Ere Astrologiche e rispetto (non prendiamoci in giro)…

 

Processione degli Equinozi: questa sconosciuta...

Lo spirito di un’epoca è qualcosa a cui non possiamo tornare. Esso tende a dissolversi, perchè si sta approssimando la fine del mondo.
Non può, in effetti, essere sempre primavera o estate, e ugualmente non può essere sempre giorno; quindi anche se desiderassimo riportare il mondo allo spirito del secolo scorso, ciò non sarebbe possibile. E’ importante trarre il meglio da ogni generazione.
L’errore di chi ha nostalgia del passato sta nel fatto che non afferra questo principio.
Ma coloro che mostrano considerazione solo per la realtà attuale, ostentando disprezzo per il passto, appaiono molto superficiali.

Hagakure, Yamamoto Tsunetomo

 

Oggi si torna a parlare di 2012 e New Age. La solita storia di attribuzione di idee e di copyright rispetto a cui neanche i Nostri sono esenti come qualsiasi dottrina millenarista. Oggi Strazione parte bene in quarta (circa) ma cade come una pera cotta. Non si capisce perché infatti se i Computi Maya non sono la descrizione dell’Apocalisse, il Testo Giovanneo debba esserlo. Per altro qualora si contasse che è piuttosto tardo e non certo del pugno del fratello del Messia (così come nessuno dei Canonici è del pugno di chi è a loro attribuito). Ma iniziamo con un’altra cosa, una premessa:

E maggior rispetto per don Marcello: chi lo oltraggia, non può nemmemo pulirgli le scarpe.

Da me lungi il volermi sentire al centro dell’attenzione, ma un minimo di sospetto sull’oggetto di questa frase ce l’avrei. Orbene: che Volpe non sappia distinguere la critica dell’oltraggio? E con tutto il rispetto, per quanto Volpe meriti rispetto, ma sono le idee di Stanzione a non stare né in cielo né in terra. Sono quelle un oltraggio alla logica.

E adesso dimostriamo per l’ennesima volta il perché.

Il tema dell’apocalisse ovvero della fine del mondo ha sempre affascinato le varie generazioni che fin dall’antichità si sono succedute sulla nostra Terra: un sito protestante americano ha messo in fila ben duecentoventi previsioni sulla fineapocalittica del nostro pianeta che hanno caratterizzato l’era cristiana. Stavolta non sono i Testimoni di Geova, noti per il loro approccio grossolano e fondamentalista al testo biblico ad annunciare come imminente la fine del mondo, ma quelli della New Age. La musica però è un po’ sempre la stessa: terremoti, inondazioni, pestilenze, guerre, cataclismi celesti e via dicendo, per giungere finalmente alla felice instaurazione di un ordine nuovo creato direttamente da Dio.

Il solito caso di pagliuzza e trave. Ad ogni modo ci si chiede se nel merito si stia riferendo all’Apocalisse di Giovanni, all’idea New Age (peraltro falsata: l’ha scritto lui stesso che i New Age credono nel ritorno all’Ordine Universale e punto) o al Ragnarok…

Lo scrittore statunitense di origine messicana José Arguelles, guru della New Age e “profeta” dei Maya e della fine del mondo nel 2012, è morto però prima della fatidica data del 21 dicembre 2012, negli USA all’età di 72 anni. Arguelles è stato il primo a parlare del 21 dicembre 2012 come data della fine del mondo nel libro “Il fattore Maya”, pubblicato negli Stati Uniti nel 1987 quando egli aveva 48 anni ed in Italia nel 1999 dall’editrice WIP di Bari, l’unica autorizzata dall’autore. Arguelles presentava nel libro tradotto in 23 lingue un’analisi della storia del ciclo della civiltà umana dal punto di vista Maya, ricordando che nel 21 dicembre 2012, secondo una profezia, sarà il cambiamento tanto sconvolgente dell’umanità da poter addirittura scomparire. Dal suo libro ha tratto ispirazione il film “2012” del regista Roland Emmerich apparso nelle sale nel 2009. Ma secondo altri studiosi dei Maya, la data è sbagliata.

