Paralipomeni alle osservazioni di GG sullo scritto “Il volto ambiguo dell’Eliocentrismo”

I Nostri avevano anche citato Pitagora no? *Che dire? Molto eliocentrico...*

Buongiorno mondo, ebbene oggi torno a scrivere dopo dieci giorni di meritato riposo ed a commentare quelle perle di idio– saggezza offerteci dai Nostri cari coinquilini. Avverto subito: questo scritto è un proseguimento dei commenti già fatti da GG sul “bellissimo” articolo dell’Infante sull’eliocentrismo, da cui il titolo parelipomeni.

Cosa ritengo ci sia altro da dire? Ovvio, l’ennesimo punto comune a ogni articolo PontifeSSo: l’ignoranza spinta.

In breve, si (s)parla di culto solare del tutto ignorando i caratteri da questi portati del tutto collimanti con l’idea del sole al centro del Sistema Solare, l’antico κόσμος.

Orbene elenchiamo le affermazioni che seriamente dimostrano quanto asserito sopra.

La concezione cosmica dei culti solari era Eliocentrica

Ricaviamo quest’affermazione nientemeno che dall’ascrizione del concetto al De Revolutionibus, citato in questo articolo:

Nel corso della sua opera, in particolare nel «Capitolo X», Copernico si riallaccia chiaramente all’arcaica metafisica solare, esaltando il sole solennemente, al pari di una divinità: «In mezzo a tutti [i pianeti] sta il sole. In effetti, chi in questo tempio bellissimo, potrebbe collocare questa lampada in un luogo diverso o migliore da quello da cui possa illuminare tutto quanto insieme? Per questo, non a torto, alcuni lo chiamano lucerna del mondo, altri mente, altri guida. Trismegisto [lo chiama] Dio visibile. Così, certamente, il sole, come su un trono regale, governa la famiglia degli astri che gli sta intorno»

Che cosa dovremmo dedurre da queste parole? Che gli antichi culti solari con tanto di metafisica vedesse il sole al centro del mondo, ovvio.

Eppure no, perché gli Inni Orfici asseriscono il contrario, il che calcolando che l’Orfismo influenzò non poco il sincretico ermetismo sarebbe già un’ottima obiezione:

O adorato Pean che lanci i tuoi nobili dardi e porti sul capo l’aurora e la tenebrosa notte passando attraverso i dodici segni dall’oriente all’occidente, o immortale, immenso, inafferrabile

XII A Heracle

Difatti se davvero il culto fosse eliocentrico ci si chiederebbe come mai si celebra il suo moto apparente e le sue peripezie con le varie costellazioni, non ultima la morte nello Scorpione, di cui in proposito ci parla Plutarco proprio riguardo quei culti solari egizi tanto cari al Corpus Hermeticum citato dall’Infante:

Secondo questi miti, questi fatti  [la morte di Osiride] avvennero nel diciassette del mese di Athyr [13 novembre c.a], quando il Sole attraversa lo Scorpione

De Iside et Osiride, 13 – 356b-c

O ancora il suo lento discendere come inizio del periodo invernale nel Leone (potremmo chiamarla la costellazione “traditrice”):

Fra le stelle, gli Egiziani considerano Sirio sacro a Iside, perché tale astro è apportatore di pioggia. Onorano anche la costellazione del Leone […] perché il Nilo straripa “al primo congiungersi di Sole e Leone”

Ibid. 38 – 366a-b

O ancora del Cancro di cui anche Porfirio da notizia:

[riguardo la sacralità dello scarabeo Khepri] Quanto agli scarabei, pare non abbiano il sesso femminile, e che essendo tutti maschi depositino il loro seme in una materia che assume forma sferica perché la fanno rotolare spingendola all’indietro: così anche il sole da l’impressione di far girare il cielo in direzione inversa al suo cammino, cioè da occidente a oriente

De Iside et Osiride 74 – 381a-b

Il Cancro è a settentrione e via di discesa, il Capricorno meridione e via di salita. […] Per gli Egiziani l’inizio dell’anno non è l’Aquario come per i Romani, bensì il Cancro, perché Sothis, che i greci chiamano costellazione del Cane, è vicina al Cancro.

De Antro Nynmpharum 22-24

Ma se proprio eSSi chiedono un mistico solare che dica le cose chiare e tonde, immagino che il Cesare Giuliano faccia al caso loro

Gli Equinozi sono due, ma si onora ancora di più quello nell’Ariete che quello dello Scorpione. Senza dubbio, la ragione è evidente. Il momento più opportuno sembrava quello in cui il sole comincia ad avvicinarsi a noi subito dopo l’equinozio, quando, penso, il giorno si allunga. 

Alla Madre degli Dei 12,5-6

E questo è il primo punto: come può l’immobile muoversi? Che essi lo spiegano, altrimenti sarà più che lecito dedurre che le frasi di Copernico siano solo un elogio per imitare lo stile classico.

