Non intendiamo ovviamente rovinare lo spirito ecumenico che caratterizza questo momento (ci ha già pensato Brunello con delle mail perentorie in cui ci intima, senza fornire prove, di togliere l’articolo “apocrifo” dove riportiamo le opinioni di Pietro Volpe). Ma al tempo stesso non vogliamo dimenticare i nostri compiti. Ed uno dei nostri compiti è quello di stanare gli errori Pontifessi. In passato abbiamo dedicato molte attenzioni alle interviste di Brunello, al suo caratteristico “stile”. Il rinnovato dialogo con Foxy ci stimola quindi ad affrontare nuovamente l’argomento, offrendo a Brunello la possibilità di dare la sua visione dei fatti su un episodio ormai “datato” (risale al marzo 2010) che, come sempre, ha a che fare con il chiodo fisso di Brunello: l’omosessualità.
I fatti: il giorno 5 di marzo 2010 su Pontifex compare un articolo dal titolo terrificante.
http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/religiosi/3766-si-neghino-funerale-e-sacramenti-a-irregolari-e-omosessuali-praticanti-una-salutare-cura-pastorale-smarrito-il-senso-del-peccato-immorale-la-protesta-dei-conduttori-rai-pagano-tutti-per-la-faziosita-di-santoro
L’intervista riporta il presunto pensiero di mons. Francescantonio Nolè, Vescovo “in carica” (non ancora pensionato) di una microscopica diocesi con un numero irrisorio di battezzati, situata più o meno dalle parti del nostro carto CiDiPi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Diocesi_di_Tursi-Lagonegro
Riportiamo qui le parole attribuite da Brunello al povero Nolè. L’argomento: la comunione agli omosessuali.
In quanto all’omosessuale, la semplice omosessualità, pur essendo un grave disordine, di per sé stessa non é peccato se vissuta castamente. Lo diventa quando praticata e spesso ancora propagandata
Incalzato da Brunello il Vescovo si spinge oltre e proclama:
bisogna aver coraggio con delicatezza, magari avvisando prima l’interessato o in caso di funerale i parenti, che non si può ammnistrare la comunione o il rito funebre. Magari pregare per la sua anima e questo si deve.
Le parole sono sicuramente forti (negare la comunione agli omosessuali in determinati casi) ma il pensiero nel suo complesso ci sembra estremamente “lieve” rispetto alle parole a cui ci hanno abituato gli amici Pontifessi. E ci sembra assolutamente allineato a quello che è il Magistero, quello maiuscolo, che descrive l’omosessualità come disordine e la “pratica” come peccato, quindi come ostacolo alla comunione con Cristo.
Ovviamente l’articolo di Brunello è subito rimbalzato su vari sitarelli ed il risultato è che su molti forum è comparsa la notizia che un vescovo italiano affermava di non dare la comunione ai gay ed ai criminali. La notizia deve essere giunta all’orecchio del Vescovo. Ed il risultato è racchiuso nelle seguenti parole:
“Si smentisce nella forma e soprattutto nella sostanza l’intervista di mons. Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro, apparsa (venerdì 05 marzo 2010) sul portale Pontifex.Roma.it a firma di Bruno Volpe, e poi ripresa da altri periodici e siti online”. Lo ha dichiarato in esclusiva a Tursitani.it il responsabile dell’Ufficio stampa diocesano, don Giovanni Lo Pinto che, in data 30 marzo e poi il primo aprile, ha precisato il senso delle affermazioni del Vescovo.
Nei brevi colloqui, abitualmente pacati, sereni e franchi, don Giovanni Lo Pinto, anche direttore editoriale del periodico della Diocesi Dialogo, si è rammaricato “del fraintendimento verificatosi, poiché tono, linguaggio, tempistica e stile sono del tutto estranei e comunque inappropriati, come tutti sanno da sempre, alle modalità e ai contenuti comunicativi di mons. Nolè”.
Il presule lucano, dunque, ” prende con chiarezza e nettezza le distanze da talune parole e frasi che, sia pure in buona fede e forse originate da un eccesso di sintesi giornalistica, non riflettono il proprio articolato pensiero e ne travisano il suo forte messaggio di ispirata sensibilità ecumenica e pastorale”.
http://www.tursinet.it/index.php?option=com_content&task=view&id=563&Itemid=39&date=2010-11-01