Stanzione, mio Cuggino e gli Inferi…

Preso sensu proprio il dogma diventa rivoltante. Esso, infatti, prevedendo le eterne torture dell’Inferno, fa scontare con pene senza fine qualche fallo o la mancanza di fede in una vita che spesso non giunge neppure a vent’anni […] un castigo che subentra alla fine delle cose, quando tutto è passato e concluso, non può avere per scopo né il miglioramento né l’intimorimento: è, dunque, soltanto vendetta.

Arthur Schopenhauer; l’Arte di Insultare, L’inferno. Adelphi, pp. 84-5

L’Inferno è vuoto dice qualche ottimista. Altri invece lo preferiscono al Paradiso per la compagnia decisamente più interessante. Altri congedano entrambi con un tanto eloquente quanto ampio gesto di braccia e va a prendersi un gelato semplicemente perché ritiene che sin a che qualcuno non tornerà dall’Oltretomba in tempi ragionevoli portando dati alla mano, e magari anche qualche video in HD, non avrà alcun valido motivo per credere a tali racconti.

Stanzione se la risolve così: abbiate paura dell’inferno perché ci fu una tizia che racconto di certi avvenimenti che narrano di persone che narrano della realtà dell’Inferno.

Notizie di terza mano a voler essere pignoli. Ma sempre notizie. O no?

Dipende quant’è credibile la versione del primo postulatore, poi quant’è attendibile la versione del terzo e infine che cosa intendesse realmente dire l’ultimo povero cristo quando citava l’inferno.

Orbene: vediamo un po’:

Prima di iniziare però attenzione:il discorso citato dall’angelologo è un’arringa, il che equivale a dire che ha un valore di verità non già solo soggettiva ma bensì anche relativa in quanto, some ben si dovrebbe sapere, chiunque parlando in pubblico a furia di metter enfasi alle proprie parole finisce prim’o poi con l’estendere ed esagerare le proprie posizioni.

Tralascio la prima parte perché alla fin fine sono solo altre citazioni. Evangeliche. Un ragionamento circolare ben camuffato insomma. Vediamo dunque le schiaccianti prove proprie di questa fonte stanzoniana:

L’inferno è necessario nell’eternità della Divinità di Dio. Dio è grande, è buono, è misericordioso, è gusto. L’inferno è io riflesso della giustizia, la prigione delle condanne, o meglio, la ricompensa di coloro che in odio a Dio vissero viziosamente.

Non so voi ma noto un concetto di giustizia e di bontà piuttosto autoritario. E dov’è finita la pietà? Fosse anche che abbiano tentato il loro Dio ma non s’era detto porgi l’altra guancia? Che è? Un Dio incoerente?

Qui sulla terra i governi castigano anche a vita o a 30 anni di lavori forzati i delinquenti, e [condannano] alla fucilazione l’anarchico o quelli che oltraggiano il re o il Capo del Governo. Dio, Re e Giudice, condanna alle pene eterne i malfattori;

Insomma Dio è solo la trasposizione metafisica di un archetipo regale. Posta così…

non coloro che cadono per miseria, ma quelli che, con piena volontà e deliberato consenso, si ostinano a non voler riconoscere la sua legge e muoiono senza sacramenti, cioè impenitenti.

Su questa frase immagino che la pristina citazione calzi a pennello.

Il peccatore ingaggia un’accanita lotta con Dio, negando le sue verità e misconoscendo la sua Sapienza e Onnipotenza, e chi deve vincere? Dio!

Anche qui noto un certo spirito assai poco divino: all’incirca quello di un bambino capriccioso che, sapendo d’aver torto, si vendica dell’onta picchiando il compagno.

Se Egli non vincesse non sarebbe Dio! 

Dio non può perdere? E l’onnipotenza dov’è finita?

Voi direte: Ma Gesù Cristo non è morto per noi?

Si, il suo Sangue lava i peccatori del mondo, di tutti i secoli, purché contriti si ricorra a Lui, cioè al Sacerdote.

Ok. Questa la mettiamo dritta dritta nella propaganda politica.

Basta per salvarsi il pentimento di aver offeso Dio? Si, basta, ma la pena resta. Noi però per dannati intendiamo quelli che muoiono oltraggiando Dio e la sua Chiesa. 

Vista l’ultima correzione a che cosa serviva tutta quella manfrina?

Niente!

