Quel “bugiardo e sabotatore anti-cattolico” del sindaco Ignazio Marino.

Non è proprio un idillio quello tra il sindaco di Roma Ignazio Marino ed i cattolici: dopo essere stato criticato per la decisione di introdurre il registro delle unioni civili, il primo cittadino della capitale finisce nuovamente nel mirino dell’area cattolica per aver “addirittura” negato l’uso di una sala del Campidoglio, la sala della Protomoteca, ad un convegno intitolato “Ideologia del gender: quali ricadute per la famiglia?” organizzato dall’associazione Famiglia Domani, un’associazione che – si legge nel sito – ha lo scopo di «di difendere e di promuovere i valori familiari naturali e cristiani minacciati dalla degradazione culturale e morale del nostro tempo». Presieduta dal marchese Luigi Coda Nunziante, è stata «incoraggiata fin dalla sua nascita dal Pontificio Consiglio per la Famiglia» con la lettere del cardinale Gagnon del 27 marzo 1990 intervenendo su «temi di grande portata culturale e morale come l’aborto, la pornografia, la droga, le unioni “di fatto” e omosessuali». «Il tema del gender e dell’evoluzione della famiglia accanto alle campagne mediatiche, sempre più aggressive, per la legalizzazione del reato di omofobia e del matrimonio omosessuale, diviene sempre più drammaticamente attuale»: in questo modo l’associazione introduce il convegno a cui dovevano partecipare il consigliere comunale Lavinia Mennuni, l’avvocato Claudio Vitelli, la dottoressa in psichiatria ed endocrinologia Dina Nerozzi ed il presidente dei Giuristi per la vita Gianfranco Amato e che si sarebbe dovuta tenere nella sala della Protomoteca del Comune di Roma con il patrocinio della stessa amministrazione capitolina. La notizia dell’evento ha provocato la reazione dei consiglieri comunali del M5S e di Sel che hanno presentato un’interrogazione chiedendo di revocare il patrocinio e la disponibilità della sala: «L’idea espressa da alcuni relatori è che l’orientamento, la tendenza, sessuale sia una devianza, da combattere, sostenuta da potenti lobby per sovvertire l’ordine naturale, rispetto alle quali la politica ed il mondo cattolico avrebbero adottato un atteggiamento di compromesso, anziché di ferma resistenza», così spiegano i consiglieri che ritengono l’argomento trattato «assolutamente incompatibile con il programma del sindaco Marino» nonostante sottolineino «il diritto costituzionalmente garantito alla pluralità dell’informazione e delle idee e quindi allo svolgimento di convegni». Come riporta l’agenzia Asca non è mancata la lapidaria e chiarissima risposta dell’ufficio stampa del Comune di Roma: «Il Campidoglio rende noto che non ha concesso e non concederà il patrocinio al convegno ”Ideologia del Gender: quali ricadute sulla famiglia’?” organizzato dall’Associazione Famiglia Domani e come da loro pubblicizzato, in programma per il prossimo 3 dicembre. Circa la notizia che detto convegno si sarebbe dovuto tenere nella Sala della Protomoteca, l’Amministrazione precisa che la stessa è priva di fondamento. Come da concessione del Gabinetto del Sindaco datata 13 novembre 2013, presso la Sala della Protomoteca, in occasione della Giornata Mondiale della Disabilità, si terra’ un’importante iniziativa sul tema dell’autismo». Insomma nessun patrocinio e nessuna sala era stata concessa ed ovviamente è scattata la reazione del mondo cattolico. L’agenzia cattolica di stampa Corrispondenza Romana pubblica un intervento di Lupo Glori che scrive di «preoccupante clima di censura e di intolleranza piombato negli ultimi mesi sopra chiunque osi mettere in discussione, seppur in maniera civile e scientifica, le tesi degli ideologi del gender» concludendo: «I fatti ancora una volta parlano molto chiaro e la storia sembra essere sempre la stessa. Diritti per tutti tranne per chi la pensa in maniera diversa dalla aberrante ideologia del gender. Il Comune