La sentenza del tribunale di Roma riguardante l’adozione di una bambina di cinque anni ad una coppia di lesbiche non solo ha infiammato i vescovi italiani ma anche quel mondo di politici, giornalisti, cattedratici, giuristi, oculisti e macellai che gravitano intorno al mondo cattolico.
Addirittura di “golpe” dei pm scrive la deputata ultracattolica e membro dell’Opus Dei Paola Binetti sul Sussidiario.net ma non è la sola politica “scandalizzata” dalla decisione del tribunale per i minorenni.
Per Giovanardi si tratta di una «sentenza eversiva» (evidentemente l’eversione delle “Brigate gay” o “Brigate rosa”) mentre per il deputato Alessandro Pagano si è arrivati ormai al «Tribunale speciale contro la famiglia tradizionale»: insomma dopo aver conosciuto i tribunali speciali durante la dittatura fascista (che spesso mandavano al confino proprio gli omosessuali) ora il mondo gay attuerebbe una sorta di “vendetta” per tutto quanto han subito, eh sì.
Di “sentenza pericolosa” scrive Ruben Razzante sulla Nuova Bussola Quotidiana perché «mina alla radice l’unicità della famiglia naturale, sancita nella Costituzione, e mette a repentaglio solidi principi pedagogici»: evidentemente Razzante ne sa di più degli psicologi e degli assistenti sociali che invece si sono espressi a favore dell’adozione alla coppia lesbica. Continua a leggere
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Manif pour tous a Roma….manifestazione per tutti ma non per molti.
Alla fine lo riconosce la stessa stampa cattolica: della manifestazione della Manif pour tous Italia contro la legge sull’omofobia i giornali non ne hanno dato notizia.
Infatti anche Giovanno Amato sulla Nuova Bussola Quotidiana scrive che sui giornali «della manifestazione di Piazza Santi Apostoli non vi sia traccia mediatica» nonostante la presenza di «inviati dell’ANSA» (ma anche l’Ansa non ha dato notizia dell’evento).
Insomma un vero e proprio flop ed anche Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, ha dedicato poche righe alla notizia. Gli organizzatori parlano di 4mila presenze mentre il Quotidiano del Lazio ridimensiona a più di mille partecipanti: numeri coerenti con quelli delle altre manifestazioni avvenute in Italia.
In ogni caso numeri ben lontani da quelli di una normale manifestazione di piazza o di un Gay Pride e non si può dire che il mondo cattolico non abbia speso energie per questa “marcia su Roma” a cui hanno mostrato disinteresse gli stessi cittadini romani.
«Risvegliare l’opinione pubblica per tutelare la famiglia»: così proclamava l’onorevole Gian Luigi Gigli in un’intervista a Zenit, l’agenzia di stampa della congregazione dei Legionari di Cristo.
Lo stesso Gigli riconosceva il «pericolo di una lenta assuefazione su questi temi». «Risvegliare un’opposizione popolare serve anche a contenere le pressioni di determinate lobby»: così affermava l’esponente di Per l’Italia a Zenit. Continua a leggere
Bimba affidata a coppia omosessuale: uno “scandalo” per il mondo cattolico.
Solo in Italia la notizia dell’affidamento temporaneo di una bambina di tre anni ad una coppia omosessuale a cui era legata da rapporti affettivi poteva creare tante polemiche e discussioni.
Non basta che la coppia sia definita dai servizi sociali che hanno esaminato il caso come stabile e affidabile (anche economicamente) e non basta che il provvedimento sia temporaneo e che la bimba potrà continuare a frequentare la madre: per il mondo cattolico tutto questo è uno “scandalo”.
Il primo intervento non viene da un esponente cattolico ma “laico” come l’ex parlamentare del Pd Mario Adinolfi: «Ho una figlia di tre anni, esattamente la stessa età della bimba che il tribunale dei minori di Bologna ha deciso di affidare a una coppia di omosessuali. Credo di comprenderne alcune dinamiche psicologiche in maniera piuttosto approfondita e mi trovo d’accordo con il procuratore minorile della Repubblica che, concentrata sul benessere della bimba piuttosto che su ottenere uno spot sui giornali, si era detta radicalmente contraria all’affido della treenne alla coppia gay ritenuta “non all’altezza”». Si apprende con piacere che Adinolfi oltre che esperto di poker è anche esperto di psicologia dell’infanzia. Continua a leggere
Eurispes: per gli italiani anche dove c’è omosessualità c’è casa.