Una nota biografica un po’ pleonastica. Ma non stiamo qui a sindacare. D’altronde se la morte pre-previsione fosse una prova a carico della falsità di quest’ultima dovremmo malignare che persino Giovanni non dovrebbe azzeccarne una…

Arguelles è stato il fondatore nel 1983 del movimento Planet Art Network, un’organizzazione per la pace che fonde arte e spiritualità al fine di raggiungere una meta politica mondiale, considerata in prima fila nella diffusione della New Age. Indubbiamente una delle cose più interessanti che sono state scoperte sui Maya è che essi, nonostante i loro mezzi primitivi erano esperti astronomi e avevano elaborato un sistema perfetto di calcolo del tempo e dei cicli cosmici. I loro intellettuali, sacerdoti e sciamani, salivano sulle altissime piramidi che svettavano sulla foresta e di lì osservavano attentamente gli astri del cielo. Non sappiamo di quali strumenti di osservazione si servissero, certo è che in un’epoca in cui le altre civiltà erano a un livello infinitamente inferiore di sviluppo, i Maya avevano individuato e calcolato con esattezza l’anno solare e i cicli lunari e avevano scoperto l’allineamento del nostro sistema solare con il centro della nostra galassia (la Via Lattea), evento che si verifica ogni 26.000 anni. Una scoperta talmente avanti rispetto ai loro tempi da fare ipotizzare a  José Arguelles – indipendentemente dalla  scoperta di colui che è stato forse un po’ frettolosamente chiamato l’astronauta di Palenque – che i Maya (quantomeno i primi) non fossero originari di questo pianeta ma fossero addirittura degli extraterrestri.

Altra nota biografica pleonastica, per quanto mostri correttamente la scarsa attendibilità di certuni. Ma ricordiamo che sta sempre parlando il prete delle campane di cristallo.

Come mai, si chiedeva Arguelles, i Maya che diedero inizio alla loro civiltà non prima del terzo secolo d.C. avevano un calendario che iniziava in una data corrispondente al nostro 13 agosto 3113 a. C.? “Questo calendario”, argomentava l’ideologo new age , “prende il nome di Grande Ciclo e inizia appunto nel 1331 a.C. per finire nel 2012 d.C.? Perché i maya avevano un calendario che iniziava nel 1331 a.C. se la fioritura della loro civiltà avvenne solo nei primi secoli del primo millennio dopo Cristo?”. Il calendario maya è molto complesso. Esso si basava su un ciclo di 260 giorni, chiamato Tzolkin: a tanto corrispondono i nove mesi della gravidanza, lo stesso dicasi per il periodo che intercorre tra la semina del mais, l’alimento principale dei Maya, e il suo raccolto. Questo ciclo, considerato sacro, serviva inoltre come base per il calcolo delle eclissi e del moto del Sole, della Luna e dei pianeti. Si applicava quindi al ciclo umano, a quello della natura e a quello celeste, era una chiave per unire cielo e terra, alto e basso, microcosmo e macrocosmo. C’era poi il calendario Haab di 360 giorni, al quale si aggiungevano 5 giorni all’anno solare di 365 giorni che i Maya conoscevano benissimo; e c’era infine il ciclo minore di 52 giorni, derivante dall’interazione dei due calendari sopra descritti. La data di inizio si ripeteva ogni 52 giorni in cui i Maya festeggiavano l’inizio del nuovo ciclo con una cerimonia chiamata del “Fuoco Nuovo”.

Troviamo qui una nota davvero improponibile: la Cerimonia del Fuoco Nuovo, assimilabile al Samhain Celtico per tematiche, non avveniva ogni 52 giorni bensì annihttp://en.wikipedia.org/wiki/New_Fire_ceremony in concomitanza con i cicli lunari: http://en.wikipedia.org/wiki/52_(number)#Astronomy. Un erroraccio imperdonabile…

Accanto a questi cicli annuali, i Maya svilupparono quello che chiamarono il Lungo Computo che copre circa 5200 anni solari pari cioè a circa 5125 anni del calendario gregoriano. In base alle loro particolari conoscenze, essi avevano infatti suddiviso il nostro tempo in cinque epoche, ed erano convinti di vivere nella quinta età del Sole. Le quattro età precedenti si erano concluse, secondo i loro calcoli, a causa di spaventosi cataclismi che avevano distrutto quasi tutto ciò che esisteva, lasciando in vita solo pochissimi individui in grado di ricominciare. La quarta età, a quanto sembra, si sarebbe conclusa con quello che è ricordato in tutte le antiche tradizioni e mitologie, la nostra compresa, come “il diluvio universale”.

