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Vado spesso curiosando in giro per il piacere di non rimanere mai senza argomenti di conversazione.

Questa non l’ho capita. Ma forse è un altro epic fail di Volpastren & co. [AGGIORNATO].

Ad un certo punto vedo che sul twitter di Pontifex appare:

Supposto che P. Villaggio sia Paolo Villaggio, consultando l’Ansa e Repubblia.it non appare nessuna notizia in merito. Analogamente digitando su Google Paolo Villaggio e Madre Teresa di Calcutta (sia separatamente che insieme) non appare nessuna notizia in merito. E sono passate 8 oe, qualcosa avrei dovuto trovare se fosse stato vero. Ma sarò felice di ricredermi se qualcuno mi indicasse la notizia da fonte certa che non sia il cottolengo.

In attesa che ci degnino da quale fonte abbiano attinto questa chicca, penso che sia l’ennesimo EPIC FAIL di Volpastren. Che potrebbe anche costargli una bella denuncia per diffamazione, se Villaggio s’incacchia; una grandinata su Bari se invece si incacchia il minidio pontifeSSo; e una sanzione dall’ordine dei giornalisti se giungesse loro voce della gran cacchiata scritta su Pontifex.

Qua potete mandare una ricca comunicazione sul sito di Villaggio, qua, invece, se voleste segnalare la pontifeSSeria all’ordine dei giornalisti. Per il minidio PonifeSSo vi consiglio 6 kg di peperoni imbottiti e vi apparirà in sogno. Segnalatelo a lui.

AGGIORNAMENTO.

10:10.

Qua, grazie a Gianfranco, abbiamo la fonte della chicca. Meglio per Volpastren. Nessuna segnalazione, nessuna grandinata su Bari. L’unica cosa che mi dispiace è rinunciare a 6 kg di peperoni imbottiti per salutare il minidio pontifeSSo.

Resta il fatto che i pontifeSSi non mettono uno straccio di link se non per per pubblicizzarsi e poi scoprono l’acqua calda. Tra un po’ scpriranno che Leopoldo Mastelloni ha bestemmiato in RAI. 😀

Le smentite in pieno a Volpastren.

In un articolo su Pontifex, clamoroso autogol della redazione ponifeSSa: l’arcivescovo di Abuja, monsignor John Olurunfemi Onaiyekan, intervistato da Mara Petrosillo, smentisce in pieno la visione che eSSi hanno della situazione in Nigeria. Non c’è una lotta tra musulmani e cristiani. Anzi, convivono perfettamente. Nella stessa Nigeria che Volpastren apprezzava per il voler incarcerare i gay. Vi sono addirittura i matrimoni interreligiosi. E questi che fanno attentati nel nome dell’Islam non sono islamici, ma terroristi e con l’Islam non hanno niente a che vedere. Dato che questa è la sintesi di un arcivescovo (quindi di un cattolico molto più autorevole di Volpastren), e dato che dubito che il Papa lo sanzionerà per quanto detto, salvo che Volpastren voglia sostenere di aver dato spazio ad un arcivescovo moderista conciliare buonista e relativista, giunge la prima secca smentita in relazione alle sue ideologie astruse di un dio violento, guerrafondaio ed intollerante. Oltre ad essere smentito l’assioma pontifeSSo islamico=terrorista.

La seconda smentita gliela rifilo io: in un secondo articolo, Volpastren invita i napoletani ed i salernitani (ma poi in ultimo particolarmente i salernitani vai a sapere perché) a ribellarsi alle manifestazioni e alle sfilate di gay, accusando De Magistris di fare ciò per avere voti. Io sono napoletano, vivo a Napoli da sempre e, anzi, spero vivamente che le sfilate si facciano. Sarò in prima linea da spettatore, ballando e cantando alla faccia di Volpastren. De Magistris e De Luca per fortuna hanno cose ben più serie che ascoltare gli strali di Volpastren.

