Ancora su Crozza; ancora brutte figure

Ed ecco che ci ricasca; non nel dare la colpa a qualcuno di qualcosa per cui evidentemente non ha alcuna responsabilità, ma nel fare delle solenni brutte figure.

Chi è il soggetto di questa frase? Ma Bruno Volpe, chiaramente; che proprio ieri, ci teneva a far sapere la sua sugli incendi della Liguria, dando la colpa, guarda un po’, a Maurizio Crozza, suo capro espiatorio preferito e che, evidentemente, deve amare molto, per essere sempre informato sulle sue performance.

Perché stavolta Crozza suscita l’ira, per noi, funesta di Volpe? Semplice: per un’imitazione del Papa; che, d’accordo, forse potrebbe essere sanzionato, dal nostro codice, come vilipendio a capo di stato estero (e sulla liceità di perseguire i reati di opinione bisognerebbe tornare), ma allora non si capisce perché Volpe non si sia inalberato quando, che so, Fiorello, che pure nelle settimane scorse gli ha regalato una notorietà a dir poco immeritata e vergognosa, si rivolgeva ironicamente ai capi di stato di mezzo mondo; e perché lui stesso, se ritiene questo comportamento, diciamo, irregolare, scriva, in modo a dir poco irriguardoso, al capo di stato di questo paese, pur mascherandolo in un profluvio di parole.

Ma si sa, Volpe rimpiange i bei tempi andati, e qualche volta l’ha scritto lui stesso, e quindi tra le righe del suo articolo si può leggere senza troppa difficoltà una certa nostalgia delle teocrazie del passato, e di conseguenza che quello di cui vorrebbe incolpare Crozza è, in realtà, lesa maestà; e che chi si scandalizzi per le teocrazie altrui abbia tali rimpianti è già di per sé una brutta figura, ma tutto sommato comprensibile, ed il nostro potrebbe giustificarsi citando, a sproposito, qualche passo biblico (“Non sappia la tua destra ciò che fa la tua sinistra”, per esempio), essendo la Bibbia un libro così immenso che dentro vi si può leggere tutto ed il contrario di tutto, come dimostrano le innumerevoli sette in cui si sono frammentati cristiani ed ebrei; anzi, si potrebbe dire che si sono frantumati solo gli ebrei, visto che, come spesso si dimentica, il cristianesimo nacque come costola dell’ebraismo.

Sono tuttavia altre affermazioni che, alla luce delle notizie di questi giorni, appaiono a dir poco esilaranti; le citerò, ovviamente, senza aggiungervi o togliervi nulla, portando così, come vede, signor Volpe, ai suoi testi il medesimo rispetto che voi cristiani, stante l’Apocalisse di Giovanni, dovete a portare a quelli che considerate sacri; semmai, per come voglio impostare il mio discorso, le riporterò in ordine diverso, e di questo spero che mi perdonerà.

La prima di cui vorrei parlare è questa:

Dio non manda mai il male, in quanto essere buono e misericordioso, ma permette il male, perché da questo possa derivare un bene. Il bene, in questo caso, è il concentrasi sul motivo di questa sciagura, formulando semplicemente ipotesi e lanciando spunti di riflessione.

Su questo punto sono già intervenuto, ma, si sa, repetita iuvant: il Dio che Bruno Volpe propaganda, se agisce in questo modo, è un Dio profondamente ingiusto, che ignora un principio cui siamo giunti anche noi, piccoli uomini, per quel che appare più probabile oggi, parenti stretti delle scimmie, e che lui (il Volpe, non Dio) dovrebbe conoscere bene, essendo un avvocato: quello secondo cui la responsabilità penale è personale; ossia, che se io uccido una persona, sono io che ne pago la conseguenze.

La sua giustificazione non risolve questo problema: poiché, se Dio manda il male come ammonimento e “spunto di riflessione” per le azioni di Crozza, e questo deve essere ancora dimostrato, perché per ora ciò che abbiamo appurato è solo che si è offeso Volpe, può colpire benissimo solo Crozza: egli è conosciuto, e del suo male si parlerà, e qualcuno collegherà l’“offesa a Dio” che ha compiuto a quel male che l’affligge. E questo qualcuno troverà senza dubbio più appigli che nel caso in questione; perché, a commento di questa frase:

Che nella terra di Crozza, la Liguria in pieno periodo natalizio, si è scatenato un incendio dalle enormi dimensioni.

bisogna dire che il Dio punitore, forse accecato dall’ira, dimentica perfino la geografia che egli stesso avrebbe creato: l’incendio ha riguardato la Liguria, è vero, e solo la Liguria; ma, a quanto ho potuto appurare, sono stati colpiti i paesi di Vado Ligure e Villa Faraldi, che distano dal capoluogo di regione in cui il comico risiede, rispettivamente, cinquantaquattro e ben centoquindici chilometri; seguendo una strada costiera, e non la via del mare, d’accordo, ma, per quel che ho visto finora, gli incendi si propagano sulla terraferma, e non sulle acque salmastre del mar Ligure.

