Lettera a Carlo di Pietro (e non solo…)

Adoro questo blog, perché in esso ritrovo una vera libertà di espressione: il cattolico, l’ateo, il musulmano, il protestante, l’omosessuale, l’eterossesuale, quelli di destra, quelli di sinistra, quelli apolitici o apartitici…
Gran bella idea, admin!

Urgenti impegni di lavoro, uniti ad altri problemi di carattere personale, hanno limitato in questi mesi la mia produzione di articoli, benché legga quotidianamente pontilex (e pontifex).

Cerco di professare la religione cattolica nella mia vita, ma non sono certo un modello di virtù: e questo non lo dico a mo’ di vanto né per falsa modestia.

Viviamo in una società alienante, dove spesso rincorriamo frivolezze o ci mettiamo problemi per cose di poco conto.
Dò molte cose per scontate all’interno della mia giornata.

Il cattolico vero è quello che, ogni giorno, offre costantemente ogni suo battito di cuore a Dio, ogni sua azione a Lui. Spesso il rapporto con Dio si instaura solo nel momento della recita delle preghiere (magari fatte anche per diverse ore quotidiane).
Ma la preghiera non si può limitare alla sola pronuncia di suppliche, anche personali: pure un respiro dovrebbe essere elevato a Dio.
Certo, non si può pretendere di essere “super” da subito: il cammino verso Dio è lungo e irto di ostacoli.

Mi è sinceramente dispiaciuto leggere che Carlo di Pietro abbia avuto qualche malessere:;benché non ti conosca personalmente, Carlo, ti auguro una pronta guarigione in Cristo: perché non c’è miglior medico delle anime (e non solo delle anime) di Lui.

A volte, quando si difendono le proprie idee, giuste o sbagliate che siano, lo si fa non nella miglior maniera: perciò, se qualche mio passato articolo o commento avesse urtato la tua sensibilità, ti chiedo scusa; e ti dico di farmeli presenti (compresi i nomignoli!), in modo da poterli rettificare.

Le mie scuse sono estese anche a tutti gli altri utenti di pontilex nel caso in cui avessi urtato la vostra sensibilità in passato.

Caro Carlo, la cosa peggiore che possiamo fare, da Cattolici, è essere divisi e farci la guerra tra di noi; certo, questo non significa che le diverse visioni della vita e della religione si debbano appiattire; ma dobbiamo cercare di instaurare un dialogo costruttivo e, se le opinioni divergono, ciò non deve comportare guerre o crociate tra cristiani!

Sei un demonologo e sai chi stia alla base delle divisioni e ne gioisca al tempo stesso.
Francamente non so se all’inferno, alla fine di tutto, ci andrà qualcuno: certo, stando ad alcuni passi evangelici, alle visioni di Suor Lucia, di suor Faustina Kowalska e delle beate Emmerich ed Alexandrina Maria da Costa, così come a quanto riporta P. Amorth nei suoi libri, l’inferno è tutto fuorché vuoto!
L’inferno per me esiste e lascio alla Misericordia divina qualsiasi azione straordinaria, benché chi stia all’inferno preferisca lo stesso allo stare con Dio. Io, per me, voglio pensare che l’inferno esista e che non sia vuoto: altrimenti, confidando nella bontà divina, mi sentirei sempre giustificato a fare di tutto!

