Bruno Volpe di Pontifex sugli arresti di Stormfront: quanta confusione.

La vicenda è nota. La Polizia di Stato ha colpito il sito neonazista stormfront.org. Gli accertamenti, diretti dal sostituto procuratore presso la procura della Repubblica di Roma Luca Tescaroli e coordinati dal pool antiterrorismo della Procura capitolina, guidato dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, hanno consentito di acquisire «concreti elementi di prova a carico di ventuno cittadini italiani», sottoposti ad indagine in ordine ai delitti previsti dalla legge 13 ottobre 1975 n. 654, «per essersi associati, accomunati da una vocazione ideologica di estrema destra nazionalsocialista, allo scopo di commettere più delitti di diffusione on line di ideologie fondate sulla superiorità della razza bianca, sull’odio razziale ed etnico e di incitamento a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici».
Tra gli arrestati Daniele Scarpino, di 24 anni e residente a Milano, Diego Masi, trentenne della provincia di Frosinone, Luca Ciampaglia, di 23 anni e residente in provincia di Pescara e Mirko Viola, di 42 anni residente in provincia di Como. Altre 17 persone sono state denunciate a piede libero.
A luglio il noto blog di matrice cristiana Pontifex.roma aveva ospitato un video sulla questione ebraica proveniente proprio da Stormfront. Un articolo dell’ottimo AlbertoB su Pontilex criticava sia i contenuti razzisti ed antisemiti del video sia il fatto che un blog sedicente cattolico come Pontifex potesse ospitare simili contenuti. Su Pontilex è intervenuto a difesa dei contenuti del video Mirko Viola (uno degli arrestati) il quale, profferendo insulti vari, tentava addirittura di negare l’Olocausto suscitando la ferma condanna degli altri commentatori di Pontilex.
Sulla vicenda giudiziaria di Stormfront interviene Bruno Volpe su Pontifex con un articolo intitolato: “Odio razziale, due pesi e due misure. Così va il mondo”.
Volpe (avvocato e blogger) sostiene che «La libertà di espressione mai deve sfociare in atti che inneggino alla violenza o a alla discriminazione. La sensazione, tuttavia, è che in questo Paese esistano categorie intoccabili come attivisti gay e circoli ebraici». Forse nelle critiche bisognerebbe essere più precisi e circostanziati. Forse gli attivisti gay non sono talmente intoccabili in Italia considerato che purtroppo la cronaca ci regala notizie di omosessuali picchiati e di circoli o eventi lgbt che sono oggetto di violenze: allo stesso modo se pensiamo che in Italia manca una legge contro l’omofobia ed una legge a tutela delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso forse i gay non sono proprio intoccabili. Inoltre non sembra che in Italia manchino critiche alla politica d’Israele mentre sarebbe interessante sapere chi siano questi “circoli ebraici” intoccabili.

Sempre Volte continua scrivendo che «se i contenuti dei siti si limitano a critiche, anche salaci, siamo nell’ambito della libertà di espressione garantita dalla Costituzione». Volpe è avvocato ma non serve essere avvocati per leggere i primi tre commi di quel bellissimo articolo 21 della Costituzione della Repubblica italiana: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili».
Proprio la Costituzione richiamata da Volpe ammette che la stampa (o altre forme d’espressione) possono essere oggetto di forme di censura.
Nello specifico gli inquirenti hanno agito in base alla legge n. 654 del 1975 che recepisce la Convenzione internazionale sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale firmata a New York del 1966 che nel suo preambolo dichiara «gli stati parti della presente convenzione [sono] convinti che qualsiasi dottrina di superiorità fondata sulla distinzione tra le razze è falsa scientificamente, condannabile moralmente ed ingiusta e pericolosa socialmente, e che nulla potrebbe giustificare la discriminazione razziale, né in teoria né in pratica, [e che gli stati stessi sono] risoluti ad adottare tutte le misure necessarie alla rapida eliminazione di ogni forma e di ogni manifestazione di discriminazione razziali nonché a prevenire ed a combattere le dottrine e le pratiche razziali».
Nell’articolo 4 della suddetta convenzione (tra cui l’Italia) sono invitati:

    1. a dichiarare crimini punibili dalla legge, ogni diffusione di idee basate sulla superiorità o sull’odio razziale, ogni incitamento alla discriminazione razziale, nonché ogni atto di violenza, od incitamento a tali atti diretti contro ogni razza o gruppo di individui di colore diverso o di diversa origine etnica, come ogni aiuto apportato ad attività razzistiche, compreso il loro finanziamento;
    2. a dichiarare illegali ed a vietare le organizzazioni e le attività di propaganda organizzate ed ogni altro tipo di attività di propaganda che incitino alla discriminazione razziale e che l’incoraggino, nonché a dichiarare reato punibile dalla legge la partecipazione a tali organizzazioni od a tali attività.

Questo è quanto han fatto in sostanza gli inquirenti a tutela stessa dei principi democratici della Costituzione italiana richiamata da Volpe.
Il blogger continua scrivendo «Tuttavia, in questo Paese, se si usa la mano dura con chi “inneggia” da una parte, constatiamo assoluta impunità verso l’altra direzione. Pontifex, per esempio, è vittima da tempo, di invettive, di istigazioni, di insulti, persino qualche bello spirito ha pubblicato senza subire un graffio legale, il mio indirizzo con danni al portone. Altri collaboratori ne hanno subite di ogni colore e sapore, e addirittura molti hanno rinunciato a scrivere temendo per le loro famiglie».
Ammesso e non concesso che questi fatti siano veri, la domanda sostanziale è una: Volpe ha mai provveduto a denunciare tali “invettive, istigazioni ed insulti” alle autorità competenti? Qualora non lo abbia fatto è difficile che qualche magistrato possa agire visto che sono (eventuali) reati su cui si procede su querela di parte (ossia dopo specifica denuncia) e non d’ufficio come è stato per gli arresti degli attivisti di Stormfront: nel caso nessuna denuncia sia stata fatta è inutile lamentarsi. Allo stesso modo bisogna stare attenti per cosa si querela perché se la denuncia (di diffamazione, danneggiamento, minaccia, etc.) non fosse fondata il denunciante sarebbe imputabile (questa volta d’ufficio) per il reato di calunnia secondo l’articolo 368 del Codice penale che prevede che: «chiunque, con denunzia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all’Autorità giudiziaria o ad un’altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni».
Insomma se Pontifex o talune persone sono vittime di reati specifici farebbero bene a denunciare ma sapendo che se loro denunce sono infondate sarebbero perseguibili d’ufficio per calunnia.