Corretto. Eppur strano che ciò si trovi d’accordo con ciò che credevano i Cristiani:

A causa della loro incapacità di comprendere la realtà di certe idee, fra i cristiani s’è sparsa la superstizione che, dopo un certo lasso di tempo ed il ritorno di una determinata congiunzione planetaria, accadranno conflagrazioni e diluvii, e poiché dopo l’ultimo diluvio [quello di Deucalione] il corso del tempo richiederebbe una distruzione col fuoco, essi gridano che dio scenderà dal cielo, recando il fuoco come un aguzzino

Celso, citato da Giustino

Dovremmo quindi pensare che l’Apocalisse sia un Testo Astronomico-Astrologico?

La quinta età, in base alla cronologia maya, sarebbe iniziata il 12 agosto del 3114 avanti Cristo, epoca che vide gli inizi della scrittura egiziana (i geroglifici), e si concluderà il 21 dicembre 2012 dell’era cristiana, solstizio d’inverno, quando il nostro Sole sarà di nuovo allineato con il centro della Via Lattea. Ciò significherà, secondo Arguelles, la fine di quello che per i Maya era il Grande Ciclo, o Lungo Computo. E’ necessario sottolineare che molte teorie di Arguelles, scaturiscono da visioni che egli avrebbe avuto, come sinceramente ha egli stesso dichiarato nei suoi stessi libri, dall’uso massiccio di LSD…Dunque, riprendendo le ipotesi Maya, questi fantomatici cicli di anni, denominati bantu, dovrebbero arrivare a quota tredici nel dicembre 2012. Indipendentemente dalle varie ipotesi che portano tutte però, guarda caso, a far convogliare le previsioni al 2012, in questa sede è opportuno richiamare la posizione dello studioso delle religioni Massimo Introvigne secondo cui nessun specialista Arguelles o le sue teorie attorno al 2012.

Tropico del Cancro? Cioè quando le notti son più brevi? Nulla di che stupirsi: lo diceva già Berosso di Coo, fonte di Eusebio…

Egli asserisce che ogni cosa sulla Terra avrà termine quando i pianeti, che ora spazzano orbite diverse, saranno allineati [nella casa] del Cancro e si troveranno in una posizione tale per la quale una retta può attraversare tutte le loro orbite. L’inondazione avverrà quando la congiunzione di pianeti si troverà nel Capricorno. La prima avrà luogo in estate, l’altra nell’inverno dell’anno

Celso

Già, direi quindi che si spiegano molte cose, specie qualora contassimo che simili metafore si trovano più chiaramente nell’Avesta cui i Cristiani attinsero: http://en.wikipedia.org/wiki/Bundahishn#Zoroastrian_astronomy

Da qui, qualsiasi pretesa di attendibilità di qualsivoglia testo apocalittico perde importanza a qualunque latitudine per i semplici motivi or ora mostrati. Ma sentiamo che dice quel buontempone di Introvigne:

Ma è poi vero che nel 2012 verrà il nero? Torna in nostro soccorso Introvigne secondo cui, ai testi del sito archeologico maya di Tortuguero (Messico) ci sarebbero riferimenti ai bantu dal quattordicesimo al ventesimo, ciò significherebbe, pertanto, che i Maya dell’epoca – VII secolo d.C. – non prevedevano la fine del mondo per il 2012…Da più parti gli studiosi non ravvedono alcun fondamento scientifico a simile teoria. Sconfiniamo negli scenari da X-Files poi entrando nella strana logica dei cosiddetti Maya Galattici di cui ha parlato il guru Arguelles, in riferimento a presunti “viaggiatori del tempo e dello spazio”, che sarebbero arrivati sulla terra e poi si sarebbero dati alla fuga dal momento che erano al corrente dell’avvicinarsi dei empi bui…

Parole vere ma che strappano vieppiù in sorriso qualora si pensasse che chi l’ha profferite crede a un testo non meno autorevole di tale Computo.

