I pontifeSSi massimi non sono attaccati ai soldi …

… e affrontano anche molto volentieri le critiche ed il dialogo tant’è vero che appare su Pontifex:

 

 Sarà perché è l’unico modo che hanno trovato per non far commentare Betta non sapendo più cosa inventarsi? Sarà per le pontifeSSerie che si inventa Babinix l’emerito sui gay che farebbero bene a non nascere? Vai a capire.

 Altro che cattofobia e sfottò.

La “crociata” del Centro Lepanto contro l’uso della cannabis in ambito medico (Updated)

Un breve intervento…..
Pontifex pubblica un intervento del Centro Culturale (??) Lepanto contro la medicalizzazione della Cannabis. L’intervento è quanto di più lontano possa esistere da un sano intervento laico.

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Pontifex ripropone le deboli argomentazioni del Pontificio Consiglio contro la liberalizzazione delle droghe leggere

Pontifex riporta una riflessione del Pontificio Consiglio per la Famiglia del 22 gennaio 1997 in materia di liberalizzazione delle droghe leggere.
L’articolo è molto datato e forse alcuni punti non sarebbero riproposti nello stesso modo.
Il fatto che – a distanza di più di un decennio – venga proposto integralmente fa pensare che Pontifex lo consideri ancora attuale e valido.

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Non siate ipocriti!

 L’articolo Pontifesso con cui si scagliano contro la liberalizzazione delle droghe, cade a fagiuolo su uno scambio di opinioni che ho tenuto con un caro amico di recente convertito al cattolicesimo. Ovviamente riporterò solo la mia opinione, essendo la nostra conversazione via mail di stampo privato e solo se il mio amico vorrà, commenterà esprimendo le sue idee.

 Nel vietare l’uso della droga, è bene dirlo da subito, c’è un velo di profonda ipocrisia moralista, in quanto la droga, nel suo complesso e per quanto possa sembrare paradossale, provoca un numero di morti decisamente inferiori rispetto al tabacco, alle conseguenze dell’obesità ed all’alcool. Se consideriamo l’evento morte come un danno, e non potrebbe essere altrimenti, la prima domanda da porsi è, quindi, perché vietare il comportamento meno dannoso e non tutti quelli più dannosi?

 Si potrebbe obiettare: vietiamo tutti i comportamenti dannosi. Per attenerci ai quattro casi citati, tabagismo alcolismo obesità e droga, possiamo dire che per quanto riguarda l’obesità è profondamente difficile controllare l’adeguatezza dell’alimentazione di una persona. Peggio ancora sanzionarla (e sappiamo bene che un obbligo senza una sanzione certa in teoria ed in pratica è aria fritta). Sull’alcolismo, peraltro, c’è anche chi ritiene che un moderato consumo di alcool possa giovare alla salute.

 Altro aspetto da tener presente è che, sia per il tabacco che per l’alcool che per la droga, vietarne il commercio legale significa alimentarne subito il traffico illegale. Quindi ingrossare le casse della malavita che agirebbe, come agisce tuttora per la droga, in regime di monopolio, fornendo i prezzi che desidera, insidiando i più giovani con dosi gratis per avviarli alla droga, speculando su chi è in astinenza indirettamente spingendolo a procurarsi i soldi rubandoli. Se, almeno per le droghe leggere, si agisse in regime di concorrenza, con dosi gratuite per chi è in astinenza, il tutto renderebbe molto meno vantaggioso per la criminalità organizzata il commercio della droga.

 E vogliamo parlare del fatto che secondo l’Amministrazione Penitenziaria, in 19 penitenziari, tra il 2001 ed il 2005, 14 mila detenuti su 60 mila erano tossicodipendenti? Parliamone, perché se invece di sanzionarli in carcere, li assistessimo al di fuori di esso, 1/4 dei detenuti sarebbe libero contribuendo a migliorare anche la vita carceraria.