di Roma del sindaco Ignazio Marino si accoda, quindi, alla oramai, purtroppo, sempre più lunga lista di episodi di intolleranza e di violenza esercitati nei confronti dei difensori della famiglia naturale. Nessuno spazio pubblico deve essere concesso a chi prova a mettere in guardia sui rischi e pericoli ai quali va incontro una società che, negando la realtà, fa sua e promuove acriticamente la folle teoria del gender». Il commento di Lupo Glori è stato addirittura ripreso da Marco Tosatti nel suo blog sulla Stampa titolando “Marino sabota i cattolici”. Molto più pacato l’intervento di Paolo Deotto su Riscossa Cristiana: “Ignazio Marino, omosessualista e bugiardo, sabota il Convegno sul Gender”. Usa toni molto concilianti Deotto: «Bugiardo. Il signor Sindaco è bugiardo: la concessione della Sala della Promoteca ai disabili è datata 14 novembre, lo stesso giorno in cui è stata ritirata la concessione al Convegno sul gender. Oltre un mese prima la Sala era già stata assegnata all’Associazione Famiglia Domani. La retromarcia del Sindaco ha delle chiare origini: la galassia sinistrorsa che ha fatto dell’omosessualismo ormai il suo proprio delirio sistematizzato si è messa in guardia per il grande successo dei due convegni precedenti, quelli di Verona e Milano. Ma come, questi “omofobi” hanno successo, attirano gente, espongono con chiarezza i loro argomenti: siamo rovinati! Chissà quanto rimmel e fondotinta si sono sciolti per le lacrime che avranno solcato i volti dei “leader” omosessualisti! Tra un gemito e un agitare di borsette sono corsi dal Sindaco: Ignazio, non puoi farci questo! E se lo fai, ti togliamo l’appoggio in Consiglio. Ignazio è scattato sull’attenti, ha preso la propria dignità, l’ha schiacciata ben bene sotto i tacchi e ha fatto come Pinocchio. “La Sala era già assegnata”. Questo sarebbe il sindaco di “tutti i romani”! Che vergogna!». Questo commento, in pure stile cristiano, è stato riproposto anche da ProLife News. Anche se il sindaco Marino avesse voluto negare il patrocinio e la disponibilità di una sala del Campidoglio dove sarebbe lo scandalo? Sono molto utili le parole di un giornalista non certamente di sinistra, Filippo Facci, in un articolo pubblicato su Libero in merito alla fantomatica esclusione del giurista cattolico Giancarlo Cerrelli da Domenica In: «La Terra gira attorno al Sole, le donne hanno il cervello delle stesse dimensioni dell’uomo e i bambini schizofrenici non vanno portati dall’esorcista. E queste sono notizie, sono fatti: non sono opinioni, non c’è da aprire ogni volta un dibattito, non c’è da reclamare la par condicio per sostenere il contrario, non c’è da invocare una malintesa “libertà di espressione” che rimetta in discussione i fondamentali della civiltà moderna. (…) Altre “notizie” sono dunque che l’uomo deriva da una mutazione genetica della scimmia (…) e che gli omosessuali non sono dei malati». In merito alla vicenda Cerrelli scrive Facci: «La Rai ha discriminato: e ha fatto bene, perché ha scelto cioè di non concedere la par condicio a fantasmatiche idee già seppellite dalla Storia, dal liberalismo, dal metodo sperimentale, retroguardie di una religiosità retriva e ideologica che da noi, semmai, ha ancora troppo peso». Facci ha perfettamente ragione: gli omosessuali non sono dei malati e questo è un fatto, non è una semplice opinione. Se Marino ha “discriminato” (se di discriminazione si può parlare) ha solamente fatto bene decidendo di non mettere il simbolo del Comune di Roma ad iniziative di parte in cui non si riconoscono i cittadini romani e che sostengono idee seppellite dalla storia e che non appartengono più agli italiani. «C’è libertà di opinione, come no, ma questo non significa dover restituire una dignità popolare a coloro che vorrebbero confinare milioni di omosessuali nei ghetti della patologia, dimenticando – come ha più volte