Il Corpus Hermeticum celebra il Sole Immobile

Prima di parlare di questo punto chiariamo perché è stato messo: il caro Giancarlo ritiene giustamente il rinascimento un po’ ambiguo, e mi son sostenuto con le definizioni, in quanto vi fu un revival di idee fino ad allora ostracizzate. Eppur dimentica nondimeno che l’esaltazione della teurgia non fu certo invisa nemmeno a quei secoli bui che tanto celebra se è vero come è vero che presso i cirstianissimi regni occidentali il monarca assumeva caratteri di santone senza aver per questo troppe recriminazione dai Vicari di Pietro, per non parlare dell’astrologia. In sintesi: pur di giustificare l’ingiustificabile rimesta nel noto promuovendolo come il male assoluto salvo poi, oiboh!, accorgersi dell’antico retaggio di tale idee. Tanto rumore per nulla.

Ma leggiamo subito quel che il Nostro scrive senza troppo tergiversare:

E’ alla luce di tali misticheggianti argomentazioni (quelle di sopra), in linea con quelle sostenute, tra l’altro, da Marsilio Ficino, primo traduttore del «Corpus Hermeticum», pubblicato nel 1471, che l’astronomo polacco si convinse della validità della tesi dell’immobilità del sole e della rotazione terrestre (e il fatto che abbia portato della prove non ne parlano? No, ovviamente). Copernico infatti si riannodò all’idea pitagorica che, siccome l’immobilità è da ritenersi più nobile del movimento, allora il sole, aspetto visibile di una presunta divinità invisibile, non può muoversi intorno alla terra, ma stazionare al centro della compagine planetaria.

E ancora:

[sulla prima affermazione] Queste affermazioni copernicane riecheggiano chiaramente quanto espresso a più riprese nel «Corpus Hermeticum», e nell’ «Asclepius», 29: «Il sole stesso non trae tanto dalla sua luce il potere di illuminare le stelle, quanto dalla sua divinità e santità: questo, o Asclepio, devi considerare come secondo Dio che governa tutte le cose e illumina tutti gli esseri viventi della terra, dotati di anima o no … Il sole allora, poiché il mondo è eterno, governa eternamente le cose capaci di vivere, cioè tutto il complesso della vitalità che esso distribuisce in continuazione (strano che in quell’elogio questa parte sui viventi non appaia: dov’è quindi il significato magico?)». E nel passo successivo, il 30, si dà come un significato mistico ed allegorico al presunto movimento della terra: «Il mondo si muove nella stessa vita dell’eternità e in questa stessa eternità di vita è il luogo del mondo. Perciò il mondo non si arresterà mai né mai perirà, avvolto e protetto come da un vallo da questa eternità di vita … Il movimento del mondo è costituito da una duplice attività; il mondo è vivificato eternamente dall’eternità che lo circonda e contemporaneamente dà vita agli esseri che contiene».

Ora, tolto che la prima affermazione su Pitagora è casomai ascrivibile a Parmenide e alla sua scuola e non all’astronomo di Samo, tale idea in realtà è assai più simile a quella della descrizione del Motore Immobile di Aristotele a cui il Nostro non dovrebbe essere inviso dacché in altri articoli di tali risma venga portato dai sui estensori come canovaccio per delle dimostrazioni teologiche, al più che proprio eSSo sostiene tale visione unitamente a quella tomista.

Il resto è di nuovo smontabile con le parole di Plutarco:

Nei cosiddetti Libri di Ermes, a quanto di afferma, riguardo ai nomi sacri sta scritto che Horos, ossia la forza preposta al controllo del moto solare, viene chiamato Apollo dei Greci

De Iside et Osiride 61- 375

Unitamente all’analogia di quei passi con le idee eliocentriche: dire apertamente che il cosmo circonda la Terra non è proprio il massimo dell’eliocentrismo.

Nell’antichità essere il centro del cosmo significava essere il promotore del tempo ciclico

Ricaviamo questa affermazione da questa tirata:

Definitivamente archiviate le tesi scolastiche fondate sulla metafisica aristotelica […] si è assunto, inconsapevolmente, insieme al modello scientifico eliocentrico, anche il presupposto occulto, di matrice egizia, in esso custodito, al quale si rifacevano gli ermetisti. Ovvero, l’idea dell’esistenza di uno spirito centrale, bramoso di potere e gloria, intorno al quale gravitano tutti gli altri spiriti minori (che non è pari pari l’idea aristotelica), come indicano alcuni passi del «Corpus Hermeticum». Allora, altro che sognatore! In tale prospettiva, sembra proprio che Bruno avesse ragione, quando individuava nel modello eliocentrico una forma di religiosità vincente, perché fondata su di un potere spirituale misterioso, riattivabile mediante pratiche magiche segrete, e ben disciplinate. Aveva ragione quando […] si impegnava a restituire ai demoni vincolati al Sole «il potere sulle vicende e sui disordini della terra, operandovi ogni genere di scompiglio, per le città e le popolazioni in generale e per ciascun individuo in particolare», come recita il «Poimandres», XVI, 14. Benché profetizzasse una nefasta concezione, e come il realizzarsi dell’oscuro avvento della «bestia», sotto le forme autorevoli ed insospettabili dei canoni scientifici, comunque Bruno non si sbagliava. Se quanto stiamo scrivendo non costituisce una pura farneticazione (e sì: è pura farneticazione), i risvolti iniziatici contenuti nel pentacolo copernicano sembrano essere del tutto ragguardevoli. Infatti, il semplice ed innocuo modellino del sole centrale contornato da una serie di pianeti […] riproduce in metafora l’arcaica religiosità naturalistica di indole solare, collegata all’idea dialettica del tempo ciclico che si ripete perennemente, nell’alternanza degli opposti, all’interno del quale l’uomo è come imprigionato ed impossibilitato ad esprimere la propria potenza spirituale.

