l’omofobia non esiste?

Tutti i lettori di ponitlex sanno bene che non e’ stile del nostro blog fare copia-incolla di articoli scritti da altri e pubblicati altrove. Non abbiamo l’abitudine di farlo, al contrario di pontifex e del suo webmaster, il Prof. Carlo Di Pietro, noto luminare nell’arte del copia-incolla. Quanto pubblicato su pontilex e’ farina del nostro sacco.

 

Non questo articolo, pero’.  L’articolo che segue e’ copiato-incollato di sana pianta da “La Repubblica”. Perche’? Non bastava mettere il link? No, volevo che le parole fossero qui, che fossero leggibili qui su pontilex. Per testimoniare la condivisione, la solidarieta’, per non dare a nessuno la scusa “non ho visto il link”. Le parole sono qui, da leggere. Non ci sono scuse per non leggerle. In ogni caso questo e’ il link all’articolo originale.

 

La Repubblica, 9 giugno 2012
Il Pride ricorda Daniel Zamudio. Il papà: “Difendete i vostri figli gay”
Massacrato in Cile durante un pestaggio omofobo. In sua memoria, il governo di Santiago ha approvato un provvedimento contro le discriminazioni sessuali. “Non li perdonerò mai, devono essere condannati”

Daniel Zamudio è morto d’omofobia, lo scorso 27 marzo, dopo essere stato brutalmente torturato per sei ore in un parco di Santiago del Cile, da quattro giovani con simpatie neonaziste. Hanno martoriato il suo corpo, tracciandovi una svastica con dei pezzi di vetro, dopo avergli strappato un pezzo di orecchio e rotto una gamba con delle pietre. Le sue condizioni sono apparse da subito irreversibili e dopo più di tre settimane di agonia in un letto d’ospedale, Daniel ha smesso di lottare.

La notizia della sua morte ha fatto il giro del mondo, scuotendo l’opinione pubblica e spingendo il Cile ad approvare una legge contro le discriminazioni, subito ribattezzata “Legge Zamudio”. Il papà di Daniel, Ivan, è arrivato in Italia grazie all’impegno di Agedo (l’Associazione di genitori di omosessuali) per prendere parte al Pride di Bologna. “Dal giorno della morte di Daniel abbiamo avviato i contatti con la famiglia Zamudio – spiega la presidente di Agedo, Rita De Santis – perché per noi era importante portare la sua testimonianza in Italia, soprattutto perché questa rappresenti un monito”.

Cinquant’anni, Ivan lavora la latta e l’alluminio. Separato, ha altri tre figli. E’ la sua prima volta in Italia, anche perché non ha mai preso un aereo in vita sua. A casa, in Cile, ha appena finito di disegnare un monumento che raffigura il figlio, di profilo, mentre si libera da una prigione (quella dell’omofobia), e vola verso il cielo: sarà collocato nel parco dove Daniel è stato seviziato.
Perché ci teneva così tanto a partecipare al Pride italiano?
Voglio testimoniare quello che è successo a mio figlio, anche a nome della madre, che non se l’è sentita di venire. Una morte così non va dimenticata, e dobbiamo tutti impegnarci perché casi del genere non si ripetano di nuovo.

Cosa ricorda delle tre settimane passate da Daniel in ospedale? Le ha detto qualcosa?
Sono state tre settimane di dolore, controllavo ogni giorno l’evoluzione delle sue condizioni. I medici hanno optato per il coma indotto e solo per due giorni è stato cosciente. Non riusciva a parlare, ma ricordo che una volta ha riconosciuto la madre. Ce ne siamo accorti, perché l’espressione del viso è cambiata. Ha aperto gli occhi e ha sorriso, ma si vedeva che stava soffrendo.

Qual è una frase che suo figlio le ripeteva più spesso?
L’ho visto due settimane prima che venisse picchiato, a pranzo, perché in quel periodo viveva dalla madre. Mi ricordo che mi ripeteva che da grande si voleva prendere cura di me.

Cosa prova nei confronti degli assassini di suo figlio?
Odio e solo odio. Non starò tranquillo fino a quando non verranno condannati. Non li perdonerò mai, devono essere condannati, così come è stato condannato mio figlio. Nel processo, che inizierà a luglio, voglio che vengano puniti con la pena del carcere a vita.