ripetuto ogni fonte autorevole possibile – che l’orientamento sessuale è qualcosa che non può essere cambiato a piacimento. Gli omosessuali esistono come esistono i mancini, ci sono anche tra gli animali, è un fattore naturale e non psicologico, punto»: così Facci conclude il suo intervento su Libero. Esiste la libertà d’opinione: questo è un caposaldo di ogni democrazia e deve valere anche per idee che la storia ha seppellito e che la società ha rifiutato ma – nonostante i cattolici si facciano “paladini della libertà d’opinione” solo per quanto riguarda le loro idee – la libertà d’opinione non include il diritto a non essere criticati, il diritto a partecipare a trasmissioni del servizio pubblico radiotelevisivo o a non essere contestati nelle piazze: allo stesso modo non si può pretendere che siano concessi patrocini o sale delle amministrazioni comunali. Esiste la libertà d’opinione ma questo non significa avere un riconoscimento istituzionale ed il motivo lo spiega bene Paolo Deotto: «Il sindaco Marino è omosessualista convinto, difensore del cosiddetto “matrimonio” tra omosessuali, nonché, ovviamente, dell’adozione di minori da parte di coppie omosessuali. Ha in programma anche l’adozione di quella fiera idiozia che è il registro delle “unioni civili”». Tutto esatto e questo “omosessualista convinto” è stato votato dalla maggioranza dei cittadini romani a cui – evidentemente – non è dispiaciuto dare la preferenza a chi si presentava anche in campagna elettorale come “omosessualista convinto” mettendo nel suo programma il miglioramento della qualità della vita delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, favorendo progetti e iniziative per i diritti e promuovendo servizi e azioni di contrasto alle discriminazioni, al pregiudizio, all’omofobia e la transfobia. Perciò – piaccia o no – non è possibile che siano dati patrocini istituzionali ad iniziative di parte che vadano contro un programma ed una linea con cui ci si è presentati agli elettori. «Se pretende di fare il sindaco, deve ricordarsi che è tenuto ad amministrare la città nell’interesse di tutti i cittadini, non solo dei suoi amichetti»: così scrive Deotto dimenticando che un sindaco non potrà mai fare l’interesse di tutti e sicuramente non potrà accontentare tutti. Un sindaco che si è presentato come “omosessualista convinto” ha anche il dovere di non porre il simbolo della città che guida e che rappresenta ad iniziative che vorrebbero confinare gli omosessuali e che sono in contrasto con il programma con cui si è presentato ai cittadini. Roma è la città in cui un omosessuale, interpretato da un bravissimo Marcello Mastroianni in Una giornata particolare, veniva costretto a rimanere in casa durante il giorno della visita di Hitler nella capitale. Allora gli omosessuali venivano messi al confino ed i romani sicuramente avrebbero storto il naso davanti ad un “omosessualista convinto”. Ma quella era un’altra Roma ed un’altra Italia e proprio per questo il sindaco bene ha fatto a non concedere il patrocinio: a prova che i Romani ora aborrono certe idee e Roma è sì una “città aperta” ed è aperta anche agli omosessuali. Alla fine di questa vicenda resta un dubbio: un’associazione presieduta addirittura da un “marchese” (mica da un Conte qualsiasi o da un volgare plebeo) che è stata persino «incoraggiata fin dalla sua nascita dal Pontificio Consiglio per la Famiglia» ha tanto bisogno del patrocinio del Comune di Roma e di una sala del Campidoglio? Mistero della fede.

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3 pensieri su “Quel “bugiardo e sabotatore anti-cattolico” del sindaco Ignazio Marino.

  1. Caio

    Povero Ignazio! Non è andato al Gay Pride e si è beccato le critiche, ora fa qualcosa di concreto per gli omosessuali e viene criticato lo stesso! XD

    Rispondi

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