 Ne consegue, amici cari, che per quanto io non abbia mai fumato una sigaretta, per quanto dissuaderei di corsa i miei figli dal fumare, dal drogarsi, dall’ubriacarsi e dall’alimentarsi in modo disordinato, per far sì che abbiano uno sviluppo sano ed una vita migliore, penso che nessuno abbia il diritto di imporre agli altri (se non per certi versi i genitori verso i figli) la propria scala di valori. Anche perché storicamente il proibizionismo raramente ha portato buoni risultati.

 Ne consegue per come vedo io la vita, che chi voglia bucarsi il cervello, ammazzarsi di sigarette o rimpinzarsi di dolci e di fritti fino a diventare un pachiderma dev’essere libero di farlo purché con il proprio comportamento poi non danneggi il prossimo. Anche perché porre un divieto, in genere fa scattare, specie nei giovani, la voglia di tenere proprio quel comportamento vietato. D’altronde le statistiche EMDDA ci dicono per esempio che la cannabis è meno usata in Olanda che in Italia. Significherà qualcosa.

 Poi possiamo discutere di come la collettività debba sostenere i danni che queste persone subiscono e come le si può aiutare a disintossicarsi. Possiamo, legalizzando almeno le droghe leggere, avere un controllo più efficace, con tanto di prevenzione migliore, sulla qualità della droga e su chi dovrà fare, magari, controlli sanitari più accurati.

 Ma sempre per non essere ipocriti, se ci sarà chi non vuole pagare i costi sanitari per disintossicare dalla droga i tossicodipendenti, potrei dirvi che io non voglio pagare i costi per chi va a sciare senza adeguata preparazione e si rompe una gamba, o chi perde dita, mani o occhi per raccogliere petardi inesplosi, o in genere a causa dei botti di capodanno.

 Perché se vogliamo sbattere in galera i tossicodipendenti, allora dobbiamo sbattere in galera anche tutta una serie di comportamenti perfettamente legali ma pericolosi per la propria salute.

 Se vogliamo, quindi, affrontare il problema della tossicodipendenza dobbiamo affrontarlo dal punto di vista sanitario non penale e quindi occorre stabilire come eventualmente aiutare sotto il profilo medico i dipendenti da alcool, tabacco e droga. Senza puntare il dito contro di loro.

L’augurio.

Quest’oggi è considerata quasi universalmente una giornata di festa. Una giornata dedicata alla celebrazione di quei piccoli-grandi eroi invisibili che consentono alle idee geniali di pochi (gli imprenditori) di trasformarsi in un concreto miglioramento della vita di molti. Una giornata dedicata a chi silenziosamente e quotidianamente irriga i campi, gira un bullone, salda un filo, contabilizza una spesa, implementa una funzione.

Certo potremmo scrivere pagine e pagine raccontando la storia di questa festa, gli eventi che a Chicago portarono all’impiccagione di dodici persone, “colpevoli” di aver indetto uno sciopero. Preferiamo invece notare che questa festa è una conquista. Una conquista per tutto l’universo dei lavoratori. Una conquista senza bandiera, senza colore. Proprio per questo affidiamo il nostro augurio alle parole di Padre Alberto Maggi, che ci racconta la sua vicenda.

