L’Università del Texas non assolve la ricerca di Regnerus: l’estasi dei cattolici integralisti di Uccr

Negli Stati Uniti aveva suscitato polemiche una ricerca condotta dal sociologo Mark Regnerus dell’Università del Texas pubblicata dal “Social Science Research” secondo cui «se i genitori sono omosessuali, i figli adolescenti pensano di più al suicidio, sono più spesso disoccupati e seguiti dall’assistenza pubblica».

La ricerca di Regnerus aveva ricevuto un finanziamento di 800.000 $ da parte delle associazioni conservatrici Witherspoon Institute e Bradley Foundation.
Il Witherspoon Institute ha stretti legami con l’universo delle associazioni contrarie ai diritti degli omosessuali. Robert George – membro senior del Witherspoon Instituteè presidente emerito della National Organization for Marriage: un’associazione che si batte contro la legalizzazione delle coppie dello stesso sesso e contro la possibilità di adozione da parte delle coppie omosessuali.
Lo stesso Robert George è inoltre un advisor della Catholic League for religious e civil rights: un’associazione radicale cattolica che con la sua attività si oppone – tra l’altro – al riconoscimento delle coppie omosessuali.

Luis Tellez – presidente del Witherspoon Instituteè anche un membro del consiglio di amministrazione della National Organization for Marriage.

Lo stesso Bradford Wilcox – direttore del Programma “Famiglia, matrimonio e democrazia” presso il Witherspoon Institute che ha finanziato lo studio di Regnerus – è anche membro del comitato redazionale del Social Science Research che ha pubblicato lo studio di Regnerus: un piccolo conflitto d’interessi.

Bisogna precisare che – come anche riportato dal Los Angeles Times e dal The New Yorker – la ricerca di Regnerus non confrontava figli cresciuti in coppie omosessuali con quelli cresciuti coppie eterosessuali. Il criterio che lo studioso ha usato è se un genitore abbia (o abbia avuto) una relazione (anche solo di natura romantica) con una persona dello stesso sesso: infatti solo una piccola proporzione del suo campione ha vissuto in famiglie guidate da coppie dello stesso sesso.

Sulla base di questa impropria “categorizzazione” lo scrittore e leader dei diritti civili americano Scott Rose aveva presentato contro lo studio di Regnerus un esposto all’Università del Texas e questa aveva deciso di avviare un’inchiesta: allo stesso modo la professoressa Debra Umberson – sociologa all’Università del Texas assieme a Regnerus – ha definito sul The Huffington Post “bad science” lo studio del collega.

Ora è arrivata la risposta da parte dell’Università del Texas che ha deciso per un “non luogo a procedere”.

Questo è il testo del comunicato dell’Università del Texas: «AUSTIN, Texas — The University of Texas at Austin has determined that no formal investigation is warranted into the allegations of scientific misconduct lodged against associate professor Mark Regnerus regarding his July article in the journal Social Science Research.
As required by its Revised Handbook of Operating Procedures, the university conducted an inquiry to determine whether the accusations made by writer Scott Rose had merit and warranted a formal investigation. After consulting with a four-memberadvisory panel composed of senior university faculty members, the Office of the Vice President for Research concluded in a report on Aug. 24 that there is insufficient evidence to warrant an investigation.
Provost and Executive Vice President Steven Leslie accepted the report on Tuesday and deemed the matter closed from an institutional perspective.
As part of the inquiry, the university hired Dr. Alan Price to ensure that the inquiry was conducted appropriately and fairly. Price, a private consultant, is former associate director of the Office of Research Integrity in the U.S. Department of Health and Human Services. Price found that the inquiry was handled in a manner consistent with university policy and indicated the process was “also consistent with federal regulatory requirements of inquiries into research misconduct.
The allegations raised by Rose fall under the university’s definition of scientific misconduct, which states, in part, that “ordinary errors, good faith differences in interpretations or judgments of data, scholarly or political disagreements, good faith personal or professional opinions, or private moral or ethical behavior or views are not misconduct.
As with much university research, Regnerus’ New Family Structures Study touches on a controversial and highly personal issue that is currently being debated by society at large. The university expects the scholarly community will continue to evaluate and report on the findings of the Regnerus article and supports such discussion».

