Oggi il nostro adorato sito PontifeSSo ci ha regalato un’altra delle sue perle rientranti nella categoria “Non so nulla dell’argomento di cui parlo, ma ne parlo lo stesso”.
Nell’articolo, a firma Alessandra Boga (la buonanima di Maurizio Mosca avrebbe commentato: “Chiiii???”), ci si scandalizza del fatto che, ohibò, le girl scouts inglesi avranno da oggi la possibilità di acquistare una divisa differente da quella delle loro compagne, disegnata appositamente dalla stilista di origine egiziano-palestinese Sarah Elenany.
Prima di continuare, mi sia consentita una doverosa premessa.
Io sono scout. Per 10 anni della mia vita ho orgogliosamente indossato camicia celeste e fazzolettone. Ho fatto tutta la trafila dai lupetti, nei quali sono entrato alla tenera età di 9 anni, fino al clan (nessuna allusione a ben più famigerati “clan”, ovviamente: si tratta semplicemente di quella fase nella quale i giovani scout si preparano a diventare capi).
Mio padre è stato il primo Akela (così viene definito il capo dei lupetti) della mia città, e quindi ha di fatto introdotto lo scoutismo nella nostra comunità.
Due dei miei zii sono capi scout nella loro città.
Prego notare che non ho detto “ero scout”, bensì “SONO scout”, nonostante non sia più parte attiva dell’associazione, in ossequio al motto del fondatore dello scoutismo Sir Robert Baden Powell: “Semel scout, semper scout” (“Scout una volta, scout per sempre”).
Dico questo solamente per far capire che, sia personalmente che dal punto di vista familiare, ho un background scoutistico di tutto rispetto, che non so in quanti possano vantare. Mi incuriosirebbe sapere se Alessandra Boga è mai stata una coccinella o una guida. Così ad occhio, leggendo le cose che scrive, credo la risposta sia “No”.
Detto questo: dov’è lo scandalo nella nuova divisa?
Perché dovrebbe essere impedito alle scout inglesi (tra parentesi, cara signora Boga: le “coccinelle” sono solamente le “ragazze lupetto”, non TUTTE le scout di sesso femminile) di vestirsi in modo più consono a quanto prescritto dalla loro religione?
Le assicuro che gli scout si fanno molte meno seghe mentali di quante non se ne faccia lei: la Legge Scout FSE dice:
Lo Scout è amico di tutti e fratello di ogni altro Scout (a qualunque paese, classe sociale o religione esso appartenga)
Il Capo degli Scout del Regno Unito Edward Michael Grylls, meglio conosciuto come “Bear” Grylls (per gli appasionati di “Wild”: si, è proprio QUEL Bear Grylls) ha commentato così:
Lo scoutismo ha qualcosa da offrire a chiunque, indipendentemente da quale sia la tua religione, la tua etnia o il tuo credo. Sono orgoglioso del fatto che noi offriamo un ambiente nel quale persone di ogni provenienza possono godere l’uno dell’altro
La signora Boga, però, sembra infischiarsene. Lanciandosi in una serie di considerazioni basate, come da lunga ed “onorata” tradizione PontifeSSiana, sul nulla più assoluto o, nel migliore dei casi, su inesattezze palesi ed altrettanto palesemente costruite ad arte, ci (dis)informa che:
Se c’è una cosa che ha sempre contraddistinto gli scout è la divisa uguale per tutti.
Ma anche no. Anche solo facendo l’esempio italiano, l’AGESCI ha una divisa celeste ed il CNGEI ha una divisa verde. Ed anche nella stessa associazione sono comunque previste differenziazioni tra maschi (pantaloncino) e femmine (gonna pantalone).
Ma questi, alla fin fine, sono dettagli. C’è di peggio, nell’articolo.
Non più “indecenti” camicie, pantaloncini, calzettoni e fazzolettone al collo come gli altri, ma un velo portato sotto una più lunga tunica con cappuccio e pure disegni arabeggianti stampati, tanto per rimarcare ulteriormente che le ragazze musulmane sono “diverse” (migliori?) degli altri.
