ecco, finalmente, un post che non c’entra niente con pontifex.roma, con l’omofobia, con l’antisemitismo… o forse si?
alcuni eventi nel corso della mia vita hanno fatto si che io parli fluentemente l’inglese. per mantenere “l’orecchio” seguo giornalmente i telegiornali inglesi ed americani sul satellite. ai piu’ informati non sara’ certo sfuggita la sommossa popolare che infuria a Londra da ormai tre giorni.
questo evento mi ha fatto riflettere. mi hanno fatto riflettere certe parole che ho sentito e certe immagini che ho visto.
le parole : “Se siete abbastanza adulti per commettere questi reati lo siete anche per affrontare la punizione” Primo Ministro Britannico David Cameron
le immagini : due o tre donne di colore con delle buste fuori da un negozio di articoli sportivi, come se fossero appena uscite dallo shopping mentre provano ed indossano scarpe da tennis bianche, probabilmente Adidas, appena rubate nel negozio.
ho ascoltato i commentatori inglesi parlare di vandalismo, teppismo, hooliganismo che non e’ stato ancora estirpato… parole. tutte parole che hanno un senso per chi ha ancora una visione. e il ricordo torna a parigi, alla rivolta delle banlieus. ma forse queste parole possono risultare limitate. potrebbero essere il dito dietro il quale nascondere la luna.
il rischio che stiamo correndo tutti edi non comprendere, di guardare, come al solito, la punta del dito che copre la luna. fate attenzione, non sto giustificando la sommossa, non giustifico l’aggressione, la devastazione, l’attacco alla polizia. ma voglio e devo pormi delle domande. anzi una sola. perche?
perche’ e’ bastato un ragazzo ucciso dalla polizia mentre tentava di sfuggire all’arresto a scatenare questo inferno? forse perche’ per certe fasce sociali la misura e’ colma. perche’ appartenere a certe classi sociali, oggi in europa, equivale alla peggiori delle condanne, senza galera. la condanna del non-futuro.
il malessere sociale inglese non e’ una novita’. ma non e’ neanche una singolarita’. abbiamo situazioni di disagio simili in Francia, in Spagna, in Grecia e anche in Italia.
esiste ormai una intera classe sociale, nuova e creata dall’ultima globalizzazione, di persone senza futuro. persone che vivono di precariato ed espedienti. persone che, a causa dei continui tagli alle spese pubbliche, si vedono negati i diritti fondamentali come la salute e l’istruzione. persone che non possono avere una casa. persone che non avrano mai la pensione.
queste persone costituiscono una nuova classe sociale, creata ex-novo. provengono dal proletariato urbano, dalla piccola borghesia, da quella che tutti chiamano “classe media”. una classe sociale trasversale alle classi sociali “classiche” e trasversale in tutta europa.
la risposta che la politica ed i media inglesi stanno dando e’ insufficiente. sicuramente la polizia inglese riuscira’ a sedare la sommossa ma la politica, non solo quella inglese, dovra’ porsi delle domande serie. bollare questa rivolta come “le intemperanze di una banda di teppisti” sarebbe come nascondere la luna con un dito.
c’e’ ben altro malessere dietro questa rivolta, un malessere che non e’ solo inglese ma europeo. sarebbe un errore fatale se i politici non se ne accorgessero e non pensassero ad una soluzione per i milioni di giovani che ormai a tutto pensano tranne che al loro futuro, visto che quel futuro e’ stato rubato da quella politica.
Perche’ e’ bastato un ragazzo ucciso dalla polizia mentre tentava di sfuggire all’arresto a scatenare questo inferno? forse perche’ per certe fasce sociali la misura e’ colma. Perche’ appartenere a certe classi sociali, oggi in europa, equivale alla peggiori delle condanne, senza galera. la condanna del non-futuro.
Non sono del tutto d’accordo con questa tua affermazione: io la correggerei con Perche’ appartenere a certe classi sociali, oggi in europa, equivale alla peggiori delle condanne, senza galera. la condanna di non poter mai ottenere il futuro mostrato nella pubblicità.