Questa la traduzione: «L’Università del Texas a Austin ha stabilito che nessuna indagine formale è giustificata riguardo le accuse di cattiva condotta scientifica presentata contro il professore associato Mark Regnerus riguardo il suo articolo pubblicato a luglio nella rivista Social Science Research.
Come previsto dal suo manuale Revisione delle procedure operative, l’università ha condotto un’indagine per stabilire se le accuse mosse dallo scrittore Scott Rose avessero fondamento e giustificassero un’indagine formale. Dopo essersi consultato con un gruppo consultivo di quattro membri composto da alti membri di facoltà universitarie, l’Ufficio del Vice Presidente per la Ricerca ha concluso in un rapporto il 24 agosto che non ci sono prove sufficienti per giustificare un’inchiesta.
Provost e ed il vice-presidente esecutivo Steven Leslie hanno accettato martedì la relazione e considerato chiusa la questione dal punto di vista istituzionale.
Nell’ambito dell’indagine, l’università ha assunto il dottor Alan Price per garantire che l’indagine fosse condotta in modo appropriato e leale. Price, un consulente privato, è l’ex direttore associato dell’Office of Research Integrity presso il Dipartimento di Salute e Servizi Umani. Price ha rilevato che l’indagine è stata gestita in modo coerente con la politica universitaria e ha rilevato che l’indagine è stata “anche in linea con i requisiti normativi federali di indagine sulla cattiva condotta nella la ricerca”.
Le accuse sollevate dal Rose rientrano nella definizione universitaria di cattiva condotta scientifica, in cui si afferma, in parte, che “gli errori comuni, le divergenze in buona fede nell’interpretazione o l’analisi dei dati, i disaccordi accademici o politici, le opinioni personali o professionali in buona fede, o la morale privata o la visione deontologica non sono considerate “cattiva condotta”.
Come per gran parte della ricerca universitaria, lo studio di Regnerus sulle nuove strutture familiari tocca una questione controversa e molto personale che è attualmente in discussione dalla società in generale. L’università si aspetta che la comunità scientifica continuerà a valutare e riferire sui risultati di questo articolo di Regnerus e supporti tale discussione».

In sostanza qual è stato l’oggetto dell’indagine dell’Università del Texas? La risposta viene dal memorandum redatto da Robert A. Peterson (membro del gruppo d’inchiesta) ed inviato alla direzione dell’Università. Peterson scrive che lo scopo dell’inchiesta era trovare “elementi di cattiva condotta” nella ricerca di Regnerus.
Elementi di cattiva condotta secondo il manuale di Revisione delle procedure operative dell’Università del Texas – come scrive lo stesso Peterson nel suo memorandum – sono «fabrification or falsification of data, plagiarism and other practices that seriously deviate from ethical standards for proposing, conducting, or reporting research are unacceptable and in some cases may constitute scientific misconduct» («produzione o falsificazione di dati, plagio e altre pratiche che costituiscono un grave discostarsi dagli standard etici per proporre, condurre, o presentare ricerche sono inaccettabili e in alcuni casi possono costituire cattiva condotta scientifica»).

Lo stesso Peterson (assieme al report redatto dal supervisore Price) rileva – come anche scritto nel comunicato dell’Università del Texas – che «gli errori comuni, le differenze in buona fede nell’interpretazione o l’analisi dei dati, i disaccordi accademici o politici, le opinioni personali o professionali in buona fede, o la morale privata o la visione deontologica non sono considerate “cattiva condotta”» e quindi hanno riguardato l’inchiesta dell’Università del Texas.

