Brunello e Cidippino: divisi da passate beghe, uniti dall’antisemitismo

Buongiorno a tutti.

Quasi un anno ormai è passato da quando le strade, fino ad allora perfettamente parallele, dell’animatore barese del fu sitarello non secolarizzato Bruno Volpe e del suo “Geniale Webmaster” Carlo Di Pietro si separarono bruscamente per mai più rincontrarsi. All’epoca volarono parole grosse, quantomeno da parte di Foxy, a cui seguì la nemmeno tanto velata accusa di aver fatto “fugassa” dopo aver saccheggiato i forzieri PontifeSSi. Vicenda mai del tutto chiarita e molto probabilmente ultimo atto di tutta una serie di magagne intercorse dietro le quinte di Pontifex.Roma fra fine 2012 e inizio 2013, ma che determinò la rottura definitiva del Dinamico Duo di correzione fraterna (per chi avesse bisogno di rinfrescarsi la memoria su quegli avvenimenti: http://pontilex.org/2013/02/macchietta-ufficiale-n-5/http://pontilex.org/2013/02/alcune-domande-sorgono-spontanee/).

In seguito Cidippino trovò ospitalità per breve tempo sul sito “Riscossa Cristiana” per poi ritornare bruscamente sulla scena con la sua nuova creatura Radio Spada.org, un blog dove ha potuto tornare a svolgere la sua attività preferita e cioè confezionare i suoi chilometrici copia-incolla a sfondo teologico per poi pubblicarli dietro alias.

Ma ciò che le diverse interpretazioni del minimagistero PontifeSSo (e, se si prende per buono quel che disse Brunello, il vil denaro) divise, l’antisemitismo riunì. Anche se in sedi  e modi differenti.

Infatti già da qualche giorno Brunello aveva dato segnali di isteria con il progressivo avvicinarsi della data di lunedì 27 gennaio 2014  (Giornata della Memoria) e si era profuso in continui ed insistenti post sulla pagina “Amici Di Pontifex” aventi ad oggetto le celebrazioni della Giornata della Memoria. Si sa a VolpaSStren, di sicura fede tradizionalista cattolica ed entusiaste idee vetero-fasciste, non va proprio giù questo giornata dedicata alle vittime dei campi di sterminio nazisti (tanto da non riuscire nemmeno a scrivere correttamente Shoah ) e per questo per circa tre-quattro giorni ha continuato a ripetere “allora facciamo la giornata della memoria per questo e quest’altro”, quasi che celebrare il ricordo delle persone scomparse durante L’Olocausto costituisca un’irreparabile offesa a tutti i seguaci del minidio PontifeSSo.

Insomma la solita sicumera che ci dobbiamo sorbire tre volte all’anno (il 27 gennaio, il 25 aprile e sotto Halloween) e che per fortuna è passata in fretta visto che dopo aver prodotto, come ci ha mostrato Pao nell’articolo precedente a questo,  il suo acuto antisemita  (non senza prima essersi concesso una battutina scema sui gravi episodi verificatosi a Roma) Brunello nelle successive ore è beatamente tornato a sproloquiare su omosessuali e sul pontefice.

Ma quest’anno, nella gara a chi sputazza di più sulla memoria delle vittime dell’Olocausto è destinato ad arrivare secondo, perché il suo ex-compagno di merende Carlo Di Pietro ha fatto peggio di lui.

La vicenda, che ha tenuto banco anche nelle pagine di cronaca di alcuni quotidiani nazionali, ha per protagonisti le Edizioni Radio Spada, lo “storico” Andrea Giacobazzi ed il gruppo universitario “Comunità Antagonista Padana”.

Le “Edizioni Radio Spada” sono, come probabilmente molti di voi avranno già capito, nient’altro che l’ennesimo alias dietro cui ci cela proprio il caro ex webmaster di Pontifex, creato intorno a fine 2013, non molto tempo fa.

Cosa abbia portato il Maldestro a rompere il suo sodalizio con la “storica” (per chi ha seguito le mirabolanti vicende del Dinamico Duo non secolarizzato attraverso questo blog) casa editrice Segno di Udine non ci è dato sapere. Possiamo solo avanzare, per logica, un’ipotesi tutt’altro che peregrina: Se Carletto ha deciso di creare una propria casa editrice con l’unico ed evidente scopo di autopubblicare i libercoli suoi e degli altri collaboratori di Radio Spada, è verosimile credere che la Segno di Udine non incassasse chissà quali cifre a più zeri con le pubblicazioni di Cidipippen…

Sia quel sia, molto interessante per noi è quello che il Geniale Webmaster scrive a proposito di sé medesimo nell’elenco delle biografie degli autori. Dopo le solite informazioni anagrafiche di rito Carletto ci fa sapere che “I suoi studi teologici riguardano principalmente la demonologia cattolica e l’apologetica, con particolare attenzione per le questioni dogmatiche e morali.” Ovviamente tralascia di dire che detti “studi teologici” sono stati svolti completamente da autodidatta, nessun ente formativo cristiano/cattolico di livello universitario (od inferiore) ha mai verificato e certificato la preparazione del nostro in materia di teologia…

Ma non è finita qui: dopo averci ricordato di essere uno dei fondatori della Milizia di San Michele Arcangelo nonché “vicepresidente sud” dell’associazione “No194” (a proposito Carlé, e la tua attività di “predicatore laico”? Come mai non inserisci anche questa carica ecclesiastica che ti sei inventato di sana pianta di cui tanto ti vantavi in passato fra le tue competenze? Coda di paglia forse?) Carletto scrive sotto la voce “VARIE COLLABORAZIONI”: “Ha pubblicato migliaia di articoli, molti dei quali scomparsi dal web dopo la ri-progettazione nel 2013 del sito “Pontifex.Roma” “ (N.d.A. : il grassetto e la sottolineatura sono miei)

COMECOMECOME??? I tuoi articoli per Pontifex.Roma sarebbero “scomparsi dal web dopo la ri-progettazione nel 2013 del sito “Pontifex.Roma” “??? Ma… ma… Carletto!! Io non sarò un esperto di informatica quanto il nostro Admin ma… possibile che ad un genio delle rete come tu sei, non sia venuto in mente di fare un piccolo back-up dei file? Vuoi farci credere che questi articoli sono spariti dal nulla di punto in bianco? E che questa volta non c’è nemmeno stato bisogno del solito fantomatico “attacco hacker” ai server pontifeSSi verificatosi più volte in passato e che aveva ogni volta aveva come conseguenza la sparizione di articoli… “compromettenti” diciamo?

