Spesso da parte del mondo cattolico si sente parlare di cristiani perseguitati o discriminati. Il riferimento non avviene – come sarebbe anche opportuno – solo per i fatti tragici che stanno sconvolgendo l’Egitto ma ogni pretesto è buono per parlare di “cristianofobia”.
Il deputato “ultracattolico” del Pdl Carlo Giovanardi non ha perso occasione per parlare di cristiani imbavagliati nel caso in cui si arrivasse ad un testo di legge contro l’omofobia ed addirittura esiste un osservatorio (l’Oidce) sui presunti casi di intolleranza e discriminazione a cui sarebbero sottoposti i cristiani in Europa. Mancato riconoscimento dell’obiezione di coscienza sui matrimoni omosessuali (non solo per gli ufficiali dello stato civile ma anche per chi offre servizi per le cerimonie), esistenza di leggi contro i crimini d’odio che incitano alla violenza, divieto di protestare davanti gli ospedali in cui si praticano aborti o di fermare le donne che si stanno recando nelle strutture sanitarie per abortire: tutti questi sarebbero – per il controverso osservatorio – alcuni dei casi di “discriminazione” contro i cristiani. Addirittura per l’Oidce sarebbero esempi di “intolleranza” verso i cristiani l’impossibilità – per le comunità religiose – di non rispettare i regolamenti edilizi, le discussioni sui privilegi che gode la Chiesa cattolica nei vari Paesi e l’impossibilità per i gestori di hotel o B&B di rifiutare coppie dello stesso sesso. La libertà di religione quindi sarebbe un valore supremo che, secondo il segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli Stati mons. Dominique Mamberti, dovrebbe essere difeso in ogni circostanza nonostante per la Corte europea dei diritti dell’uomo la libertà religiosa può essere limitata in presenza di interessi maggiori. Continua a leggere
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Oidce: libertà religiosa e di espressione ma solo per i cattolici.
Nuovo rapporto di Oidce (Observatory on Intolerance and Discrimination against Christians in Europe), la Ong con sede in Austria, sulle presunte discriminazioni che subirebbero i cristiani in Europa.
Per Oidce il diritto alla libertà religiosa non è solo un diritto individuale, ma si applica anche, come un diritto collettivo, alle comunità religiose che comprende tra l’altro il diritto di regolarsi secondo proprie norme.
Il primo capitolo della Ong è dedicato ai limiti imposti da alcuni Stati all’obiezione di coscienza.
Secondo Oidce la «libertà di coscienza permette ad un credente di vivere secondo le esigenze della sua fede, che dà senso alla sua vita. Limitare o negare un individuo il diritto alla libertà di coscienza, priva questo diritto di significato e viola l’autonomia personale come requisito principale della dignità umana».
L’obiezione di coscienza – secondo Oidce – non dovrebbe essere applicata solo su questioni riguardanti le pratiche abortive e la somministrazione della pillola del giorno dopo ma anche per quanto riguarda i matrimoni omosessuali. Infatti la Ong denuncia – tra le altre – che «in diversi Paesi i proprietari di immobili per cerimonie nuziali non sono autorizzati a rifiutare la loro proprietà per coppie omosessuali» perché «la licenza pubblica di svolgere atti di diritto civile in un edificio privato è spesso legata ad accettare le regole del governo, senza possibilità di obiezione di coscienza». Oidce – ad esempio – denuncia il caso belga dove gli ufficiali dello stato civile «non hanno il diritto di fare riferimento alla loro coscienza per rifiutare la registrazione di un matrimonio gay come un atto civile» mentre «i proprietari di luoghi in cui si svolgono cerimonie nozze non possono rifiutare di ospitare matrimoni gay». Continua a leggere
“Cristianofobia” in Europa?
Nei media e nei blog (compreso Pontifex) ha avuto nei giorni scorsi una grande eco il rapporto 2011 dell’Oidce (Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa).
Bisogna specificare che l’Oidce non è una agenzia della Unione europea ma una normale Ong.
Ciò nonostante credo che sia giusto (essendo contro tutte le discriminazioni) leggere il rapporto per capire come i cristiani siano “discriminati“.
Cominciando a leggere il rapporto, alcuni episodi non rappresentano di certo episodi di “cristianofobia” ma rappresentano bene quale sia la concezione di “libertà” di una parte del mondo cattolico.