In sostanza l’Università del Texas non ha “assolto” la ricerca di Regnerus (anzi si auspica che si continui a valutare la sua ricerca) ma ha semplicemente stabilito che il sociologo non ha prodotto o falsificato i dati o plagiato (ossia copiato) altre ricerche mentre non ha stabilito se il sociologo abbia effettuato – nella sua ricerca – errori comuni o abbia interpretato o analizzato in modo errato i suoi dati (e quest’ultimo punto è la critica maggiormente avanzata nei confronti dello studio di Regnerus perché – come scritto – la sua ricerca non confronta figli cresciuti in coppie omosessuali con quelli cresciuti in coppie eterosessuali ma il criterio che lui usa è se un genitore abbia o abbia avuto una relazione – anche solo di natura romantica – con una persona dello stesso sesso: infatti solo una piccola proporzione del suo campione ha vissuto in famiglie guidate da coppie dello stesso sesso).

In effetti lo stesso Scott Rose – nel suo esposto – aveva esplicitato che Regnerus non avesse falsificato i dati (come lapalissianamente ha ammesso la stessa Università del Texas) ma puntava l’indice sul fatto che la “categoria omosessuale” usata dal sociologo americano fosse errata (e su questo l’Università del Texas non ha fornito nessuna risposta lasciando la discussione aperta al mondo accademico).

Inoltre – in risposta ad una lettera di oltre 200 scienziati, James Wright – direttore del Social Science Research (la rivista in cui era stata pubblicata la ricerca di Regnerus) aveva dato incarico al membro del comitato editorial Darren Sherkat di realizzare un audit sul processo di pubblicazione degli studi di Regnerus e Sherkat ha ammesso che lo studio di Regnerus non era scientificamente valido.

Ovviamente il responso ha fatto esultare di gioia i cattolici integralisti del blog Uccr che hanno pubblicato un articolo dal titolo Chiusa l’indagine su Regnerus: «è valido lo studio sui problemi di chi ha genitori gay».

Gli uccrociati – in piena estasi – infatti scrivono «La doccia fredda è però arrivata il 29 agosto 2012, quando sul sito web dell’Università del Texas è comparso un comunicato in cui si riporta l’esito dell’indagine interna» ed ancora «Le accuse non tengono!» ed infine «La libertà accademica di ricerca ha trionfato, l’oscurantismo e la censura verso risultati ritenuti scomodi dai media ha invece fallito. Il fatidico responso, così tanto invocato, avrebbe dovuto dimostrare la falsità dello studio e invece ne ha confermato la veridicità, diventando così un inaspettato boomerang».

I cattolici tradizionalisti di Uccr forse non hanno molta dimestichezza con l’inglese perché l’Università del Texas – come scritto – ha solamente provato che Regnerus non ha prodotto o falsificato i dati mentre sulla fondatezza della sua ricerca e sulla corretta interpretazione dei dati – come scrive la stessa Università del Texas – la questione resta più che aperta.

Era abbastanza noto che i sedicenti “cristiani cattolici razionali” fossero in verità poco razionali.
Oggi – purtroppo per loro – si scopre che ignorano quasi completamente l’uso della lingua inglese.
Nel blog dei cattolici tradizionalisti infatti si legge che «lo studio di Regnerus in cui si dimostra il disagio psicofisico per i figli cresciuti da genitori omosessuali, è stato approvato dal “New York Times”, dove si ricorda che “gli esperti esterni, in generale, hanno detto che la ricerca è stata rigorosa, fornendo alcuni dei migliori dati sul tema”». Francamente è difficile che il New York Tymes – non essendo una rivista scientifica – possa approvare come redazione il contenuto di una ricerca: al massimo il NYTimes potrà ospitare un parere favorevole o contrario di uno studioso.
In ogni caso – aprendo il link del NYTimes riportato dal blog degli uccrociati – si legge – oltre alla parte riportata da Uccr anche che gli esperti «hanno anche detto che i risultati non sono stati particolarmente rilevanti per il dibattito sul matrimonio gay o genitorialità gay» ed inoltre «Circa la metà dei partecipanti allo studio con un genitore gay – così come definito nello studio – sono nati fuori del matrimonio e l’altra metà in una famiglia tradizionale che si è sciolta. Molti hanno vissuto sporadicamente con il genitore gay».
Riportare solo mezze verità non è un grande segno di onestà intellettuale: se è grave per chiunque, dovrebbe essere più grave soprattutto per chi afferma di ispirarsi ad i principi del cristianesimo.