Esempi: il conte Orloff, generale russo, si trovava con il suo amico generale a Mosca nell’inverno 1812

Anche questo per il soggetto, vista l’epoca, la rifilerei tra le propagande politiche. Ma sentiamo l’aneddoto.

ambedue miscredenti si burlavano della religione e stesero d’intensa tra loro [che] chi moriva prima  [doveva] ritornare ad avvisare l’altro.

Questa storia mi sembra d’averla già sentita. Non è di quelle dove uno alla fine muore ma ritorna e si becca tutto il merito indi per cui alla fine si scopre che è un sosia bisognoso di soldi/fama/rispetto? Sì, insomma: l’archetipo che riprende la storia del dio-gemello-che-muore-e-risorge.

Per altro: che promessa piuttosto bizzarra per due tipi del genere.

Erano trascorse appena tre settimane e Orloff se ne stava a riposo. Si vide sollevare le tendine del letto e comparire pallido e sconvolto il generale suo amico e dirgli: “L’inferno esiste ed io ci sono”. Scomparve.

Orloff più tardi apprese che l’amico, nell’istante in cui gli era apparso, era stato colpito da un proiettile ed era morto.

Mi sembrava…

Nel 1847 una dama nei divertimenti e tra i frequentatori del suo salotto c’era un giovane che ad altro non pensava che a godere. Una notte la dama, aveva appena deposto la candela, quando vide la sua camera illuminata da una strana luce; si aprì la porta ed entrò quel giovane sconvolto, che urlando le prese il braccio sinistro, al polso [dicendo]: “ C’è l’inferno. C’è l’inferno”. E sparì.

E ti pareva: stesso archetipo. Inizio diverso.

Un classico.

Ma certo non una prova visto che entrambe hanno tutti i crismi per essere inseriti senza indugi nella categoria fiabe, favole e racconti. Uno tra questi è che tutti gli elementi che suscitano irritazione alla fine del racconto,a  seguito di un colpo di scena, cambieranno in meglio o semplicemente faranno una finaccia.

La dama spaventata suonò il campanello e accorse una delle cameriere che sentiva odore di bruciato. Sul tappeto erano impresse le orme di un  passo che avevano bruciato il tappeto nel punto calpestato, e il braccio della dama portava al polso, [nel punto] in cui era stata stretta, il segno di una mano che le aveva bruciato le carni. L’indomani si seppe che nella notte il giovane era morto ubriaco.

A costo di ripetermi faccio notare come non esista correlazione tra bruciatura e vino. Indi per cui bisognerebbe andare alla fonte di questi racconti, ove di solito il malcapitato dio destinato agli inferi era il nume tutelare del Sole e per estensione del fuoco (e Venere portatrice del fuoco che riassume in sé bene anche il carattere di prostituto/a). Il vino può essere al massimo quindi inteso come allusione allo Stige/Amelete, cioè la Via Lattea presso i Pitagorici.

Infine, la religiosa conclude con un racconto che non ha nemmeno uno straccio di apparenza di prova. Si basa solo sulla fallacia logica del più ci credo più è vero.

Un cattivo libertino, giovane ventenne, voleva costringere a peccare una giovane cristiana. Questa accettò la proposta ma chiese quattro ore di tempo. Accese tosto un gran fuoco e alla presenza del sollecitatore distendeva i piede sulla brace. “Che fate?” , gli domandò il giovane. “Provo, rispose l’eroina, come potrò poi sopportare il fuoco dell’inferno peccando con voi”.

Il giovane pentito si convertì. 

Come vuole. Contenta lei. 

Se amiamo la legge di Dio e operiamo secondo i precetti divini noi ci salveremo, Ma se agiamo diversamente, che ne sarà di me e di noi sorelle? Pensateci.

Va be’, questa era un Ad Baculum bell’e buone.

Stanzione, non ne fai una giusta. 

Fonte delle idiozie: http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/consacrati/10444-linferno-secondo-madre-paola-palmas

Cosa si dovrebbe leggere Stanzione prima di portare certe prove: http://pontilex.org/2012/01/resurrectio-in-fabula/

24 pensieri su “Stanzione, mio Cuggino e gli Inferi…

    1. FSMosconi Autore articolo

      Sono cintura marrone (pro memoria per me: evitare di vantarsi della cosa)… circa da 6/7 anni quando ancora non si andava per mezze cinture e la FIJKAM non era quel che è ora.