E’ positivo che ci siano persone che difendano le proprie convizioni religiose come fai tu; occhio però a non imitare l’apostolo Pietro, quello al tempo della vita pubblica di Gesù. Pietro era uno di quelli che voleva strafare, che si lanciava in proclami assurdi, quello che voleva camminare sulle acque e rimanersene sul monte Tabor, quello che imbracciò la spada per fare giustizia a modo suo, quello che voleva mettersi davanti a Gesù.
Pietro non lo faceva in mala fede ma per un eccesso nel voler servire Dio a modo suo e non a modo Suo.
E’ bello diffondere il messaggio di Dio, volerLo difendere e cercare di fare proselitismo. Spesso però lo vogliamo fare con le nostre idee: è una debolezza umana.
E’ impossibile convertire le persone a parole: se lo fosse stato, chi meglio di Gesù avrebbe potuto farlo?
Il diavolo non sta solo nei corpi di alcuni persone né solo nelle azioni che comportano peccati mortali.
Esso si nasconde anche in una discussione che si protragga più del dovuto…
Spesso la nostra frenetica voglia di convertire il mondo ci accieca e dimentichiamo il precetto di non dare le perle ai porci. C’è un tempo per ogni cosa, scrive Qoelet, ma spesso non rispettiamo questa tempistica.
Bisogna diffondere il messaggio di Dio, nel rispetto di coloro i quali lo rifiutano o lo accolgano in parte. L’incontro col Signore è personale e i suoi tempi variano da persona a persona: c’è chi fin da bambino adora Dio e chi lo farà molto più in là.

Ho constatato che più si martella una persona a fare una cosa e più ella non lo farà; l’ammonimento va bene, ma la sua continua ripetizione potrebbe avere un effetto contrario.

Il diavolo non si nasconde solo dietro alla nostra paura o vergogna di fare la cosiddetta correzione fraterna; esso può benissimo star dietro anche nella nostra continua ripetizione verbale di questa correzione. Il fine demoniaco è quello di allontanare le persone da Dio: quindi, è lecito vedere le sue oscure trame sia nell’eccessivo nostro silenzio che nell’eccessiva ripetizione di alcuni nostri discorsi, fatti al fine di riportare le pecorelle all’ovile.

Concordo con te quando dici che Gesù non è solo quello del “volemose bene”; ma è anche Colui che banchettava coi peccatori, con gli ultimi, con le prostitute, coi bambini (che all’epoca erano considerati zero).
Se un nostro fratello/sorella è in peccato mortale è nostro dovere riavvicinarlo a Dio; ma spesso, più delle nostre parole servono preghiere e il nostro esempio.

Ognuno di noi ha una missione nella vita e il suo numero di talenti; ognuno di noi è unico, singolare e nemmeno due gemelli omozigoti sono identitici al 100%.
Pensiamo alle vocazioni sacerdotali e ai diversi ordini che esistono: perché non c’è un’unica via che porti a Dio e nessuno di noi può pertanto credere di essere portatore della giusta via.

Difendiamo pertanto i valori cattolici che sempre di più vengono e verranno osteggiati; cerchiamo, coscienti dei nostri limiti umani, di non voler strafare come Pietro apostolo.

Cerchiamo di non farci traviare e di evitare le continue litigiosità: anche l’eccessivo ricorso agli strumenti della difesa legale possono essere un modo per farti deviare dal tuo primario compito, in quanto ti fanno perdere serenità, energie, tempo e denaro.
Anche i continui battibecchi e litigiosità non provengono certo da Dio.
Ovviamente questi consigli sono rivolti non solo a te ma a tutti noi cattolici, me per primo.
Ognuno di noi è portatore del messaggio evangelico e, anche tra di noi, ci sono le pecorelle nere!
Gesù non ha scelto degli apostoli perfetti e, per quanto ci sforzaremo, non lo saremo mai neanche noi! Quello che ci viene chiesto è quello di progredire nella Fede, per quanto delle volte sia più facile a dirsi che a farsi.

A me non interessa scervellarmi se, effettivamente, gli ebrei siano stati deicidi. Se credo che nel Tabernacolo viva Gesù, allora mi preoccupo di quante volte l’umanità e me per primo, ogni giorno, lo crocifiggiamo. La Passione, a mio modesto avviso, Gesù e Maria non l’hanno vissuta una sola volta, ma la sperimentano quotidianamente e la vivranno fino alla fine dei tempi.

Caro Carlo, ti auguro ogni bene ed un proficuo tempo quaresimale.
Ti auguro di ripercorrere con la tua vita le orme del Santo del quale porti il nome.
Che il Sangue di Cristo lavi i nostri peccati, paure ed incoerenze e che la Madonna ci accompagni per mano verso di Lui.

Auguro ogni bene anche a tutti gli utenti di Pontilex.