Inoltre – sebbene singole voci possono aver espresso (ma non nel caso del New York Times) un parere favorevole alla ricerca di Regnerus, il suo studio è stato ufficialmente criticato dalla American Psychological Association, dalla California Psychological Association, dalla American Psychiatric Association, dalla National Association of Social Workers, dalla American Medical Association, dalla American Academy of Pediatrics e dall’American Psychoanalytic Association: dovrebbe essere più che sufficiente.

Cagliostro
http://alessandrocagliostro.wordpress.com/
@Cagliostro1743

27 pensieri su “L’Università del Texas non assolve la ricerca di Regnerus: l’estasi dei cattolici integralisti di Uccr

  1. francesco t

    i poveri uccroccati non comprendono questa semplice cosa:

    – la ricerca di regnerus NON MOSTRA MAI, in alcun caso, in nessun modo, la crescita di figli in famiglie omogenitoriali.
    – la ricerca di regnerus NON MOSTRA MAI, in alcun caso, in nessun modo, paragoni tra famiglie etero con figli e famiglie omogenitoriali.
    – la ricerca di regnerus pone puramente dati (veritieri nel contesto che segue) sulla stabilità di bambini e ragazzi nati e cresciuti all interno di famiglie NON DIVORZIATE E FAMIGLIE DIVORZIATE E CHE HANNO ATTRAVERSATO PROBLEMI DI VARIO GENERE prima,durante e/o dopo la separazione.

    problemi che , in ambito di psicologia e psichiatria, sono ovvi per molti , e noti a tutti da tempo.
    punto.

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Hai più che ragione. Infatti anche i pareri che loro considerano “favorevoli” alla ricerca di Regnerus (ad esempio l’intervento sul NyTimes e sul sito della Baylor University) mettono in luce i punti che hai detto.
      Inoltre bisogna specificare che la ricerca di Regnerus è una ricerca di sociologia (infatti Regnerus è un sociologo e la sua ricerca – a differenza di quelle precedenti – si basa su grandi numeri come ogni ricerca sociologica).
      Forse lo studio sugli effetti sui figli nell’avere genitori omosessuali non riguarda la sociologia ma la psicologia ed infatti sino ad ora le ricerche psicologiche realizzate hanno rivelato che non ci sono differenze. Poi sottolineo che su questi ambiti la prudenza non è mai troppa.

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      1. Xodroont

        Beh secondo loro un articolo scientifico pubblicato basta e avanza per sostenere una tesi.
        A maggior ragione se condiviso da una trentina di scienziati.

        Non è questo il modo di fare scienza.

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        1. Paolo

          Lo sarebbe secondo logica, ragione e buon senso. Trattandosi dell’Uccr, tutte parole che sul loro dizionario non pervengono a dispetto di quell’ossimoro che portano per nome.

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          1. Cagliostro Autore articolo

            Se un solo articolo bastasse per dimostrare una ipotesi bisogna specificare che – nel caso di Regnerus – la ricerca era stata giudicata non scientificamente valida dallo stesso Social Science Research (la rivista in cui era stata pubblicata la ricerca di Regnerus), oltre che da 200 studiosi ed – in un documento ufficiale – dall’American Psychological Association, dalla California Psychological Association, dalla American Psychiatric Association, dalla National Association of Social Workers, dalla American Medical Association, dalla American Academy of Pediatrics e dall’American Psychoanalytic Association: credo basti.

        2. Cagliostro Autore articolo

          Ah si,
          son d’accordo. Infatti un sano approccio laico implica proprio che ricerche scientifiche non siano “tirate”. Proprio perché la materia delle adozioni da parte di coppie omosessuali è estremamente delicata credo sia necessario un maggiore approfondimento.

