In Parlamento è stata presentata la relazione annuale sull’attuazione della legge 194/1981 sull’aborto.
I dati confermano una diminuzione degli aborti: nel 2012 sono state effettuate 105.968 aborti (dato provvisorio) con un decremento del 4,9 per cento rispetto al dato definitivo del 2011 (111.415 casi) e del 54,9 rispetto al 1982 (234.801 interventi).
Il tasso di abortività (numero delle interruzioni volontarie di gravidanze per 1000 donne in età feconda tra 15-49 anni) è risultato del 7,8 per mille con un decremento dell’1,8 per cento rispetto al 2011 (8,0 per 1000) e un decremento del 54,7 rispetto al 1982: questo valore è il più basso tra i Paesi industrializzati e l’Italia è il Paese in cui si ricorre di meno all’aborto rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale.
Diminuisce anche il rapporto di abortività (percentuale di aborti rispetto ai nati vivi): nel 2011 è risultato del 200,8 per mille con un decremento del 2,5 per cento rispetto al 2011 (206.0 per mille) e un decremento del 47,2 per cento rispetto al 1982.
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Usa: educazione sessuale ed accesso ai contraccettivi salvano gli adolescenti da gravidanze indesiderate
Sono in netto calo negli Stati Uniti le gravidanze tra gli adolescenti confermando un trend che dura ormai da vent’anni: a rivelarlo è il prestigioso settimanale Time prendendo come riferimento uno studio dell’U.S. Center for Disease Control and Prevention (CDC).
Le gravidanze tra gli adolescenti – dal 2007 al 2011 – sono diminuite almeno del 15 per cento in quasi tutti gli Stati (nel West Virginia e nel North Dakota non ci sono stati cambiamenti significativi): negli Stati dell’Arizona, del Colorado, dell’Idaho, del Nevada e dello Utah il tasso di gravidanze adolescenziali si è ridotto addirittura del 30 per cento.
Nel 2011 il tasso di gravidanze adolescenziali (ossia gravidanze comprese tra i 15 ed i 19 anni) si è attestato a 31,1 nascite ogni mille adolescenti con un calo del 25 per cento rispetto al 2007 quando, su 1000 adolescenti, il 41,5 aspettava un bambino: il tasso registrato nel 2011 è il più basso mai rilevato dal Cdc.
Secondo Bill Albert, direttore della campagna nazionale per prevenire le gravidanze adolescenziali ed indesiderate, la risposta a questi risultati nasce da una combinazione di meno sesso e più contraccezione. Aggiunge: «Gli adolescenti hanno un maggior numero di metodi di contraccettivi da scegliere e l’assortimento di metodi contraccettivi non è stato mai talmente vasto». Continua a leggere
La catto-giurisprudenza e la catto-sociologia di Uccr
Come risulta dalla relazione annuale sull’interruzione di gravidanza il numero degli aborti è diminuito rispetto all’anno precedente confermando un trend iniziato dal 1982.
Le cifre dovrebbero far ben sperare ma non è così per i vari cattolici ed ovviamente per i nostri uccrociati che pubblicano un articolo dal titolo “Meno aborti grazie alla legge 194? No, ovviamente” in cui si critica il fatto che gli aborti siano diminuiti.
Giuliano Guzzo scrive che «non si fa alcun accenno, nel conteggio degli aborti, a quelli possibili in conseguenza all’utilizzo della cosiddetta “pillola del giorno dopo”» che «può essere abortiva, come dimostra il fatto che la prima autorizzazione ministeriale per sua la commercializzazione venne annullata dal TAR Lazio (sent. n. 8465 del 12/10/2001) per omessa indicazione, sul foglietto illustrativo, di tale effetto (interessante il punto della sentenza dove si parla della “non veridicità della qualificazione del prodotto come ‘contraccettivo di emergenza’” e dell’“omissione di ogni adeguata informazione della donna sull’idoneità del farmaco ad impedire l’impianto dell’ovulo fecondato”)».
Purtroppo il Tar ha affermato qualcosa di un po’ diverso e forse c’è stata un po’ di confusione nella lettura della sentenza che nasce da un ricorso presentato dal Movimento per la vita contro il ministero della Sanità. Continua a leggere
Aborto. Avvenire: «Cala l’obiezione di coscienza». Uccr in disaccordo: «Aumentano gli obiettori di coscienza».
Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha presentato l’11 ottobre in Parlamento la relazione annuale sullo stato di attuazione della legge 194 sull’aborto. Questa relazione è stata ampiamente discussa sia nei media che da parte delle associazione interessate (Laiga, Movimento per la vita, etc.).