Andrea

18 pensieri su “Lettera a Carlo di Pietro (e non solo…)

  1. carlo Di Pietro

    Andrea,
    parole sante.!
    Se mi autorizzi ne pubblico il contenuto su Pontifex.!
    Io condivido perfettamente quello che dici.
    Ma attenzione a non tralasciare l’argomento cardine che è alla base di queste tue considerazioni esattissime ovvero:

    Il combattimento spirituale

    Il durissimo combattimento spirituale. Il Paradiso è per i pochi che rispettano la Parola di Dio, non è una barzelletta …!
    Come errano perciò coloro che hanno la certezza che con la Resurrezione di Gesù, la vittoria sul Maligno è ormai definitiva e, di conseguenza, il demonio non può più nuocere all’uomo. Invece non è così. Il diavolo fino alla seconda venuta di Cristo (Parusia), per permesso di Dio, ha la capacità di nuocere, ha il potere di tentare e di distrarre l’uomo dal cammino di salvezza e di indurlo all’autocondanna.

    Il Maligno, benché ferito ed indebolito, ha ancora la possibilità di schierare la sua offensiva contro il genere umano, come anche il serpente, bastonato e frastornato, comunque conserva quel veleno mortale che, se iniettato, riduce il malcapitato ad una larva.

    La stessa “Salve Regina” ci nomina la seguente frase: “… orsù dunque, Avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi e mostraci, dopo questo esilio, Gesù …”, questo sta a significare che noi non viviamo in una sorta di Paradiso Terrestre, anzi, al contrario, qui siamo in esilio ed abbiamo come unico compito quello della conquista della salvezza.

    Questa terra è un teatro di lotta, un palco dove si affrontano tenacemente le forze del bene e le potenze sataniche. Questa grande pugna ha come bersaglio il cuore dell’uomo: la sua anima.

    Noi, ricevendo il battesimo, abbiamo in dono la grazia; viene cancellato il peccato originale con gli eventuali peccati personali. E se moriamo nella fede ci è donata la vita eterna. È vero che la grazia ci viene data in abbondanza attraverso i Sacramenti ed in modo particolare mediante la S.S. Eucaristia, tuttavia, la nostra anima rimane debole ed incline al male. Con il permesso di Dio, il Maligno opera e tenta, vaga intorno a noi e cerca in tutti i modi di distruggere con le vanità, la lussuria ed il lusso, la grazia che con difficoltà riusciamo a conquistare.

    La vita dell’uomo, nonostante tutto, è un tempo di grazia, ma è anche il tempo del combattimento spirituale. Lo sottolinea addirittura Gesù, là dove dice che nel campo di Dio cresce anche la zizzania (cioè gli spiriti immondi ed i figli del Maligno) e crescerà insieme al grano (cioè i figli di Dio) fino alla fine dei tempi. Soltanto al termine di questo mondo il male sarà definitivamente segregato all’Inferno da dove sarà ridotto nella condizione di innocuo nemico. Altre parabole sono esplicative e basta leggerle con attenzione per avere fede e speranza:

    “Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio” (Matteo 13, 24-30);

    “Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi Discepoli gli si accostarono per dirgli: “Spiegaci la parabola della zizzania nel campo”. Ed egli rispose: “Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del Maligno, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!” (Matteo 13, 36-43).

    Dio permette al Maligno di tentarci; anche Gesù, come ogni uomo, è stato tentato. Dio, nella sua immensa bontà, fa sì che il Maligno ci tenti, ma tiene anche conto delle nostre reali capacità. La logica conseguenza è che Dio permette a Satana di “molestarci”, ma sempre nei limiti della nostra tolleranza; Dio non è sadico, Egli non ci sottoporrebbe mai delle prove “perse in partenza”.

    Certamente viene automatico chiedersi il perché Dio concede questo largo spazio a Satana e perché lo ha concesso anche per tentare il suo unico Figlio. Col Battesimo ci viene cancellato il peccato originale, ma rimaniamo vittime della concupiscenza, ovvero di quelle tendenze che ci inducono a peccare, come una calamita attrae il metallo.