Gli autori del libro 2012, Catastrofismo e fine dei tempi, Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari, affermano che i Maya avessero conoscenze di astronomia avanzata” e si può soltanto asserire che essi furono “grandi osservatori del cielo notturno, ma nulla più”. Gli autori continuano ribadendo che “non si ha neppure certezza che i Maya avessero un’astrologia”. Solo congetture quindi? Può darsi. “E infatti – concludono –le attuali tribù maya non aspettano affatto la fine del mondo per il 2012”.

Corretto. Stavolta non ho nulla da correggere, se non il fatto che i Maya l’avessero eccome l’astrologia, e cioè l’idea che ciò che succede nelle Orbite Celesti influenzi ciò c’accade sulla Terra. Se così non fosse, la Cerimonia del Fuoco Nuovo perderebbe qualsivoglia senso…

E’ bastato un film, il kolossal americano dal titolo “2012”, per risvegliare nel cervello di molti l’ansia spasmodica della fine del mondo. La fonte stavolta non è la Bibbia ma il calendario degli antichi Maya e una data precisa: il 21 dicembre 2012. In questo giorno, per la prima volta dopo 26 mila anni, il sole si troverebbe allineato con la Via Lattea e questo dovrebbe scatenare…l’apocalisse.

Teoricamente la Via Lattea sarebbe la cosa minore, se si pensa all’allineamento di tutti i pianeti su un unico asse, sebbene la data sia imprecisa in quanto per quest’ultima cosa bisognerebbe aspettare ancora qualche centennio. Nel frattempo abbiamo nel 6 gennaio il transito solare di Venere a cui i Mesoamericani erano piuttosto affezionati: http://it.wikipedia.org/wiki/2012

Naturalmente, commentando queste cose i termini “apocalisse” e “apocalittico” sono i più ricorrenti: quale libro, infatti, si dice, è il più accreditato a fornire preziose e sicure informazioni sulla fine del mondo se non l’Apocalisse? Ma chi ragiona così… non ragiona affatto: l’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse di san Giovanni appunto, non è il libro della fine del mondo, ma piuttosto il libro…del fine del mondo! Non è da leggersi come un  oroscopo che svela il futuro, ma come una riflessione sul presente alla luce della fede e della speranza cristiana. Scrive il celebre biblista il cardinale Gianfranco Ravasi in proposito: “Si apre una porta del cielo e Giovanni è invitato a oltrepassarla. Gli vengono mostrate “le cose che devono accadere”. Non già un’anticipazione degli eventi, ma piuttosto la visione del senso che li guida e collega in unità.

Piuttosto risibile: le cose che devono accadere non mi risulta siano qualcosa che accade ora, per quanto sì, ciò avrebbe senso solo se si considera la Ciclicità dei Moti Solari. Unica cosa che accadrà e che accade con una certa cadenza e prevedibilità… Ma non giriamoci troppo intorno. Prendiamo per esempio la figura della Donna Gravida che viene cacciata nel Deserto dal Drago. E’ la descrizione dei moti della Costellazione della Vergine, gravida del Sole perché lo precede (da qui la mania degli antichi di far nascere gli déi solari da fanciulla parthenai) e che a mezzo dell’Estate e dell’Autunno (cioè il Deserto in quanto durante questa stagione la natura simula una morte apparente) cade seguita dalla Bilancia, e cioè anticamente lo Scorpione a cui era unita che in molte culture si tramuta in un Drago forse per la sua vicinanza ad Ofiuco. O almeno così accadeva 2000 anni fa prima della Processione degli Equinozi avvenuta nell’Anno 0…

Pressoché chiaro insomma…

L’Apocalisse non appaga il desiderio curioso di sapere il futuro, né intende rivelare ciò che Gesù ha tenuto nascosto, cioè la fine del mondo. Offre piuttosto dei criteri di valutazione e discernimento della storia. Non è la cronaca che affascina il veggente di Patmos, ma una lettura sapienziale degli eventi alla luce della morte e risurrezione di Gesù Cristo. Giovanni scrive per incoraggiare e sostenere le comunità ecclesiali del primo secolo e non lo fa in astratto, ma a partire dalla loro concreta e sofferta situazione”.

