetto voluto dal governo Hollande è stato Tempi che ha ospitato spesso la voce di quegli omosessuali contrari al matrimonio per le coppie per lo stesso sesso. Leone Grotti intervista Nathalie de Williencourt, portavoce di Homovox, un collettivo di omosessuali: «Rappresentiamo la maggioranza dei francesi omosessuali ma non ci ascoltano. Non vogliamo il matrimonio, perché non siamo come le coppie eterosessuali, che possono fare figli». De Williencourt aggiunge: «In Francia ci censurano, si ascoltano sempre le lobby LGBT, parlano sempre loro nei media, ma la maggior parte degli omosessuali sono amareggiati dal fatto che questa lobby parli a loro nome, perché non abbiamo votato per loro e non ci rappresenta». Continua a leggere
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Ai cattolici la legge 40 fa paura che fa novanta.
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge 40 nella parte che proibisce il ricorso alla fecondazione eterologa con il seme di un donatore esterno: una sentenza che ha scosso il mondo politico.
L’area cattolica era scesa in campo ancora prima della pronuncia della Consulta e Carlo Casini (Movimento per la Vita), Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello (Scienza & Vita) e Francesco Belletti (Forum delle associazioni familiari) avevano offerto le loro riflessioni al giornale dei vescovi italiani Avvenire sul perché doveva rimanere in vigore il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa.
Subito dopo la sentenza uno dei primi ad intervenire è stato il senatore Carlo Giovanardi che ha parlato di un «colpo alla democrazia italiana» sminuendo il ruolo della Corte Costituzionale che sarebbe, per il politico cattolico, solo un organo formato da «quindici signori che hanno le loro idee ed i loro orientamenti ideologici».
Se tutto sommato è stato pacato il commento della Conferenza episcopale italiana, Famiglia Cristiana ha invece titolato sul suo sito «Ultima follia italiana». Continua a leggere
Legge contro l’omofobia: i cattolici italiani “tengono famiglia”.
A breve riprenderà in Senato il dibattito sulla legge contro l’omofobia e la stampa cattolica è in primissima linea per opporsi a qualsiasi testo che possa difendere gli omosessuali da violenze motivate dall’orientamento sessuale della vittima.
Molto agguerrito è ovviamente il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire secondo cui nel testo «ci sono rischi di introdurre forme odiose di repressione della libertà di pensiero e di religione». Nella stessa intervista Lucio Romano di Progetto per l’Italia parla di «”golpe” notturno» come se si voglia «si voglia agire di nascosto, evitando un dibattito democratico».
Dello stesso avviso anche Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, secondo cui «il Parlamento avrebbe da occuparsi con la medesima lena di ben altre questioni veramente urgenti e che riguardano l’intera società invece di dedicarsi, giorno e notte, a temi che nella migliore delle ipotesi sono divisivi». Perciò è chiara la richiesta di Belletti: «Rivolgiamo un appello ai senatori affinché il dibattito sul tema dell’omofobia non sia trattato a porte chiuse e con il favore delle tenebre ma venga affrontato nel confronto delle diverse posizioni, senza ideologia e senza strappi». Continua a leggere
Quei conservatori degli omosessuali britannici.
David Cameron si è privatamente pentito di aver sostenuto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso: questo è quanto sostiene l’opinionista del Telegraph Matthew D’Ancona nel suo libro “In It Together” in un articolo pubblicato dallo stesso giornale. La notizia è stata subito ripresa da una parte della stampa cattolica italiana. Tempi, in un articolo di Leone Grotti, titola: “Sei milioni di omosessuali in Inghilterra? No, sono 545 mila e Cameron si pente del matrimonio gay: «Tremendo errore»”. Lo stesso Grotti mette in dubbio anche il reale numero degli omosessuali presenti nel Regno Unito: «Il numero delle persone omosessuali in Inghilterra è di gran lunga inferiore a quanto stimato dalle associazioni Lgbt durante il dibattito sull’approvazione del matrimonio gay in Parlamento. I numeri rilanciati allora dal premier David Cameron parlavano di una presenza omosessuale pari al 6% della popolazione, oltre tre milioni di persone, ma secondo la ricerca dell’Office of National Statistics pubblicata ieri gli omosessuali sono 545 mila (1,1%) e i bisessuali 220 mila (0,4%)». Continua a leggere
Dai “Giuristi per la vita” un ordine del giorno per la famiglia e la libertà (ma solo cattolica).