Quasi trecento, per ora, sono gli sfollati.

Certo, per motivi di sicurezza; sfollati che oggi, giorno ventisette dicembre, solo due giorni dopo questo drammatico incendio, sono rientrati nelle loro case, poiché, solo due giorni dopo questo drammatico incendio, esso è stato domato. Un avvertimento, a ben vedere, piuttosto leggero; e che comunque non si adatta certamente ad essere commentato in questo modo:

Dall’incendio, è nata una sorta di esodo.

Altra frase:

Nessuna colpa ovviamente hanno costoro che meritano tutta la umana solidarietà, ma analizziamo: che cosa sta divampando? Fiamme, quelle che purificano, ma anche indicano l’Inferno, la dannazione.

che mostra la sua debolezza senza dover neppure ricorrere alle notizie del giorno dopo. Perché qui non si tratta di una previsione catastrofica che si è rivelata inesatta e che, dunque, ha inficiato la già scarsa forza delle argomentazioni addotte, ma contraddittoria di per sé: Volpe, come se ce ne fosse bisogno, afferma che i liguri coinvolti non hanno nessuna colpa; ed allora, perché mandare le fiamme purificatrici ed immagine di quelle dell’inferno? Per purificare da cosa, ed a qual fine?

Crozza, vai avanti in questo modo, ogni volta che ne combini una ecco il messaggio: alluvione a Genova e incendio nella Liguria.

Questo, ovviamente, è il punto nodale dell’articolo; e, neanche a dirlo, contiene una tale caterva di errori che elencarli tutti porterebbe questo contenuto ad essere più lungo del suo contenitore, il che è contrario alle consuetudini.

Ad essa, comunque, anche senza scendere nel merito, si può controbattere dimostrando come, con l’applicazione del medesimo “ragionamento”, si possono pure giustificare affermazioni che, probabilmente, i gestori del blog non sottoscriverebbero: per esempio, che Dio è irato verso il Natale. Non quello consumistico, stigmatizzato nella chiusa dell’articolo, come al solito dedicata ad altro rispetto a quanto trattato fino a quel punto, tra l’altro con una distorsione della realtà (i sette texani di cui parla Volpe non sono morti mentre scartavano i regali, sono stati assassinati), ma proprio la ricorrenza religiosa della nascita di Gesù Cristo. Senza considerare quanto detto più volte in passato: la città dell’onorevole Scilipoti, Barcellona Pozzo di Gotto, è stata colpita da un alluvione che la puniva per le affermazioni omofobe del suo cittadino.

Non solo, ma si può anche considerare la domanda opposta: Crozza ha imitato il papa altre volte, in passato; perché Dio si offende solo ora?

Sovvengono due risposte maliziose: che Dio, questa volta, se la sia presa, contro il precetto del suo stesso figlio unigenito (“Dai a Cesare quel che è di Cesare”), perché questa volta Crozza irrideva il fatto che gli istituti che hanno “anche fini religiosi” non paghino le tasse (ho semplificato con l’accetta, lo so; perdonatemi), o che Volpe sperasse che l’emergenza fuoco durasse un poco di più, per poterne cavalcare l’onda mediatica come fatto nel caso della morte di Francesco Pinna, di cui io ed altri abbiamo avuto modo di parlare.

Il secondo pensiero è, ovviamente, ben lungi da noi; ma se, per assurdo, questo fosse stato l’intento di Volpe, stavolta gli è andata male: come detto, la “crisi” s’è risolta subito, e la causa non è stata individuata in uno dei segni eclatanti dell’onnipotenza di Dio, ma in qualche piccolo petardo lanciato da ragazzi un po’ troppo eccitati dal Capodanno venturo. Un po’ poco, per Uno abituato a far piovere zolfo e fuoco su Sodoma e Gomorra.

Ed a proposito di Sodoma e Gomorra: questo precedente dovrebbe far desistere Dio dall’agire come Volpe pretende che agisca. Perché, se continua a colpire molti innocenti per punire un solo (preteso, non mi scorderò mai di ricordarlo) colpevole, offre il fianco a chi dice che sta invecchiando piuttosto male, sviluppando una certa tendenza giustizialista: quand’era più giovane, almeno, colpiva un’intera comunità, certo, che però era colpevole (anche se secondo i canoni piuttosto severi di quell’epoca), e comunque solo dopo aver permesso agli innocenti di mettersi in salvo.

14 pensieri su “Ancora su Crozza; ancora brutte figure

  1. AlbertoB

    Guzzanti , nella sua recente opera “Aniene” andata in onda su Sky , fa un imitazione del Papa piuttosto dissacrante e divertente. Dato il fatto che Roma (città d’origine di Guzzanti) non è ancora stata rasa al suolo da qualche calamità naturale penso si possa tranquillamente dedurre che dio (in minuscolo , il personale dio di Volpe va scritto minuscolo) non ha l’abbonamento a Sky. E neanche Volpe , ma non me ne stupisco. Quello in televisione guarda solo la Domenica
    Sportiva , 90esimo Minuto , Studio Sport , La Prova del Cuoco e l’Angelus la domenica.