Secondo me non è un caso che le signorine che porti ad esempio siano andate a rubare delle scarpe da tennis di marca.
anche perchè sono dei simboli che rappresentano un benessere che non ti puoi permettere.
Condivido pienamente l’accostamento tra i vari movimenti di protesta che stanno fermentando nella “pancia” dell’Europa. Ottima analisi, ottimo sguardo gettato oltre il muro. Ampliamo gli orizzonti. Grazie!
Bell’articolo… molto meno bella è la situazione. E’ vero che le cose stanno così… e infatti spesso provo un vero e proprio senso di… smarrimento ? non so se è la parola giusta che avevo in mente.
La sensazione che “il futuro non sia più assicurato” è molto forte anche nella mia esperienza di tutti i giorni… e quello che è peggio è che sono periodi simili che possono portare le persone a cercare consolazione e sfogo nelle peggiori ideologie o trovando facili capri espiatori sulla quale potersi sfogare…
Questo succede perchè la differenza tra le classi sociali si fa sempre più elevata. Ma da lì le rivolte potrebbero allargarsi sempre più: la classe politica guarda troppo se stessa, taglia le spese ed il futuro al suo popolo, ed i giovani si stancano di questa orribile situazione, mentre i governi non capiscono. Finchè la classe politica sarà cieca le cose possono solo peggiorare. Le rivolte sono sbagliate perchè possono sfociare in una situazione incontrollabile, ma finchè ci sarà qualcosa da salvare questo pericolo resta minimo, ma cosa succederà quando non ci sarà più niente da perdere????
tra l’altro settimana scorsa i parlamenti si sono aumenati lo stipendio e i giorni di ferie! Poverini… proprio quando noi abbiamo gli aumenti contrattuali bloccati, anche se proggrediamo di livello lo stipendio non viene adeguato. Il loro sempre.
Per non parlare dei dirigenti statali che hanno rinnovo automatico del contratto con adeguamento annuale istat.
cosa c’è da salvare ? per me piu nulla , può pure tutto crollare !
prima crolla e prima si volta pagina , anche se sarà dura ricostruire ,ma io non sono un anarchico.
affus, sarei pure d’accordo, ma se a ricostruire, dopo il “giusto” crollo della nostra imperfetta società, fossero chiamati quelli come te, preferirei un cancro sulla punta dell’uccello e non in senso metaforico, né, tanto meno, biblico.
non ho mire di governo, stai tranquillo perchè è tanto utopico quello che affemo, ne sono ben convinto, che non mi faccio nessuna illusione .
Purtuttavia credo di avere una visione completa di come dovrebbe essere una nuova societa
,quella da contrapporre alla societa massonica basata sul relativismo, sincretismo e massoneria dei partiti.
una rinascita tipo quella post-II guerra mondiale andrebbe più che bene, ma purtroppo lo scenario di V per vendetta non mi sembra neanche tanto impossibile.
Condivido.
La gestione del potere è bel altra cosa della gestione del bene comune: il primo prevale sempre sul secondo perchè si rischia ogni 5 minuti di essere fatti fuori dall’avversario di turno. In Italia abbiamo un maestro di gestione del potere, unito alle doti tipiche del venditore di fumo.
Sono stato in Inghilterra ultimamente per lavoro per 3 settimane: un amico vive ormai lì da anni e tra le mie impressioni e il nostro scambio di opinioni constatavamo che la multietnicità della città viene esportarta come un valore della capitale inglese. In parte è vero e Londra conquista per la sua ricchezza e la sua liberalità (ho visto personalmente coppie omosessuali camminare per strada tranquillamente esternando senza problemi il loro stato), ma è anche vero che la società inglese è sostanzialmente ingessata e la scalata delle classi sociali è spesso una missione impossibile lì dove una misera percentuale della popolazione possiede la maggior parte della ricchezza. E’ il mercato dicono, ma nessuno si deve stupire se all’aumentare del differenziale di ricchezza e benessere tra le persone, aumenta anche il potenziale di conflitto. E basta un piccolo cortocircuito, un interruttore per far scaricare tutto il potenziale accomulato: funziona così anche in natura.
bisogna trovare delle risposte valide a questa impostazione di civilità fondata su un illusione di libertà e democrazia .
