Archivi autore: sandro.storri

Informazioni su sandro.storri

Progettista e sviluppatore di software precario (Sandro, non il software). Tipico prodotto delle periferie della capitale (aho!, che me 'mpresti na' sigaretta?). Appassionato di cinema e letteratura, usa l'italiano come un dialetto alternativo alla sua lingua madre, il romanesco. Sostiene la battaglia per i diritti civili anche se riconosce che spesso tratta la questione con degli incivili. Ha un pessimo senso dello humor e si vede, anche in questa breve biografia.

dal forum di Pontifex…

sul forum di Pontifex un certo CDP (Carlo Di Pietro?) posta il seguente messaggio :

ragazzi, non preoccupatevi, non ci lasceremo intimorire. a costo di incatenarci alle colonne Vaticane. La Parola di Dio è con noi e Dottrinalmente non sbagliamo un colpo. Se qualcuno vuol condannare noi (solo qualche giudice comunista cattofobico può farlo) vuol dire che condanna il Magistero intero di 2000 anni di Chiesa Cattolica. Chiedano perdono questi infedeli, auspicando nella loro conversione. Che Dio si adoperi affinchè anche i ciechi vedano. saluti

io suggerirei ai signori di Pontifex di cercarsi dei bravi avvocati. ne avranno molto bisogno nei prossimi mesi, molto più bisogno della loro guida spirituale, che ha avuto l’accortezza di non assumersi la responsabilita delle sparate di Charlie&Brown… quando si dice “scherzo da prete“.

Interessante notare i toni da vittima che usa il buon CDP. In caso di condanna, tra l’altro molto probabile, la colpa sarà del giudice comunista cattofobico. il dubbio di avere effettivamente commesso una serie di reati lunga un chilometro non lo sfiora nemmeno. mi ricorda qualcuno di mia conoscenza, dato che lo vedo tutte le sere al telegiornale.

il delirio non ha confini

il Deputato del PdL Giorgio Stracquadanio ha dichiarato durante una intervista rilasciata a Kaus Davi che anche se fosse che qualche deputata si fosse prostituita per ottenere il posto questo non sarebbe certo uno scandalo ed una buona ragione per dare le dimissioni.

leggete l’articolo su Repubblica