    Rispondi
  2. francesco

    aggiungerei anche il programma gli sgommati. il papa sta pure li, oltre che altri capi esteri.

    si chiama satira, p1rl4 d un volpone!

    Rispondi
        1. Compagno Z

          Sì, ho visto l’e-mail oggi e gli ho mandato una risposta per ringraziarlo. Anzi già che ci sono ringrazio tutti quelli che si sono interessati alla mia richiesta. Avevo il dubbio che Foxy stesse parlando del sottoscritto con l’espressione “bergamasco informatico” (ma, col senno di poi, era abbastanza chiaro che non stesse parlando di me) e volevo togliermi la curiosità. Grazie ancora a tutti.

          Rispondi
  3. Gianluigi Loi

    ah caro Gaber il suo articolo mostra enormi lacune nella teologia volpiana.
    un semplice esempio

    “Ad essa, comunque, anche senza scendere nel merito, si può controbattere dimostrando come, con l’applicazione del medesimo “ragionamento”, si possono pure giustificare affermazioni che, probabilmente, i gestori del blog non sottoscriverebbero: per esempio, che Dio è irato verso il Natale. Non quello consumistico, stigmatizzato nella chiusa dell’articolo, come al solito dedicata ad altro rispetto a quanto trattato fino a quel punto, tra l’altro con una distorsione della realtà (i sette texani di cui parla Volpe non sono morti mentre scartavano i regali, sono stati assassinati), ma proprio la ricorrenza religiosa della nascita di Gesù Cristo. Senza considerare quanto detto più volte in passato: la città dell’onorevole Scilipoti, Barcellona Pozzo di Gotto, è stata colpita da un alluvione che la puniva per le affermazioni omofobe del suo cittadino.

    Non solo, ma si può anche considerare la domanda opposta: Crozza ha imitato il papa altre volte, in passato; perché Dio si offende solo ora”

    1- il buon signore legge pontifex e decide le sue punizioni secondo le indicazioni di volpe. Se volpe suggerisce, dio (minuscolo) esegue
    2 – nelle relazione teologica fra volpe e il suo dio non esiste ne tempo ne principio di causa effetto (neanche nella mente di volpe a dire il vero- che è una immagine del suo dio). La punizione per gli orribili apostati colti nell’atto di scartare i regali era già avvenuta nel tempo e sempre avviene. Volpe la conosceva prima che accadesse e dunque ha comiciato la sua santa predicazione contro il consumismo. Il buon signore ha solo inserito un esempio pratico.
    3- é colpa del secolarismo e del modernismo se il buon signore deve punire gli innocenti per far riflettere i reprobi. Prima gli uomini capivano meglio e subito. Pestilenza- conversione. Ora stupidamente danno retta alla scienza e le punizioni devono essere leggermente più eclatanti.

    Rispondi
  4. FSMosconi

    Forse con fuoco purificatore Quel volpone di Volpastren si riferisce a l’evento ciclico descritto dal sacerdote Sais nel Timeo:

    “Oo Soloon, Soloon, Helleenes aei paides este, ghenor de Helleen uk estin”. Akusas un. “Poos tì tuto legheis;” Phanai. “Neoi este”, eipein “tas psukhas pantes: udemian gar en autais ekhete di’arkhaian akoeen palaian doxan ude matheema khronoo polion uden. to de tutoon aition tode. pollai kata polla phthorai ghegonasin anthropoon kai esontai, Puri men kai Üdati meghistai […] tuto müthu men skhema ekhon leghetai, to de aleethes esti toon peri gheen kat’uranon iontoon parallaxis kai dia makroon kronoon ghigomenee toon epi ghees püri polloo phthora.

    “Solone, Solone, voi Greci siete sempre ragazzi, un vecchio fra i Greci non esiste!”. All’udire quelle parole, egli chiese: “Siete spiritualmente giovani”, rispose “perché nelle vostre menti non avete nessuna opinione formatasi per lunga tradizione e nessuna conoscenza incanutita dal tempo. E il motivo è questo: avvennero e avverranno per l’umanità molte distruzioni in molti modi, le più grandi con il fuoco e con l’acqua […] [parlando del mito di Fetonte] la verità è la deviazione dei corpi che girano in cielo intorno alla terra e la combustione, a grandi intervalli di tempo, delle regioni terrestri per una sovrabbondanza di fuoco

    Però, vista la levatura intellettuale del personaggio, ne dubito 😀 😉

    Rispondi
    1. FSMosconi

      Pardon: si potrebbe modificare quel

      iontoon parallaxis kai dia makroon kronoon ghigomenee toon epi ghees puri polloo phthora.
      dell’ultima riga

      Con

      iontoon parallaxis kai dia makroon kronoon ghigomenee toon epi ghees püri polloo phthora.

      (Püri = a/con/attraverso il fuoco [fuoco= pür-os], puri = qualcos’altro che non so nemmeno se esiste come parola in greco)

      ?

      :!

      Rispondi

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