Allora parti per il Regno Unito a diffondere il verbo!
Mi permetto di dire la mia su questo argomento, affrontarlo in modo serio non è cosa da poco, si rischia di cadere da un luogo comune all’altro e di dire cose banali o poco politically correct.
Da come conosco le cose, classi subalterne alle altre, in tutte le società da che esiste il genere umano, sono sempre esistite, come le formiche o le api operaie: prima che mi linciate, premetto che la cosa non sta bene neanche a me, ma è così che stanno le cose. Si può far parte di queste classi neglette per nascita, per discriminazione, per immigrazione, per le nuove povertà indotte dalle ricorrenti crisi economiche., il colmo della sfiga è soddisfare più di una di queste condizioni contemporaneamente.
Da questa condizione se ne può uscire solo essendo tre volte più in gamba di un qualsiasi appartenente alle classi dominanti, perché è più facile lasciarsi andare e vivacchiare ai margini dell’opulenta civiltà circostante raccogliendo solo le briciole dei lauti pasti altrui: per capire meglio immaginate che: fin dalla nascita vedi i tuoi sbattersi come matti solo per arrivare alla fine del mese, la scuola ti sembra solo tempo perso e spesso nessuno ti spiega che non è così, ti guardi intorno e vedi che tutti vivono come dice la tv, ma tu non puoi, in galera, per le persone come te, l’ingresso è garantito per ogni minima stronzata, mentre tutti gli altri dovrebbero ammazzare, di fronte a testimoni, almeno un ministro per non parlare di miliardari tutti intenti a fare altri miliardi incuranti di farlo mandando sul lastrico milioni di persone.
Allora ti aggreghi, entri a far parte di qualche tribù: una squadra di calcio, una gang giovanile, un credo politico forniscono l’alibi per scatenare la rabbia repressa: la sconfitta nel derby, il G20 o la morte di un “ribelle” come te ucciso dalla polizia o da un gioielliere bastano e avanzano.
E’ un cane che si morde la coda, se nasci ai margini della società, sicuramente l’ambiente ostacola ogni possibilità di miglioramento, e se qualcuno, come è successo a me, non ti aiuta a capirlo, l’ambiente ti risucchia nell’indolenza, ottusa figlia dell’ignoranza, alla fine, troppo spesso, uno si ritrova, quotidianamente a covare rabbia e frustrazione ma, se non ti fracassa la vetrina del negozio, o ti brucia l’auto che devi ancora pagare, a nessuno gliene frega niente.
è una buona descrizione dei fatti, ma non dai nessuna risposta al problema .
affus, il tuo guaio è pretendere che ad ogni problema ci sia, bella e confezionata una precisa risposta; se tutti la pensassero così, in Italia, per esempio, ci sarebbe la pena di morte, per fortuna gli idioti come te, dappertutto, sono ancora una minoranza.
per fortuna , ma ho buone speranze che l’idiozia , malattia contagiosa , prendera tutti.
Faccio fatica a esprimere una opinione sensata. I saccheggi dei negozi di abbigliamento mi fanno pensare che non siamo davanti a una rivolta ma davanti alla criminalità. è tuttavia difficile non collegare il tutto alle misure “anticrisi” di cameron e ai tagli sociali in una terra che ha una solidissima tradizione di welfare. Io provengo dalle classi subalterne. Conosco la violenza e la sua stupidità. So benissimo, perchè la ho sperimentata, che dalla violenza di classe non viene generata sicurezza o benessere. Semplicemente i capobranco si arricchiscono, mandano al macello i soldati e lucrano sulla rabbia. Non mi ha mai affascinato. ho sempre preferito studiare e farmi il culo che spaccare vetrine. E partecipare in questo modo a tutte le rivolte della mia generazione. Usando parole come proiettili. Ma parole.