Beh, se è stato proprio così, allora per te è stata una bella fortuna Cidippino!! Pensa se qualcuno fosse andato a spippolare nell’archivio pontifeSSo e avesse trovato l’articolo in cui, dietro pseudonimo, recensivi il tuo stesso libro! Non ci avresti fatto una bella figura…

Infine, sempre nello spazio dedicato alla biografia del nostro Calimero, a piè di pagina si trova una nota sibillina che così recita:

“CASO PONTIFEX.ROMA” 

“Ha fondato con l’avvocato pugliese Volpe Bruno e il sacerdote campano Stanzione Marcello il bollettino informatico VatiSpy, sostituito pochi anni dopo nell’ottobre del 2008 con il portale cattolico Pontifex.Roma, sito noto alle cronache nazionali ed estere per numerose controversie e polemiche. Prende definitivamente le distanze dal sito Pontifex.Roma nel gennaio 2013, inviando un comunicato ai suoi lettori in cui dichiara di voler rimediare ad alcuni errori commessi.”

Eeeeeeeehhh???? “Prende definitivamente le distanze”??? E allora perché Bunello ha raccontato tre diverse versioni dell’accaduto? E di quale comunicato parli? Ci siamo forse persi qualcosa? E cosa intendi per “rimediare ad alcuni errori commessi”? Quali errori? Perché invece di parlare in modo criptico non spieghi chiaramente cosa successe in quel periodo? E davvero pensi di rimediare mettendo in piedi una casa editrice per continuare allegramente a fare quello che facevi su Pontifex.Roma?

Che l’andazzo di Carletto col suo nuovo giocattolo sia perfettamente sovrapponibile alle sue vecchie abitudini pontifeSSe lo testimonia proprio la vicenda cui mi riferivo diverse righe più sopra e di cui ora sottolineerò alcune “curiosità”.

Pochi giorni prima della Giornata della Memoria, nella bacheca collocata nell’atrio della Università Cattolica di Milano, sono comparsi due manifesti a firma della “Comunità Antagonista Padana” in cui si annunciava, nel giorno 29 gennaio, un incontro in cui avrebbe dovuto essere analizzato “l’ultimo libro delle edizioni Radio Spada” dal titolo “Anche se non sembra” di Andrea Giacobazzi. Dico “avrebbe” perché l’ateneo milanese, dopo le proteste di alcune associazioni ebraiche e non solo, ha puntualizzato che “l’iniziativa non era stata voluta, richiesta e autorizzata dall’Università.

(http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/01/22/news/cattolica_i_poster_della_vergogna_discutiamo_di_shoah-business-76587533/)

 Cidipippen in seguito ha fatto sapere che l’evento sarebbe stato trasmesso “in streaming” anche se non si sa da quale località. E per di più “la diretta” in corso mentre scrivo (ore 16 di mercoledì 29 gennaio) sembra avere qualche problemuccio…

Aahh, I potenti mezzi di Cidippino…

Ma torniamo all’oggetto dell’incontro in questione. Di cosa tratta il libro di Giacobazzi? In verità di diversi temi, ma ciò che ha suscitato polemiche e proteste da parte della comunità ebraica di Milano e di altri gruppi studenteschi della Cattolica, che hanno definito tanto il testo quanto l’evento organizzato dal gruppo studentesco in questione “revisionisti, antisemiti e vergognosi” sono i capitoli che vertono intorno a ciò che l’autore del libro chiama “Shoah-business” ed alla teoria, sembra di farina del sacco dell’autore, che  l’antisemitismo sia un’accusa “fittizia” dietro cui celare altri interessi.

Ora, non avendo letto il libro di Giacobazzi per onestà intellettuale non mi pronuncio su quanto scrive però, di fronte a Cdp che si straccia le vesti nel respingere le accuse di antisemitismo e revisionismo non posso fare meno di notare un paio di particolari…. diciamo strani và…

Innanzitutto: chi è Andrea Giacobazzi? Stando alla biografia presente sul sito delle Edizioni Radio Spada, Giacobazzi è un ex studente dell’Università Cattolica dove si è laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Sempre dalla medesima fonte apprendiamo che “Nell’ottobre 2011, invitato in Iran, partecipa ad un incontro internazionale di giovani blogger e studiosi, qui tiene una lezione storica sui temi del nazionalismo e del sionismo”.

E già qui cominciamo ad andar male perché l’aver partecipato ad un incontro internazionale nell’Iran del negazionista ed antisemita Mahmud Ahmadinejad non è esattamente la miglior patente di imparzialità…

“Nel gennaio 2013 scrive il saggio introduttivo alla riedizione di SIONISMO BIFRONTE (1935) di Ettore Ovazza (Edizioni Anteo).”

Ed un testo intitolato “Sionismo Bifronte” scritto sotto il ventennio fascista sarà ovviamente un testo imparziale vero?

Chi sono quelli della “Comunità Antagonista Pagana” che hanno affisso i manifesti che invitavano all’incontro? Il quotidiano Repubblica li descrive come un gruppo fuoriuscito dai movimenti universitari vicini alla Lega Nord, dei “diversamente leghisti” insomma. Ma andando a leggere come si autodefiniscono nel loro sito web (se proprio volete rendervi conto di prima persona di chi stiamo parlando, li potete trovare facilmente attraverso qualsiasi motore di ricerca) possiamo sinteticamente definirli così: indipendendisti antiunitari ed antieuropeisti, terzaposizionisti revisionisti e mitizzatori dell’autarchia nonché ovviamente gombloddisti antimodernisti e “non secolarizzati”. Insomma non è che siano dei leghisti verde pallido… diciamo che le loro camice più che al verde stinto tirano… al bruno (e mi sto riferendo proprio al “colore” politico, non al nostro caro brunello)…