    Dice il Concilio di Trento che noi, attraverso la battaglia, possiamo sperimentare la potenza della grazia e riusciamo a meritare la corona della vittoria eterna. La redenzione è sì un dono di Dio, ma rimane comunque una conquista, un merito, secondo il mio parere è l’unico vero trofeo da conquistare.

    Ecco anche perché Dio ha permesso che in noi venisse inoculata la tendenza al male (oltre alla ragione del grande e dignitoso dono del libero arbitrio); il Signore permette a Satana di tentarci, ma queste tentazioni non saranno mai al di sopra delle nostre possibilità di reazione e delle nostre forze spirituali. Ed è una vera grazia che noi sperimentiamo la grandezza di Dio ed il bene che egli ci vuole, perché in questa maniera rimaniamo piccoli, umili, sottomessi al volere di chi ci ha creati. Ecco una importante testimonianza:

    “Non perdete la fede! Questo è il vero scopo del Maligno e non quello di creare le sofferenze. Lui non desidera provocare in noi dolore fisico, dispiaceri ed insuccessi, ma qualcosa di più. Egli desidera che noi proferiamo frasi del tipo”:

    “Basta, sono un vinto, Dio non è capace di liberarmi”;

    “Dio dimentica i suoi figli e non ascolta le mie preghiere”;

    “Dio non mi ama, perché mi ha fatto succedere questo …”;

    “Il Maligno è superiore a Lui, a me cosa importa del dopo, io voglio vivere bene adesso”;

    “Capitano tutte a me….;

    … bestemmie e spergiuri vari …

    Questa è la vera vittoria del diavolo. La fede però è la nostra unica salvezza. Se noi non crediamo con fermezza, per esempio, il male fattoci dai nostri simili o dagli esseri immondi, può durare anche per tutta la vita e portarci alla disperazione. La fede ci insegna che dopo la Croce c’è immancabilmente la Resurrezione, come dopo la notte viene il giorno e il bagliore della salvezza e della liberazione. Alla luce di quanto detto, è importante non ignorare mai questa inclinazione al male che l’uomo ha insita in esso.

    Cerchiamo di vigilare saldi nella fede e fortificati nella preghiera, specialmente nei momenti di decisioni importanti, politiche, sociali e di costume. Ricordiamoci che ogni qual volta non ci affidiamo a Cristo è il male che interviene per farci prendere le scelte sbagliate.

    Il Burattinaio dell’uomo interviene con le sue allettanti proposte e suscita in noi quella spinta che ci induce ad abbracciare il cammino più semplice, quello meno arido e più fruttifero, ma che in realtà è sbagliato per la nostra crescita spirituale in Cristo. Gesù dice:

    “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Matteo 7, 13-14);

    “Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona” (Matteo 6, 24);

    “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde” (Matteo 12, 30).

    Viviamo quindi spensierati sotto il potere di Dio ed osservanti della sua legge, ma non dimentichiamo mai che la Sacra Scrittura spesso ci comunica apertamente che il mondo intero è pervaso da demoni.

    “Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del Maligno. Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l’intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio e nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna. Figlioli, guardatevi dai falsi dei!” (1 Giovanni 5, 19-21). [Preghiere di liberazione dal Maligno – Don Pasqualino Fusco]

    Saluti
    Carlo Di Pietro

    nb: ti ringrazio per le parole di solidarietà espresse nei miei riguardi.!

    Rispondi
    1. admin

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      Rispondi
  2. diegopig

    Grande post, Andrea, e mi fa piacere vedere Carlo sempre più presente qui.
    Forse siamo all’alba di un nascente rispetto reciproco, forse anche di un’amicizia (chissà, mai precludersi alcuna possibilità) 😀

    In quest’ottica, vorrei darei il mio contributo di ateo (bastardo sbattezzato :D) ed esprimere il mio modesto pensiero su quello che penso sia l’unico, vero dono che dio fa agli uomini: il libero arbitrio

    E’ indubitabile, infatti, che secondo la religione la vita non è un “dono in senso stretto”, perchè l’uomo non è libero di farne ciò che vuole.