Ultima smentita: nientemeno che da Angelo Scelzo, Sottosegretario al Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali, il quale si aspetta:

“che le comunicazioni sociali, in particolare quelle che riguardano il mondo cattolico, siano responsabili, che diffondano messaggi di speranza e di vera fede. Non sempre questo è facile, anzi”.

Ci mancava solo che dicesse che si riferiva a Volpastren ed a Pontifex tutto. Speranza e vera fede, non omofobia ed intolleranza. Capito Volpastren? Ma poi la stoccata che affonda Volpastren:

 “Il dialogo, anche con chi non crede, è importante”

Quindi, Volpastren, devi dialogare anche con gli islamici di cui sopra, con i gay che tanto odi e con noi e cominciare a rispondere a tutte le domande che ti abbiamo posto su questo blog, in primis se sei tu o meno lo stalker B.V. residente a Murat, arrestato in flagranza di reato per stalking a Bari qualche mese fa.

p.s. Volpastren, nell’intervista a Scilipotens, ben si è guardato dal riproporgli la sua tesi del dio che permette il male, se non altro perché sa bene che Scilipotens l’avrebbe mandato a cagare.

Il dio di Volpastren, stavolta, è stato preciso.

Ribadisco un concetto semplice: contemplare un dio che consente un male collettivo, come un’alluvione, è un’autentica bestemmia, un’offesa alla religione. E Volpastren, avendo sostenuto questa tesi, quindi, si è posto al pari di un bestemmiatore.

Anche perché Volpastren concepisce un dio che per colpire Crozza, colpisce persone del tutto estranee ed innocenti. Dici proprio tante sciocchezzuole 😀 E tutto ciò tralasciando che lo stesso ragionamento assurdo fatto da Volpastren, è valido a giorni alterni: va bene per Crozza, ma non va bene per Scilipoti, quando, invece, l’alluvione a seguito delle sue esternazioni omofobe colpisce Barcellona Pozzo di Gotto.

Adesso, tuttavia, il dio di Volpastren è stato preciso: aggressione informatica e furto di indentità ai danni di Scilipoti (la stessa nota sta pari pari su Pontifex, ma io linko Agen Parl … tiè!). Stavolta il dio di Volpastren è stato preciso e mirato. E non più avanti di qualche settimana fa Scilipotens aveva offeso Paola Concia, dicendo che se lei è orgogliosa di essere lesbica, anche i ladri sono orgogliosi di essere tali.

Fa bene, quindi, Scilipoti a sentirsi in pericolo (come risulta dall’account Twitter di Pontifex): se il dio di Volpastren l’ha preso di mira non ha scampo. 😀

Volpastren non te la prendere. Questo tuo ragionamento sul dio che permette il male è solo l’ennesimi EPIC FAIL che ti si ritorce contro. Casomai ve ne fosse bisogno.

Ci si mette anche Al Bano a cantare per Don Verzè

In questi primi giorni del 2012 Volpastren ha trovato un nuovo filone su cui battere: Don Verzé per il quale Volpastren ha solo parole aspre. Ma sappiamo che Volpastren cerca di cavalcare l’onda, cerca l’argomento più in voga e che probabilmente gli darà il maggior numero di visualizzazioni/guadagni su cui disseminare opinioni e sciocchezzuole a destra e a manca solo per guadagnarci su. Non una remunerazione per un servizio (informazione cattolica).

Ma questo filone ha dedicato una bella delusione al Nostro: Al Bano che canta l’Ave Maria al funerale di Don Verzè è uno scherzo mica da poco. Ricordo ancora, con serio rischio per la mia salute epatica, quando nel settembre 2008 Al Bano richiedeva l’esorcista per Sabina Guzzanti, oppure quando confessava che era commosso nel cantare l’Ave Maria. Sembrava l’inizio di un idillio.