      Rispondi
  1. Blender

    Per chi crede, l’inferno è più un luogo dove c’è assenza di Dio: niente fiamme o effetti speciali. Non è che Dio si diverta a mandare la gente all’inferno in Pontifex Style, è più una scelta dell’uomo. E’ un po’ come decidere di tenere aperti gli occhi e vedere la luce, oppure chiuderli e rifiutarla. E’ una libera scelta, e Dio (pur compatendola massimamente) la accetta. Anche se, personalmente, dubito che la gente possa andarci solo per questioni prettamente sessuali o religiose (chissà perchè Stanzione ha preferito utilizzare la sessuofobia e la paura dell’inferno, su cui la Chiesa si è sempre poggiata per tenere in pugno la gente, piuttosto che rivolgersi alla forza dell’Amore): l’importante è amare Dio (se Gli si crede), se stessi e il prossimo (senza contare poi che il messaggio di Gesù ha reso anche il solo amare il prossimo il migliore dei modi per amare Dio), non è che bisogna aspettare una vita ultraterrena (che vista in salsa Pontifex sembra quasi una droga) per essere felici o infelici …

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  2. Venetian Prince

    Mi ha detto Stanzione che una volta da bambino è morto..
    Mi ha detto Stanzione che ha un colpo che se te lo dà dopo tre giorni muori.

    Mi ha detto Stanzione che per la maggior parte dei teologi moderni, che mio cuggino chiama “new paraculists”, l’Inferno non esiste e secondo il moderno Catechismo è l’anima stessa a scegliere L’AUTOESCLUSIONE da Dio.
    Ma questo non significa che ci saranno fiamme e forconi.

    Comunque io credo ah mio cuggino, che mi ha detto che nell’aldilà mi aspetta un vulcano che erutta aranciata e Lili Jensen..

    Rispondi
    1. admin

      Ultimamente Rai 1 ha dedicato un servizio molto eloquente sui reati connessi all’uso di Facebook.
      Prevedo prestissimo una lenzuolata di articoli Pontifessi relativi alla nuova crociata per l’abolizione del martello, strumento demoniaco usato anche in alcuni film per seviziare donne ed uomini oltre che per ammazzare innocenti cristiani… 😉
      Ed immagino rosari riparatori davanti alle aziende che producono martelli senza impegnarsi adeguatamente per prevenire questi abusi che portano tanto dolore e tanta sofferenza a cristiani sparsi in giro per tutta la nostra terra piatta… 🙂

      Rispondi
      1. Venetian Prince

        E vogliamo parlare degli occhiali, noto strumento del demonio?
        E della macchina fotografica, che secondo alcuni eminenti teologi ruberebbe l’anima?

        Mi ha detto Stanzione che una volta è stato con una che poi gli ha scritto sullo specchio “Benvenuto nell’INTERNETZ”.
        Miiiiiiiiiiiiiii, che paura!!!!!!!!!!11

        Rispondi
  3. Caffe

    Siete un po mosci ultimamente, forse sarà il freddo; invece, su Pontifex.roma, oltre che pubblicare i soliti raptus da incontinenza senile dell’emerito pirla del Babini, stavolta, il sito cattolico non secolarizzato propone uno scoop, ovvero oggi riporta la testimonianza di tal dott. Azzacove, che durante trivellazioni in Siberia, avrebbe scoperto il luogo dove trovasi l’inferno, con tanto di registrazione delle urla dei dannati.
    http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/10490-la-strana-vicenda-del-dott-azzacove-e-la-registrazione-delle-urla-dei-dannati-dove-si-trova-linferno#comments
    Vi prego, non fate petizioni per chiudere il sito PontifeSSo, i film di Totò li ho visti tutti, per ammazzarmi dalle risate mi rimangono solo loro!
    PS se poi mi dite come inserire quei deliziosi emoticons animati che appaiono in calce, ve ne sarei grato.

    Rispondi
    1. Gianluigi Loi

      Grazie della segnalazione caro caffe. L’articolo è veramente straordinario. Ho riso dall’inizio alla fine. La trivella, le urla di migliaia di dannati, lo scienziato che con spirito russelliano crede solo all’evidenza empirica, la ricerca storica sulla localizzazione dell’inferno. Un purissimo delirio! Non si trovano in tutta la rete cose simili.