Coincidenza delle coincidenze il vicedirettore della rivista della CAP, “Cinghiale Corazzato”, è Piergiorgio Seveso, follower su FB di Radio Spada, che, buttacaso, è anche il titolare di uno dei contatti di delle Edizioni Radio Spada…

Tiriamo dunque le somme: abbiamo un ex webmaster di un sito integralista cattolico che vuole fare pubblicità al suo sitarello non secolarizzato personale nonché alla sua casa editrice nuova di zecca, uno scrittore di saggi che ripubblica testi del Ventennio e partecipa a conferenze in paesi non esattamente al di sopra di ogni sospetto per quanto riguarda l’antisemitismo, un gruppuscolo di destrofili verde-bruni in cerca di una nuova verginità politica…

Probabilmente sarò malizioso io ma… non viene anche a voi il dubbio che tutta questa bella e varia umanità si sia riunita non per discutere di “Shoah-business” ma per montare un gran casino e poter farselo loro un bel business,  spargendo antisemitismo e revisionismo?

46 pensieri su “Brunello e Cidippino: divisi da passate beghe, uniti dall’antisemitismo

  1. Laurentius Normanniae

    Una puntualizzazione ed una domanda, Compagno Z:

    Carlo Di Pietro non ha fondato Radio Spada e non era nemmeno tra i primi redattori. Collabora con il blog da meno di un anno, quando questo è stato creato a giugno del 2012 (tutte informazioni facilmente reperibili nel sito stesso).

    E ora arrivo alla domanda: secondo te, compagno, il noto politologo ebreo Norman Finkelstein è antisemita? No, perché anche lui accenna in qualche modo ad uno “Shoah-Business” inteso come strumentalizzazione storica in chiave apologetica del sionismo.

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    1. sandro.storri

      Il noto politologo Norman Finkelstein non e’ antisemita. L’analisi di Finkelstein non va letta in termini negazionisti o antisemiti ma in termini di attualizzazione della Shoah come fatto storico.
      Mettendo la questione in termini semplici (sperando di non semplificare troppo) l’analisi di Finkelstein ha evidenziato che alcune aree della politica e della cultura ebraiche sono rimaste bloccate sulla Shoah senza riuscire a muovere un passo verso una reale storicizzazione del fatto. Questo ha portato degli esponenti di quelle aree ad “esagerare” nel porre la Shoah come giustificazione per richieste di tipo finanziario (il finanziamento di “centri culturali e della memoria”) e nel mettere i sopravvissuti ai campi di sterminio in una posizione di “guru” e “voci autorevoli” anche quando questi non hanno i titoli culturali per esserlo.
      Come ho gia’ evidenziato in un mio intervento su Radio Spada l’analisi di Finkelstein e’ rivolta in particolare alla comunita’ ebraica americana, molto piu’ legata allo Stato di Israele di quanto non sia quella europea. E’ un’analisi che condivido nei suoi passaggi principali anche se alcuni punti mi sento di dissentire. In ogni caso l’analisi di Finkelstein si colloca all’interno di un dibattito storico/culturale tutto svolto dalla comunita’ ebraica, specialmente quella americana.
      Cio’ che trovo scandaloso e’ che ci siano personaggi come Carlo Di Pietro e gli animatori di Radio Spada che usino questa analisi per sostenere le loro tesi antisemite e negazioniste pretendendo di piegare il lavoro di Finkelstein alla loro esigenza di giustificare le loro posizioni antisemite.

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        1. admin

          No caro, è antisemita perchè applica una strategia molto in uso in certi ambienti (come insegna Carletto Di Pietro). Il cut&past selettivo. Si prende una frase, la si isola dal contesto e la si manipola a piacimento. Funziona benissimo con AT (vero Carletto?) ma la creatività del CAP non ha limiti…

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          1. Laurentius Normanniae

            Abbiamo capito, Carlo Di Pietro è peggio del Chernabog di Fantasia Disney che festeggia con gli spiriti maligni la venuta della Notte, salvo poi essere neutralizzato dalla Luce del progressismo laico e dei diritti civili.

            Ora però cosa c’entra con il libro di Giacobazzi (che nessuno qui sembra avere intenzione di leggere) e la censura pretesa dell’UGEI a Milano?

          2. admin

            Cavoli, ti piace il plurale maiestatico? A noi no.

            No caro, direi che non hai capito: nel tuo commento hai menzionato il politologo Finkelstein e ti abbiamo spiegato che ne avete strumentalizzato le parole. Ti abbiamo spiegato che questa prassi accomuna CAP e CdP. Quindi tutta la tua pippa è decisamente fuori luogo.

            Spero sia solo un trucco dialettico venuto male, perchè se davvero pensi quello che hai scritto, tu sei da ricovero coatto.

    2. Compagno Z Autore articolo

      Caro Laurentius Normanniae, vedo i tuoi commenti solo ora (sai com’è, di notte certa gente ha il brutto vizio di dormire…) e perciò do ora un’unica risposta agli interrogativi che poni:

      1) Radio Spada non è una creatura di CdP? Benissimo, riconosco il mio errore e faccio ammenda (al contrario di certi “tradizionalisti” che quando gli fai notare che sono antisemiti si inventano che “antisemitismo” viene da “anti” + “seme”) ma a mia discolpa sia detto che RadioSpada.org è tutto meno che trasparente: non vedo traccia delle informazioni di cui tu parli in questa sezione (http://radiospada.org/about/) ed i coraggiosissimi autori che non le mandano a dire scrivono tutti dietro pseudonimo (ovviamente se lo fanno loro è cosa buona e giusta, se lo facciamo noi abbiamo qualcosa da nascondere vero?);
      2) Su Finkelstein ti ha già ottimamente risposto Sandro Storri, evito quindi inutili ripetizioni;
      3) Non hai capito cosa c’entra il libro di Giacobazzi? Allora rileggiti l’articolo prima di fare polemica perché hai letto senza comprendere nulla…

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      1. Laurentius Normanniae

        @ Compagno Z: Effettivamente non se ne parla nell’about, anche se nella sezione video vi è questo https://www.youtube.com/watch?v=kmJoyqdTAn0.