Quindi l’Apocalisse è la descrizione degli eventi durante la vita (o meglio: la morte) di Cristo? Come fatto notare, è piuttosto curioso…

La curiosità morbosa sulla fine del mondo è una strana aspirazione, in qualche modo innata, ancestrale, che periodicamente si presenta. Possono variare le motivazioni scatenanti questo desiderio, i contenuti particolari, le narrazioni e le cosiddette profezie, ma la dinamica di fondo rimane sostanzialmente la stessa: si sogna e si attende, dopo una terribile ma salutare e purificatrice catastrofe (quindi, alla fine, da… desiderare), una prodigiosa trasformazione, una mirabile palingenesi che ricrei l’universo e lo liberi per sempre da tutti i suoi mali. Questa proiezione irrazionale verso un futuro paradisiaco nasce massimamente dalla percezione dolorosa del fallimento del presente, dal disgusto della propria esperienza di vita, dalla incapacità a decifrare e ad affrontare con realismo, intelligenza e coraggio la quotidianità dell’esistenza.

Ottima analisi psicologica, peccato che stia parlando chi dice che gli eventi catastrofici son causati dalla condotta morale umana e che la condotta umana oggi come oggi stia andando a farsi benedire (tirate voi le somme…)

L’insopprimibile aspirazione dell’uomo alla felicità, quando deve fare i conti con un  mondo come il nostro segnato dalla caduta delle grandi ideologie, dalla cosiddetta crisi della modernità, dall’insicurezza, trova una facile scorciatoia nella fuga verso un futuro utopico. Quanto più difficoltoso e complesso appare il quotidiano, tanto più forte diventa il desiderio di una rinascita utopica, fascinosa e soprattutto gratuita, che scenda miracolosamente dal cielo senza il nostro contributo. Anche i cristiani, in quanto inseriti nel mondo, non sono per nulla esenti da questa aria culturale che si respira un po’ ovunque.

Bel giochetto retorico: urge ricordare che lo sono sempre stati dalla loro prima apparizione?

Tanto più che nel panorama simbolico della fede vi sono immagini e messaggi che, se non sono adeguatamente compresi nel loro significato biblico ed ecclesiale, possono essere facilmente travisati in chiave utopica, irrazionale e superstiziosa. L’attuale impressionante proliferare delle apparizioni mariane, dei messaggi “apocalittici”, dei segreti dei prodigi, che riflettono in sostanza uno struggente desiderio di cambiamento e di felicità, sono eloquenti segnali di una religiosità che rischia di diventare fuga da una realtà diventata sempre più complessa e insopportabile. Meglio allora rifugiarsi nell’illusione , meglio sognare e fantasticare, che confrontarsi coraggiosamente con la quotidianità della vita. Basti ricordare al riguardo la diffusissima e ambigua letteratura, fiorita in campo cattolico e benevolmente tollerata e persino raccomandata dai pastori, attorno al famoso “terzo segreto di Fatima” prima della sua “rivelazione”. E’ stata provvidenziale tutta l’acutezza e la ponderatezza teologica, certamente poco incline all’emotività, dell’allora cardinale Joseph Ratzinger per interpretare questa “rivelazione privata” alla luce dell’unica e insostituibile “Rivelazione pubblica”, e per porre fine (speriamo!) a mille speculazioni fantasiose che poco o niente avevano a che fare con il Vangelo.

😆 Certo: perché Medjugorje è una cosa più vera e soprattutto seria… Non prendiamoci in giro: chi ha scritto quanto sopra lo sa bene a che mi riferisco.