          Rispondi
  2. Remo

    Ci sono tanti modi per falsificare i dati di una riceca scientifico: c’è quello più scemo di falsificare dirattamente i questionari (e faccio notare che qui i questionari erano anonimi ed è quindi difficile valurare se siano veramente autentici o no); a quello di interpretare liberamente le risposte secondo malafede e pregiudizio, e considerare allevato da omosessuali una persona che semplicemente dice che uno dei genitori avrebbe avuto (secondo lui) almeno una storia con una persona dello stesso sesso, rientra proprio in quest’ultimo

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Remo,
      in linea di massima posso anche essere d’accordo con te però è meglio fare un distinguo altrimenti si rischia di dare ragione alla tesi sostenuta dagli uccrociati.
      Se mi invento dei dati di sana pianta di sicuro faccio una falsificazione oggettiva.
      Se però parto da un’ipotesi sbagliata considerando – ad esempio – cattolico chi è semplicemente battezzato, i miei dati sono più che validi ma l’interpretazione che ne faccio è sbagliata.
      Nel caso specifico l’Università del Texas ha semplicemente stabilito che Regnerus non ha falsificato i dati ma – riguardo l’interpretazione – la questione resta ancora aperta. Ovviamente interpretazione e falsificazione non sono la stessa cosa altrimenti bisognerebbe affermare che il giudizio dell’Università del Texas riguardava anche l’interpretazione e questo non è vero.

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      1. Remo

        Mi sembra che neanche ci abbiano provato a fare un’indagine disciplinare seria: si sono fermati prima: hanno semplicemente detto che non ci sono prove che abbia falsificato i dati, peccato che neanche li abbiano vagliati.
        Ora che mi viene in mente, c’è anche un terzo modo per falsificare dei dati, ovvero selezionali accuratamente: e a quanto pare, nel caso in questione, il campione iniziale era di 15000 questionari, mentre quello utilizzato per la ricerca è stato di meno di 4000; insomma tra il 75-80% del campione è stato scartato (perchè?).

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        1. Cagliostro Autore articolo

          Beh si,
          è stata fatta solo un’analisi sulla falsificazione oggettiva dei dati (un po’ da polizia) ma non sulla corretta interpretazione. Poi bisogna sottolineare che la ricerca era stata giudicata non scientificamente valida dallo stesso Social Science Research (la rivista in cui era stata pubblicata la ricerca di Regnerus), oltre che da 200 studiosi ed – in un documento ufficiale – dall’American Psychological Association, dalla California Psychological Association, dalla American Psychiatric Association, dalla National Association of Social Workers, dalla American Medical Association, dalla American Academy of Pediatrics e dall’American Psychoanalytic Association.
          Sul campione credo che il processo sia stato questo. Regnerus ha preso in campione 15.000 soggetti ricavandone 248 genitori “omosessuali” (secondo una sua definizione). Affinché la statistica fosse sociologicamente valida doveva arriva a prendere in esame almeno 800 soggetti quindi ancora ne doveva prendere in esame 552: questo dubbio è stato espresso dal Dottor Steven Nock, professore di Sociologia, Direttore del Progetto sulle tematiche familiari, membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze, consulente del dipartimento Usa sui Servizi Umani e la Salute, autore di uno studio riconosciuto come la pietra miliare della sociologia familiare. Trovi tutto ciò nell’esposto di Scott Rose linkato nell’articolo.
          Sei sicuro che il campione della ricerca utilizzato da Regnerus fosse di 4000 soggetti? Credo che tu ti confonda con il fatto che Steven Nock disse che Regnerus avrebbe dovuto prendere in esame almeno 40.000 soggetti e non 15.000 come ha fatto.

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          1. Remo

            No, no, è proprio come ho detto io. Ricordo che a luglio, quando è uscito lo studio, incuriosito dal fatto che fenisse propinato come il primo studio mai condotto su un ampio campione andai a pescare un articolo – di cui ora non ritrovo più l’indirizzo – che citava proprio un campione iniziale di15.600 e passa questionari, da cui sono stati selezioni i 3700 e rotti utilizzati per lo studio; al che mi sono chiesto quale razza di studioso brucia più del 70% del suo campione iniziale: o lo studioso più meticoloso del mondo oppure quello che deve semplicemente confermare le sue tesi iniziali.