        @ Admin: l’articolo critica solo Carlo Di Pietro? Perché a me sembra che sia presente un sottile riferimento a Radio Spada ed al suo “antisemitismo negazionista.” Ed è in merito ad affermazioni di tal sorta che vorrei discutere.

        Faccio notare, infine, che Storri non ha benché minimamente risposto alla mia domanda. Del resto, dire che freghiamo le tesi di Finkelstein per giustificare il nostro antisemitismo, cosa dovrebbe significare?

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        1. sandro.storri

          L’articolo non critica solo Carlo di Pietro. Inutile che tu usi la froma della domanda retorica. Carlo di Pietro e’ un collaboratore di Radio Spada. Fermo restando che sul piano civile e penale l’unico a rispondere degli scritti di Di Pietro e’ il Di Pietro stesso, sul piano editoriale ci deve essere necessariamente una condivisione di obiettivi e visioni. Ti posso garantire che qui su pontilex.org noi non ospiteremmo mai un blogger neonazista ed antisemita.
          Carlo Di Pietro e’ una vecchia conoscenza, lo conosciamo da anni e per anni ci siamo sorbiti i suoi deliri omofobi ed antisemiti, le sue crociate a difesa di preti ladri, truffatori e pedofili, la sua contiguita’ con un giornalista che non ha mai spiegato completamente se fosse coinvolto o meno in una caso di stalking ai danni di una ragazza barese.
          Bene, Radio Spada ospita un blogger come Carlo Di Pietro, un blogger che in passato ha scritto articoli ai limiti della querela, articoli ai limiti dell’apologia di fascismo e dai toni apertamente omofobi ed antisemiti. Per quanto mi riguarda io ritengo Radio Spada contigua alla visione di Carlo Di Pietro e pertanto co-responsabile, almeno sul piano etico/culturale di certi contenuti.

          Ho risposto alla tua domanda. Tu hai chiesto se Finkelstein fosse antisemita ed io ti ho risposto che non lo e’. Ti ho anche spiegato il senso del suo libro che voi avete distorto a sostegno di tesi antisemite che sono solo vostre e non di Finkelstein.

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          1. Capitan Ovvio

            Su Radio Spada io roba spregevole come l’apologia del fascismo o del nazismo non ce l’ho mai letta. Se tu ce ne hai letta, segnalala ai responsabili del sito! Non penso siano così sprovveduti da fare apologia del fascismo o del nazismo o del razzismo.

          2. Buongiorno

            Dopo aver letto questi scambi di vedute, mi pare che non vi sia stata una giustificazione sul perchè Radio Spada sia antisemita. Di certo Radio Spada – di cui sono anche un lettore – è composta da persone con opinioni alquanto diverse su molti punti (si va dal sedevacantista al semplice tradizionalista). Lei – mi par di capire – non ha prove dell’antisemitismo di Radio Spada nella sua interezza ma la reputa tale poichè permette a Carlo Di Pietro di scrivere sul loro sito.
            Poi andando più su, non giustifica razionalmente perchè l’analisi storica su come la Shoah abbia avuto un innegabile impatto nel modo di percepire il mondo e percepirsi da parte degli israeliti possa essere condotta – in senso critico – solo da un ebreo mentre un non-ebreo debba essere necessariamente un nazista antisemita. Tempo fa, lessi Israel Lobby in cui si parlava in modo critico dell’ADL e dell’AIPAC e di come queste due organizzazioni effettivamente percepiscano ogni critica ad Israele come antisemitismo e per tale motivo si richiamano continuamente alla Shoah, anche quando non ve ne sarebbe ragione.
            Per fare un esempio, io apprezzavo Sharon e la sua storia militare, ma la sua passeggiata sul Monte del Tempio quasi tre lustri addietro fu una scelta scellerata. Questo dovrebbe essere antisemitismo?
            Io ritengo giuste le azioni di rappresaglia di Israele ma trovo ingiusto che Israele non impedisca ai coloni di occupare le proprietà dei palestinesi nella West Bank. Questo è antisemitismo?
            Così come ricordare che ci fu un tempo – prima del ’38 – in cui molti ebrei furono fascisti è antisemitismo? A me pare ricerca storica. Dire che alla nascita e affermazione del fascismo in Italia contribuirono anche molti ebrei non vuol dire negare che poi ne siano state vittime, ma ricordare che alcune personalità ebraiche furono anche “carnefici” della libertà di molti italiani. Il fascismo non divenne cattivo solo dopo il ’38 ma lo fu anche prima e spero che almeno su questo convenga.
            Cordialmente.

    1. pao

      Sandro pausa: Beh, anche se Ettore Ovazza era “di religione ebraica”, era pure una camicia nera e partecipo´alla marcia su Roma. Fascista ed ebreo negli Anni ´20 in Italia non era un controsenso dato che
      l ´antisemitismo non fu rilevante nel Fascismo del ventennio come invece lo fu per il Nazionalsocialismo tedesco. E?
      Credi che avrebbe scritto quel libro dopo il ´38? Dopo essere stato espulso dal partito fascista e dopo il sequestro della sua banca?
      Non credo proprio. Ma voi Sturmtruppen di Radio Spiedo.urgh amate le mezze veritá! http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yes.gif

      Rispondi
      1. Compagno Z Autore articolo

        Più che amare le mezze verità diciamo che sono dotati di onestà intellettuale a geometria variabile e da degni discendenti della destra italiana caciarona strillano per chiedere che sia fatta luce sul passato degli altri ma quanto si tratta del loro di passato i distinguo si sprecano…http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_wink.gif

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      2. Caffe

        Car@ pao, dalle mezze calzette è già tanto aspettarsi delle mezze verità, più frequentemente, le mezze calzette, amano ricorrere alla menzogna sistematica: gli spadini radioattivi ne sono un esempio lampante: fanno cascare le braccia ma sono così divertenti che, quando posso, usando per la vergogna, un IP ignoto pure alla NSA, cerco di seguire le loro baggianate. Grazie al cielo, ogni tanto, Laurentius, sfidando le pernacchie e separandosi un’ attimo dai suoi camerati, viene qui a darci lezioni di onestà intellettuale. Noi dovremmo solo ringraziarlo: purtroppo, per motivi etico salutistici non posso frequentare certi bassifondi puzzolenti di incenso ed orbace, ma lui, Essere misericordioso, grazie a Dio, si degna di portarci gratis a domicilio, le sue panzane, come fossero pizze margherita. Grazie Laurentius e scusa noi PontileSSi, perché noi SAPPIAMO, quel che facciamo.