Ma già i primi scricchiolii nel rapporto idilliaco con Al Bano si vedono quando costui parla del caso Englaro. Il titolo è tutto un programma: solo chi come me ha perso un figlio può capire il dramma di Eluana. Quasi a voler sottintendere che c’è chi parla e straparla senza aver titolo di giudicare. Men che meno le strumentalizzazioni del caso. Quasi a voler condannare i 67 (sessantasette!!!) articoli che appaiono su Pontifex digitando nel motore di ricerca interno la frase “caso Englaro“.

Per un po’ l’amore sembrava finito ma poi una parvenza di nuovo amore quando Al Bano si scagliava contro le musiche sataniche. Peccato che duri poco perchè nella stessa intervista, Al Bano ritiene che anche in discoteca vi sono musiche accettabili. E noi sappiamo che il Nostro considera le discoteche il posto ideale per lo sballo e per la droga. Ma il Nostro, imperterrito, continua ad infastidire il cantante in quel di Cellino chiedendogli di commentare la manovra. Quando poi Al Bano chiude con un avvertimento: Strumentalizzazione e insensibilità  sono insopportabili. Appunto.

Eppure Volpastren, sempre pronto a giudicare la vita matrimoniale cattolica altrui, nonostante sia separato e quindi in contrasto con la dottrina migliore, non abbia mai, e dico mai, nelle interviste ad Al Bano contestato un matrimonio alle spalle con Romina e nientemeno una convivenza con Loredana Lecciso. Quindi il Nostro Volpastren ha evitato domande scomode al suo interlocutore, scommetto sperando che l’intervista ad Albano riscuotesse visite, nonostante in altri momenti abbia espressamente criticato sia il divorzio che la convivenza. Se tutto ciò è deontologicamente corretto non so, ma è quanto meno incoerente.

Chissà se nel nuovo anno cambierà passo il Nostro giornalista pubblicista non secolarizzato e non cominci a chiedere ad Al Bano tutte quelle domande scomode di cui sopra che, prevedo, saranno solo una brevissima anticamera per una mandata a svuotare l’intestino.

Che poi vorrei sapere come farà mai, Volpastren, a condurre le interviste, visto che non mi pare si sposti mai da Murat. Cioè dico: fatti salvi gli emeriti, con cui magari si metterà in contatto grazie al dio Anubi, un bel giorno il Nostro vuole intervistare Iva Zanicchi, Al Bano, Pippo Franco o Scilipotens. Ok: che fa cerca il numero sull’elenco? Contatta i manager? Farà fare un esorcismo a Padre Amorth? Volpastren perché non me lo spieghi? Come vedi non sono poi così sapientone come dici. Anche perchè puntualmente mancano interviste scomode, ma che sarebbero state visualizzatissime. Mancano le interviste, per dire, a Crozza e a Fiorello. Il fatto è che forse l’avrebbero mandato a cagare subito e senza problemi.

Infine Volpastren pensa bene di fare una dedica al un pensionato suicida nel “murattiano”: vorrei sapere perché l’unico evento avvenuto nella sua Bari è l’arresto di quello stalker che ha in comune con Volpastren le iniziali, l’età, la professione ed il quartiere di residenza. E poi vorrei sapere perché non si sa più nulla di Cetto e della biologa ventiseienne.

Quando si colpisce nel segno.

Ho colpito nel segno nel parlare di una questione un po’ passata sotto silenzio: la possibile abolizione dell’albo dei pubblicisti. Volpastren risponde in pompa magna. La lunga nota del presidente degli ordini dei giornalisti, Iacopino che parla di illazioni e chiacchiere e dice che non sa quali siano le fonti, ma tutto sommato non chiarisce granché. Ebbene, posso dire che ho consultato diversi articoli tra i tanti on line e ne parla per esempio il Corriere della Sera ed AgenParl. Nel merito Iacopino sostiene che:

(1) nelle norme non è previsto lo scioglimento dell’ordine dei giornalisti: nel qual caso meglio per i pubblicisti.

