Oggi, sul Corriere della Sera, è apparso un articolo relativo all’arresto e alla successiva condanna di un attivista progressista in Arabia Saudita.
Raif Badawi, direttore del sito web Free Saudi Liberals, un blog che si occupa del ruolo della religione in Arabia Saudita, è stato condannato a 7 anni di carcere e 600 frustate. L’opinione pubblica saudita considera questa condanna “lieve” dato che Badawi rischiava la pena di morte.
L’accusa? Apostasia. Questa apostasia deriverebbe dall’aver avuto un dialogo in pubblico con altri utenti cercando un dibattito sul ruolo sociale della religione e sulla laicità dello stato. Questo l’unico “reato” commesso da Raif Badawi. Potra’ sembrare presuntuoso ma mi sento personalmente vicino a Raif Badawi perchè il suo lavoro è simile a quello di Pontilex (o viceversa), anche se svolto in un contesto ben più complesso e pericoloso. Non dimentichiamo che l’Arabia Saudita è uno dei paesi più incivili e primitivi del mondo e dove la vita umana è appesa ad un filo secondo l’arbitrio dell’Imam di turno, il quale ti puo’ condannare a morte per capriccio.
Il mio pensiero va ai delinquenti ben nascosti in Vaticano, i quali, dietro le loro facce miti ed i loro sorrisi ipocriti di circostanza, sognano di poter instaurare lo stesso regime sotto una sharia cattolica. Come gli piacerebbe poter organizzare impiccagioni pubbliche di gay, decapitazioni di “apostati” liberali, lapidazioni di adulteri!
Chissà quanto sarebbero contenti i vari Volpe, Di Pietro e Stanzione nel sapere che le sacre scritture sono legge terrena e che quelli come loro potrebbero disporre della vita e della morte di altri esseri umani solo sulla base di dogmi inventati da poveri malati di mente vissuti due millenni fa.