Quando ha fatto coming out suo figlio?
Ci ha detto di essere gay a 18 anni, presentandoci il fidanzato. Noi, però, lo avevamo capito da tempo e la cosa non ci ha stupiti.

Quali sono le condizioni dei gay, in Cile, oggi? 
Ai ragazzi che vivono nel mio Paese dico di fare ancora attenzione, perché c’è una mentalità chiusa. Devono dare il tempo alle persone di cambiare il loro modo di pensare. In Cile c’è un prima e un dopo la morte di Daniel: nel dopo, i genitori hanno iniziato a comunicare con i figli e a proteggerli di più. Se non fosse stato per lui, inoltre, l’iter per l’approvazione della legge contro le discriminazioni sarebbe stato ancora più lungo. Se ne parlava da molti anni. Non a caso l’hanno chiamata “legge Zamudio”.

In Italia manca una legge contro l’omofobia. 
Punire chi si rende protagonista di violenze di questo genere è fondamentale, e una legge del genere può essere molto utile, perché così è più facile condannarli. Gli Stati, a partire da quello in cui vivo, devono proteggere i loro giovani, e dare loro sicurezza. Ma vorrei anche dire che bisogna proteggere non solo gli omosessuali, ma tutte le minoranze, dagli stranieri a quanti professano culti religiosi diversi.

Come vuole ricordare, oggi, Daniel?
Mio figlio era un ragazzo puro, che non faceva del male a nessuno. Per questo è stato più facile colpirlo. Voglio ricordarlo per quello che è stato: un ragazzo disordinato e pigro, ma anche un gran lavoratore.

Quale sarà il messaggio che lancerà dal Pride di Bologna?
Voglio che i ragazzi stiano sempre attenti, e ai loro genitori dico di amare i figli per quello che sono e di lasciarli liberi. Fidatevi di loro e proteggeteli. Spero che la morte di Daniel non sia capitata invano, e che adesso sia possibile scongiurare altri casi del genere.

La Repubblica, 9 giugno 2012

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Informazioni su sandro.storri

Progettista e sviluppatore di software precario (Sandro, non il software). Tipico prodotto delle periferie della capitale (aho!, che me 'mpresti na' sigaretta?). Appassionato di cinema e letteratura, usa l'italiano come un dialetto alternativo alla sua lingua madre, il romanesco. Sostiene la battaglia per i diritti civili anche se riconosce che spesso tratta la questione con degli incivili. Ha un pessimo senso dello humor e si vede, anche in questa breve biografia.

35 pensieri su “l’omofobia non esiste?

  1. Faggot79

    Fossi stato io non avrei fatto coming out a 18 anni, non avrei avuto un fidanzato e infine sarei ancora qui. Inaffidabile ma vivo.
    Curioso.
    Ad ogni modo non mi sarebbe piaciuto se qualcuno avesse fatto uso della mia morte in questo modo.

    Rispondi
    1. Caffe

      Certo che sei sveglio, oltre che pusillanime, quelli come noi vogliono esattamente questo: vogliono che sia possibile fare coming out, vogliono avere un fidanzato/a dello stesso sesso senza doverci rimettere le penne, vogliono non dover piangere più persone come Daniel Zamudio, massacrati solo perché hanno dichiarato al mondo la propria “diversità”. faggot, tu sicuramente sei “etero” e stai pensando, poveretto, però se le è andata a cercare; sono “etero anch’io, solo che a me viene da dire: facciamo il culo a questi porci nazifascisti!

      Rispondi
      1. Faggot79

        Sì sono sveglissimo, tranne quando sono mezzo addormentato, tipo la mattina presto.
        Spero tanto che quel virgolettato significhi che stai scherzando; non mi piace essere chiamato eterosessuale, neppure per ischerzo.
        Vedi secondo me non esistono giustificazioni alla violenza. Essa, ancora più che sbagliata è semplicemente futile. Solo mi auguro mi perdonerai se considero l’amore (inteso in senso monogamico e non fraterno o amicale), il matrimonio e la famiglia, delle banali idiozie culturalmente sorpassate.
        Ma la cosa bizzarra, a cui facevo riferimento prima, è proprio questa. Ovvero la componente “migliore” (opportunamente virgolettato perchè ho sempre ribadito e sempre ribadirò che è una mera questione di punti di vista) della comunità omosessuale, cioè quella che agogna i vostri stessi diritti e quindi più vi assomiglia, è anche quella che ci rimmette sempre le penne; per mano di voi stessi eterosessuali aggiungo (almeno quasi sempre).
        Quelli come me invece, che in fondo in fondo sono diversi per davvero, in un modo o nell’altro riescono sempre a cavarsela. Non mi pare molto logica la cosa, no?
        Forse siamo semplicemente più furbi?