    Nemmeno la fede è un dono, perchè dio non decide mai di privare una persona della fede come, invece, fa con la vita (sempre per quello che so della religione cattolica, ma potrei sbagliarmi).

    Nemmeno la verità rilevata è un “dono in senso stretto”, per lo stesso motivo per cui non lo è la vita: perchè l’uomo non può farne ciò che vuole della verità, non può pervertirla ai propri scopi (anche se molti lo fanno).

    E’ per questo motivo che ritengo il libero arbitrio come l’unico vero dono che dio fa agli uomini.

    Ora, perchè dio fa questo dono agli uomini?
    Secondo me è evidente che dio fa questo dono perchè non vuole che gli uomini siano degli “automi” ai suoi ordini.
    D’altronde dio già ha degli “automi”: gli angeli già eseguono ogni suo ordine senza discutere (ma anche qui magari mi sbaglio).

    Evidentemente dio voleva che gli umani fossero esseri liberi, ma qui sorge un problema: come possono essere liberi gli umani se dio dà SPECIFICHE E PRECISE istruzioni su come comportarsi e punisce chi non segue queste istruzioni?

    Anche in questo caso dio avrebbe ottenuto degli automi, per non parlare addirittura di schiavi (che vengono appunto puniti se non eseguono gli ordini).

    Secondo me, la risposta è palese nel quinto comandamento: NON UCCIDERE

    Notate come questo comandamento NON dica NON UCCIDERE MAI IN NESSUNA OCCASIONE, ma dica semplicemente NON UCCIDERE.

    Dio, cioè, non dà alcuna direttiva perentoria, del tutto chiara e non ambigua.
    Ed, infatti, si discute molto se e quando sia accettabile (anche dal punto di vista religioso) uccidere.
    E’ giusto uccidere per legittima difesa? Per salvare più persone? Per salvare una nazione? Per il bene di molti? etc. ect.

    E allora come possiamo, noi umani, agire nella sicurezza di agire secondo la volontà di dio?
    Forse non possiamo E FORSE E’ PROPRIO QUESTO CHE DIO VUOLE ED E’ QUESTO CHE DA’ VALORE ALLE NOSTRE AZIONI

    Forse dio non vuole che “agiamo secondo la sua volontà”, forse vuole che seguiamo i suoi consigli ma che ci prendiamo la responsabilità delle nostre azioni.

    Se agissimo “come robot”, secondo “il programma impostato da dio”, di quali meriti o colpe saremmo titolari noi umani? Nessuno, nè meriti nè colpe.
    Se uno robot industriale salda male una carrozzeria d’auto, è colpa del robot oppure di chi ha scritto il suo software?
    E se, invece, il robot effettua delle buone saldature, di chi è il merito? Del robot?

    Dio non ha dato regole precise, ma regole generali (non uccidere), e chi ha dato la facoltà di decidere come agire.
    E FORSE E’ LA NOSTRA DECISIONE DI AGIRE ASSUMENDOSI LA RESPONSABILITA’ DELLE NOSTRE AZIONI ciò che ci rende meritevoli agli occhi di dio.

    ESEMPIO:
    Entra in casa mia un ladro armato. Anche io sono armato. Devo ucciderlo o no?

    Forse non è questo ciò che più interessa a dio: forse a dio interessa solamente che io decida se uccidere o meno questa persona ed assumermi la responsabilità delle conseguenze.

    Magari a volte è giusto uccidere, a volte no. Dio non me lo dice, lascia a me la scelta.

    ALTRO ESEMPIO:
    Immaginiamo che io sia gay e mi innamori di un’altra persona del mio stesso sesso. E’ giusto che io instauri una relazione affettiva con questa persona?

    Forse non è questo ciò che più interessa a dio: forse a dio interessa solamente che io decida avere o meno questa relazione ed assumermi la responsabilità delle conseguenze.

    Magari a volte è giusto avere questo tipo di relazioni, a volte no. Dio non me lo dice, lascia a me la scelta.