Volpe continua scrivendo che «A nessuno è venuto in testa di oscurare il sito di un giornale francese che offende e vilipende la religione cattolica». Volpe ha forse idea che la magistratura italiana non ha nessuna autorità in Francia?

Per ultimo conclude «Basti sfogliare la collezione di un sito (cloaca) nato con l’idea di contestare Pontifex per rendersene conto, leggere il linguaggio triviale e volgare». Quale sarebbe questo sito che contesta Pontifex? Perché Volpe non lo cita?

Sulla vicenda dell’arresto degli attivisti di Stormfront è molto interessante. Gli inquirenti hanno agito dopo la segnalazione di privati cittadini scandalizzati per il contenuto antisemita presente in quel sito: questo è un segno che la cosiddetta società civile è sempre all’erta per condannare e segnalare qualsiasi contenuto eversivo. C’è da augurarsi che le segnalazioni dei cittadini verso qualsiasi contenuto che inneggi all’odio razziale, etnico, nazionale, religioso ed omofobico sia sempre prontamente segnalato all’autorità giudiziaria in modo che si proceda agli arresti secondo la legge.

Cagliostro
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@Cagliostro1743

47 pensieri su “Bruno Volpe di Pontifex sugli arresti di Stormfront: quanta confusione.

  1. Fulvio Magni

    Cagliostro mi sapresti spiegare quale autorità avrebbe invece la magistratura italiana negli USA, Paese in cui risiedono i server che ospitanto il network internazionale Stormfront.org? Infatti Stormfront Italia non è un sito italiano ma piuttosto la sottosezione italiana di una comunità molto più grande.
    Te lo dico io. Nessuna!
    Pertanto la magistratura italiana non ha censurato un bel niente; si sono limitati ad agire come fanno a Pechino, imponendo cioè agli ISP sul territorio nazionale di filtrare e bloccare tutte le richieste di accesso che pervengono verso l’indirizzo IP di Stormfront.org.
    Una bella vigliaccata pretendere di colpire in Italia ciò che negli altri Paesi non è in ipotesi di reato, non credi?
    Tanto più che, se non si è proprio degli sprovveduti, questi filtri si possono aggirare facilmente tramite software apposito. E difatti gli utenti di Stormfront Italia stanno ancora lì, filtrati e vegeti.
    Gli unici che non li possono vedere sono quelli che dovrebbero vigilare e che ora, grazie al signor Tuscanelli, non potranno farlo più.

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Non mi aspettavo una difesa così accalorata di Stormfront (non credo che la meritino).
      Quindi secondo te gli arresti effettuati sono illegali perché i giudici italiani non avevano nessuna autorità? Ma allora vallo a dire ai quattro arrestati così saranno scarcerati immediatamente: strano che non ci abbiano pensato i loro avvocati. Per fortuna è arrivato il principe del Foro…..
      A parte gli scherzi e volendo fare un discorso serio non è importante dove siano ospitati i server per colpire eventuali reati. Gli arrestati e gli indagati agivano sul territorio italiano (sono stati arrestati in Italia) e rivolgevano la loro attenzione all’Italia (le varie “liste di ebrei” erano di italiani).
      Inoltre la legge italiana permette di punire (per fortuna) anche i reati commessi all’estero: questo è il caso degli abusi sui minori che sono punibili in Italia anche se commessi all’estero (legge 38/2006).
      Quindi i reati di Stormfront sono stati commessi in Italia da cittadini italiani: altro che la vigliaccata di cui blateri. Informati che è meglio.
      Forse gli utenti di Stormfront Italia staranno ancora lì ma intanto quattro sono agli arresti (ed un po’ di galera non gli farà male), diciassette sono indagati e se fossi negli altri utenti non dormirei sonni tranquilli visto che la Polizia postale vigila su quel sito.

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      1. Fulvio Magni

        “Non mi aspettavo una difesa così accalorata di Stormfront (non credo che la meritino).”

        Non difendo Stormfront, difendo la libertà del web. Se il nemico ha ragione, ha ragione, c’è poco da fare.

        “Quindi secondo te gli arresti effettuati sono illegali perché i giudici italiani non avevano nessuna autorità?”

        Non so se sei tu che leggi male o se sono io che scrivo peggio. Non ho contestato gli arresti, del resto se il reato è manifesto c’è ben poco da contestare. Piuttosto mi lamento della censura di Stormfront che con i crimini di alcuni suoi frequentatori non ha nulla da spartire.
        E per rispondere a Volpe, anche se sicuramente non ci legge, se la magistratura italiana volesse colpire il sito francese potrebbe farlo (tenendo comunque presente che una vignetta satirica e una lista di proscrizione sono due cose ben differenti!). Tuttavia sarebbe, anche in questo caso, sbagliato e deleterio per i motivi che ho già esposto.

        “se fossi negli altri utenti non dormirei sonni tranquilli visto che la Polizia postale vigila su quel sito.”