Casomai “DAGLI altri”. Ma vabbé. Il velo è uno dei precetti della fede islamica. Nel mondo arabo, notoriamente multi-sfaccettato ed estremamente eterogeneo (per quanto i PontifeSSiani lo considerino un compatto blocco di beduini appena usciti dalle caverne, pronti a decapitare ogni cristiano gli capiti a tiro) esistono diverse scuole di pensiero in merito. Come dicono a Sky per gli episodi da moviola: queste sono le immagini, giudicate voi.
E di’ alle credenti […] di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti,ecc ecc (Sura XXIV An-Nûr “La Luce”)
Precetto, curiosamente, molto simile a quanto scritto da Paolo di Tarso:
[…] ma ogni donna che prega o profetizza senza avere il capo coperto fa disonore al suo capo, perché è come se fosse rasa. […] Giudicate voi stessi: è decoroso che una donna preghi Dio senza avere il capo coperto? (Prima Lettera ai Corinzi, 11,6)
Ma sto divagando. Curioso che l’introduzione nella divisa di un indumento che rappresenta la sottomissione della donna al proprio uomo venga considerata qualcosa che definisce le girl scouts musulmane come “migliori”, no?
Ma il meglio l’eccellentissima Boga lo da con la seguente frase:
Peccato che crearne una apposta [la divisa, ndr] per ragazze musulmane (per quanto sia già un segno di apertura, il loro semplice far parte di un gruppo cristiano)
E qui casca l’asino. The Scout Association of the UK, purtroppo per la Boga ed i PontifeSSiani tutti, NON È è un’associazione cristiana (come peraltro un’infinità di altre organizzazioni scoutistiche nazionali ed internazionali). È invece un’associazione aperta a persone di ogni religione e credo, che prevede addirittura la modifica della promessa scout in base alla religione del “promettendo”. La cosa è facilmente verificabile leggendo qui: http://www.scoutbase.org.uk/library/hqdocs/por/2005/1_5.htm#rule_1.1
Troppa fatica informarsi, signora Boga? Problemi con l’inglese? Ai giorni nostri è una lacuna grave, lo sa?
di fatto si tratta di un nuovo segno di dhimmitudine, di assoggettamento all’islam, nella multiculturalista Inghilterra.
La dhimmitudine non può che essere un segno di rispetto della libertà di religione. L’unica dhimmitudine che provo leggendo il suo articolo è “Ma dhimmitu cosa mi tocca leggere…”.
Con scoutistica umiltà, lascio la conclusione di questo mio primo articolo su Pontilex a Sir Robert Baden Powell:
Una parola sulla tolleranza: noi siamo molto differenti l’uno dall’altro e non dobbiamo credere che, perché altre persone ci appaiono inferiori, esse siano da disprezzare. Tu per esempio puoi essere un buon atleta e Caio un cattivo atleta ma amante dei libri. Non disprezzarlo ma ‘vivi e lascia vivere’.
Se i pontifeSSiani applicassero questa semplicissima regola, Pontifex e Pontilex non esisterebbero neppure.
Grazie per la cortese attenzione.
Fonti: http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/esteri/11258-scout-divisa-apposta-per-le-ragazze-musulmane
Io sono sempre buono. Con le patate ed un arancio ancora più del normale. 😉
Rispondo alla tua domanda relativa alla scrittrice che ha realizzato il “pezzaccio” in oggetto… Temo tu debba rivolgere il tuo sguardo qui:
http://www.loccidentale.it/autore/alessandra+boga
L’occidentale… Sob!
Ossignur… mi è bastato leggere che secondo lei (e secondo Mc Cain) l’unico modo per controllare la situazione in Siria è andare a bombardarli.
Vabbé.
Abbiamo capito il tipo.