    Ecco, secondo me dio si comporta esattamente come si comporta un padre umano: ci educa e tenta di trasmetterci i suoi valori.
    Poi, una volta cresciuti, ci dice “andate e prendetevi la responsabilità delle vostre azioni”, il che però NON SIGNIFICA “vai e poi se sbagli ti spacco in due” ma significa proprio “ora sei grande e devi decidere da solo, se poi sbagli ti assumi le tue responsabilità nei confronti degli altri e io ti giudicherò solo per i motivi per cui hai agito”.

    UN ESEMPIO CHIARISSIMO DI QUESTA “POLITICA DIVINA” E’ IL CASO DEL SUICIDIO: perfino per la dottrina della chiesa cattolica il suicidio, peccato mortale, può avere delle attenuanti (come la depressione, ad esempio) che non precludono la salvezza.

    Ecco, secondo me l’errore più grave di Pontifex è dare un giudizio “divino” in base al comportamento delle persone e non in base alle motivazioni.
    Pontifex giudica “sbagliata dal punto di vista divino” ogni relazione omosessuale, indipendentemente dalle motivazioni che portano a quella relazione, foss’anche un sentimento vero e sincero di amore e completamento tra i due partner.

    Pontifex giudica “sbagliata dal punto di vista divino” ogni politica comunista, indipendentemente dalle motivazioni che la muovono. (Sicuramente il comunismo ha fallito, ma niente impedisce che alcuni comunisti fossero sinceramente animati dall’intenzione di fare del bene)

    Ecco, Carlo, questo vorrei dirti con questo lungo discorso: prova a metterti nei panni di un padre, anche umano.
    Come vorresti veder crescere i tuoi futuri figli? Come dei tuoi cloni, che in ogni possibile situazione sceglierebbero come sceglieresti tu, a cui piacciono esattamente lo stesso tipo di donne che piacciono a te, a cui piacciono esattamente gli stessi piatti che piacciono a te, gli stessi film, gli stessi modelli di auto, gli stessi tipi di mobili, gli stessi quadri, gli stessi giornali, gli stessi… insomma hai capito.

    Oppure vorresti che i tuoi figli apprendessero il tuoi valori ma poi decidessero da sè come applicarli e quando applicarli, sviluppando una propria personalissima morale, un proprio personalissimo gusto, un proprio personalissimo insieme di valori?

    Spero di aver fatto un discorso abbastanza comprensibile.

    Rispondi
    1. Carlo Di Pietro

      Ti rispondo diegopig.

      il tuo ragionamento, da ateo, non fa una piega … assolutamente.
      Anche se già citando Dio, anche se lo scrivi in minuscolo, vuol dire che non sei ateo letteralmente parlando, perchè credi in un essere superiore che per definizione viene detto dio.

      il tuo discorso fila liscio come l’olio, da non credente, e sembra essere molto simile al pensiero dei primi credenti degli anni 100, 200 e 300 doco Cristo.

      in quel periodo, difatti, la Dottrina non era già stata ben scritta, dunque c’erano molte correnti di pensiero che sucitavano dubbi e domande come la tua.

      sono, quindi, stati necessari i Concili, ovvero la riunione periodica di tutti i discepoli che, dalle loro missioni nel mondo, rientravano in un determinato territorio, per riunirsi e risolvere queste ideologie contrastanti.

      sempre secondo la Dottrina, lo Spirito Santo animava i vari concili, quindi venivano date risposte immutabili e ritenute verità di Fede. Chi, da quel giorno in poi e dalla diffusione dei vari decreti (tempo 90 giorni) non rispettava quanto deciso nei concili, ricadeva nell’eresia.

      quindi da “ateo” il tuo ragionamento è perfetto, ma da Cattolico Cristiano è tutto diverso.

      se leggi, difatti, il mio post precedente sul combattimento spirituale, trovi tutte le risposte.

      ovvero il Credente si salva e non va all’inferno, se rispetta il Magistero, fatta eccezione se si converte sinceramente in punto di morte e si pente degli errori commessi.

      se tu fossi un aborigeno, non avresti nessuna colpa dinazi al tribunale di Dio, perché saresti ignorante (non conoscendo la Parola).

      dato che conosci la Parola e ti ritieni “ateo”, per Dottrina sei colpevole.

      pernso di aver dato risposta alle tue domande.

      saluti
      Carlo

      Rispondi
      1. diegopig

        ovvero il Credente si salva e non va all’inferno, se rispetta il Magistero

        Io pensavo che solo dio potesse giudicare e decidere di salvare qualcuno, indipendentemente da quello che dice il magistero.