        Ne sei così sicuro? Io non lo sarei molto.
        I crimini informatici sono talmente diffusi che neppure le istituzioni dei Paesi più in salute dispongono delle risorse necessarie a combatterli efficacemente. Figuriamoci quelli in aria di spending review!

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        1. Paolo

          E a quale titolo la magistratura italiana potrebbe indagare su dei cittadini francesi che avrebbero commesso un presunto reato su suolo francese senza che l’Italia c’entri anche solo minimamente ?

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          1. Max

            Oramai sappiamo tutti che gli islamici con l’11 settembre non c’entrano nulla che quelle erano demolizioni controllate. Con lo stesso metro di paragone, i paesi islamici potrebbero chiedere l’estradizione di tutti quei magistrati occidentali che hanno condotto le indagini a senso unico, indirizzandole solo ed esclusivamente sul mondo musulmano.
            Oltretutto a seguito di queste indagini a senso unico sono state fatte due guerre, una è ancora in corso, queste guerre hanno causato tantissimi morti, sofferenze e abusi sui civili. Sono state fabbricate false prove con il pretesto delle armi di distruzione di massa di Saddam. Per non parlare dei carceri della vergogna come Guantanamo. Come dicevo, i paesi musulmani, varando delle leggi come quelle occidentali, leggi che prevaricano il diritto internazionale, come ad esempio la legge 38/2006, potrebbero richiedere l’estradizione dei magistrati e dei militari occidentali, accusandoli come minimo per istigazione all’odio religioso nei confronti dei musulmani. Sempre IMHO.

          2. Paolo

            Come una legge contro la pedopornografia possa prevaricare il diritto internazionale mi sfugge completamente. La paranoia (ma sarei tentato di dire idiozia) complottista riesce sempre a raggiungere vette sempre nuove.

            Senza contare che da un punto di vista giuridico la tua ipotesi non sta in piedi, ma proprio per nulla.

          3. Max

            Te lo dico io perché. Chi comanda usa conto i popoli delle tecniche psicologiche per il controllo di massa per indurre la popolazione ad agire come il potere vuole che agisca. Tutti noi siamo disgustati dalla pedofilia, almeno tutti noi persone non pedofile. Gli atti di pedofilia generano sentimenti di protezione verso i bambini ed emozioni di sdegno. Il potere quindi per varare le prime leggi mondialiste ha usato la leva delle emozioni, per indurre la popolazione ad accettare una legge che viola il diritto internazionale.
            Infatti per contrastare la pedofilia internazionale, sarebbe stato più logico fare in modo che il pedofilo venisse punito nel paese dove ha commesso il fattaccio e non nel suo paese d’origine. Ma questa è stata appunto una scusa per fare in modo che la popolazione accettasse una legge mondialista, in previsione del nuovo ordine mondiale. Lo stesso sistema delle emozioni viene usato per il controllo totalitario della popolazione.
            Il potere non ti dice: da oggi in poi facciamo come nel romanzo 1984…. Il potere di propone in TV tutti gli stupri nei confronti delle donne, la violenza, il crimine, la gente a questo punto si sente emotivamente coinvolta e il potere a questo punto ti dice: bene, da oggi in poi sono necessarie le telecamere. Per quanto riguarda la tua asserzione che che dice che la mia ipotesi dal punto di vista giuridico non sta in piedi, ti faccio presente che il carcere di Guantanamo è una sorta di deportazione in stile nazista. Per quanto riguarda stormfront, non mi stupirei se non è stato tutto organizzato per avere il pretesto di attaccare i siti che si battono contro il nuovo ordine mondiale con la scusa dell’antisemitismo.
            Non a caso il sito madre è americano e si dice che sia legato al ku klux klan, ma il ku klux klan non era stato fondato da Albert Pike ? Oppure facciamo finta di non sapere ?

          4. Paolo

            In che modo quella legge violi il diritto internazionale intanto non ce l’hai detto; come Cagliostro ti ha spiegato è stata fatta proprio perchè altrimenti quei reati non sarebbero stati puniti in quei paesi.
            Non vi sono nemmeno prove che Pike sia stato partecipe del KKK, figuriamoci fondarlo.
            Insomma, hai la curiosa tendenza a fare affermazioni complottiste dopodichè, come tutti i bravi complottisti, ti guardi bene anche solo dal postare la benchè minima prova di quanto dici.

          5. Max

            A me gli abusi di potere non sono mai piaciuti e non mi importa quali scusanti vengano proposte per legittimare gli abusi di potere. I magistrati italiani sono competenti per il territorio italiano. Per quanto riguarda Albert Pike ti rimando alla lettura del libro: Massoneria e sette segrete – il volto oscuro della storia.

          6. Cagliostro Autore articolo

            Non son d’accordo con l’esempio da te riportato che trovo molto fuorviante. Comunque volendo essere analitici ci sono quattro diverse situazioni:
            1) Reati compiuti da cittadini italiani in territorio italiano;
            2) Reati compiuti da cittadini stranieri in territorio italiano;
            3) Reati compiuti da cittadini italiani in territorio straniero;
            4) Reati compiuti da cittadini stranieri in territorio straniero.
            Il primo caso riguarda Stormfront e la magistratura ha tutto il diritto di intervenire.
            Il secondo caso riguarda i vari reati commessi in Italia da non-italiani: la magistratura può procedere e qualora siano all’estero può chiedere l’estradizione.
            Il terzo caso riguarda ad esempio gli abusi sessuali compiuti da italiani all’estero: la magistratura può operare e non capisco perché la legge 38/2006 (ottima legge) prevarichi il diritto internazionale. Si è trattato solo di rendere punibili dei reati che all’estero (per deficienza di quei sistemi giudiziari) sarebbero rimasti impuniti: vedi un po’ tu.
            Il quarto caso riguarda la vignetta blasfema in Francia o il caso da te riportato: i magistrati non potrebbero mai punire reati commessi all’estero da cittadini stranieri.
            Comunque il caso della guerra in Iraq non c’entra nulla.