Purtroppo i membri dell’associazione Unione cristiani cattolici razionali sembrano essere stati disattenti e solo oggi dedicano un articolo alla relazione titolando: “Aborto: fortunatamente aumentano gli obiettori di coscienza”.
Queste le parole di Nicola Terramagra (autore dell’articolo): «Come abbiamo già avuto modo di vedere, gli obiettori di coscienza, in tema di aborto, sono sempre più numerosi. Cresce, infatti, il numero dei medici che scelgono di non praticare interruzioni di gravidanza perché convinti che la vita sia tale fin dal concepimento. A tal proposito, un articolo comparso su “Il Corriere della Sera“, mostra come, anche nel nostro Paese, questa tendenza sia in aumento.
Il quotidiano nazionale, infatti, riporta alcune interessanti statistiche che confermano l’aumento dei medici obiettori: per i ginecologi, si è passati da un 58,7% del 2005 ad un 69,3% nel 2010, mentre per gli anestesisti la percentuale si è spostata dal 45,7% al 50,8%». Continua a leggere
Aborto, rivelazione choc: la contraccezione lo favorisce (forse….).
L’agenzia Zenit della congregazione dei legionari di Cristo pubblica un’intervista (ripresa anche da Tempi) al dottor Renzo Puccetti che – al congresso mondiale di ginecologia ed ostetricia tenutosi a Roma – ha presentato una ricerca in cui si rileva che la diffusione di contraccettivi (preservativo, pillola) è direttamente proporzionale all’aumentare degli aborti.
Il dottor Puccetti ha certamente un curriculum di tutto rispetto: membro della Associazione ginecologi ostetrici cattolici italiani, socio nazionale dell’associazione Scienza & Vita, collaboratore di testate giornalistiche come Avvenire e la stessa agenzia di notizie Zenit.
Nonostante sia un professionista affermato purtroppo non rileva in quale pubblicazione scientifica sia presente questa ricerca che smentirebbe gran parte della letteratura scientifica in materia esplorando – assieme ad altri colleghi – l’abortività degli Stati americani e le variabili che possono incidere sui tassi di aborto.
Per il ricercatore «quando si esamina la percentuale d’impiego della contraccezione reversibile ad elevata efficacia, come la pillola, i cerotti, l’anello vaginale, la spirale e gli impianti sottocutanei di ormoni a lunga durata, non si rileva alcuna riduzione di abortività». Questa ricerca (di cui purtroppo non è stato detto dove è stata pubblicata) smentirebbe addirittura quanto rilevato da un recentissimo studio dell’Università di St. Louis pubblicato su Obstetrics & Gynecology (la pubblicazione ufficiale della American College of Obstetricians and Gynecologists) secondo cui la fornitura gratuita di contraccettivi contribuisce a ridurre drasticamente il numero delle gravidanze indesiderate e degli aborti. I ricercatori dell’università hanno fornito contraccettivi gratis a più di 9.000 donne dai 14 ai 45 anni dell’area di St. Louis: questa azione ha provocato un drastico calo degli aborti nell’area che sono diminuiti sino al 78 per cento con un tasso di gravidanze adolescenziali del 6,3 per mille contro una media nazionale del 34,3 per mille.
Relazione del ministero della Salute sull’aborto: dov’è l’educazione sessuale?
Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha presentato in Parlamento la relazione annuale sullo stato di attuazione della legge 194 sull’aborto: una relazione arrivata con otto mesi di ritardo così come denunciato dai ginecologi della Laiga.
I dati sembrano lasciar ben sperare anche se ci sono ancora molti punti dubbi.
Nel 2011 sono state effettuate 109.538 ivg (dato provvisorio), con un decremento del 5,6% rispetto al dato definitivo del 2010 (115.981 casi) e un decremento del 53,3% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all’ivg (234.801 casi). Nella relazione si legge che il tasso di abortività (numero delle IVG per 1.000 donne in età feconda tra 15-49 anni) nel 2011 è risultato pari a 7,8 per 1.000, con un decremento del 5,3% rispetto al 2010 (8,3 per 1.000) e un decremento del 54,7% rispetto al 1982 (17,2 per 1.000). Il valore italiano è tra i più bassi di quelli osservati nei paesi industrializzati.
L’Italia è il Paese in cui si ricorre di meno all’aborto rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale.
A ricorrere meno all’aborto sono le donne più istruite, le occupate e le coniugate anche grazie ad una maggiore competenza in materia di sessualità.
Nel 2010 il 44,2% delle donne che hanno fatto ricorso all’Ivg avevano solamente un diploma di licenza media inferiore: perciò una società sempre più scolarizzata ed informata anche in materia di educazione sessuale sarà una società che avrà meno necessità di ricorrere all’aborto.