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        1. Laurentius Normanniae

          Ma prego, continuate pure, anzi vi prego di considerarmi il vostro primo sostenitore. Le risate che mi faccio qui dentro non sono eguagliate nemmeno da quelle provocatemi dai Monty Python.

          Rispondi
          1. admin

            Pensa un poco che strano: anche noi ci facciamo grandissime risate leggendo le stupidate proposte da certi siti… Una volta era Pontifex.Roma la fonte del nostro sollazzo. Ora ci sono quei genietti di RadioSpiedino… 😉
            Bello avere punti di vista diversi, no?

    1. pao

      No Remo, é che questi non la contano tutta! Strumentalizzano tutto ció che puo´servire alla loro propaganda neofascista ed antisemita.
      Anche il diffamare e stravolgere i fatti. Li conosciamo, li conosciamo bene!

      Rispondi
      1. Laurentius Normanniae

        Quello che vi sfugge è che non c’è nulla di contraddittorio né nelle posizioni di Ovazza né tanto meno in quelle di Myrard (persona squisita che ho avuto l’onore di conoscere di persona, per altro).

        Rispondi
          1. pao

            Remo: il punto é che Ovazza ancora non sapeva che stava appoggiando i suoi aguzzini! Proprio su questo speculano i nostri nuovi amichetti!!

        1. pao

          Laurentius:Giá, ma che ci vuoi fare? Ci da´fastidio che cerchiate di spacciarcelo come “ebreo, ma antisemita”..Sai, noi detestiamo quelle velate insinuazioni tese a sminuire l´orrore di cio´che é stata la Shoah e diffamare gli ebrei riducendoli a belve assetate di danaro che speculano sui propri morti!
          Anzi..la vostra tattica ci fa proprio schifo!!

          Rispondi
    1. Caffe

      Diego, scherzi? I peggiori nemici degli spadini radioattivi, a parte la gente intelligente, sono proprio i derattizzatori, per motivi facilmente comprensibili: che indelicatezza, da parte tua, suggerire ad uno di questi sorci, questo tipo di impiego; è come offrire ad un ex SS, tipo Priebke, all’atto della sua mai troppo prematura dipartita, un posto in un cimitero ebraico. Questo non si fa, no, no ,no… http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_yahoo.gif http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_sad.gif http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_bye.gif

      Rispondi
  2. Compagno Z Autore articolo

    Caro Mr. Buongiorno, probabilmente si starà chiedendo dov’è finito il suo commento. Stia tranquillo, non l’abbiamo censurato, il commento è rimasto “impigliato” nel sistema automatico di moderazione. E lì resterà finché l’amministratore non mi avrà confermato che proviene da un indirizzo autentico (per nostra vecchia regola non amiamo né ammettiamo commenti da indirizzi che provengono da indirizzi falsi e/o anonimizzati). Fatta questa doverosa premessa passo ora alle critiche che lei mi muove:
    1) Lei dice che non ho dato prova dell’antisemitismo di Radio Spada, in particolare di Carlo Di Pietro e di Andrea Giacobazzi. Mi permetta di dissentire. Di Pietro & Giacobazzi in questa vicenda non si sono certi resi protagonisti di gesti vili come quello delle teste di maiale spedite per posta, ma il loro atteggiamento antisemita è molto più subdolo perché si nasconde dietro un presunto “revisionismo critico”. Prendiamo pure per buono quello che scrive Giacobazzi, ammettiamo che sia tutto vero e verificabile, la mia domanda è “Dunque”? Siccome ci sono stati alcuni esponenti di comunità ebraiche che hanno collaborato con il nazifascismo bisogna cancellare dai libri di storia la Shoah? Anche in Francia ci furono i collaborazionisti di Vichy, in Gran Bretagna a cavallo fra gli anni ’20 e ’30 esisteva il partito fascista inglese, negli Stati Uniti operava il movimento filonazista German-American Bund e molti cittadini statunitensi di origine tedesca ritornarono in Germania per arruolarsi nelle SS. Allora dovremmo stracciare dai libri di storia quella parte che parla di De Gaulle, del Maquis, del ruolo avuto dagli anglo-americani nella seconda guerra mondiale perché altrimenti si fa “Business Pro Francia/UK/USA”? Il gioco di Giacobazzi e Di Pietro è sin troppo scoperto: siccome non possono negare l’Olocausto come fatto storico allora cercano di rivoltare la frittata dicendo che le vittime, sotto sotto, non erano poi così innocenti e se l’erano cercata.
    2) Il mio obiettivo non era fare un’analisi critica dell’impatto storico-sociologico della Shoah, il mio obiettivo era palesare quali inconfessabili motivazioni (non solo economiche) spingono i soggetti in questione a parlare di “Shoah business”.
    3)Ho forse detto che la storia della Shoah deve essere fatta solo da storici ebraici? La ricerca storica deve essere fatta seguendo una metodologia precisa ed imparziale: ricostruzione degli eventi del fatto storico X, analisi critica delle fonti, eventuali conclusioni del ricercatore. Giacobazzi ha fatto esattamente il contrario, è partito dalle affermazioni “Shoah business e razzismo rabbinico esistono” ed ha cercato singoli fatti storici che sostenessero il suo pseudo-ragionamento. E sinceramente non mi pare che un ricercatore di storia che partecipa ad una conferenza palesemente schierata nell’Iran del negazionista Ahmadinejad possa esibire “patenti” di imparzialità…
    4) Anche io sono molto critico con il governo di Israele (e, pensi un po, persino molti cittadini israeliani sono critici verso il loro governo), non per questo giustifico atti di antisemitismo o sostengo che, siccome il governo e l’esercito israeliano hanno compiuto atti criminali, allora non bisogna celebrare la Giornata della Memoria perché altrimenti si fa “Shoah business” per gli interessi dello stato di Israele.