          7. Max

            Allora visto che i server si trovano il America, gli utenti di Stormfront dovevano essere perseguiti dalla giustizia americana. La magistratura italiana non ha competenza.
            Infatti gli indiani che non sono stupidi trattengono i marò in stato d’arresto, poiché l’assassinio dei pescatori indiani è avvenuto in acque internazionali, ma su una peschereccio indiano. E’ vero che i proiettili sono partiti da un imbarcazione italiana, ma l’omicidio si è verificato su un imbarcazione indiana. Analogamente i messaggi di stormfront sono partiti dall’Italia, ma sono stati visibili solo dopo che sono giunti sui server americani.

          8. Paolo

            Sveglia, i reati sono stati commessi da cittadini italiani su suolo italiano, che il server si trovi in america non c’entra un tubo.
            Sul caso dei marò: è un’ipotesi ridicola mai suffragata da nessun trattato o norma consuetudinaria internazionale.

          9. Max

            La nazionalità non è importante, è irrilevante. La magistratura italiana è competente per il territorio italiano e non in base alla cittadinanza. Poi dal momento che i server sono in America la competenza era della magistratura americana. Il resto sono soltanto chiacchiere per giustificare una palese violazione dei diritti internazionale

          10. Paolo

            Permettimi di dire che hai appena sparato una cazzata colossale. Seriamente, vatti a ripassare un po’ di diritto prima di straparlare a vanvera.

          11. Max

            Comunque intanto i Marò sono in stato d’arresto. Poi puoi andare anche dalle autorità indiane e dirgli che la competenza è della magistratura italiana.

          12. Max

            Allora ti faccio l’ultimo esempio, poi chiudo la discussione:
            Se mi arruolassi nella legione straniera e commettessi dei reati, a chi dovrei rispondere alla magistratura francese o a quella italiana perché sono italiano. Due pesi e due misure dell’occidente

        2. Cagliostro Autore articolo

          1) Libertà sul web (come altrove) non significa libertà di fare tutto. Nella vita sono libero di esprimere il mio pensiero ma all’interno di quei confini e principi fissati dalla Costituzione: nel web è la stessa cosa. Forse dovresti rileggere l’articolo. Libertà non significa anarchia.
          2) Se Stormfront è stato censurato è stato fatto a norma di legge e secondo una legge perfettamente democratica, costituzionale e frutto addirittura di una Convenzione internazionale: non vedo quale sia il problema. Inoltre ti sfugge che il crimine di cui parli è avvenuto proprio su Stormfront (ossia uso del sito per incitare alla violenza).
          3) Mi sfugge in quale modo e perché la magistratura italiana potrebbe colpire il sito francese.
          4) I crimini informatici sono tanti (è vero) ma nel momento in cui la Polizia postale e la magistratura attenziona un sito (come Stormfront) ovviamente gli utenti non possono stare tranquilli.

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  2. pao

    No, no eppoi no, Cagliostro! Un po´di triguardo, ecchediamine! Gli hanno appena oscurato uno dei suoi siti preferiti, e sei stato crudele quando scrivi:
    “Volpe continua scrivendo che «A nessuno è venuto in testa di oscurare il sito di un giornale francese che offende e vilipende la religione cattolica». Volpe ha forse idea che la magistratura italiana non ha nessuna autorità in Francia?”
    Certo che non ha idea! Che domande!Il buon VolpaSStren, animatore o direttore di blog non secolarizzato, avvocato di fama internazionale e fior fiore di galantuomo, é un dichiarato “teocratista”. Cosa vuoi che sappia eSSo dell´autoritá della magistratura italiana? Non é pratico di ste cose terrene e moderniste, no, VolpaSStren ragiona come il suo dio:” Hai offeso la religione cattolica? E beccati sta catastrofe naturale!KABUUM!” Tempi duri per la Francia..

    Rispondi
  3. FSMosconi

    La cosa che più sinceramente mi ha sconcertato dell’articolo di Volpe è il suo velato Tu Quoque rivolto a chi ha fatto valere le ragioni del reato d’odio (oltre che, ma questo era scontato, apologia del nazionalsocialismo).
    Come dire “Va bene va bene ma ci sono cose più gravi che non vengono punite”.
    Non so voi ma e ci penso rimango ancora sconcertato.

    Rispondi
      1. FSMosconi

        Ti stai per caso riferendo a quell’altro sull’attacco a Gaza pregno di antisemitismo più o meno latente (più più che meno in verità) più d’una spugna nella Fossa delle Marianne, il quale guardacaso a fatto da “contorno” a questo? 😉

        Rispondi
  4. Nando menicoli

    Dunque, riepiloghiamo: i quattro citrulli arrestati, e quelli perquisiti, sostenevano la superiorità razziale bianca e l’odio per “negri e giudei”.
    Credersi superiori, è atto di corrente megalomania, ma non reato. Reato è invece predicare odio e violenza, sobillando altri a questo fine. Da qui l’arresto. Nelle loro case, coltelli e randelli. Attrezzi da scaramuccia. Di pistole, fucili o esplosivi nemmeno l’ombra.
    Stante quindi l’impossibilità di classificarli “terroristi” e d’attribuir loro propositi del genere per semplice mancanza di “ferri del mestiere”, logica vuole che a scatenare gl’inquirenti siano stati i loro scritti, conseguenza delle loro dottrine, derivanti dalla loro ideologia.
    Ed è prorpio qui il termine chiave: ideologia. A far paura, è stata solo quella, perchè i quattro cialtroni finiti in manette, come i restanti affiliati al sito, erano solo dei parolai da computer. Può anche darsi abbiano strombazzato d’eliminare qualcuno, ma di fatto potevano ammazzarlo solo di chiacchiere.
    Non è peregrina, quindi, l’ipotesi del “reato ideologico”, dal quale le democrazie si credono immuni solo perchè animate da più nobili propositi. I quali non esimono dalla riflessione che tra il divieto di pensare qualcosa e l’obbligo a pensare qualcos’altro, il passo è breve.