Buon primo maggio! Molti amici mi chiedono perché e da quando sono ricoverato…. Ecco un riassunto …
È il 9 aprile, lunedì dell’angelo, sono solo in casa, Ricardo è già a Bologna in procinto di imbarcarsi per la Spagna. Alle 10,30 sento come una pugnalata al petto e mi manca il respiro, penso che sia un infarto e chiamo il 118. Arriva l’ambulanza, e riparte, ma dopo alcuni minuti si ferma perché verra un’altra ambulanza, più attrezzata a prelevarmi. Il trasbordo avviene sotto il cimitero di Montefiore… Chiedo ai barellieri: già arrivati? caspita che fretta! 
L’ambulanza riparte, il medico mi fa elettrocardiogramma, mi mette maschera per ossigeno, poi, gentile mi avverte che la sirena non è per le mie condizioni, ma per il traffico… Uhm… Sarà vero, ma forse è una pietosa bugia e siccome il dolore cresce e si fa insopportabile penso che sto per morire. Non sono mai morto prima e questa è la prima esperienza della morte… Mi meraviglio di non provare paura ansia o altro, nulla… Penso che il mio morire sarà l’ultimo regalo che potrò fare della mia vita, perché si conosce la morte solo dal morire degli altri … Così atteggio il mil volto a un grande soddisfatto sorriso … Desidero che vedano quanto sono stato contento di morire!
Mi portano a Civitanova Marche, subito ecografie, elettrocardiogrammi… Intanto avverto Ricardo… Lo prendo proprio al volo perché si sta gia imbarcando. Decide di tornare e una nostra amica che aveva accompagnato la figlia a ll’aeroporto si offre di accompagnarlo in macchina… Il Signore comincia a agire e prendersi cura di ogni aspetto…
Intanto i medici propendono per una gastrite e trascorro la notte in un lettino del pronto soccorso. 
Nel momento del bisogno ilSignore manda sempre una angelo: arriva il filosofo Roberto Mancini, che mi sta accanto per tutta la notte, Al mattino finalmente decidono per la tac: disseccazione dell’aorta… Di corsa all’ospedale di Ancona dove ora mi trovo.
I primi giorni sono pieno di dolori e senza forze, ma con una serenità crescente. Questa esperienza mi conferma che: quando si vive per gli altri, al momento del bisogno si riceve cento volte di più. Che il Signore tutto trasforma in bene e che si prende cura di ogni particolare. Di nuovo c’è stata l’esperienza del morire… Senza alcuna paura!

BUON PRIMO MAGGIO!

Paralipomeni ai “Ragionamenti” di vocelaicista

Torno dopo una lunga assenza a scrivere in questo blog (che trovo sempre magnifico, sia detto senza piaggeria); lo avevo fatto, inizialmente, solo nei commenti di questo articolo; mi sono poi accorto che il commento stava diventando più lungo dello scritto che doveva, per l’appunto, commentare (“il che è contrario alle consuetudini”, direbbe FSMosconi citando uno scrittore che credo piaccia ad entrambi): per cui, ho deciso di aprire un articolo a se stante. Mi complimento in anticipo, comunque, con vocelaicista, che ha fatto un ottimo lavoro.

Un paio di considerazioni preliminari:

  1. il titolo. Paralipomeni significa “proseguimento”, “aggiunte”; i “Ragionamenti” sono tra virgolette non perché anche quelli di vocelaicista siano tali solo per modo di dire, ma perché è una citazione diretta del suo titolo (che va, appunto, tra virgolette; inoltre, il titolo stesso conteneva le virgolette), ed infatti ha anche la lettera maiuscola;
  2. il lessico. Lo dico fin d’ora: utilizzo i termini cannabis e marijuana in modo intercambiabile. Lo so che sono cose diverse, ma la distinzione, in questo caso, non mi è parsa significativa. Continua a leggere

I ragionamenti (??) di Pontifex contro la legalizzazione delle droghe leggere

Pontifex è famoso per discutere spesso (con ragionamenti a dir poco discutibili) riguardo temi non solo religiosi ma anche sociali.
In un articolo anonimo dal titolo “Droghe “leggere” o dignità umana? La droga di Stato è una forma di resa e promuove la schiavitù del tossicodipendente” ha affrontato il tema della legalizzazione delle droghe leggere.
L’autore di Pontifex – che non si firma – si pone dieci domande domande e da’ delle risposte: vediamole nel dettaglio.
Per comodità riporterò la domanda in grassetto, la risposta di Pontifex in corsivo ed in rosso e la mia opinione senza nessun font particolare.

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Quick post: vado alle away! :-)

Buon giorno a tutti. Quest’oggi sarò purtroppo impossibilitato ad accudire e seguire il nostro piccolo blog per tutto il giorno. Questo significa che alcuni commenti potrebbero finire “in quarantena”, in attesa di esplicita approvazione per la pubblicazione.