        Rispondi
        1. sandro.storri Autore articolo

          Faggot79, lungi da me la volonta’ di alimentare polemiche, specialmente se sterili.

          il punto non e’ definire i comportamenti e le aspirazioni del singolo. ci sono persone (etero e omo) che vogliono un legame stabile, monogamo e duraturo, altri che invece non lo vogliono. ci sono omosessuali che ritengono il coming-out una stupidaggine, altri che invece lo ritengono una svolta necessaria nella vita. tutto questo non e’ in discussione. tutto questo attiene le scelte individuali che sono sacre ed inviolabili.

          qui stiamo parlando di DIRITTI. ovvero del diritto che ogni CITTADINO, a prescindere dal suo sesso, razza, religione, ha di autodeterminare il proprio destino, di vivere tranquillamente la propria esistenza senza essere offeso, emarginato o ucciso per il solo fatto che appartiene ad una minoranza.

          definire “furbo” chi riesce a “schivare” l’omofobia grazie alla propria capacita’ mimetica implica dare dello “stupido” a chi invece pensa che l’omosessualita’ sia una condizione normale da non nascondere, una condizione che non puo’ permettere a chicchessia, singolo o stato, di negare dei diritti solo per quella condizione.

          vi prego di distinguere sempre le vostre scelte individuali, che, ripeto, sono sacre ed inviolabili, dal riconoscimento di diritti che sono comunque di tutti i cittadini, omosessuali ed eterosessuali.

          Rispondi
          1. Faggot79

            Signor Storri la ringrazio sentitamente per la profonda onestà intellettuale che mostra ogni qualvolta risponde ai miei commenti.
            Evidentemente l’utilizzo da me fatto del termine “furbi” è stato frainteso, non intendendosi nel senso di “scaltri” quanto piuttosto di “mascalzoni” oppure di “bugiardi”, se preferisce.
            Così va bene?
            Per il resto condivido totalmente ciò che afferma: ognuno ha il diritto di fare le proprie scelte di vita e la legge dovrebbe sempre muoversi in tal senso.
            Peccato però che siano le comunità gay a negare agli stessi omosessuali il pluralismo di pensiero. O concepisci il tuo essere gay nel loro modo stabilito oppure sei fuori. E se sei fuori probabilmente non sei nemmeno gay o, peggio, un omofobo interiorizzato.
            Il commento sotto il mio chiarisce abbastanza ciò che intendo dire.

          2. giux

            scusa ma in che modo le comunità gay limitano il libero pensiero????
            Proprio non capisco, spiegami per piacere!

        2. Caffe

          Faggot, se ti ho offeso mi scuso, ma ribadisco il concetto, dover ricorrere al mimetismo per non avere noie con quelli che hanno in odio i “diversi” (includo nel termine le minoranze etniche, religiose, e sessuali), non è un sistema di vita accettabile, è giusto reagire e farlo con decisione, te lo dice uno che problemi del genere non ne ha mai avuti, uno “normale” che però sa quale è il suo posto quando sono in gioco i diritti civili di chicchessia, altro che nascondersi!

          Rispondi
          1. Faggot79

            Tranquillo, non sei tu quello che mi ha offeso.
            Anche se vediamo le cose da angolazioni differenti.
            Mimetizzarsi non risolve i problemi, è vero. Però permette di sopravvivere. Dipende da quali condizioni di vita si è disposti ad accettare.