    Rispondi
    1. AlbertoB

      Diciamo che fondamentalmente sono incline ad essere d’accordo con ciò che dici.
      Il problema nasce quando tra i parolai si nasconde qualcuno che decide di smettere di parlare e di passare all’azione.
      Gianluca Casseri , per fare un esempio , ha impugnato una pistola e ha ammazzato e ferito delle persone prima di suicidarsi. Che sia stato il gesto di uno squilibrato mi pare palese , che fosse un militante estremista e simpatizzante di Casapound è un altro fatto accertato.
      Breivik ha impersonato il ruolo del parolaio per un po’ , poi un bel giorno si è svegliato con l’impressione di aver parlato troppo e concluso poco. Sappiamo tutti come è finita.

      Rispondi
      1. notimenowhere

        I fuori di testa la troveranno sempre una ragione, una spinta per fare cazzate.
        Con o senza Stormfront.
        Tralaltro perfettamente raggiungibile da chiunque con un minimo di competenza. Squilibrato o meno.

        Rispondi
    2. Paolo

      Faccio notare che per il nostro codice penale tirapugni, manganelli e pugnali sono considerati un po’ più che “attrezzi da scaramuccia”.

      Rispondi
    3. Cagliostro Autore articolo

      Gentile Nando,
      non so se ho ben capito il tuo commento soprattutto nella parte del “reato ideologico”.
      In Italia esiste la legge Mancino (205/1993) che si basa sulla menzionata legge 654/19754 che punisce «con la reclusione sino a tre anni chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».
      Credersi superiori non è reato ma diffondere idee razziali, nomi di ebrei da colpire, far parte di un’organizzazione (anche pure collegata online) è reato: c’è poco da fare.
      Francamente non credo che coltelli e randelli siano “attrezzi da scaramuccia”: se venissi a casa mia troveresti al massimo qualche coltello per affettare le carote e gli unici bastoni che ho sono quelli delle scope.
      Comunque guarda che anche avere una mazza da baseball è reato se non è giustificata dall’adeguata attrezzatura sportiva.
      Inoltre considera che i “parolai da computer” come tu li chiami sono molto usati dai neonazisti: http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=1NK0X8
      Comunque Mirko Viola e gli altri arrestati sia per l’aspetto e sia per l’armamentario sequestrato non avevano proprio l’aspetto di nerd o di “parolai del computer”

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      1. Nando Menicoli

        Gentile Cagliostro,
        quegli attrezzi possiamo chiamarli come vogliamo: da scaramuccia, da rissa, da corpo a corpo, ecc. Sta di fatto che non sono l’armamentario tipico dei terroristi e con quella roba non ci si fa un “pogrom”, nè un “golpe”, nè una strage alla Breivik.
        Fuor di dubbio siano proibiti, ma ferma restando l’illecita detenzione, occorre valutarne la pericolosità in rapporto all’accusa mossa ai detentori. E come ho detto, sono arnesi da teppisti.
        Riguardo l’aspetto, “Biomirko” rappresenta un’eccezione. Al fisico da “Shrek” tatuato, associa un’esperienza militare espletata anche in Medioriente. Tra quelli in manette, era l’unico con esperienza d’armi e che potesse usare come corpo contundente perfino se stesso. Gli altri, foto alla mano, hanno un’aria da baraccati con scarsa tendenza all’igiene personale. Impiastri senz’arte nè parte, ai quali Stormfront ha fornito un’alibi alla completa nullità.
        La condanna adeguata per loro, non è il carcere, ma barba e doccia giornaliere, col barbiere ogni quindici giorni.
        Ciò non toglie che, a mio parere, la loro carcerazione preventiva sia un errore. Un errore logico, ideologico, strategico e morale. Un errore tipicamente “democratico”…:)

        Rispondi
        1. Cagliostro Autore articolo

          Gentile Nando,
          scusami ma se richiami il terrorismo significa che non hai capito nulla della questione. Queste persone non sono state arrestate per terrorismo: le motivazioni le trovi nell’articolo.
          Poi dipende il contesto in cui una persona detiene un’arma. E’ diverso il caso del giocatore che ha una mazza da baseball per sport da chi la usa per altri fini.
          Inoltre quelle persone non sono state arrestate per detenzione illecita di armi (non so neanche se sia un reato visto gli arnesi in questione) ma per la loro attività associativa a scopo di violenza (e non terrorismo che non c’entra nulla). La perquisizione – come prassi – è avvenuta dopo l’arresto ed ovviamente quelle armi delineano un contesto di violenza già evidente.
          Tranquillo che ora in carcere la doccia se la faranno mentre non credo proprio la carcerazione preventiva sia un errore: è chiaro che potevano nuocere da un momento all’altro (oppure vuoi dirmi che le mazze da baseball le usavano per scacciare le mosche ed i coltelli per tagliare le angurie?).

          Rispondi
          1. Paolo

            Preciso che pugnali, tirapugni e manganelli (o affini, inclusi anche certi tipi di tonfa) sono armi proprie esattamente come una pistola; per manganelli e tirapugni sono vietati il porto e la detenzione nel modo più assoluto. Quindi sì, i reati di acquisto e detenzione illecita di armi c’è tutto direi.