L’approvazione viene fornita abitualmente dall’autore dell’articolo a cui appartiene il commento oppure da me, quindi invito gli autori che pubblicano articoli qui su Pontilex a prestare maggiore attenzione rispetto al solito, per quest’oggi, alle mail provenienti dal nostro sito. I commenti lasciati invece ai miei articoli verranno gestiti questa sera, appena potrò occuparmene.

Buona giornata  a tutti, Pontimostri compresi!

I misteri veri…

Un minuto di silenzio ed una standing ovation. Carletto non ha dato seguito alle minacce dei giorni scorsi: non ho visto altre pubblicazioni copia-incollate da documenti risalenti ad oltre un secolo addietro. E per svecchiare il suo “repertorio” da giornalista cabarettista decide di copiaincollare un brano scritto in tempi decisamente più recenti. Interessante notare anche chi ha scritto il brano originale, riproposto quest’oggi da Carletto.

Veniamo ai fatti.

A cavallo del territorio delle provincie di Matera e di Potenza vi è una bizzarra “arcidiocesi” che attualmente conta circa 53mila fedeli (praticamente un quartiere di una grande città). Nel limitato territorio individuato dalle due provincie indicate qui sopra, almeno 4 diverse diocesi si contendono lo spazio ed i fedeli. In particolare quella di Acerenza lambisce il comune di Potenza (oltre che quello di Pignola, tanto caro a Carletto ed a suo padre). Continua a leggere

I consigli di Carletto…

Con un voluto ritardo condivido con voi questa piccola perla che ho scovato tra i commenti Pontifessi. Ecco a voi i geniali consigli di Carletto ai suoi utenti.

Dunque Betta si “permette” di far presente agli amici Pontifessi che la violenza delle loro parole difficilmente attrarrà qualche fedele, raggiungendo forse invece l’opposto risultato di catalizzare l’attenzione di qualche squinternatoh, allontanando tutti gli altri. E per tutta risposta Carletto cosa si inventa? Leggiamo le sue parole.

In un mondo sordo, talvolta la “clava” della favella non nuoce.

La fuga è data dall’indurimento dei cuori e dal radicamento del peccato, ormai vizio.

Le migliori omelie della storia del cattolicesimo non sono mai state di “miele”.

Legga le omelie dei Padri e dei Dottori (l’elenco lo trova sulla Treccani), si renderà conto.

Dinnanzi alla semi sordità è lecito “urlare”, per il bene di “Israele”.

Proviamo a tradurre il pensiero del Maldestro: quando si parla di omosessualità, lui è libero di insultare tutti, perchè si limita ad imitare i Padri ed i Dottori. Ovviamente il Maldestro può comportarsi in questo modo anche se il resto del cattolicesimo non ne condivide gli atteggiamenti. E questa distonia non gli suggerisce che, forse, la sua interpretazione delle omelie dei Padri e dei Dottori sia almeno discutibile. Anzi lo induce a credere che tutto il mondo sia cattofobico e corrotto, modernista e secolarizzato. Compreso il Papa, ovviamente. Lui solo è il salvatore (anzi il Salvatore) del cattolicesimo. O almeno del suo piccolo miniculto Pontifesso.

Tornando alle parole del Maldestro, osservate il patetico tentativo di giustificare il loro terribile modo di scrivere trasformandolo in una “clava” della favella. Quando noi critichiamo le Pontifesserie dei Pontimostri riceviamo bizzarre accuse (induzione al suicidio, diffamazione ed ogni altra possibile infondata idiozia). Loro invece usano la “clava” della favella. E così tutto si sistema. Con un poco di zucchero, la pillola va giù.

La prossima volta che Carletto ci invierà deliranti accuse, risponderemo citando le sue stesse parole: noi abbiamo sempre usato la “clava” della favella. Se può dimostrare il contrario, lo faccia. Oppure taccia. Per sempre!