    Rispondi
    1. Buongiorno

      Guardi, in realtà io mi riferivo all’accusa di antisemitismo rivolta a Radio Spada nel complesso e – ad ogni modo – ritengo che le posizioni di Di Pietro e Giacobazzi debbano essere divise. Le posizioni di Di Pietro non sono condivisibili – almeno per me – per ragioni prettamente storiche, oltre a divergenze “ideologiche”.
      La posizione di Giacobazzi è diversa. Lui parte da documenti storici e si è inserito in un filone di storia assai scomodo come può essere un’analisi critica di quella che è la posizione ebraica prima, durante e dopo la Shoah. Il fatto che sia andato in Iran, non mi pare che sia garanzia di “antisemitismo” (altrimenti tutti gli storici e studiosi che hanno viaggiato o tenuto conferenze nel mondo islamico dovrebbero essere antisemiti).
      La mia posizione – che lei ha frainteso – non è dire dimentichiamo la commemorazione della Shoah o De Gaulle perchè ci sono stati i collaborazionisti di Vichy, ma è quella di dire ricordiamo – a livello di studi storici – che alcuni non furono eroi solo perchè furono gli sconfitti e le vittime, perchè la storia non può essere divisa con un taglio netto. E non credo che un lavoro del genere sia di per sè antisemita, come non è antirisorgimentale (o antiunitario) ricordare i massacri del governo sabaudo nel Sud Italia.
      Lei legge mai Haaretz? Io lo leggo spesso e ogni tanto si trovano articoli su alcuni gruppi e rabbini dell’ebraismo sefardita e ortodosso-askenazita, che – per le idee portate avanti – non possono non essere definiti razzisti. Il mondo israeliano pur essendo largamente democratico ha al proprio interno delle pulsioni estremiste non meno preoccupanti di quelle dell’estremismo islamico, in quante accecate da un “millenarismo” folle.
      Cordialità.

      Rispondi
      1. Paolo

        “Il mondo israeliano pur essendo largamente democratico ha al proprio interno delle pulsioni estremiste non meno preoccupanti di quelle dell’estremismo islamico, in quante accecate da un “millenarismo” folle.”

        E’ un discorso questo che si applica a qualsiasi società, non solo a quella israeliana; il punto sta proprio nel volersi concentrare solo sul mondo israeliano per sostenere tesi antisemite e complotti vari, tralasciando invece altre forme di estremismi come quello dell’estrema destra giapponese, o di certe comunità cristiane negli Usa, o anche certi ambienti non troppo lontani da Radio Spada, Pontifex e Fn qui in Italia.

        “Il fatto che sia andato in Iran, non mi pare che sia garanzia di “antisemitismo” (altrimenti tutti gli storici e studiosi che hanno viaggiato o tenuto conferenze nel mondo islamico dovrebbero essere antisemiti).”

        Bisogna precisare cosa si intende “incontro internazionale in Iran di giovani blogger e studiosi, qui tiene una lezione storica sui temi del nazionalismo e del sionismo”: a parte la terribile imprecisione dei cosiddetti blogger e studiosi (quali studiosi ? Dove hanno studiato ? E da quando in qua e a che titolo dei “blogger” partecipano a degli incontri internazionali, che si suppone vogliano essere seri e non fatti ad mentulam ?), è lampante che un incontro con quel titolo nell’Iran di Ahmadinejad (che ricordo essere negazionista) non possa certo brillare per imparzialità storica.

        “La mia posizione è quella di dire ricordiamo – a livello di studi storici – che alcuni non furono eroi solo perchè furono gli sconfitti e le vittime, perchè la storia non può essere divisa con un taglio netto.”

        Mi scusi, ma questa frase è di assai ardua comprensione. Tralasciando il periodo sospeso e la questione del taglio netto (che non si capisce comunque), non vedo dove si stiano glorificando tutti i morti del lager, posto che ben difficilmente qualcuno potrebbe aspirare a questo tipo di gloria. Insomma, la sua posizione è tutt’altro che chiara.

        Rispondi
        1. Paolo

          Non vedo cosa c’entri la sua morte: fu ammazzato dalle SS, ma nella sua frase mancano comunque i nessi logico-sintattici che vi conferiscano significato.

          Rispondi
          1. Buongiorno

            Ha un significato perchè Ovazza fu vittima dei nazisti ma per questa esclusiva ragione non si può certo definire un eroe, perchè la sua morte non cancella il fatto che contribuì in Italia al fascismo. Anche lui ed altri come lui meritano una commemorazione ogni anno?

      2. Compagno Z Autore articolo

        1) “La posizione di Giacobazzi è diversa. Lui parte da documenti storici e si è inserito in un filone di storia assai scomodo come può essere un’analisi critica di quella che è la posizione ebraica prima, durante e dopo la Shoah”. Quindi l’operato di un gruppo minoritario all’interno della comunità ebraica ai tempi del protettorato britannico in Palestina (come fu ad esempio il Lehi) riassume le idee di tutti gli altri ebrei, anche quelli che NON lo condividevano o che non ne sapevano proprio nulla? Teoria molto singolare…
        2) Se la conferenza in Iran sul “sionismo” non aveva ad oggetto tematiche e/o argomenti che potevano essere viste come antisemite perché organizzarla in un paese dalle posizioni equivoche sulla questione, per di più sotto la presidenza di un noto antisemita e negazionista? Perché non farla in qualsiasi altro paese?
        3) “Non credo che un lavoro del genere sia di per sè antisemita, come non è antirisorgimentale (o antiunitario) ricordare i massacri del governo sabaudo nel Sud Italia.” Sempre ammesso che si segua il metodo di cui nel mio commento precedente. Quando si fa ricerca, storica o scientifica che sia, è importante non solo il risultato finale ma anche il metodo che si è seguito. In caso contrario, non si sta facendo storia ne “revisionismo critico”, si sta facendo propaganda che è tutt’altra cosa.
        4) Non ho mai avuto il piacere di leggere il quotidiano Haaretz ma l’esistenza dei gruppi ultraortodossi non mi è sconosciuta. Ma non parlare di questi gruppi in contesti che nulla c’entrano (come la Shoah) implica sostenere che il razzismo all’interno della comunità ebraica non sia mai storicamente esistito? Non mi pare proprio…

