La notizia del suicidio a Roma di un ragazzo omosessuale si è inserita nel dibattito esistente sulla legge sull’omofobia e le associazioni per i diritti degli omosessuali hanno organizzato una manifestazione in via San Giovanni in Laterano, la cosiddetta Gay Street della capitale, per lanciare un messaggio contro l’omofobia e la discriminazione sessuale.
Anche la stampa di area cattolica ha commentato il suicidio e le reazioni delle associazioni Lgbt. Sulla Nuova Bussola Quotidiana si titola “Giovane suicida, sciacalli in azione” e per Riccardo Cascioli «la notizia del suicidio è piegata a strumentalizzazioni e interessi ideologici». Continua Cascioli: «Se a suicidarsi è una persona qualsiasi viene liquidata in poche righe di cronaca, qualcuna in più se si creano problemi alla circolazione gettandosi sotto il metro o sotto un treno. (…) Se a togliersi la vita è un giovane gay o presunto tale, ecco allora che le stesse paginate e servizi vengono spesi per incolpare l’intera società di omofobia e i politici per non avere provveduto ad approvare una legge che punisca severamente ogni discriminazione nei confronti degli omosessuali. Insomma il suicidio conta se serve per promuovere l’eutanasia o le leggi pro-gay». Per il giornalista «intorno al tragico fatto di cronaca si è scatenata la ormai solita cagnara di chi invoca la legge contro l’omofobia e vorrebbe ridurre al silenzio – magari con il carcere – chi prova semplicemente a dire che un conto è condannare bullismo e violenze (che vanno sempre condannate) e un altro proporre norme che puniscano il reato di opinione, inclusa la contrarietà a concedere il matrimonio tra persone dello stesso sesso». Continua a leggere
Quell’eterno doppiopesismo della stampa cattolica.
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