      Rispondi
      1. AlbertoB

        L’inferno è , definitivamente e senz’ombra di dubbio , dentro la testa dell’autore di quello squallido articolo , ovvero Carlo di Pietro.
        Un inferno popolato da ossessioni , da voci e da paranoia.

        Rispondi
    2. Venetian Prince

      Ho posto questa domanda in Answers, e tra tante cazzate uno sembra aver risposto in modo quasi decente:

      “nell’articolo dicono che è questa cavità è stata trovata a 9 miglia di profondità…più di 14 km!

      peccato che la profondità max raggiunta nello scavo sia stata di circa 12 km: lo scavo di kola..IMPIEGANDO 24 ANNI per raggiungere quella profondità!!!

      quindi questo esimio professore scava 14 km in poco tempo , trova l’ inferno (che sarebbe la più grande scoperta nella storia dell’uomo visto che provi l’ esistenza dell’aldilà) e ricopre tutto senza rilasciare coordinate ne nulla??
      e la ditta per cui lavorava butta via miliardi di dollari e non continua le ricerche?

      è una bufala .”

      Rispondi
      1. Caffe

        admin; ho usato il termine “mosci” perché da qualche giorno commenti e articoli su Pontilex uscivano col contagocce, ho temuto che l’ira del dio pontifeSSo, dopo aver seriamente danneggiato la funzionalità del sito nei giorni scorsi, avesse rivolto la sua attenzione alle vostre simpatiche persone vessandovi con influenze da competizione o coliti da paura; volevo solo tirarvi su, quel “tiè!” vuol dire che ci sono riuscito?
        P.S. per l’ultima volta o vi mando una busta anonima 😡 contenente un proiettile di medio calbro, come caspita faccio ad arricchire le stronzate che scrivo con le simpatiche faccine animate che mi stanno prendendo per i fondelli qua sotto? 🙂

        Rispondi
        1. admin

          Vedi che l’hai trovato da solo? 🙂
          Credo basti cliccare sul sorrisetto che vuoi inserire… Oppure usare i “vecchi classici” come “duepunti meno chiusa-tonda” 😉

          Rispondi
  4. Faggot79

    Inutile preoccuparsi di un possibile inferno visto che, con ogni probabilità, già ci stiamo.
    Al solito, c’è chi lo preferisce al paradiso e chi no e continua a sperare.

    Rispondi
  5. Gaber_Ricci

    Ma per trarsi d’impaccio basterebbe conoscere il pensiero di qualcun altro, oltre ai soliti Sant’Agostino e San Tommaso.

    Toh, Swedenborg, vi dice niente? Egli ha definitivamente posto fine alla dicotomia Inferno – Paradiso, con il seguente ragionamento (semplifico): se un uomo sceglie il male, è perché GLI PIACE il male; viceversa, se un uomo sceglie il bene. Dunque, se un uomo finisce, nella vita ultraterrena, nell’Inferno, cioè in mezzo non al male, ma al Male, allora starà non bene, ma Bene. Ergo, anche l’Inferno è un Paradiso.

    Ciò, ovviamente, prescindendo dal fatto che l’esistenza dell’aldilà (con filmati HD, lo esigo!) è tutta da dimostrare.

    Rispondi
    1. Gaber_Ricci

      Scusate la caterva di commenti, ma ora che mi torna in mente… ma il conte Orloff non era il protagonista di “Nosferatu” di Murnau? Almeno scegli un nome che non facci parte della storia del cinema!

      Rispondi
  6. Gan

    Probabilmente il protagonista a sua insaputa della storiella è il principe Aleksej Feodorovic Orlov. Uomo politico russo (Mosca 1786-Pietroburgo 1861). Figlio naturale di Fëdor Grigorevič, contribuì alla repressione del moto decabrista (1825). Uomo di fiducia dello zar Nicola I, divenne (1836) capo della Terza Sezione politica; ebbe, in seguito, delicate missioni diplomatiche: ambasciatore a Costantinopoli, negoziò con i Turchi la Pace di Unkiar-Skelessi (1833); rappresentò poi il governo dello zar al Congresso di Parigi (1856), dove simpatizzò con Cavour e con le sue posizioni. Tornato in Russia, rivestì ancora alte cariche, ma, come tenace oppositore dell’emancipazione dei contadini, finì per trovarsi in urto con lo zar Alessandro II.

    Rispondi

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