Nel pensare il discorso di fine anno per il Papa al posto di Napolitano, Volpastren dimostra di essere oltre che incoerente, anche poco avvezzo al diritto.
Intanto occorre capire perché un capo di Stato estero (in tal guisa lo stesso Volpastren ha considerato il Papa pseudodenunciando Crozza) dovrebbe parlare ai cittadini italiani a reti unificate. Semmai ai cittadini del Vaticano. Mettiamo, poi, pure che il Papa rappresenti il 90% degli italiani in quanto cattolici (sarei curioso di sapere se la pensasse allo stesso modo se tutti i cattolici non praticanti decidessero di sbattezzarsi), il Presidente della Repubblica, per Costituzione, rappresenta tutti gli italiani. Quindi, se dobbiamo vedere chi è più rappresentativo, Giorgio batte Peppe 1-0.
Nonostante ciò, la RAI, seppur non a reti unificate, trasmette ogni domenica la messa del Papa, la benedizione Urbi et Orbi a Pasqua e a Natale e tutti i mezzi informativi danno ampio spazio agli spostamenti papali. Sono convinto che se andassimo a vedere ben benino i tempi, nell’arco di un anno, con ogni probabilità Peppe batterebbe ampiamente Giorgio.
Altra dimostrazione di scarsa vicinanza al diritto Costituzionale, Volpastren (e chiunque la pensi come lui) la dimostra quando denomina questo governo abusivo perché non eletto. Beh, il Popolo sovrano elegge il Parlamento, non il Governo. Sempre a rigore di Costituzione (che Volpastren dovrebbe conoscere avendo studiato diritto Costituzionale all’Università) il Governo viene nominato dal Presidente della Repubblica, e poi il Governo va in Parlamento (eletto dal popolo sovrano) per farsi accordare la fiducia. Indirettamente, quindi, il Popolo, per il tramite del Parlamento, accorda o revoca la fiducia al Governo che quindi non è abusivo. Nessun Governo è eletto dal Popolo direttamente in Italia.
Fino al 1994 cosa accadeva: si eleggeva il Parlamento, e poi si formavano le alleanze e le proposte dei partiti al presidente della Repubblica. Da qui spesso consultazioni interminabili. Dopo il 1994 le alleanze erano già chiare e quindi era già chiaro il nome che le parti avrebbero proposto al presidente della Repubblica. Ma ciò non vuol dire che si elegge direttamente il Governo.
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Altro errore, Volpastren lo compie parlando di famiglia. Nel ricordare che Volpastren si erge a moralizzatore della famiglia cattolica essendo separato, e quindi in contrasto con il retto comportamento cattolico, ricordo che l’articolo 29 della Costituzione dice che:
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.
Non c’è alcuna limitazione esplicita al matrimonio ed alla famiglia omosessuale. Anzi, la Costituzione all’articolo 3 dice:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Ovviamente l’interpretazione che si dà, in chiave cattolica, è quella di un matrimonio finalizzato alla procreazione. In tale ottica è fin troppo ovvio che due uomini o due donne non possono procreare. Ma in se e per se la Costituzione non vieta esplicitamente il matrimonio omosessuale, nè parla di matrimonio tra uomo e donna (anzi parla di coniugi e di genitori).
Potrebbe eccepirsi che la Costituzione parla dei figli. Ma con questo non obbliga ad averne. Ritorniamo al discorso di cui sopra: nessun obbligo esplicito … nessuna violazione. Siamo un paese libero e laico. Questo non dovrebbe sfuggire a Volpastren. Un ateo ha pari dignità nello Stato italiano che un cattolico: far prevalere la morale cattolica sulla legge significa, non solo dimenticare la differenza tra morale e diritto (la qual cosa, per esempio, fa punire l’incesto solo se desta scandalo), ma significa comprimere la libertà costituzionalmente prevista per tutti. Atei compresi.
La possibilità di divorzio per tutti, non impone al cattolico di andare contro la propria morale: basta non divorziare. Ma la morale cattolica per tutti comprimerebbe la libertà di costituzionalmente prevista di essere atei. Sarebbe come voler far entrare un pentolone in una tazza e non viceversa. Poi sarà Dio a decidere e non Volpastren, nè il suo miserrimo dio vendicativo.
p.s. Visto che Volpastren dice che sono un sapientone e visto che abbiamo frequentato entrambi la facoltà di legge, eccogli servita una lezione di diritto Costituzionale reperibile da qualsiasi testo del primo anno di Giurisprudenza.
p.p.s. Per la cronaca: nè inteso come negazione vuole l’accento. Chiaro Carletto?