        Rispondi
        1. Buongiorno

          1) “Quindi l’operato di un gruppo minoritario all’interno della comunità ebraica ai tempi del protettorato britannico in Palestina (come fu ad esempio il Lehi) riassume le idee di tutti gli altri ebrei, anche quelli che NON lo condividevano o che non ne sapevano proprio nulla? Teoria molto singolare”
          Lei mi attribuisce parole che non ho detto, quando afferma che se anche qualche esponente della comunità ebraica era coinvolto è colpa di tutta la comunità. Per essere più chiaro, io non vedo ragione per la quale non si debba parlare anche di quelle frange dell’ebraismo che mantennero un comportamento ambiguo. A me par di capire che anche parlare di questo per lei sia tabù e che non bisogna dirlo; questa è una teoria molto singolare…
          2) Se la conferenza in Iran sul “sionismo” non aveva ad oggetto tematiche e/o argomenti che potevano essere viste come antisemite perché organizzarla in un paese dalle posizioni equivoche sulla questione, per di più sotto la presidenza di un noto antisemita e negazionista? Perché non farla in qualsiasi altro paese?” La scelta del luogo è infelice ma uno studioso va dove lo invitano a parlare del suo campo di studi senza necessariamente essere in sintonia con le idee dei propri anfitrioni (e questo mi pare scontato).
          3) “Non credo che un lavoro del genere sia di per sè antisemita, come non è antirisorgimentale (o antiunitario) ricordare i massacri del governo sabaudo nel Sud Italia.” Sempre ammesso che si segua il metodo di cui nel mio commento precedente. Quando si fa ricerca, storica o scientifica che sia, è importante non solo il risultato finale ma anche il metodo che si è seguito. In caso contrario, non si sta facendo storia ne “revisionismo critico”, si sta facendo propaganda che è tutt’altra cosa.”
          Ad ogni buon conto lei non ha prove che Giacobazzi abbia usato un metodo “sporco” per condurre le proprie indagine, la lo suppone pur non concedendo a Giacobazzi il beneficio del dubbio. Rimanendo a quelli che sono i fatti, per dimostrare che il metodo di ricerca usato da Giacobazzi sia stato scorretto bisognerebbe dimostrare che ha manipolato i documenti utilizzati o ha riempito il testo di notizie vere e notizie verosimili pur di sostenere le proprie teorie. Lei è in grado di dimostrare ciò? Se me lo dimostra, concorderò con lei sul giudizio che ha espresso sul lavoro di Giacobazzi.
          4) “Non ho mai avuto il piacere di leggere il quotidiano Haaretz ma l’esistenza dei gruppi ultraortodossi non mi è sconosciuta. Ma non parlare di questi gruppi in contesti che nulla c’entrano (come la Shoah) implica sostenere che il razzismo all’interno della comunità ebraica non sia mai storicamente esistito? Non mi pare proprio…”; non credo che Giacobazzi nel suo libro abbia trattato solo di Shoah (nel senso dei massacri) ma penso che abbia fatto una breve trattazione sull’ambiente ebraico e sulle caratteristiche culturali di detto ambiente in quel periodo (ma qui – come anche in precedenza – siamo a livello delle ipotesi sia io che lei, poichè nè io nè lei abbiamo letto il libro incriminato).
          Guardi il fatto che lei conosca l’esistenza dei gruppi ultraortodossi non vuol dir nulla, perchè quello è un mondo vario e vasto, in cui si trova di tutto. Nel mondo ultraortodosso si trovano ( e si trovavano anche 100 anni fa) eminenti personalità di studiosi la cui unica caratteristica è l’essere dei pii religiosi innamorati dello studio della Torah, così come si trovano (e si trovavano anche 100 anni fa) pazzi esaltati che con lo studio della Torah giustificano i propri cattivi sentimenti (un po’ come anche nel mondo cristiano o – se vuole – tra i redattori di Radio Spada, in cui molti sono per bene e assai pochi non lo sono secondo me; ma la libertà vuol dire accettare – o tollerare finchè non vi si arriva alla violenza – l’esistenza di tutti pur muovendo delle giuste critiche circostanziate).
          Cordialità.

          Rispondi
          1. Paolo

            “La scelta del luogo è infelice ma uno studioso va dove lo invitano a parlare del suo campo di studi senza necessariamente essere in sintonia con le idee dei propri anfitrioni (e questo mi pare scontato).”

            A me pare difficile che ad una conferenza dal titolo “Nazionalismo e sionismo” tenuta nell’Iran di Ahmadinejad possano invitare insigni studiosi ebrei. Effettivamente, meglio i blogger.