Nel “Commento teologico al Messaggio di Fatima”, il futuro Benedetto XVI, allora Cardinale Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, sicuramente non a caso, citava una sferzante ammonizione di san Giovanni della Croce, contenuta nella celebre opera “Salita al Monte Carmelo”, e riportata anche nel Catechismo della Chiesa cattolica: “Dal momento in cui ci ha donato il suo Figlio, che è la sua unica e definitiva Parola, (Dio) ci ha detto tutto in una sola volta in questa sola Parola. Infatti, quello che un giorno diceva parzialmente ai profeti, l’ha detto tutto nel suo Figlio, donandoci questo tutto che è il suo Figlio. Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità”. Per meglio approfondire la tematica apocalittica sul 2012, mi permetto di segnalare ai lettori l’opuscolo che ho scritto con Irene Corona dal titolo: “ 2012. Cosa ci aspetta” edito dalla casa editrice Segno di Udine.

La messa è finita, andate in pace. La solita fuffa di Stanzione. Tipico dei PontifeSSi direi, e mi riferisco al fatto che scrivono una cosa vera e una falsa a intermittenza, se le cose vanno bene. Ma pazienza: li perdono.

Come già scrissi: non prendiamoci in giro.

 

Fonte delle idiozie: http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/9437-giustizia-e-fatta-quasi-scilipoti-un-geniohttp://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/consacrati/9436-paura-del-2012-

5 pensieri su “Ere Astrologiche e rispetto (non prendiamoci in giro)…

  1. admin

    La solita fuffa di Stanzione
    Io invece ho pensato alla supercazzola. Ma quella con scappellamento a sinistra, senza prebaturata con un mezzo tapioca antani per due. Comandola. 😆

    Rispondi
  2. Gaber_Ricci

    Solito ottimo articolo molto ben documentato… ma che per caso sei studioso di religioni? Ne sai di ogni!
    Due cose: non capisco questo passaggio:
    “Indipendentemente dalle varie ipotesi che portano tutte però, guarda caso, a far convogliare le previsioni al 2012, in questa sede è opportuno richiamare la posizione dello studioso delle religioni Massimo Introvigne secondo cui nessun specialista Arguelles o le sue teorie attorno al 2012.

    Tropico del Cancro? Cioè quando le notti son più brevi? Nulla di che stupirsi: lo diceva già Berosso di Coo, fonte di Eusebio…”

    Non è che hai sbagliato a citare o a incollare?

    “le cose che devono accadere non mi risulta siano qualcosa che accade ora”
    Non se si considera, come fanno molti esegeti, l’Apocalisse come un libro allegorico sulle persecuzioni dei cristiani all’epoca dell’autore.

    E due battute:
    “cade seguita dalla Bilancia”
    O, come diceva Dante, le cadono di mano le bilance ^^

    “Ottima analisi psicologica, peccato che stia parlando chi dice che gli eventi catastrofici son causati dalla condotta morale umana e che la condotta umana oggi come oggi stia andando a farsi benedire (tirate voi le somme…)”
    E lo diceva Borges che quando i cristiani scrivono si può leggere di più di come erano loro che di come è il mondo!

    Rispondi
    1. FSMosconi Autore articolo

      Mi riferivo principalmente a:

      La quinta età, in base alla cronologia maya, sarebbe iniziata il 12 agosto del 3114 avanti Cristo […] e si concluderà il 21 dicembre 2012 dell’era cristiana, solstizio d’inverno

      In quanto il solstizio d’inverno è coincide(va) con l’entrata del Sole nella “casa” del Cancro (noto agli antichi anche come Presepe)…

      Non se si considera, come fanno molti esegeti, l’Apocalisse come un libro allegorico sulle persecuzioni dei cristiani all’epoca dell’autore.

      In genere sono scettico sull’esegesi religiosa: mi sembra che sia un modo di sviare il significato proprio del testo e, paradossalmente, a non considerare il contesto dello stesso. Oltre che per dar acqua al proprio mulino… 😐

      ma che per caso sei studioso di religioni? Ne sai di ogni!

      Autodidatta non professionale… diciamo anzi antropologo va’, mi pare una definizione più appropriata 😀

      Rispondi

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