          2. Nando Meliconi

            Certo che l’ho capita l’imputazione. Difficile sbagliarsi. Tant’è vero, che anche tu non hai avuto dubbi a riguardo.
            E nemmeno dovresti averne sul mio riferimento al terrorismo, fatto non per sostenerne l’eventualità accusatoria, ma per rimarcarne l’inconsistenza pratica e giuridica. Provata da quelle stesse armi, alle quali dai un’eccessiva rilevanza.
            Avrai modo di ricrederti.

          3. Paolo

            Come ho scritto sopra guarda che tirapugni, manganelli e pugnali sono armi vere e proprie, e alcune di esse non rientrano nemmeno quelle permesse dal porto d’armi. Comunque, continuo a non capire che c’entra il terrorismo.

  5. Paolo

    Per chiarire una volta per tutte la competenza della magistratura italiana, senza e se ma, direttamente dal codice penale:

    Art. 6.
    Reati commessi nel territorio dello Stato.

    Chiunque commette un reato nel territorio dello Stato è punito secondo la legge italiana.
    Il reato si considera commesso nel territorio dello Stato , quando l’azione o l’omissione, che lo costituisce, è ivi avvenuta in tutto o in parte, ovvero si è ivi verificato l’evento che è la conseguenza dell’azione od omissione.

    Art. 7.
    Reati commessi all’estero.

    E’ punito secondo la legge italiana il cittadino o lo straniero che commette in territorio estero taluno dei seguenti reati:
    1) delitti contro la personalità dello Stato italiano;
    2) delitti di contraffazione del sigillo dello Stato e di uso di tale sigillo contraffatto;
    3) delitti di falsità in monete aventi corso legale nel territorio dello Stato, o in valori di bollo o in carte di pubblico credito italiano;
    4) delitti commessi da pubblici ufficiali a servizio dello Stato, abusando dei poteri o violando i doveri inerenti alle loro funzioni;
    5) ogni altro reato per il quale speciali disposizioni di legge o convenzioni internazionali stabiliscono l’applicabilità della legge penale italiana.

    Art. 8.
    Delitto politico commesso all’estero.

    Il cittadino o lo straniero, che commette in territorio estero un delitto politico non compreso tra quelli indicati nel n. 1 dell’articolo precedente, è punito secondo la legge italiana , a richiesta del ministro della giustizia .
    Se si tratta di delitto punibile a querela della persona offesa , occorre, oltre tale richiesta, anche la querela.
    Agli effetti della legge penale, è delitto politico ogni delitto, che offende un interesse politico dello Stato, ovvero un diritto politico del cittadino. E’ altresì considerato delitto politico il delitto comune determinato, in tutto o in parte, da motivi politici.

    Art. 9.
    Delitto comune del cittadino all’estero.

    Il cittadino, che, fuori dei casi indicati nei due articoli precedenti, commette in territorio estero un delitto per il quale la legge italiana stabilisce l’ergastolo o la reclusione non inferiore nel minimo a tre anni, è punito secondo la legge medesima, sempre che si trovi nel territorio dello Stato.
    Se si tratta di delitto per il quale è stabilita una pena restrittiva della libertà personale di minore durata, il colpevole è punito a richiesta del ministro della giustizia ovvero a istanza, o a querela della persona offesa.
    Nei casi preveduti dalle disposizioni precedenti, qualora si tratti di delitto commesso a danno delle Comunità europee, di uno Stato estero o di uno straniero, il colpevole è punito a richiesta del ministro della giustizia, sempre che l’estradizione di lui non sia stata conceduta, ovvero non sia stata accettata dal Governo dello Stato in cui egli ha commesso il delitto.

    Art. 10.
    Delitto comune dello straniero all’estero.

    Lo straniero, che, fuori dei casi indicati negli articoli 7 e 8, commette in territorio estero, a danno dello Stato o di un cittadino, un delitto per il quale la legge italiana stabilisce l’ergastolo o la reclusione non inferiore nel minimo a un anno, è punito secondo la legge medesima, sempre che si trovi nel territorio dello Stato, e vi sia richiesta del ministro della giustizia, ovvero istanza o querela della persona offesa.
    Se il delitto è commesso a danno delle Comunità europee, di uno Stato estero o di uno straniero, il colpevole è punito secondo la legge italiana, a richiesta del ministro della giustizia, sempre che:
    1. si trovi nel territorio dello Stato;
    2. si tratti di delitto per il quale è stabilita l’ergastolo, ovvero della reclusione non inferiore nel minimo a tre anni;
    3. l’estradizione di lui non sia stata conceduta, ovvero non sia stata accettata dal Governo dello Stato in cui egli ha commesso il delitto, o da quello dello Stato a cui egli appartiene.

    E FINE.

    Rispondi
  6. Paolo

    Max@

    “Il libro che ti ho segnalato proprio non lo vuoi leggere ?
    Allora scrivi su google Ku klux klan AlbertPike”

    L’ho fatto, e il primo sito che mi dà è esattamente il mio link. Che, guarda caso, smentisce che Pyke ne abbia mai fatto parte.