    2. marco nicolao

      faggott,
      da tempo pensavo che il tuo modo di pensare fosse perlomeno ambiguo, ma mi sa che sei solo confuso, nella migliore delle ipotesi, oppure un consapevole troll che dietro un nome che vuol dire letteralmente finocchio cerca di veicolare concetti improponibili a qualsiasi gay autoconsapevole, oppure a qualsiasi laico democratico. la prima categoria tende a fare quasi sempre parte della seconda, tanto per chiarire.
      vedi, io ho fatto il coming out a ventiquattro anni anni (adesso ne ho 50), ma ora penso che avrei dovuto farlo prima. la mia uscita pubblica ha consistito nell’aprire un circolo Arcigay in una cittadina del Veneto nei tardi anni ’80 (ti assicuro che l’ambiente non era quello di Milano nello stesso periodo). è una cosa di cui vado ancora fiero.
      inoltre sono ancora vivo, ho un fidanzato da vent’anni e me la vivo benissimo. ho subito qualche aggressione omofoba poco importante, ma se ci avessi lasciato le penne non mi sarebbe dispiaciuto avere una legge antiomofobia a mio nome, anche se post-mortem. ovviamente preferisco essere vivo, non ho nessuna vocazione al martirio.
      quindi condivido in pieno il giudizio di Caffe, in più ci aggiungo la mia disistima nei tuoi confronti.
      credo tu non sia gay, e te lo auguro. per vivere onestamente ci vuole un poco più di coraggio.

      Rispondi
      1. Faggot79

        Nicolao secondo me lei non è gay, non ha mai aperto un circolo Arcigay e non ha neppure cinquant’anni. Secondo me lei è un fake.
        Se non fosse un fake saprebbe benissimo che in nessun caso, al di là di ciò che è vero, che viene detto e che lei può pensare, in nessun modo lei può permettersi di rispondere ad una persona che le dice “sono gay” che non è vero.
        Negare la natura omosessuale di una persona è quanto di più umiliante, crudele ed offensivo lei possa rivorgergli.
        Se tengo quel nome è proprio per sottolineare, anche a lei, che esistono cose ben peggiori che essere chiamati finocchi. Grazie per avermelo ricordato.
        Ad ogni modo ad aprire un circolo Arcigay nel 1989 ci sarei venuto pure io, se avessi avuto trent’anni all’epoca. Ma, mi permetta, erano altri tempi. Tempi in cui “orgoglio omosessuale” significava giusto qualcosa in più di “non posso fare nulla per cambiare quindi tanto vale che ne sia orgoglioso”.
        E sicuramente all’epoca non avrebbe mai potuto offendermi in quel modo. Un po’ perchè sarebbe stato da autentici folli, anche se folli dietro una tastiera, dichiararsi omosessuali seppur non vero, ma soprattutto perchè ancora non aveva cominciato a perdere colpi.

        Rispondi
        1. marco nicolao

          sembra che tu non conosca il principio di non contraddizione: te lo spiego: dici che non si può dire ad uno che si dichiara gay che non è vero e poi dici che mi sono inventato tutta la mail che ho scritto. quindi ti sei contraddetto.
          io continuo a considerare i tuoi commenti ondivaghi e non chiari, scritti per stupire o per fare arrabbiare. nel mio caso la seconda ti riesce benissimo.
          tra l’altro mi sembra un comportamento da troll, come ti ho già detto.

          Rispondi
          1. admin

            sembra che tu non conosca il principio di non contraddizione
            CIELO ti ha contagiato!? 🙂

            Ovviamente scherzo. Conosco (anche se solo virtualmente) Fagot79 ormai da tempo. Ha posizioni caustiche, ma invito tutti (Fagot79, compreso) alla pacatezza perchè, anche se corrosivo, il messaggio di Fagot79 merita di essere ascoltato. Magari non condiviso. Ma riflette la sua esperienza, il suo vissuto.

          2. marco nicolao

            essere accostato a CIELO vuol dire che mi esprimo male, ovviamente, ma comunque ti prego di non farlo più. penso di non essere così incoerente.
            per il poco tempo che leggo Faggot, io, a differenza di te, non lo trovo caustico, solo volutamente confusionario. è un pò come leggere Ferrara, abile nello spostare il centro del discorso con asserzioni incongrue e/o discutibili. secondo me dimostra disonestà intellettuale. che poi “funzioni” perchè induce cascate di controcommenti non significa che la sua analisi sia interessante o intelligente. è di solito vagamente paradossale, e con i paradossi si può andare avanti tutta la vita senza aver mai avuto un pensiero originale. (questa era di Salman Rushdie, da L’incantatrice di Firenze)

          3. giux

            però io gli ho chiesto di spiegarmi le sue lapidarie affermazioni e sono stato ignorato. Quindi ho ha sparato una cazzata e non può difenderla, oppure non so.. si considera troppo intelligente per parlare con il giullare???

          4. giux

            sai che penso non abbia visto la mia domanda… + che altro. Ok posso parlarne di persona 🙂 se a lui sta bene!