Nota tecnica: avevo dimenticato il Read More, ma ho rimediato
beh da ex associato AGESCI, con un percorso di reparto ( 12/16 anni) clan ( 17/21) e una decina di anni come capo ( semplicemente un adulto con la responsabilità di far vivere l’esperienza ad altri) non potevo che ridere all’articolo della boga. Lo sa la boga che BP fondatore dello scoutismo era un eretico e un massone ( come tutti gli ufficiali inglesi di fine 800) ? veramente un esempio di una distorsione dei fatti a favore della ideologia razzista per creare anche dove non serve uno scontro di civiltà. detto questo una precisazione…il clan non serve a formare capi scout…ma uomini e donne pronti a mettersi a servizio degli altri, indipendentemente che lo facciano in associazione oppure in altri ambiti see you soon
“Detto questo una precisazione…il clan non serve a formare capi scout…ma uomini e donne pronti a mettersi a servizio degli altri, indipendentemente che lo facciano in associazione oppure in altri ambiti”
Vabbé, la mia era una semplificazione: quando io ero nel clan l’aspetto per così dire più “ludico” dello scoutismo era sempre presente, ma veniva notevolmente rinforzato quello riguardante il cavarsela da soli contando al contempo sugli altri ed il far contare gli altri su di te, sia da un punto di vista tecnico che umano.
Sono cose che servono come scout, ma ancor di più come persona.
Non ho MAI conosciuto uno scout che fosse schizzinoso per il cibo, o che si lamentasse per un letto scomodo, e potrei fare tanti esempi di questo tipo.
Lo scoutismo è una scuola di vita.
Per questo sono sempre pronto a ribattere a chiunque perseveri nello stereotipo del ragazzino che fa attraversare le vecchiette o, ancora peggio, degli scout che sarebbero “bambini vestiti da imbecilli guidati da imbecilli vestiti da bambini”.
Buona caccia, Gabriele!
gli stereotipi sono sempre negativi…infatti i pontifessi sragionano usando stereotipi su mussulmani, gay, comunisti, massoni, ecc ecc
buona caccia
Bear Grylls.
Un mito dei ggiovani.
Voglio diventare scout anch’io.
Adesso.
mi permetto di ricordare a tutti che Lord Baden Powell, fondatore del movimento scout era un massone, che Rudyard Kipling, autore de “Il libro della jungla”, ispirazione per i lupetti (i bambini scout), era anche lui massone. Anche se molti non potrebbero/vorrebbero neanche crederci, il metodo educativo proposto da Lord Baden Powell ha molti riferimenti massonici in termini di educazione alla responsabilita’, all tolleranza, all’accoglienza, alla capacita’ di esplorare e scoprire.
Mi rendo conto che questo potrebbe creare problemi a molti cattolici legati al mondo dello scoutismo ma questo rimane un fatto.
Questa non vuole essere una puntualizzazione polemica ma solo uno spunto per riflettere. Le cose buone (e lo scoutismo e’ cosa buona) vanno oltre le ideologie ed uniscono persone e popoli. le cose cattive (l’integralismo religioso non e’ cosa buona) invece dividono e generano odio.
Una ovvieta? per molti si, non per CdP e compagni.
In Italia si tende a confondere la massoneria nel suo complesso con la loggia deviata P2.
Si tende a sottovalutare che la loggia P2 non è rappresentativa dell’intera galassia delle logge massoniche. Essendo diventata tristemente famosa viene usata come un benchmark, un termine di paragone. Un poco come affermare che tutti gli italiani sono mafiosi.
Concordo assolutamente. È un discorso troppo lungo da affrontare in poche parole, quindi mi limito a dire che concordo.
io concordo…difatti era in vena ironica che lo citavo nel mio intervento. La massoneria è stata la fucina di molto del pensiero filosofico laico del l800 e 900 nel bene e nel male, questo è un dato incontrovertibili, per fortuna che c’è stata la massoneria !!!
la signora alessandra ha drasticamente confuso i preti con gli scout.