(2) non capisce perché debba essere denunciato chi scrive anche un articolo al mese: infatti non verrà mai denunciato per esercizio abusivo della professione, chi scrive un articolo al mese; ma solo chi si dichiara giornalista non essendolo. E questo indipendentemente da come vada a finire la questione dei pubblicisti.

(3) La legge in vigore prevede l’abrogazione delle norme esistenti solo nelle parti che sono in conflitto con le lettere da a) a g) dell’articolo 33 comma 5. Il legislatore non ha scritto, ad esempio, che vengono abrogate le norme che siano in contrasto con quanto previsto dall’articolo 33 comma 5 fino alla lettera g) compresa. Ma solo con quanto dettato dalle lettere da a) a g). Il primo capoverso del comma 5, dunque, non è richiamato: era questo che faceva riferimento all’esame di Stato: mi permetto di sollevare dei dubbi. A parte che entro oggi ci sarà un testo unico che contiene le norme non abrogate, (qui la legge 148/2011, a noi interessa l’articolo 3), ma il busillis è una mera questione linguistica che potrebbe decidere le sorti di migliaia di persone. L’abrogazione avviene per i contrasti delle norme è comprensivo del primo capoverso fino alla lettera g) oppure solo dalla lettera a) alla lettera g)? Lana caprina manco per niente. In un caso si verifica il caso temuto dai pubblicisti, nell’altro ha ragione Iacopino.

Non è, quindi paura infondata nè allarmismo. Aver portato alla luce una questione che fino ad un paio di giorni fa passava sotto silenzio, significa anche evitare prima che sia troppo tardi forzature linguistiche che potrebbero danneggiare così tante persone. Sotto il profilo letterale, scrivere articolo 33 comma 5 dalle lettere a) a g), sembrerebbe avere ragione Iacopino, in quanto il testo della legge Salva-Italia (articolo 33 comma 1) sembra limitare l’abrogazione alle sole lettere da a) a g), ma non ciò non esclude che si possa riferire anche al capoverso immediatamente precedente (che comunque fa parte dello stesso comma): difatti se lo si voleva escludere, perché non scrivere esplicitamente la parolina “limitatamente alle lettere da a) a g)”? Siamo sicuri che l’indicazione delle lettere non fosse a completamento del comma per evitare che si pensasse ad un riferimento al solo esame di Stato? E quindi siamo sicuri che non si intendesse dire: comprese le lettere da a) a g)?

Da questa lunga premessa apparentemente OT penso alcune cose: da un lato, come vedete, dell’importanza estrema delle parole. Una parola piuttosto che un’altra possono radicalmente cambiare il senso di una legge e la sua interpretazione. Con conseguenze enormi. Altra cosa importante: l’estrema utilità del dibattito che adesso impone massima attenzione nella redazione del testo unico di cui sopra e nella risoluzione della questione. Se la cosa fosse passata sotto silenzio, magari la questione poteva umanamente sfuggire.

Penso anche che questa analisi (ma anche una qualsiasi che dimostrava che la situazione attuale fosse colpa dei Maya) avrebbe dovuta farla Volpastren, non io. Perché Volpastren è giornalista pubblicista, quindi la cosa lo riguarda direttamente, e poi perché è avvocatuzzo bello, ergo dovrebbe avere le competenze per interpretare la legge.

Invece Volpastren si limita a riportare asetticamente la nota di Iacopino, a rimanere sorpreso di essere collega di Monti in quanto pubblicista anche quest’ultimo (pazienza se onorario), a dire quanto Monti sia fortunato a non governare un paese islamico avviando nientemeno una resistenza via blog per non pagare il debito e ritenendo il premier nientemeno che più pericoloso dei Maya. Oltre a ritenere Napolitano degno ma un povero comunista che ha sbagliato tutto. Per non parlare del solito squallido attacco omofobo, che la mente di Volpastren è sempre degna di partorire.