    Rispondi
  7. Cagliostro Autore articolo

    Gentile Max,
    ti rispondo qui. Sul fatto che il “potere” usi delle tecniche psicologiche per controllare la “massa” (tutti termini che metto tra virgolette) ti voglio far presente che ti riferisci a teorie degli anni ’50 che sono state superate da anni.
    Non credo che sulla pedofilia sia stata necessaria una grande “campagna governativa”. Per fortuna la pedofilia suscita sempre grande sdegno e l’inasprimento delle pene (come la punibilità all’estero) è stata giustamente capita da tutti. Inoltre non ricordo che nel 2006 ci fossero grandi campagne per accettare una legge che secondo te (ma solo te) violerebbe il diritto internazionale.
    Secondo te “ sarebbe stato più logico fare in modo che il pedofilo venisse punito nel paese dove ha commesso il fattaccio e non nel suo paese d’origine”. Ma siamo seri: pensi veramente che sarebbe stato più facile punire quei reati in paesi come la Thailandia o in altri Paesi dove – mi spiace dirlo – il turismo sessuale è un business?
    Per il resto termini come “legge mondialista”, “nuovo ordine mondiale”, “controllo totalitario della popolazione” per me sono solo bullshit. Riesco a ragionare con la mia testa (spesso in controtendenza) e come me migliaia di altre persone (per fortuna).
    Per quanto riguarda gli stupri delle donne in Tv potrei parlarti per ore della teoria dell’agenda setting ma sarebbe troppo lungo. In brevissimo: i media (tv, stampa, internet, etc.) scelgono i temi da proporre ma poi è il pubblico che autonomamente avrà una propria opinione sui temi offerti (violenza sulle donne, economia, etc.).
    Inoltre bisogna rilevare che al momento tutti ormai siamo dei “media”. Io ho un blog personale, scrivo su Pontilex, su un altro giornale on line: come vedi sono sia pubblico (nel senso che leggo le notizie) sia un “piccolo media” (offrendo notizie ed il mio punto di vista). Tu stesso non sembri molto convinto di quanto io scriva e questo conferma che – per quanto io possa dire o scrivere – manterrai la tua idea (altro che “controllo totalitario”).
    Guantanamo deportazione in stile nazista? Eviterei di fare paragoni col nazismo: di certo sulle condizioni a Guantanamo (come nei nostri Cpt) è alta l’attenzione della comunità internazionale ma non vedo cosa c’entri con la questione degli arresti di Stormfront.
    Hai ragione che i magistrati italiani sono competenti per il territorio italiano (con eccezioni) ed infatti tali tipi sono italiani che operavano in Italia rivolgendosi ad obiettivi italiani: ti basta?.
    Il fatto che i server fossero all’estero non ha nessuna importanza ed un elemento dovrebbe farti capire che sei in torto marcio: neanche i loro avvocati hanno mai sostenuto questa linea difensiva.
    La vicenda dei marò (come tutte le altre che hai riportato) non c’entra niente. Secondo le autorità italiane la vicenda è avvenuta in acque internazionali mentre per quelle indiane in acque territoriali ed inoltre l’arresto è avvenuto non in acque internazionali o territoriali ma quando i marò (invitati a chiarire la situazione) erano già sul territorio indiano.
    Seguendo la tua logica non dovrebbe essere punibile neanche trasferire somme su conti all’estero: qualsiasi magistrato si metterebbe a ridere.

    Rispondi
    1. notimenowhere

      Cagliostro

      Concordo con la quasi totalità del tuo post.

      L’unico “ma” è sul tuo rifiuto del concetto (ipotesi, teoria o come diavolo la vogliamo chiamare) di controllo sulla/della popolazione.
      Sarà che sono tendenzialmente anarchico, tra gli altri miei difetti, ma reputo che non ci sia mai stato nulla di tanto reale quanto il controllo di qualsiasi entità e forma governativa sul resto della popolazione.
      Per non tornare troppo indietro nel tempo, al panem et circenses, si potrebbe parlare di Bernays, Le Bon, Lippman. Quella che tu chiami roba di 50 anni fa.
      Indubbiamente. 😀
      Basti pensare che una consistente percentuale dei media mondiali sono riconducibili a pochissimi gruppi di individui, bastano le dita di una mano.
      Pensare che il luogo dove si trovano il tuo blog, i tuoi post etc. è su un’evoluzione di Arpanet.
      Come diceva il grande Totò: è la somma che fa il totale. 😀

      Rispondi
      1. Cagliostro Autore articolo

        Gentile notimenowhere,
        io dividerei due aspetti tra loro distinti.
        I grandi gruppi economici/politici hanno sempre avuto interesse al controllo dei media. Senza voler ripercorrere tutta la storia del rapporto gruppi industriali/media basta pensare che i grandi gruppi italiani dell’informazione come gruppo Editoriale l’Espresso, Rcs, Mediaset, La7 sono in mano a grandi gruppi economici: su questo non ci piove.
        La mia domanda è: questi gruppi sono capaci di controllare l’opinione pubblica? Secondo me no.
        Se così fosse non potremmo spiegarci come siano nati alcuni fenomeni senza che ci sia stato l’appoggio dei media o della classe politica (i grillini, i girotondini, il movimento pro-aborto in Irlanda, etc.).
        Allora possiamo pensare che i media non hanno nessun potere? Neanche. Hanno il potere di selezionare le notizie. Se i media non avessero riportato che le femministe di Femen sono state picchiate in Francia dai cattolici o che una donna è morta in Irlanda perché le è stato negato di abortire non avremmo avuto la possibilità di farci un’idea: poi magari qualcuno – leggendo la stessa notizia – penserà che le femministe di Femen siano delle provocatrici e chi penserà che abbiano ragione (io penso abbiano ragione a scanso di equivoci).
        Ovviamente questo potere è anche più ridotto rispetto al passato (anche se tuttora rilevante) perché ormai non sono solo i media italiani ad occuparsi delle nostre vicende ma spesso l’attenzione è maggiore all’estero (ed anche l’analisi dei fatti è migliore). Inoltre non sottovalutiamo l’importanza nel diffondere le notizie (soprattutto estere) assunta dai blog. Poi hai ragione che magari la piattaforma che ospita il mio blog è in mano a grandi gruppi (non so chi ci sia dietro wordpress.com) ma fintanto che non mi bloccano si va avanti. 😀

        Ps: complimenti per la pazienza su Uccr. Immagino ce ne voglia tanta.