          5. Faggot79

            Beh, una cosa giusta l’hai detta.
            Sono paradossale e a volte faccio confusione, non volutamente però. E’ un carattere intrinseco della mia persona. Sono così.
            Difatti Ferrara mi sta pure simpatico e non sei il primo che mi ci paragona. 😛

          6. Faggot79

            Non vedo principio di non contraddizione, in quanto io non ho motivo di dubitare che tu sia gay (e francamente non mi frega più di tanto).
            Ero sarcastico, ma forse non si era capito.
            Tu purtroppo no.

          7. Faggot79

            Giux se mai ci incontreremo di persona (io lo spero), preferirei parlare di tutto. Ma non di quello.

          8. Giux

            Faggot79 sempre felice conoscere amici pontilessi 😀 😀 😀
            Parliamo di donne 😉 😉 😉 😉 hihihihi

  2. Cagliostro

    Dear friends,
    purtroppo spesso si pensa che l’omofobia sia un problema che non ci riguarda.
    Il lettore medio davanti a questo articolo penserà che in Italia non potrà mai accadere nulla di simile.
    Detto ciò condivido che la maggioranza degli Italiani risponda al detto di “Italiani brava gente” ma la maggioranza cojona (non sono politically correct) è sempre in agguato.
    Se si pensa che in Italia non si è ancora arrivati (per resistenze di chi???) ad una legge che punisca in particolar modo i gesti di violenza causati da omofobia, la dice lunga quanta strada ci sia ancora da fare.
    Da eterosessuale dico solo agli omosessuale: vivete la vostra vita. Uscite allo scoperto con le vostre famiglie, baciatevi in pubblico, tenetevi mano nella mano, abbracciatevi, fate tutti quei gesti che una normale coppia eterosessuale farebbe. Insomma: omosessuali di tutto il mondo, baciatevi!
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/08/omosessuali-di-tutta-italia-baciatevi/256549/

    Rispondi
    1. giux

      … certo 🙂
      Io l’ho fatto sempre, ma ne ho pagato le mie conseguenze, credo che capisco bene chi non se la sente, detto come lo dici tu è un pò come scaricare il barile!

      Rispondi
        1. giux

          certo, il problema è aiutare chi è meno forte a superare le proprie paure, e questo lo devono fare anche gli etero, sopratutto gli etero perchè sono in maggioranza. E si fa sopratutto attraverso i rapporti personali, l’amicizia e il rispetto.

          Rispondi
          1. Cagliostro

            Assolutamente si. Infatti per me è addirittura sbagliato parlare di “diritti gay”. Secondo me i diritti gay rientrano nella categoria più ampia dei diritti civili che sono d’interesse di ogni persona (etero o omo).
            Infatti secondo me hanno fatto molto bene – quest’anno – a svolgere il gay pride in una maniera più sobria per destinare i fondi risparmiati alle popolazioni colpite dal terremoto. In questo modo si lancia anche il messaggio forte (oltre a fare un gesto apprezzabile) che la comunità omosessuale è parte integrante della società civile e non qualcosa di distaccato come parte del mondo cattolico vuole lasciare intendere. Se in futuro le comunità gay (ma non solo) si spendessero anche per diritti civili che non li riguardano direttamente (penso al diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati) credo che il movimento stesso ne guadagnerebbe.
            Poi ovviamente il gesto forte (stile Rosa Parks) può venire solo dagli omosessuali.

            Saluti…..vado a tosare le pecore

          2. admin

            In questo modo si lancia anche il messaggio forte (oltre a fare un gesto apprezzabile) che la comunità omosessuale è parte integrante della società civile e non qualcosa di distaccato come parte del mondo cattolico vuole lasciare intendere.

            Valgono le stesse identiche considerazioni anche per quest’altro esempio:

            Il Coordinamento delle moschee milanesi (Caim) ha donato 10mila euro per i terremotati dell’Emilia.

            http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Terremoto-moschee-Milano-donano-10mila-euro-per-popolazione-Emilia_313375663172.html

            Ed ora ovviamente Brunello se ne uscirà con due o tre articoli in cui ripete e ribadisce più volte l’esistenza della ridicola “lobbys” omosessualisticomusulmanisticamassonica… 😀
            Carletto invece è impegnato a riprendersi da qualche intervento nella “sua” clinica in Thailandia, probabilmente. Dopo essersi fatto accorciare il naso, si sarà forse fatto allungare qualche parte del corpo? 🙂

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