I difensori della “famiglia naturale” ora hanno un nuovo “utilissimo” strumento: un ordine del giorno da far votare da ogni consiglio comunale, provinciale o regionale d’Italia. Il documento viene offerto dai Giuristi per la vita presieduti dall’avvocato Gianfranco Amato e – prima che sia approvato da ogni assemblea elettiva d’Italia – viene pubblicato in anteprima dalla Nuova Bussola Quotidiana che titola “Un ordine del giorno per la famiglia e la libertà”.
Gianfranco Amato dei Giuristi per la vita parte dal presupposto del riconoscere «nel matrimonio liberamente contratto tra un uomo ed una donna il fondamento della famiglia quale società naturale contemplata dall’art.29 della Costituzione». Forse ai Giuristi non farebbe male rivedere la sentenza 138/2010 della Corte costituzionale (e qualche sentenza straniera) secondo cui con l’espressione “società naturale” «come si desume dai lavori preparatori dell’Assemblea costituente, si volle sottolineare che la famiglia contemplata dalla norma aveva dei diritti originari e preesistenti allo Stato, che questo doveva riconoscere». Insomma la “società naturale”, così come prevista dai nostri Padri Costituenti, è da intendersi come una società che pre-esiste allo stesso Stato e quindi non trova la sua legittimità nel diritto positivo ma in quello naturale: un’accortezza per mettere al riparo la famiglia dalle ingerenze dello Stato avvenute nel fascismo. Continua a leggere
La pedofilia è un orientamento sessuale come l’omosessualità? Altra bufala in salsa cristiana.
Nel 1973 l’American psychiatric association (Apa) ha cancellato l’omosessualità dal suo elenco delle malattie mentali, il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: una scelta che non è mai piaciuta al mondo cattolico che ancora continua a ripetere che è stata una decisione adottata per motivi non scientifici.
Nel vano tentativo di associare l’omosessualità alla pedofilia molte fonti riportano che l’Apa avrebbe deciso di classificare la pedofilia come “orientamento sessuale” eliminandola dal novero delle malattie così come era avvenuto per l’omosessualità nel 1973.
“Pedofilia, 50 anni fa era una ‘malattia’. Da quest’anno per gli psichiatri americani è un ‘orientamento sessuale'”: così titola Tempi in un articolo firmato da Benedetta Frigerio secondo cui «L’associazione degli psichiatri americani (Apa) ha scritto nel suo ultimo manuale che la pedofilia, “il desiderio sessuale verso i bambini è un orientamento” come gli altri». La giornalista aggiunge: «La decisione denunciata dall’Associazione della famiglia americana (Afa) va così a completare un lungo percorso di sdoganamento cominciato già negli anni Cinquanta». Continua a leggere
La libertà d’opinione è anche il diritto a non essere criticati? Lo strano punto vista del mondo cattolico.
L’istituto “Francesco Faà di Bruno” è un liceo scientifico paritario cattolico di Torino ed all’interno di un ciclo di incontri dedicati ai genitori aveva organizzato una conferenza dal titolo “Omosessualità: domande e risposte”. Il depliant sui convegni era molto chiaro: «La famiglia tradizionale è in difficoltà ma, invece di aiutarla, oggi vengono proposti modelli alternativi di famiglia» e gli incontri trovano «spunto dall’acceso dibattito parlamentare sull’omofobia e sul riconoscimento delle unioni omosessuali per proporre una riflessione complessiva sulla bellezza della famiglia naturale minacciata dall’ideologia del gender».
All’incontro era stata invitata l’infettivologa Chiara Atzori, considerata “la Nicolosi italiana”, dal nome dello psicologo americano Joseph Nicolosi che teorizza di poter “riparare” con la psicologia l’omosessualità: tali teorie sono sconfessate dalla comunità scientifica e vietate dall’Ordine degli psicologi. La stessa Atzori invece considera “illuminante” il lavoro dello psicologo americano avendo scritto anche la prefazione all’edizione italiana di un suo libro ed a RadioMaria ha sostenuto che «nei Paesi dove è avvenuta la normalizzazione dell’omosessualità, e quindi in qualche modo la depatologizzazione intesa come, così, equiparazione un modo di essere come un altro i risultati sanitari sono stati devastanti». Continua a leggere
Quell’eterno doppiopesismo della stampa cattolica.
La notizia del suicidio a Roma di un ragazzo omosessuale si è inserita nel dibattito esistente sulla legge sull’omofobia e le associazioni per i diritti degli omosessuali hanno organizzato una manifestazione in via San Giovanni in Laterano, la cosiddetta Gay Street della capitale, per lanciare un messaggio contro l’omofobia e la discriminazione sessuale.