          2. Compagno Z Autore articolo

            1) “Lei mi attribuisce parole che non ho detto, quando afferma che se anche qualche esponente della comunità ebraica era coinvolto è colpa di tutta la comunità.” Allora poteva scrivere subito “la posizione di una parte della comunità ebraica etc.” anziché lamentarsi a posteriori. Le parole sono pietre quindi pensi bene a quello che scrive prima di postare il commento. Inoltre non ho detto che non si può parlare di certi argomenti. Dell’argomento si può parlare anzi se ne è già parlato in passato. Ma presentare questi argomenti come “demitizzazioni” di fatti storici o di “accuse fittizie” come hanno fatto quelli della CAP non si chiama dibattere, si chiama strumentalizzare. E quando si strumentalizza lo si fa per un preciso scopo.
            2)”La scelta del luogo è infelice ma uno studioso va dove lo invitano a parlare del suo campo di studi senza necessariamente essere in sintonia con le idee dei propri anfitrioni (e questo mi pare scontato).” Benissimo, ma avrebbe potuto anche rifiutare di parteciparvi, quantomeno per onestà intellettuale, non crede?
            3)Ho forse parlato di falsificazioni? Non mi pare proprio. Usare una metodologia errata vuol dire fare un errore di logica, non falsificare. Pertanto come lei pretende che non le vengano messe in bocca parole che non ha detto, faccia altrettanto con me. Per quanto riguarda il beneficio del dubbio, anche concedendolo, sfuma rapidamente leggendo la “Breve Introduzione” che le Edizioni Radio Spada hanno dedicato al libro: “Dalla storia dell’antico giudaismo fino all’attuale conflitto siriano, dalla resistenza della Chiesa (NovusIsrael, VerusIsrael) verso il sionismo ai rapporti tra fascismo, comunismo sovietico e mondo arabo. Dal “protestantesimo” islamico-fondamentalista fino a certo razzismo rabbinico. E così via fino a giungere alle questioni scottanti di questi tempi, in cui un trait d’union pare legare l’ormai diffusissima “religione della Memoria”con un fittizio “antisemitismo”, divenuto un allarme routinario e ingiustificato, un espediente politico usato come una clava nella vita interna degli Stati europei e nella politica del Vicino Oriente. La lettura – arricchita da oltre quattrocento note a piè di pagina – sarà fonte di argomenti e riflessioni che i mainstream media si sono premurati di tenere in un cono d’ombra.”
            A me sembra proprio che si parta dalle conclusioni per arrivare alla premessa e non il contrario. Si presentano i contenuti dell’opera come se fossero “realtà rivelate” che non meglio precisati “media mainstream” vogliono tenere celate. Se per lei questo è “revisionismo critico” con tutti i crismi della ricerca storica non voglio sapere la sua idea di propaganda…
            4) Mi sono limitato a rispondere alla domanda che lei ha posto. Per quanto riguarda il resto siamo di nuovo allo stesso ragionamento del punto 1 del mio commento precedente: il fatto che esistano questi gruppi di pazzi esaltati come li chiama lei autorizza chicchessia a dire che l’antisemitismo è “fittizio” o che viene usato come “espediente politico” da tutta quella parte della comunità ebraica mondiale che con questi gruppi non ha nulla a che fare?

          3. Buongiorno

            Mah se proprio vuole saperlo alcuni degli ospiti preferiti di Ahmadinejad erano i membri di una una sette estremista ebraica, conosciuta come Nerutei Karta (la cui dottrina religiosa li porta a sostenere l’antisionismo).
            Ovviamente se una persona è un sionista non andrà a parlare in un’assise antisionista, ma per chi è neutrale quale ragione dovrebbe fermarlo?

    2. admin

      Caro Mr. Buongiorno, probabilmente si starà chiedendo dov’è finito il suo commento. Stia tranquillo, non l’abbiamo censurato, il commento è rimasto “impigliato” nel sistema automatico di moderazione. E lì resterà finché l’amministratore non mi avrà confermato che proviene da un indirizzo autentico (per nostra vecchia regola non amiamo né ammettiamo commenti da indirizzi che provengono da indirizzi falsi e/o anonimizzati).
      Ottima sintesi. In questo caso l’assenza di strumenti di anonimizzazione e l’indirizzo email “realistico” (non ho effettuato una verifica puntuale) oltre al tono ed al contenuto mi fanno ben sperare. Vuoi vedere che per una volta abbiamo trovato un interlocutore valido e critico? 😀 Sono sinceramente stanco di chi entra a casa nostra ed inizia ad alzare la voce ed insultare. Speriamo bene. 😀

      Rispondi
    1. admin

      Una prece: le ho inviato una mail. Ho bisogno che lei mi risponda. Provi a controllare se per caso è rimasta nella cartella “SPAM” del suo account di posta. A presto, cordialità.

      Rispondi
    2. Compagno Z Autore articolo

      Ho letto l’articolo e, a suo modo, lo trovo interessante. Quello che, in tutta sincerità, mi sfugge è la connessione con gli argomenti di questo articolo…

      Rispondi
      1. Buongiorno

        Il nesso è che se fosse stato un altro a scrivere una cosa del genere, avremmo avuto tutti i giornali a dire : antisemitismo! Invece, qui abbiamo una totale assenza di critiche o di menzione della “notizia” storica.

        Rispondi
        1. Compagno Z Autore articolo

          “Il nesso è che se fosse stato un altro a scrivere una cosa del genere, avremmo avuto tutti i giornali a dire : antisemitismo!” Questo non è un nesso logico, è una fallacia che si chiama “fallacia di presupposizione”. Lei dà per scontato che la stessa notizia, riferita da altre fonti, sarebbe stata tacciata di “antisemitismo”. In base a cosa, scusi? Cosa dice in sostanza l’articolo? Che un politico ebreo, Mordechai Shenhavi, aveva ideato quello che poi sarebbe diventato il memoriale di Yad Vashem già a cavallo fra il ’42 ed il ’43, sull’onda delle notizie sulle deportazioni che gli giungevano dall’Europa. Non capisco perché questa notizia debba essere considerata “antisemita” se riferita da una fonte non ebraica e/o israeliana. Anche la pagina inglese di wikipedia dedicata al memoriale riferisce questo fatto (http://en.wikipedia.org/wiki/Yad_Vashem) e non mi pare che la pagina in questione sia stata definita antisemita.
          Se chiunque (fonti israeliane comprese) avesse detto, a titolo d’esempio, “il memoriale di Yad Vashem è stato concepito già nel ’43 quindi la Shoah è un’invenzione degli ebrei” allora sì che sarebbe stato antisemita.
          Mi spiace per lei, caro Mr. Buongiorno, ma nel suo ultimo commento non c’è traccia di argomentazione, solo un’arditissima arrampicata sugli specchi per cercare di difendere l’indifendibile!

          Rispondi
  3. Paolo

    “Ha un significato perchè Ovazza fu vittima dei nazisti ma per questa esclusiva ragione non si può certo definire un eroe, perchè la sua morte non cancella il fatto che contribuì in Italia al fascismo. Anche lui ed altri come lui meritano una commemorazione ogni anno?”

    Il tutto continua ad essere privo di senso, l’essere ammazzati dai nazisti è difficilmente il tipo di eroismo a cui generalmente si aspira. Ma ricordo che la giornata della memoria commemori tutti coloro che vennero uccisi dai nazisti in quanto appartenenti a categorie discriminate, quindi anche Ovazza potrebbe perfettamente rientrare nella lista (dico potrebbe perchè non sono a conoscenza delle circostanze esatte della sua morte.

    Rispondi

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