Mi aspettavo due paroline di commento, un’analisi delle leggi in vigore, un commento sulle possibili prospettive. Niente. Conferma che non è molto avvezzo al diritto, come detto ieri.

Però, Volpastren ci tiene a far sapere che è attaccato ai soldi, fa niente che ne parlino tutti male: pecunia non olet. E anche qui ho centrato il segno.

Auguri a tutti di un buon 2012. Ma proprio a tutti tutti.

Volpastren non è molto avvezzo al diritto.

Nel pensare il discorso di fine anno per il Papa al posto di Napolitano, Volpastren dimostra di essere oltre che incoerente, anche poco avvezzo al diritto.

Intanto occorre capire perché un capo di Stato estero (in tal guisa lo stesso Volpastren ha considerato il Papa pseudodenunciando Crozza) dovrebbe parlare ai cittadini italiani a reti unificate. Semmai ai cittadini del Vaticano. Mettiamo, poi, pure che il Papa rappresenti il 90% degli italiani in quanto cattolici (sarei curioso di sapere se la pensasse allo stesso modo se tutti i cattolici non praticanti decidessero di sbattezzarsi), il Presidente della Repubblica, per Costituzione, rappresenta tutti gli italiani. Quindi, se dobbiamo vedere chi è più rappresentativo, Giorgio batte Peppe 1-0.

Nonostante ciò, la RAI, seppur non a reti unificate, trasmette ogni domenica la messa del Papa, la benedizione Urbi et Orbi a Pasqua e a Natale e tutti i mezzi informativi danno ampio spazio agli spostamenti papali. Sono convinto che se andassimo a vedere ben benino i tempi, nell’arco di un anno, con ogni probabilità Peppe batterebbe ampiamente Giorgio.

Altra dimostrazione di scarsa vicinanza al diritto Costituzionale, Volpastren (e chiunque la pensi come lui) la dimostra quando denomina questo governo abusivo perché non eletto. Beh, il Popolo sovrano elegge il Parlamento, non il Governo. Sempre a rigore di Costituzione (che Volpastren dovrebbe conoscere avendo studiato diritto Costituzionale all’Università) il Governo viene nominato dal Presidente della Repubblica, e poi il Governo va in Parlamento (eletto dal popolo sovrano) per farsi accordare la fiducia. Indirettamente, quindi, il Popolo, per il tramite del Parlamento, accorda o revoca la fiducia al Governo che quindi non è abusivo. Nessun Governo è eletto dal Popolo direttamente in Italia.

Fino al 1994 cosa accadeva: si eleggeva il Parlamento, e poi si formavano le alleanze e le proposte dei partiti al presidente della Repubblica. Da qui spesso consultazioni interminabili. Dopo il 1994 le alleanze erano già chiare e quindi era già chiaro il nome che le parti avrebbero proposto al presidente della Repubblica. Ma ciò non vuol dire che si elegge direttamente il Governo.

****

Altro errore, Volpastren lo compie parlando di famiglia. Nel ricordare che Volpastren si erge a moralizzatore della famiglia cattolica essendo separato, e quindi in contrasto con il retto comportamento cattolico, ricordo che l’articolo 29 della Costituzione dice che:

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

 

Non c’è alcuna limitazione esplicita al matrimonio ed alla famiglia omosessuale. Anzi, la Costituzione all’articolo 3 dice:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Ovviamente l’interpretazione che si dà, in chiave cattolica, è quella di un matrimonio finalizzato alla procreazione. In tale ottica è fin troppo ovvio che due uomini o due donne non possono procreare. Ma in se e per se la Costituzione non vieta esplicitamente il matrimonio omosessuale, nè parla di matrimonio tra uomo e donna (anzi parla di coniugi e di genitori).