Ok questo , questo è parlare: nascere ricchi, non sono un ipocrita, sarebbe bello, ma costruirsi onestamente dal nulla una vita dignitosa per me non è riconsolarsi con l’aglietto: vuoi mettere la soddisfazione?
è l’unica strada che consiglierei a mio figlio
Concordo in pieno , parola di chi lavora come uno schiavo da ormai 15 anni.
Il punto , secondo me e cercando di evitare i luoghi comuni di cui parlava giustamente Caffè , è che ormai è molto diffusa la mentalità per la quale è meglio fare strada avendo un bel culo o sapendo prendere a calci una palla.
Alcuni ce la fanno , ma gli altri?
La colpa? Dei genitori con il cervello frullato dalla tv (sappiamo tutti chi è il proprietario delle reti televisive di cui parlo) dei grandi fratelli , del pallone a tutte le ore , delle marie de filippi e di tutti gli escrementi che questa cloaca chiamata televisione propina alla gente.
IL problema è solo uno e uno solo !!!
Questa europa l’hanno fatti i banchieri , è una società ad uso e consumo delle banche , del guadagno, delle lobby economiche e commerciali ; non è l ‘europa dei popoli , ora i nodi stanno venendo al pettine e questi che stiamo vedendo sono i risultati, anzi quelli che verranno saranno ancora peggio…..
Infatti è così… credo che molte generazioni oggi crescano con l’idea che il modello da seguire sia il Fabrizio Corona, il calciatore o la velina di turno… e in fondo è anche comprensibile: non viene lasciata nessuna prospettiva di potersi costruire una vita “sicura” (e per sicurezza mi riferisco alla sicurezza economica che non consiste nell’essere benestanti, ma nell’avere almeno la certezza di un posto fisso e di un tetto sopra la testa) fondata sull’impegno in una vita “normale”… l’unica speranza dell’immaginario di oggi è trovare la “via miracolosa” che permetta di scappare da questa prospettiva di vita che lascia davvero spazio soltanto alla disperazione… quindi le uniche soluzioni sono… vincere al Totocalcio o al Gratta & Vinci, oppure sposare un uomo già ricco, come aveva consigliato Berlusconi tempo alle ragazze di oggi… E se uno può fare carriera sulla propria immagine, non è del tutto incomprensibile la cosa… è una triste realtà, e la cosa più triste è che dopo il “sogno americano” ora qui da noi tutto questo è diventato il “sogno italiano”, cioè diventare velina, calciatore o icona televisiva… penso che questo video descriva perfettamente quello che per esempio è diventato il “sogno” di molte belle ragazze italiane http://www.youtube.com/watch?v=vXZPwSdsDuo
E per una volta non me la sento di dare completamente torto nemmeno ad affus, sebbene immagino che lui pensi al “complotto” di livello collettivo (della serie “ci siamo messi tutti d’accordo 2000 anni fa su questa cosa, come riportato su una tavoletta scritta in aramaico ritrovata in Svervegia l’altro giorno all’ora di pranzo”)… ad ogni modo è vero che questa è una società sempre più fondata sul consumo, sul potere dei soldi e dell’essere umano ridotto soltanto a “risorsa” con l’unico compito di produrre più che può e consumare più che può (e quando non può più fare almeno una delle due cose, che crepi pure!). Il problema è… anche se ce ne rendiamo conto, cosa possiamo fare ? Perchè sono il primo a rendermi conto che, sapendo ciò e pur parlandone, non so cosa io possa fare…