        Rispondi
        1. notimenowhere

          Cagliostro

          Se ho riportato l’esempio dei media, intesi come quelli tradizionali, non vuol dire che il “controllo” si attui solo con quel fenomeno per addomesticare le masse.
          La tecnologia si evolve e pian piano agli altri “organi” di controllo se n’è aggiunto uno nuovo da circa vent’anni.
          Internet. Figlio di Arpanet, ricorda.
          Ed infatti alcuni esempi da te riportati sono quelli che vanno per la maggiore sul web. Grillo docet.
          Io non dico che siamo tutti robottini telecontrollati.
          Ma quando sento parlare le persone della strada (uso i mezzi pubblici per andare a lavoro) mi rendo conto che il 90% di loro non usa altro che TV e giornali per informarsi. E non credo le percentuali all’estero si scostino di molto. Tra un paio di generazioni le cose cambieranno ed i vecchi sistemi andranno in soffitta. Ma le cose non cambieranno molto.
          Basta vedere quanti bimbiminkia bazzicano sulla rete per rendersene conto. A distanza di millenni la caverna di Platone è sempre lì.
          Per quanto riguarda poi il discorso sul chi controlla piattaforme come questa, conta poco.
          Bastano pochi punti di controllo, vedi Echelon, per sapere ciò che si deve sapere. Anzi approfitto della vostra ospitalità per fare un salutino agli analisti nel caso abbiamo trovato keyword interessanti da queste parti. 😀

          L’UCCR? Ottimo materiale di studio. 😉
          Tempo fa ci dedicavo più tempo. Ora intervengo più sporadicamente. Tranne pochissimi non c’è gente disposta a dialogare.

          Rispondi
          1. Cagliostro Autore articolo

            Hai ragione che molti usano giornali e tv per informarsi (quando va bene….) ed ovviamente se ci si limitasse solo a questi media il livello informativo sarebbe limitato (poi dipende da quali giornali e quali tv: insomma tg7 e tg4 non sono la stessa cosa). Comunque questo dipende anche da una certa apatia del popolo italico sempre ultimo nel consumo di ogni sorta di media (tradizionale o no). Infatti all’estero si informano di più, meglio e si incazzano di più mentre noi al massimo facciamo la fila per l’ultimo Iphone.

    2. Max

      Hai mai sentito parlare di Giacinto Auriti? secondo la teoria auritiana, il denaro dovrebbe essere stampato dal popolo, il valore che si genera, Auriti faceva l’esempio dei francobolli da collezione, i quali acquistano valore indipendentemente dal costo di stampa, il valore generato dovrebbe essere ridistribuito come reddito di cittadinanza. Infine Auriti diceva che il denaro dovrebbe essere tassato all’atto di emissione, poiché le tasse servono per il mantenimento dello stato sociale e non per pagare gli interessi ai banchieri usurai. Quindi se si adottasse questo sistema non servirebbe portare i soldi all’estero per evadere le tasse. Quindi certe cose come vedi potrebbero essere eliminate all’origine, non serve indagare sui fondi neri all’estero. Per quanto riguarda le forme di controllo, sei rimasto in dietro agli anni ’50. Si dice che Haarp possa essere usato, tra le altre cose, per interferire con il cervello delle persone.
      Io resto dell’idea che i magistrati devono attenersi alle loro giurisdizioni. Oltretutto non sempre quello che è vietato in Italia è vietato all’estero: se tu vai in Arabia Saudita, ti converti all’islam e ti sposi 5 donne, perché il magistrato italiano dovrebbe accusarti di adulterio ?

      Rispondi
      1. Paolo

        Continui a cambiare argomento a cazzo, giusto per non ammettere che ti sbagli su tutta la linea.

        Comunque le teorie di Auriti non hanno mai goduto di alcun credito da nessuna parte, anche perchè in buona parte decisamente utopistiche; per quanto riguarda la frase

        “Auriti faceva l’esempio dei francobolli da collezione, i quali acquistano valore indipendentemente dal costo di stampa, il valore generato dovrebbe essere ridistribuito come reddito di cittadinanza.”

        evidentemente non ti rendi conto che il 95% dei guadagni del signoraggio finisce allo stato in un modo o nell’altro.

        “Io resto dell’idea che i magistrati devono attenersi alle loro giurisdizioni. ”

        Cazzi tuoi, il diritto internazionale consuetudinario, i trattai e i codici penali di tutto il mondo dicono il contrario.
        L’esempio che fai è oltretutto idiota, visto che è contrario sia alla Shar’ia che alle leggi saudite.

        Rispondi
      2. Cagliostro Autore articolo

        Quanta confusione caro Max,
        «Quindi se si adottasse questo sistema non servirebbe portare i soldi all’estero per evadere le tasse»: i discorsi con i “se” non funzionano molto soprattutto nell’applicazione delle leggi. I magistrati applicano le leggi vigenti: compito di modificarle è dei politici.
        «Si dice che Haarp possa essere usato, tra le altre cose, per interferire con il cervello delle persone»: di “si dice” è pieno il mondo, “si dice” anche che l’uomo non sia mai arrivato sulla Luna e “si dice” anche che Elvis Presley sia ancora vivo. Vedi tu.
        «Io resto dell’idea che i magistrati devono attenersi alle loro giurisdizioni»: infatti gli arresti sono stati compiuti in Italia, non mi sembra che siano state chieste delle rogatorie internazionali.
        «Oltretutto non sempre quello che è vietato in Italia è vietato all’estero»: vero ma cosa c’entra? Qui si parla di reati commessi da italiani in Italia.
        «se tu vai in Arabia Saudita, ti converti all’islam e ti sposi 5 donne, perché il magistrato italiano dovrebbe accusarti di poligamia?»: nessuno mi accuserebbe in Italia per il semplice fatto che quei matrimoni non sarebbero validi in Italia. Chi contrae matrimonio in paesi extra Ue deve sempre far riconoscere il suo matrimonio dal consolato italiano altrimenti non è valido nel nostro Paese.

        Rispondi

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