        Mi par di intuire che, secondo te, dio non può decidere di salvare un omosessuale “non pentito della propria omosessualità”.

        E’ corretto?

        Rispondi
      2. Ale Cr

        “sempre secondo la Dottrina, lo Spirito Santo animava i vari concili”… quando invece non era l’imperatore di turno, ortidosso o ariano che fosse… 😉

        Rispondi
  3. GIANLUIGI

    Scusate, sono abituato a leggere molto, anzi moltissimo, ma è davvero uno sforzo immane leggere centinaia di righe di commenti.
    Io ho avuto un capo al quale – anche per argomenti complessi – era “vietato” inviare mail di più di 5 righe. Il suo divieto mi ha insegnato ad essere sintetico pur cercando di essere esauriente.

    Rispondi
        1. admin

          Non c’è nulla di cui “scusarsi”… E’ solo un invito a contenere quando possibile la lunghezza dei commenti. Non indirizzato ad alcuno in particolare. 🙂

          BTW comunque non sei tu il campione in fatto di lunghezza dei commenti… 😆

          Rispondi
    1. M@sseo

      Sono d’accordo! Anch’io sono molto interessato a tutti i commenti e vorrei aggiungere i miei, ma sta diventando una impresa seguire e leggere tutto…

      Rispondi
  4. GIANLUIGI

    Il mio invito a contenere la lunghezza dei commenti non era rivolto a nessuno in particolare anche se – salvo prova contraria – quelli di Carlo sono i più lunghi (mi riferisco a quelli relativi ai diversi post e non solo a quellio in argomento).

    Rispondi
    1. admin

      Come appunto avevo suggerito… L’invito era generico. Anche se il leader della classifica pare essere Carletto … 🙂

      Rispondi
  5. Andrea ☮ il giullare matto Speaks Autore articolo

    Carlo, per me non ci sarebbero problemi per la pubblicazione di questo articolo su pontifex ma non so se la licenza creative commons lo permetta; forse per la fretta l’ho letta male ma, a quanto mi pare, se non modifichi l’articolo e ne citi la fonte puoi pubblicarlo, sempre che venga meno il fine commerciale…

    Rispondi
    1. admin

      IMHO opinion hai fornito un riassunto perfetto del contenuto della CC. 🙂
      Resta ovviamente l’invito per CdP di guardarsi il documento che descrive il nostro licensing, come indicato qui sopra. 😆

      Rispondi
      1. pao

        saró maligna, ma voglio proprio vedere come citerá la fonte…magari cosí:

        fonte:pontilex, covo satanico di pettegoli omosessualisticideicidiemassoni.no prevalebunt!
        oppure:
        fonte:pontilex, sito dei dirimpettai apostatipettegolibestiedisatanaconlorecchino.la tua mascherá si sgretolerá
        oppure:
        fonte:pontilex, sito dei nemici della vera dottrina tradizionale nelqualeioperóentroperchesonoparecchiosimpaticistibrutticomunistiomosessualivendoliani,assoniciomosessuali
        oppure…):D

        Rispondi
        1. admin

          Vediamo cosa si inventerà quel diavolaccio di CdP! Ooops Charles non ti arrabbiare: diavolaccio in senso figurato, ovviamente! 😆

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    2. M@sseo

      Forse l’admin potrebbe darti delucidazioni in merito alla licenza e, comunque, credo sarebbe giusto che Carlo Di Pietro citasse anche la fonte da dove è tratto il tuo scritto e, cioè, il nostro blog…

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Rispondi a Andrea ☮ il giullare matto Speaks Annulla risposta

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