          2. Cagliostro Autore articolo

            Non saprei cosa dirti: bisognerebbe riprendere la notizia.
            Ci possono essere anche delle spiegazioni razionali.
            Ad esempio il campione iniziale era di 15.000 soggetti ma solo 3700 hanno dato una risposta. Oppure nel totale del campione si è passati alla selezione di un subcampione che rispondeva ad alcune caratteristiche (magari di età). La critica metodologica che viene fatta è proprio che lo studio di Regnerus non è molto ampio: invece di 15000 persone avrebbe dovuto selezionarne circa 40.000. I confronti con studi precedenti sono fuori luogo perché gli studi precedenti erano di psicologia mentre quello di Regnerus è di sociologia: due discipline totalmente diverse.

  3. diego

    Gli uccrociati – in piena estasi – infatti scrivono «La doccia fredda è però arrivata il 29 agosto 2012, quando sul sito web dell’Università del Texas è comparso un comunicato in cui si riporta l’esito dell’indagine interna»

    però, questi cristiani, sono felici di quando le cose vanno male per altri?

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    1. Cagliostro Autore articolo

      Infatti io mi diverto a smontare solamente le ricerce su cui ho un minimo di competenza (diritto, sociologia) ma mi viene il forte sospetto che anche le altre ricerche da loro pubblicate siano molto deboli.

      Rispondi
        1. Cagliostro Autore articolo

          Se non sono incompetenti sono in malafede perché i testi inglesi sono a disposizione di tutti.
          Il blogger – a differenza del giornalista – non è interessato a dare la notizia ma ad offrire un approfondimento: se questi sono i presupposti mi vergogno per chi si fida di quel ciarpame.

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      1. Paolo

        Per curiosità sono anche andato a spulciarmi tutte le loro fonti di quando citano Dawkins, e ogni volta ne viene fuori che minimo minimo la fonte è stata interpretata alla membro di cane se non deliberatamente travisata.

        Comunque sono molto più integralisti che non fondamentalisti, ricordiamolo.

        Rispondi
      2. Matyt

        Dire molto deboli è dire davvero poco…
        Pochi giorni fa mi sono imbarcato in una discussione abbastanza accesa cercando di mostrare ai cari utenti di UCCR come un campione di 65 persone non sia rappresentativo di una popolazione di almeno 200.000 individui… ma niente.
        Come parlare con un muro di mattoni.

        Rispondi
        1. Cagliostro Autore articolo

          Caro Matyt,
          discutere con un uccrociato è tempo perso (e considerati i toni che usano anche spiacevole).
          Il loro intento non è fare informazione ma propaganda.
          Pensi proprio che avrebbero accolto le tue giuste considerazione? Ma se la loro “onestà” intellettuale è arrivata persino a riportare mezza frase del NyTimes in cui si esprimeva un giudizio semipositivo sulla ricerca di Regnerus ma tralasciando tutto il resto dell’articolo in cui quella ricerca veniva bastonata.
          Per il resto quella discussione era fallace per vari motivi:
          – la decisione se adottare l’eutanasia non riguarda solo i malati ma tutti gli individui. Se fossero solo le persone interessate a dover decidere perché gli eterosessuali si “impicciano” sul matrimonio omosessuale? Sarebbe un provvedimento che non ci riguarda proprio.
          – coloro affetti dalla sindrome dalla sindrome locked-in sono coscienti, svegli e possono comunicare con le altre persone (con i limiti del caso ovviamente) quindi cosa c’entra l’eutanasia? Prima di tutto possono comunicare e quindi nessuno potrebbe mai praticare un trattamento (certamente non l’eutanasia) senza il loro consenso. Non si potrebbe parlare neanche di eutanasia (attiva o passiva) non essendo immanente la morte ma – al limite – di suicidio assistito (a cui non sono favorevole per varie ragioni: infatti ho dubbi anche per il caso Welby ed Englaro).
          Nel caso di Tony Nicklinson era lui a richiedere l’eutanasia.
          Poi è necessario stabilire il confine tra eutanasia e tra suicidio assistito (non è una differenza da poco). L’eutanasia si applicherebbe (su volontà espressa del malato ovviamente) in malati in fase terminale mentre il suicidio assistito laddove non esista pericolo di vita. Ovvio che se Nicklinson è morto dopo una settimana qualche dubbio che fosse nella fase terminale mi viene.
          Chi parla di eutanasia in casi di sindrome locked-in o di cancro (se non in fase terminale) dimostra solo di non aver capito nulla della questione: comunque in Italia la discussione su questi temi è veramente tanto confusa.
          Proprio criticando il caso di Welby e della Englaro spesso ricordano (forse neanche troppo a torto) che non erano in imminente pericolo di vita. Allo stesso modo gli affetti dalla sindrome di locked-in o di cancro possono essere curati (non sempre a dire la verità): quindi nel caso non fossero nella fase finale della loro vita non si potrebbe parlare di eutanasia ma di suicidio assistito.
          Poi pensa che addirittura l’eutanasia passiva (diversa da quella attiva) è perfino prevista nella nostra Costituzione.
          Quindi eutanasia passiva, eutanasia attiva, suicidio assistito e testamento biologico sono degli aspetti totalmente diversi. Se ti va qui ci ho scritto qualcosa.
          http://alessandrocagliostro.wordpress.com/2012/06/29/testamento_biologico/