Potrebbe eccepirsi che la Costituzione parla dei figli. Ma con questo non obbliga ad averne. Ritorniamo al discorso di cui sopra: nessun obbligo esplicito … nessuna violazione. Siamo un paese libero e laico. Questo non dovrebbe sfuggire a Volpastren. Un ateo ha pari dignità nello Stato italiano che un cattolico: far prevalere la morale cattolica sulla legge significa, non solo dimenticare la differenza tra morale e diritto (la qual cosa, per esempio, fa punire l’incesto solo se desta scandalo), ma significa comprimere la libertà costituzionalmente prevista per tutti. Atei compresi.

La possibilità di divorzio per tutti, non impone al cattolico di andare contro la propria morale: basta non divorziare. Ma la morale cattolica per tutti comprimerebbe la libertà di costituzionalmente prevista di essere atei. Sarebbe come voler far entrare un pentolone in una tazza e non viceversa. Poi sarà Dio a decidere e non Volpastren, nè il suo miserrimo dio vendicativo.

 

p.s. Visto che Volpastren dice che sono un sapientone e visto che abbiamo frequentato entrambi la facoltà di legge, eccogli servita una lezione di diritto Costituzionale reperibile da qualsiasi testo del primo anno di Giurisprudenza.

 

p.p.s. Per la cronaca: inteso come negazione vuole l’accento. Chiaro Carletto?

Forse Volpastren non sarà più un giornalista pubblicista.

Da agosto (precisamente dal 14 agosto) c’è la possibilità dell’abolizione dell’albo dei pubblicisti: entro il prossimo 31 dicembre avremo notizie in merito. Chissà che colpo per Volpastren che potrebbe ritrovarsi di colpo in una situazione paradossale: non potersi più fregiare del titolo di giornalista pubblicista, ma nemmeno di direttore di Pontifex.

Tralasciamo la questione, ancora in parte controversa, della registrazione di Pontifex (e dei blog in genere) al tribunale: occorrerebbe stabilire se si fa, con regolare periodicità, raccolta e diffusione di informazioni. Avendo anche un direttore (e quindi una gerenza) ed avendo registrato il proprietario del dominio e vantando, Volpastren, un accredito per la stampa in Vaticano stracciato poi con la stessa facilità con cui si cambiano le mutande sotto questo profilo forse, e dico forse, Pontifex dovrebbe essere registrato. Ma la situazione comunque ribadisco che è controversa, quindi prendete con beneficio di inventario questo paragrafo. Aggiungo solo che, se Pontifex dovesse essere registrato, e ciò non accadesse, il nostro Volpastren rischierebbe l’accusa di stampa clandestina (fino a 2 anni di reclusione).

Passiamo all’ordine dei pubblicisti. Se da un lato, come già ho detto, Volpastren meriterebbe una bella segnalazione all’ordine dei giornalisti per vedere se violi o meno la deontologia professionale, c’è il rischio che Volpastren non possa più essere un giornalista pubblicista con trentennale esperienza. Anche qui, come molte cose all’italiana, la questione è ancora controversa, ma forse ci sarà una schiarita entro il 31 dicembre.

Dunque per diventare pubblicisti, secondo le nuove norme europee a decorrere dal 14 agosto 2012, saranno necessari nuovi criteri di accesso. Se, come si teme, l’ordine dei pubblicisti venisse abrogato e non venisse riconfermato lo status attuale (seppur con la previsione di nuovi criteri di accesso futuri), ci sono due possibilità: la prima, che farebbe chiudere la possibile iscrizione all’albo dei pubblicisti al 13 agosto 2012, dopodiché dal 14 agosto in poi l’albo va ad esaurimento (quando, cioè, non ci sarà più nessuno). Oppure la cancellazione immediata di tutti coloro i quali non effettuano o superano il concorso con i nuovi criteri.