Faccio l’esempio del mio “sogno infranto”… io volevo studiare filosofia e volevo insegnare filosofia, volevo formare le generazioni future, insegnare loro a pensare con la propria testa, ecc. ecc. Ma non avevo soldi per studiare ed ora mi ritrovo a fare un lavoro che detesto (il classico e unico genere di lavoro che abbonda oggi per i giovani… quello in cui devi rompere i coglioni al prossimo tutti i giorni come un testimone di geova, e pagato decentemente solo a provvigione, quando sei fortunato)… ma quelli che invece hanno potuto studiare e laurearsi ? Ho appreso che quasi tutti quelli che conosco che si sono laureati oggi non insegnano, non hanno trovato un posto… e così c’è chi è andato a lavorare in una fabbrica di racchette da tennis in Germania, chi fa l’assicuratore, chi lavora in un bar, ecc. ecc. nonostante la laurea…
E’ una merda insomma…
“Ho appreso che quasi tutti quelli che conosco che si sono laureati oggi non insegnano”
La mia abitudine ad evitare le affermazioni assolutistiche questa volta mi ha fatto dire una cosa sbagliata… nessun “quasi”… TUTTI quelli che conosco personalmente che si sono laureati nella facoltà che volevo fare io… TUTTI non hanno trovato impiego nel mondo dell’insegnamento. Nonostante nei film la gente continui ad essere mediamente sempre avvocato, ingegnere, medico, insegnante o superman xD
Finchè avremo un ministro dell’istruzione che dice pubblicamente cose come “Dante Alighieri non è un buon companatico” o che “le materie umanistiche non sono utili come quelle scientifiche” cosa vi aspettate?
Sono d’accordo AlbertoB. Inoltre è proprio un discorso di mentalità che è cambiata: i nostri genitori una volta(o i nonni) avevano la mentalità del sacrificio: e cioè se voglio ottenere qualcosa è NORMALE che debba sacrificare tempo, risorse e guadagnarmelo.
Oggi fare sacrifici è un’anomalia per sti sbarbatelli abituati alle comodità, al vezzeggio.
Studiare 6 ore al giorno? perchè mai quando posso andare in TV a sparare cazzate o sdraiarmi sul divano con mezza Italia che mi guarda, non servono titoli di studio, faccio i milioni e poi vado a fare telefilm squallidi in cui faccio il carabiniere che si tromba una bonda random. Perchè lavorare e imparare un mestiere, se imparo a calciare un pallone? Figa, champagne e partite di pallone tutte le domeniche!
Perchè lavorare per comprarmi l’iphone se PAPA’ me lo compra senza farmi fare fatica!?Perchè lavorare un mese d’estate e aiutare i miei genitori, quando posso trascorrerla tutta al mare a non fare una ceppa!?
Questi sono i giovani d’oggi, che si chiedono perchè dovrebbero fare fatica per ottenere qualcosa che tanto i genitori gli daranno comunque. E questi crescono con la mentalità del “perchè dovrei sacrificarmi, perchè dovrei fare fatica quando c’è la via breve?”
E questa è la società di oggi, popolata da persone che non hanno voglia di fare un tubo, che non hanno interesse per nulla, gusci vuoti che hanno perso il sapore per tutte le cose.
Io sinceramente mi vedo già disperato ad avere un figlio in questa società, quando (mi immagino ad esempio) lui avrà a che fare coi suoi compagnucci, i cui genitori compreranno loro il cellulare quando ancora frequenteranno la 4 elementare e mio figlio chiederà a me la stessa cosa. Io glielo negherò spiegandogli che “a 9 anni il cellulare non è di nessun utilizzo se non un gingillo costoso che ancora non gli serve a nulla” e lui mi vedrà come un padre stronzo. Stessa cosa quando mi chiederà il motorino (chi di noi non è mai anadto a fare un mese o due d’estate a lavorare per comprarsi il motorino o almeno per contribuire a farlo).
E non lo farei per i soldi, ma per il concetto che devono imparare da subito se vogliono inserirsi nella società: e cioè che nessuno ti dà niente per niente, devi lavorare se vuoi ottenere qualcosa. Ma con tutti i ragazzini viziati e maleducati che mio figlio frequenterà sarà una gara dura! Soprattutto perchè a quell’età tendono a vedere il genitore come un carceriere crudele e gli amici come i modelli di comportamento da imitare.