Un popolo di santi, poeti navigatori e “gay-friendly”: così potremmo definirci dopo aver letto l’ultima ricerca di Eurispes sull’omosessualità da cui emerge che l’82 per cento degli italiani non ha atteggiamenti diversi nei confronti degli omosessuali mentre c’è un 9,4 che dichiara di sentirsi imbarazzato dalla loro presenza. Atteggiamenti di aperta ostilità solo per il 5,8 degli intervistati: il 4,5 per cento dichiara che preferisce non entrarci in contatto e l’1,3 manifesta un atteggiamento di disapprovazione nei loro confronti. Queste percentuali che vedono gli italiani totalmente aperti nei confronti dell’omosessualità sono addirittura superiori a quelle rilevate dal Pew Research Center secondo cui per tre italiani su quattro l’omosessualità deve essere accettata dalla società. Anche una ricerca Istat aveva mostrato come gli italiani fossero aperti alle istanze agli omosessuali e disapprovassero le discriminazioni nei loro confronti.
Omosessualità una forma d’amore come l’eterosessualità: a pensarla in questo modo è la maggioranza dei nostri concittadini (51 per cento) mentre il 35,3 tollera l’omosessualità a patto che non venga ostentata. Solo per il 9 per cento è sinonimo d’immoralità. Continua a leggere
Legge contro l’omofobia: un fiume cattolico di disinformazione e vittimismo.
Sarebbero addirittura sotto attacco i cristiani in Occidente a causa delle leggi contro l’omofobia: almeno secondo quanto scrive Luigi Amicone sul sito ciellino Tempi. Diverse realtà della lobby cattolica hanno lanciato una vera e proprio campagna in grande stile per far passare il concetto che la norma contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale (omo o etero) sia liberticida e descrivendo i cristiani come delle vittime ed allo stesso tempo dei difensori della libertà di opinione e di pensiero.
Non poteva mancare l’intervento dell'”ultracattolico” Carlo Giovanardi che, sempre su Tempi, arriva a sostenere che si andrà in galera nel caso in cui si sostenesse che il papà deve essere un uomo e la mamma una donna descrivendo il testo proposto dall’on. Scalfarotto come una «follia eterofoba, pensata per imbavagliare chi non la pensa come i gay militanti»: forse Giovanardi dovrebbe considerare che a favore dei diritti per gli omosessuali ci sono tantissimi eterosessuali (la maggior parte dei quali anche cattolici) e non solo dei “gay militanti”. Sempre Giovanardi dice che «bisogna fermare questo attacco diretto alla libertà di parola e di opinione garantite dalla Costituzione, contrario ad ogni principio di cultura liberale, non a caso fortemente voluto da chi proviene dalla storia e dalla mentalità comunista che da sempre ha pensato di risolvere i contrasti politici con la repressione penale». Forse l’esponente del Pdl dimentica che la Costituzione a cui si richiama è stata firmata proprio da un politico comunista, Umberto Terracini, che è stato anche presidente dell’assemblea costituente. Difficile inoltre che si possa definire “comunista” un politico come Ivan Scalfarotto che proviene dal settore bancario. Allo stesso modo si rimarrebbe sorpresi nel sapere che nel Pdl ci sono “comunisti” visto che relatore della legge (assieme ad Ivan Scalfarotto) contro l’omofobia è proprio Antonio Leone del Pdl. Inoltre è difficile che picchiare una persona per il proprio orientamento sessuale possa essere considerata “libertà d’opinione”. Bisogna sottolineare che la legge Mancino (all’interno della quale si aggiungerebbe la discriminazione legata all’orientamento sessuale della vittima) non a caso porta il nome di un politico, Nicola Mancino, che non era affatto comunista ma era democristiano: particolare che deve essere sfuggito a Giovanardi che invece parla di “comunisti”. Continua a leggere