Quando un povero bastardo che non conta nulla e si sente chi sa chi comincia a fare qualcosa di straordinario, ecco che in un attimo altre persone cominciano a seguirlo ciecamente. È una legge universale
Dutch
Cosa c’entrano un impiegato, una Lara Croft passata al lato oscuro e la Thailandia? Molto, se state parlando di Black Lagoon. Sì, ma perché un pastafariano dovrebbe parlarne? Metti che c’è il mare, molto mare… metti che le scene d’azione sono talmente mozzafiato da tenerti incollato allo schermo… e metti che i protagonisti sono quasi dei pirati e tutto si spiega.
Ma di cosa parla questo anime? Partiamo per gradi: Rokuro Okajiima è un impiegato di un’industria giapponese, questa è protagonista di diversi e loschi scambi, e dato che il povero impiegato è venuto suo malgrado a conoscenza della cosa l’azienda decide di eliminarlo. Però c’è un però: difatti Rokuro è stato rapito dalla Black Lagoon, dei fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge, per il riscatto. Caso vuole che alla fine Rokuro verrà perdonato dai suoi superiori ma che questo decida di rimanere con la gang. E da qui inizia una serie di autentica adrenalina, scontri a fuoco e molta molta violenza.
E adesso via agli aspetti che rendono questo cartone consigliato a qualsiasi pastafariano, e non 😉 :
(iper-)realismo
Ok ok: in genere i cartoni, anche quelli migliori hanno sempre qualche esagerazione nei personaggi. Non dico che qui non ci sia, ma la spiegazione ai loro comportamenti in questo cartone in particolare è particolarmente realistica e coinvolgente! Non ce n’è uno, dico uno che non agisca come un assassino per puro spirito omicida innato come spesso si lascia sottintendere. C’è chi ha avuto un’infanzia traumatica, chi è stato tradito nei suoi (cechi) ideali, c’è chi è stato vittima di un’ingiustizia troppo grande… una parola: epico! E tragicamente umano.
La violenza e l’etica
Di solito non mi soffermerei su questo punto, ma è per coerenza e per spiegare meglio il concetto di sopra: la violenza difficilmente è gratuita e se lo è viene mostrato prevalentemente l’aspetto maniaco della cosa, concentrandosi in genere sui tetri visi rendendo così la cosa anche un po’ thriller. E la cosa non finisce qui, dacché anche l’etica viene smontata e rimontata a seconda della visione del killer della situazione, conducendo il protagonista e lo spettatore a ragionamenti molto tristi ma anche molto profondi, in particolar modo sull’ipocrisia e sulla fin troppo facile divisione buoni-cattivi.
Humor nero
Se pensate che le battute da film d’azione pre/post-combattimento siano penose potrete trovare un’eccezione particolarmente riuscita. Secondo voi quanti modi ci sono per dire ucciso con un’arma da fuoco? Be’, qui ne troverete a centinaia, uno più stroncante dell’altro. Passando dal semplice “fumare dalla fronte” al più complicato “ballare il cha cha cha con una pinta d’acciaio” al poco carino “aprire un buco del culo extra”. E non vi dico la battuta per eccellenza che gira attorno alla città ove si svolgono gli eventi – Roanapur -!
Revy. (Armi. Tante armi)
D’accordo: di Girl With Gun ne abbiamo viste abbastanza, Croft e Trinity prime tra tutte ma… mai così. In genere, questo cliché tratta di una donna che poco ci manca che non dorme con i lanciarazzi e che fa il suo lavoro in modo spietato e asettico. Non è il caso di Revy. Si, è vero: quasi sembra che sia più attratta dai grossi calibri che dal genere maschile ma asettica nelle stragi. Asettica col cavolo! Revy gode, ride, quando può sparare a qualcosa e se sufficientemente aizzata non va tanto per il sottile. Ciò non significa che sia una pazza, non oltre un certo limite: difatti via via procedendo negli episodi rinsavirà diventando meno cinica. E comunque mantiene sempre un minimo di razionalità e di, inquietante, senso morale al contrario di certe Venezuelane ex-FARC.
La sigla
La sigla è tutto un programma:
httpv://www.youtube.com/watch?v=AC6REhy5L38
Se ancora vi state chiedendo: cosa c’entra questo col pastafarianesimo? Vi risponderò: perché non dovrebbe?
Ramen, fratelli
Fonte dell’articolo: http://pontilex.org/2011/08/grandi-filibustier/
Quando l’eterodossia è dottrina, anche un manga diventa parte degli insegnamenti! 😆