Ah: ammesso e non concesso che aboliscano l’ordine dei giornalisti pubblicisti, se Volpastren si dichiara anche solo una volta giornalista pubblicista dopo quella data, scatterebbe più veloce di Husain Bolt la denuncia per esercizio abusivo della professione. Uomo avvisato, mezzo salvato.

Due cosucce semplici semplici per Volpastren.

Volpastren insiste nel dire che la satira di Crozza provoca l’ira di dio (minuscolo in quanto è il dio di Volpastren non il Dio dei cattolici), in questo caso gli incendi che stanno tormentando la terra ligure. Ribadisco un concetto semplice: perché se Crozza dice pseudobestemmie o scherza sul Papa allora avvengono disgrazie, e se, invece, è Scilipotens che dice le peggio cose sui gay, e si abbatte su Barcellona Pozzo di Gotto (suo paese natale) una sciagura ciò non vale per Scilipoti? O è un ragionamento valido sempre o non è valido mai (e noi sappiamo che non è valido mai). Ah, e se casomai Volpastren ne riparlasse con Scilipotens, cortesemente, riportasse le cose per bene, se no due paroline gliele scrivo io.

Anzi, a proposito di Scilipotens, che oggi si diletta ulteriormente nella sua attività preferita, cioè offendere i gay su Pontifex, sarei curiosissimo di sapere cosa ne pensa Volpastren degli spogliarelli di Sara Tommasi.

 

 

p.s. Sempre sullo stesso tema, mi chiedo se non dobbiamo temere per l’incolumità di Bari e dei baresi tutti per quanto ha fatto sobbalzare oggi sulla sedia Volpastren.

Ne sai niente Volpastren?

 

La fonte è Repubblica.it. Strano che Volpastren non abbia cantato vittoria, nè rivendicato il gesto, e nemmeno fatto cenno alla questione. Un giornalista pubblicista come lui, non si accorge di quanto succede a Via Capruzzi che è a poco meno di un paio di chilometri da casa di Volpastren, come facilmente si può controllare su Google Maps.

Come, d’altronde, Volpastren non ci dice niente dello stalker di Murat, quel tale B.V., consulente legale barese, arrestato in flagranza di reato per stalking verso una ragazza di 26 anni. Analogamente sentiamo la mancanza delle inchieste sull’azienda di Cetto, presso cui Volpastren lavorava e sulla provocante biologa di 26 anni.

Volpastren non è più il giornalista pubblicista scoppiettante di una volta. Un evento che l’ha tenuto forzatamente lontano per diverse settimane, periodo che per pura coincidenza inizia esattamente con la diffusione della notizia del citato B.V., deve averne minato la sua verve.

Altrimenti avrebbe subito approfittato dell’attentato in Nigeria avvenuto durante la messa di Natale rivendicata da una setta islamica, senza limitarsi al momento a citare le fonti Ansa (1, 2): o forse Volpastren sta trovando un modo di tirarsi la zappa sui piedi, sperando che i lettori dimentichino quando eSSo esaltava la Nigeria e le sue leggi omofobiche dimenticando a sua volta quello che diceva sull’Africa qualche tempo addietro in relazione agli strani costumi. Insomma di sicuro starà valutando il modo di essere incoerente e di dire sciocchezzuole.

 

Auguri anche a te Volpastren, auguro anche a te che il Natale ti faccia cambiare passo … e non per i troppi panettoni, struffoli e ciuciunarie.

 

 

p.s. giusto per precisione, Volpastren: il termine cazzaro non è un’offesa non perché è romanesco, ma perché è il suo significato a non essere volgare. Che sia usato nel dialetto romanesco è secondario. Potrei trovare di termini ugualmente diretti e con un significato poco offensivo anche in barese, in napoletano o in qualunque altro dialetto. Stai tranquillo, comunque, da oggi in poi non scriverò più cazzaro, ma scriverò: colui che dice sciocchezzuole. Magari non ti offendi. Tu, però, devi sempre dar conto dei consigli che ti ho dato nel mio ultimo post. Perché hai risposto solo a quello che ti piace. Vuoi costruire?