Anche la stampa di area cattolica ha commentato il suicidio e le reazioni delle associazioni Lgbt. Sulla Nuova Bussola Quotidiana si titola “Giovane suicida, sciacalli in azione” e per Riccardo Cascioli «la notizia del suicidio è piegata a strumentalizzazioni e interessi ideologici». Continua Cascioli: «Se a suicidarsi è una persona qualsiasi viene liquidata in poche righe di cronaca, qualcuna in più se si creano problemi alla circolazione gettandosi sotto il metro o sotto un treno. (…) Se a togliersi la vita è un giovane gay o presunto tale, ecco allora che le stesse paginate e servizi vengono spesi per incolpare l’intera società di omofobia e i politici per non avere provveduto ad approvare una legge che punisca severamente ogni discriminazione nei confronti degli omosessuali. Insomma il suicidio conta se serve per promuovere l’eutanasia o le leggi pro-gay». Per il giornalista «intorno al tragico fatto di cronaca si è scatenata la ormai solita cagnara di chi invoca la legge contro l’omofobia e vorrebbe ridurre al silenzio – magari con il carcere – chi prova semplicemente a dire che un conto è condannare bullismo e violenze (che vanno sempre condannate) e un altro proporre norme che puniscano il reato di opinione, inclusa la contrarietà a concedere il matrimonio tra persone dello stesso sesso». Continua a leggere
La California vieta le “terapie riparative” ed in Italia i cattolici se la prendono con le leggi contro l’omofobia.
Come riporta il New York Times, la Corte d’appello federale degli Stati Uniti ha accolto il divieto previsto da una legge dello Stato della California di “curare” i minori omosessuali con le cosiddette “terapie reparative”, ossia quei discussi trattamenti terapeutici del controverso psicologo americano Joseph Nicolosi che porterebbero i pazienti sulla strada dell’eterosessualità. L’efficacia di questi metodi è molto dubbia come prova un report dell’Apa (American Psychological Association) che dimostra anche come, in alcuni casi, queste terapie causino stress, depressione ed un maggior tasso di suicidi alle persone che si sottopongono.
La Corte d’Appello Federale ha dovuto stabilire se il divieto di queste terapie (introdotto anche nel New Jersey ed in Brasile) fosse lesivo del Primo Emendamento che protegge la libertà d’espressione. Secondo la Corte: «Il primo emendamento non impedisce ad uno Stato di disciplinare le terapie anche quando tali terapie vengono compiute solo con discorsi».
Sempre negli Stati Uniti recentemente ha chiuso i battenti, con un pubblico “mea culpa” in cui si riconoscevano i propri errori, Exodus, organizzazione cristiana con 37 anni di attività nel “riparare” gli omosessuali.
In Italia il mondo cattolico non si è quasi accorto di questa notizia tranne per un articolo del sociologo Massimo Introvigne sulla Nuova Bussola Quotidiana.
Secondo il sociologo cattolico «la Corte d’Appello del Nono Circuito stabilisce un principio molto pericoloso (….) e cioè che le leggi e i tribunali hanno il diritto di rendere obbligatoria un’ortodossia scientifica stabilita dai gruppi maggioritari – o che si presentano come maggioritari – in una determinata branca della scienza».
La Nuova Bussola Quotidiana contro la “propaganda omosessualista” della Bcc: e quella cattolica della Rai?
In Gran Bretagna è stato approvato – dopo lunghe discussioni – il matrimonio per le coppie dello stesso sesso.
La Bbc, nel suo canale dedicato ai bambini Cbbc (Children Bbc), ha lanciato un nuovo programma rivolto ai più piccoli “Marrying Dad and Dad” in cui figli di coppie omosessuali organizzano il matrimonio (sino ad ora unione civile) dei loro genitori: a differenza che in Italia, nel Regno Unito si prende atto della realtà delle famiglie omosessuali (presenti anche in Italia) nella programmazione dedicata ai più piccoli.
Contro questa realtà tuona Gianfranco Amato sulla Nuova Bussola Quotidiana: «La propaganda è sempre stata l’arma del potere. Lo sapeva bene uno che se ne intendeva, come il genio malefico di Adolf Hitler, quando sosteneva “che con l’uso abile e insistente della propaganda perfino il paradiso può essere presentato alle persone come un inferno, e la vita più miserabile come un paradiso”. Mai come oggi ciò appare tragicamente vero».
Amato continua: «Questa nuova moderna propaganda omosessualista, che arriva ad utilizzare il mezzo televisivo per condizionare le giovani menti, è la cifra di una società profondamente malata. Una società che arriva a voler perdere i propri figli; che sembra accecata dalla prospettiva nichilista di un “cupio dissolvi”; che pare voler accelerare la propria dissoluzione attraverso l’imposizione violenta di una nuova e fatale dittatura dell’anomalia». Continua a leggere