          Anche alcuni richiami avvenuti nella discussione sono totalmente fuori luogo.
          Lo Stato “entra” nella tua vita privata imponendoti il casco o la cintura di sicurezza non per un tuo bene ma – più semplicemente – perché con il casco e la cintura riporti meno lesioni a tutto vantaggio del Servizio Sanitario Nazionale.
          Comunque – ripeto – chi parla di “eutanasia” per la sindrome di locked-in o per il cancro (se non in fase terminale) dimostra di non aver capito nulla della questione e perciò ogni ulteriore discussione è totalmente inutile.
          Complimenti per la pazienza che hai dimostrato.

          Rispondi
          1. StevenY2J

            Per quanto di mia esperienza, ho cercato di spiegare agli utenti di UCCR, molto civilmente, che se alcuni (omosessuali o eterosessuali) hanno devastato il locale di un imprenditore che ha espresso riserve sul matrimonio gay, hanno commesso un reato e hanno sbagliato (a prescindere che fossero eterosessuali o omosessuali). Poi, ho cercato di spiegare che é stupido dividere in due l’umanità tra omosessuali ed eterosessuali (buoni o cattivi a seconda del punto di vista di chi scrive), come se l’orientamento sessuale determinasse la risposta.
            Infine, ho cercato di spiegare il contrasto logico e giuridico fra legge 40/2004 e legge 194/78.

            Il risultato é che ho ricevuto, da molti, (non da tutti) insulti sulle mie capacità e la mia professionalità. Molti di questi utenti, temo, non hanno nemmeno la più pallida idea di cosa sia il Cristianesimo (quello con la C maiuscola, non la squadra di calcio per cui tifano molti ultras tradizionalisti).

  4. flo

    Strano…prima invitano chi è in disaccordo a scrivere e poi censurano a tutto spiano, anzi, sovente devono censurare anche i loro simpatizzanti perchè difendono i loro punti di vista con…troppa foga!http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_unsure.gif

    Rispondi
    1. Cagliostro Autore articolo

      Commentare sul blog degli uccrociati è una perdita di tempo (e commentavo anche io). Trovi per la maggior parte persone dal livello veramente basso (spesso appartenenti al fanatismo della peggiore destra religiosa) la cui apertura mentale è inferiore all’apertura del caveau della Banca d’Italia: alla fine mi diverto molto di più (ed è certamente più utile) ad avere un mio blog dove poter scrivere ed a scrivere qui (oltre che su un altra testata online).
      Inoltre molto spesso (anzi quasi sempre) gli articoli di Uccr non sono firmati e quindi non è possibile interagire con l’autore come dovrebbe essere in qualsiasi blog.

      Rispondi

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