Bene allora spiegaci se sei tu lo stalker di Murat o meno. Le coincidenze, non mi stancherò mai di ripeterlo, sono impressionanti e nel tuo interesse è bene che spieghi. Segui, poi, l’invito di admin: registrati sul blog e commenta i nostri articoli in modo pacato. Non offenderti per le critiche, ma dimostraci con fonti certe che ci sbagliamo.

A Natale siamo tutti più buoni ….

Caro Volpe, ti sei offeso perché ti ho dato del cazzaro e a seguito di questo, e di altre cose per te offensive, hai preso decisioni inevitabili. Sinceramente non ricordo se solo io o anche qualcun altro ti abbia dato del cazzaro, d’altronde le tue accuse e le tue critiche sono sempre a mezza bocca, non fai mai nomi, cognomi nè soprannomi, ma al momento parlo per me.

Siamo a Natale e siamo tutti più buoni: ergo, Volpastren (concedimi almeno gli sfottò) mi spiace sinceramente che ti sia offeso, ma altrettanto sinceramente, devo farti nuovamente presente che non ti ho rivolto nè un’offesa nè una volgarità. Perchè ribadisco che il cazzaro, in romanesco, è colui il quale dice sciocchezze. Libero di consultare qualsiasi vocabolario. Vale per chiunque te lo dica. Ma finchè siamo in un paese democratico e libero, come siamo in Italia, io rimango libero di ritenere che tu dica sciocchezze. Motivando sempre ovviamente quello che dico, come ho sempre provato a fare. Esattamente come tu sei libero di ritenere che sia io a dirne e anche se motivi poco e male ciò che dici. Ma tant’è.

Se mai mi denuncerai (o mi già hai denunciato) per aver detto che sei un cazzaro, cioè per uno che dice sciocchezze, con ogni probabilità ti ritroverai soccombente e a quel punto metterò da parte ogni bontà natalizia e anche pasquale, e ti ritroverai un conto salatissimo da dover pagare. Se, invece, desisterai dai tuoi intenti, ti chiedo, di dare in beneficenza una parte della somma che avresti speso in avvocati e risarcimenti danni. E se mi dirai esplicitamente (fai anche il mio nome, che non mangio) che non intendi querelarmi e che darai una quota in beneficenza, ti crederò sulla parola. Quindi, Volpastren, risparmia tempo e soldi per le denunce.

Sostieni che qui si distrugge? Io ti smentisco e ti do dei consigli per costruire, invece. Ti consiglio di …

… spiegare se sei tu o meno lo stalker arrestato a Murat perché le coincidenze sono molte;

… non offenderti se ti si dà del cazzaro, coniglio eccetera e invece di minacciare denunce a destra e a manca, ti consiglio di spendere meglio i tuoi soldi. Se, come dici, siamo un sito cloaca seguito da pochi, allora non dovresti preoccuparti di quello che diciamo. Se non siamo un sito cloaca e siamo seguiti da molti, allora la tua è diffamazione.

… motivare sempre tutto quello che dici. Quando critichi qualcuno metti nome e cognome o nick name. Cita gli articoli e le fonti da cui trai i tuoi spunti. Redigi in modo chiaro le interviste. Tutto questo, se presente, contribuisce alla tua credibilità; se assente ti fa passare per un caz… ehm … per uno che dice sciocchezzuole (spero non ti offenda anche per questo).

… condannare ogni sorta di violenza, indipendentemente da chi ne sia la vittima, senza se e senza ma. Condannare lo stupratore, ma dire che la donna induce in tentazione, equivale a giustificare lo stupratore. Se tu, quindi, concordi nel dire che lo stupro è profondamente biasimevole, devi limitarti a questo. Nessun abbigliamento, seppur molto provocante e sexy, giustifica gli istinti animaleschi di un uomo.

 

Auguri a tutti.