Pare che il mio precedente articolo abbia ricevuto una risposta. E non mi riferisco ai commenti, ma proprio ai quotidiani ufficiali vescovili. Non che siano risposte dirette, non sono così importante né pretendo di esserlo, trattasi bensì di affermazioni che approfondiscono il tema in questione: la chiesa e la sua concezione politica-economica sotto l’attuale pontificato.
Le fonti sono sempre le stesse: le parole papali, il commento su ad esse e il commento politico-economico “in generale” di un articolista di Avvenire (lo stesso della volta precedente: la risposta più diretta tra tutte).
Cominciamo al solito dalle parole papali, stavolta incentrate sul tema del traffico d’armi… apparentemente:
“L’uomo è capace di distruggere tutto quello che Dio ha fatto”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia muovendo dal passo drammatico della Genesi che mostra l’ira di Dio per la malvagità dell’uomo e che prelude al diluvio universale. L’uomo, ha constatato con rammarico, “sembra essere più potente di Dio”, è capace di distruggere le cose buone che Lui ha fatto. […] Nei primi capitoli della Bibbia, ha proseguito, troviamo tanti esempi – da Sodoma e Gomorra, alla Torre di Babele – in cui l’uomo mostra la sua malvagità”.
Insomma il tema del pacifismo, sacrosanto, trattato coi soliti luoghi comuni ecclesiastici. Le guerre non hanno storia ed attori e qui è già tanto se indica una causa interna sui generis al posto di prendersela con Satana o chi per lui… ma fin qui il discorso è anche condivisibile, e fuori tema, quindi non ci faremo caso più di tanto. Continua a leggere