Sorvoliamo sul Non Sequitur di dimensioni titaniche contenuto in tali frasi e concentriamoci un attimo sull’ultimo punto. In sintesi: il sole immobile implica il ritorno del tempo ciclico e della decade degli opposti Pitagorica su concezione Eraclitea.

La cosa in verità si smonta da sé: gli Antichi così come non riuscivano a concepire il tempo scisso dal Cielo (Timeo 38b-c) così con esso ne consegue che la ciclicità dal tempo è cagionata dalla ciclicità apparente, ma da bravi eliocentrici posta come reale e incontrovertibile, del cielo e, se vogliamo, anche dei Pianeti cui si attribuivano disastri veri o solo astronomici come ci informa Seneca:

Beroso, interprete di Belo [= Bel, cioè Ba’al, identificato con Marduk del quale Beroso era sacerdote], sostiene che certi fenomeni siano legati ai movimenti degli astri. E la sua certezza arriva a fissare una data per la conflagrazione e il diluvio universale. Egli afferma che la terra brucerà quando gli astri, che ora seguono orbite differenti, si riuniranno nel segno del Cancro, in identica posizione, così che una linea dritta possa attraversare il centro di tutte le sfere. Il diluvio avrà luogo quando quando questi stessi astri prenderanno posto nel Capricorno. Con la prima costellazione ha inizio il solstizio d’estate, con la seconda quello d’inverno: sono segni di grande potenza se determinano i cambiamenti stessi dell’anno.

Naturales Questiones, Liber II 19,1-2

Sugli opposti non sto nemmeno a commentare: come può pretendere di essere coerente l’idea dell’opposizione tra fenomeni celesti solo apparenti quali il cambio di cielo tra l’estate e l’inverno con una teoria che chiara e tonda asserisce, e dimostra, che tale cambiamento sia solo un’illusione dovuta al moto dell’Orbe Terraqueo?

Che altro aggiungere a questi ulteriori commenti? Che forse forse tali articolo di qualcosa argomentativamente è piena: totale ignoranza di quel che si vuol denigrare. E non solo del soggetto da denigrare come nota GG ma anche del modo in cui eSSi vogliono farlo. Tipico.

L’articolo in questione: http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/12321-il-volto-ambiguo-delleliocentrismo

Il commento di GG: http://pontilex.org/2012/07/attenti-alleliocentrismo-giudeo-ateo-pagano-massonico/

Riferimenti:

  • Platone, Timeo; Milano 2011 a cura di G. Lozza
  • Seneca, Questioni Naturali; Bergamo 2011 a cura di R. Mugellesi
  • Plutarco, Iside e Osiride Milano 2009 a cura di D. Del Corno
  • Porfirio, L’antro delle ninfe; Milano 2010 a cura di L. Simonini
  • Flavio Claudio Giuliano, Alla Madre degli Dei e altri discorsi; Fondazione Lorenzo Valla 2006 a cura di J. Fontaine, C. Prato e A. Marcone
  • Inni Orfici; Roma 2001 a cura di G. Faggin

3 pensieri su “Paralipomeni alle osservazioni di GG sullo scritto “Il volto ambiguo dell’Eliocentrismo”

  1. dexy

    Vorrei anche porre l’attenzione sull’ultima supercazzola sciento-teologica inerente il bosone di Higgs! Tra le tante perle una davvero sottile ma meritevole: il bosone di Higgs viene definito come un vettore (quando è uno scalare)! Uno che scrive di fisica dovrebbe porre l’attenzione a certe sottigliezze…

    Rispondi
  2. Gianfranco Giampietro

    Una considerazione ovvia che a volte può sfuggire:
    Considerare che qualcosa abbia una posizione “centrale” in senso simbolico non significa per forza “centrale” in senso fisico e letterale -.-

    Rispondi
    1. FSMosconi Autore articolo

      Ma in fondo che si può pretendere da chi scambia palesi metafore astronomiche per realtà (ex.: la scala di Giacobbe = Via Lattea, al più che l’idea della galassia come scala era già nota ai Sumeri e di conseguenza anche agli Accadi sotto cui gli Ebrei per un certo tempo vissero) e viceversa prende per metafore eventi palesemente cruenti e fisici attribuiti al loro [mini]dio (Sabaoth che combatte con l’esercito, che manda la peste etc.) a tratti alterni a seconda della convenienza?
      Mi stupirei del contrario…

      Rispondi

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